Tradotto da Matteo Francia ed Eros R.F., da The Tricontinental il 13 marzo 2023.
Stiamo entrando in una fase qualitativamente nuova della storia mondiale. Negli anni successivi alla Grande Crisi Finanziaria del 2008 sono emersi significativi cambiamenti globali. Ciò è visibile in una nuova fase dell’imperialismo e nei cambiamenti nelle particolarità delle otto contraddizioni.
1. La contraddizione tra un imperialismo moribondo e un socialismo emergente di successo guidato dalla Cina.
Questa contraddizione si è intensificata a causa dell’ascesa pacifica del socialismo con caratteristiche cinesi. Per la prima volta in 500 anni, le potenze imperialiste atlantiche si trovano di fronte a una grande potenza economica non bianca che può competere con loro. Questo è emerso chiaramente nel 2013, quando il PIL cinese a parità di potere d’acquisto (PPP) ha superato quello degli Stati Uniti. La Cina ha raggiunto questo risultato in un periodo molto più breve rispetto all’Occidente, con una popolazione significativamente più numerosa e senza colonie, schiavitù o conquiste militari. Mentre la Cina si batte per relazioni pacifiche, gli Stati Uniti sono diventati sempre più bellicosi.
Gli Stati Uniti hanno guidato il campo imperialista fin dalla Seconda Guerra Mondiale. Dopo Angela Merkel e con l’avvento dell’operazione militare in Ucraina, gli Stati Uniti hanno subordinato strategicamente i settori dominanti della borghesia europea e giapponese. Ciò ha comportato un indebolimento delle contraddizioni intra-imperialiste. Gli Stati Uniti hanno prima permesso e poi preteso che sia il Giappone (la terza economia mondiale) che la Germania (la quarta) – due potenze fasciste durante la Seconda Guerra Mondiale – aumentassero notevolmente le loro spese militari. Il risultato è stato la fine delle relazioni economiche dell’Europa con la Russia, un danno per l’economia europea e vantaggi economici e politici per gli Stati Uniti. Nonostante la capitolazione della maggior parte dell’élite politica europea alla piena subordinazione agli Stati Uniti, alcuni ampi settori del capitale tedesco dipendono fortemente dal commercio con la Cina, molto più che dalle loro controparti statunitensi. Gli Stati Uniti, tuttavia, stanno ora facendo pressione sull’Europa affinché riduca i suoi legami con la Cina.
Ma soprattutto, la Cina e il campo socialista devono ora affrontare un’entità ancora più pericolosa: la struttura consolidata della Triade (Stati Uniti, Europa e Giappone). La crescente decadenza sociale interna degli Stati Uniti non deve nascondere la quasi assoluta unità della sua élite in politica estera. Stiamo assistendo a una borghesia che antepone i propri interessi politici e militari a quelli economici di breve termine.
Il centro dell’economia mondiale si sta spostando, con la Russia e il Sud globale (compresa la Cina) che ora rappresentano il 65% del PIL mondiale (misurato in PPA [PIL a parità di potere d’acquisto]). Dal 1950 a oggi, la quota statunitense del PIL mondiale (in PPA) è scesa dal 27% al 15%. Anche la crescita del PIL degli Stati Uniti è in calo da oltre cinque decenni e ora è scesa a circa il 2% all’anno. Non ha nuovi grandi mercati in cui espandersi. L’Occidente soffre di una crisi generale del capitalismo e delle conseguenze della tendenza a lungo termine al declino del tasso di profitto.
2. La contraddizione tra le classi dirigenti del ristretto gruppo di Paesi imperialisti del G7 e le élite politiche ed economiche dei Paesi capitalisti del Sud globale.
Questa relazione ha subito un grande cambiamento rispetto ai tempi d’oro degli anni ’90 e all’apice del potere unilaterale e dell’arroganza degli Stati Uniti. Oggi, l’alleanza tra il G7 e le élite di potere del Sud globale si sta sempre più incrinando. Mukesh Ambani e Gautam Adani, i maggiori miliardari indiani, hanno bisogno di petrolio e carbone dalla Russia. Il governo di estrema destra guidato da Modi rappresenta la borghesia monopolistica indiana. Per questo motivo, il ministro degli Esteri indiano rilascia dichiarazioni occasionali contro l’egemonia statunitense in materia di finanza, sanzioni e altri settori. L’Occidente non ha la capacità economica e politica di fornire sempre ciò di cui hanno bisogno le élite di potere in India, Arabia Saudita e Turchia. Questa contraddizione, tuttavia, non si è acuita al punto da poter diventare un punto focale di altre contraddizioni, a differenza della contraddizione tra la Cina socialista e il blocco del G7 guidato dagli Stati Uniti.
3. La contraddizione tra l’ampia classe operaia urbana e rurale e alcuni settori della piccola borghesia (collettivamente noti come classi popolari) del Sud globale contro l’élite del potere imperiale guidata dagli Stati Uniti.
Questa contraddizione si sta lentamente acuendo. L’Occidente ha un grande vantaggio di soft power nel Sud globale tra tutte le classi. Eppure, per la prima volta da decenni, i giovani africani sono scesi in campo per sostenere l’espulsione delle truppe francesi in Mali e Burkina Faso, in Africa occidentale. Per la prima volta, le classi popolari colombiane sono riuscite a eleggere un nuovo governo che ha rifiutato lo status di avamposto vassallo delle forze militari e di intelligence statunitensi. Le donne della classe operaia sono in prima linea in molte battaglie critiche della classe operaia e della società in generale. I giovani si stanno sollevando contro i crimini ambientali del capitalismo. Un numero crescente di lavoratori identifica le proprie lotte per la pace, lo sviluppo e la giustizia come esplicitamente antimperialiste. Sono ora in grado di vedere attraverso le bugie dell’ideologia statunitense dei diritti umani, la distruzione dell’ambiente da parte delle compagnie energetiche e minerarie occidentali e la violenza della guerra ibrida e delle sanzioni statunitensi.
4. La contraddizione tra il capitale finanziario avanzato a caccia di rendite e le esigenze delle classi popolari, e persino di alcuni settori del capitale nei Paesi non socialisti, per quanto riguarda l’organizzazione delle esigenze delle società in termini di investimenti nell’industria, agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale, occupazione e sviluppo.
Questa contraddizione è il risultato del declino del tasso di profitto e della difficoltà del capitale di aumentare il tasso di sfruttamento della classe operaia a un livello sufficiente per finanziare le crescenti esigenze di investimento e rimanere competitivo. Al di fuori del campo socialista, in quasi tutti i Paesi a capitalismo avanzato e nella maggior parte del Sud globale – con alcune eccezioni, soprattutto in Asia – è in atto una crisi degli investimenti. Sono sorti nuovi tipi di imprese che comprendono hedge fund come Bridgewater Associates e società di private equity come BlackRock. Nel 2022 i “mercati privati” controllavano asset per 9.800 miliardi di dollari. I derivati, una forma di capitale fittizio e speculativo, valgono oggi 18,3 trilioni di dollari in valore “di mercato”, ma hanno un valore nozionale di 632 trilioni di dollari, un valore più che quintuplicato rispetto al PIL mondiale effettivo.
È emersa una nuova classe di monopoli basati sulle tecnologie dell’informazione e sull’effetto rete, tra cui Google, Facebook/Meta e Amazon – tutti sotto il pieno controllo degli Stati Uniti – che godono di rendite monopolistiche. I monopoli digitali statunitensi, sotto la diretta supervisione delle agenzie di intelligence americane, controllano l’architettura dell’informazione di tutto il mondo, al di fuori di alcuni Paesi socialisti e nazionalisti. Questi monopoli sono alla base della rapida espansione del soft power statunitense negli ultimi 20 anni. Anche il complesso militare-industriale, i mercanti di morte, attirano investimenti crescenti.
Questa intensificata fase di accumulazione speculativa e monopolistica del capitale sta intensificando l’offensiva del capitale contro i necessari investimenti sociali. Il Sudafrica e il Brasile hanno registrato livelli drammatici di deindustrializzazione sotto il neoliberismo. Anche i Paesi imperialisti avanzati hanno ignorato le proprie infrastrutture, come la rete elettrica, i ponti e le ferrovie. L’élite globale ha organizzato un boicottaggio fiscale fornendo enormi riduzioni delle aliquote fiscali e delle imposte, nonché paradisi fiscali legali sia per i singoli capitalisti che per le loro società per aumentare la loro quota di plusvalore.
L’evasione fiscale da paarte del capitale e la privatizzazione di ampie fasce del settore pubblico hanno decimato la disponibilità di beni pubblici di base come l’istruzione, la sanità e i trasporti per miliardi di persone. Ha contribuito alla capacità del capitale occidentale di manipolare e ottenere alti interessi dalla crisi “fabbricata” del debito che affligge il Sud del mondo. Al livello più alto, i profittatori degli hedge fund come George Soros speculano e distruggono le finanze di interi Paesi.
L’impatto sulla classe operaia è grave, poiché il suo lavoro è diventato sempre più precario e la disoccupazione permanente sta distruggendo ampie fasce della gioventù mondiale. Una parte crescente della popolazione è superflua sotto il capitalismo. La disuguaglianza sociale, la miseria e la disperazione sono dirompenti.
5. La contraddizione tra le classi popolari del Sud globale e le élite di potere politico ed economico nazionali.
Questo si manifesta in modo molto diverso a seconda dei Paesi e delle regioni. Nei Paesi socialisti e progressisti, le contraddizioni tra i popoli vengono risolte in modi pacifici e diversi. Tuttavia, in molti Paesi del Sud globale, dove l’élite capitalista è stata completamente alleata con il capitale occidentale, la ricchezza è detenuta da una piccola percentuale della popolazione. La miseria è diffusa tra i più poveri e il modello di sviluppo capitalista non riesce a servire gli interessi della maggioranza. A causa della storia del neocolonialismo e del soft power occidentale, nella maggior parte dei grandi Paesi del Sud globale esiste un consenso di classe media decisamente favorevole all’Occidente. Questa egemonia di classe della borghesia locale e dello strato superiore della piccola borghesia viene utilizzata per impedire alle classi popolari (che costituiscono la maggior parte della popolazione) di accedere al potere e all’influenza.
6. La contraddizione tra l’imperialismo a guida statunitense e le nazioni che difendono strenuamente la sovranità nazionale.
Queste nazioni si dividono in quattro categorie principali: i Paesi socialisti, i Paesi progressisti, altri Paesi che rifiutano il controllo degli Stati Uniti e il caso particolare della Russia. Gli Stati Uniti hanno creato questa contraddizione antagonista attraverso metodi di guerra ibridi come assassinii, invasioni, aggressioni militari guidate dalla NATO, sanzioni, azioni legali, guerra commerciale e una guerra di propaganda ormai incessante basata su vere e proprie bugie. La Russia fa parte di una categoria speciale, poiché ha subito più di 25 milioni di morti per mano degli invasori fascisti europei quando era un Paese socialista. Oggi, la Russia – che possiede immense risorse naturali – è di nuovo un obiettivo per il completo annientamento come Stato da parte della NATO. Alcuni elementi del suo passato socialista sono ancora presenti nel Paese e permane un alto grado di patriottismo. L’obiettivo degli Stati Uniti è quello di portare a termine ciò che hanno iniziato nel 1992: come minimo, distruggere definitivamente la capacità militare nucleare della Russia e installare un regime fantoccio a Mosca, al fine di smembrare la Russia a lungo termine e sostituirla con molti piccoli Stati vassalli dell’Occidente, indeboliti in modo permanente.
7. La contraddizione tra i milioni di poveri della classe operaia del Nord globale e la borghesia che domina questi Paesi.
Questi lavoratori stanno mostrando alcuni segni di ribellione contro le loro condizioni economiche e sociali. Tuttavia, la borghesia imperialista sta giocando la carta della supremazia bianca per impedire una più ampia unità dei lavoratori in questi Paesi. In questo momento, i lavoratori non riescono a evitare di cadere preda della propaganda razzista di guerra. Il numero di persone presenti alle manifestazioni pubbliche contro l’imperialismo è diminuito drasticamente negli ultimi trent’anni.
8. La contraddizione tra il capitalismo occidentale, il pianeta e la vita umana.
Il percorso inesorabile di questo sistema è quello di distruggere il pianeta e la vita umana, di minacciare l’annientamento nucleare e di lavorare contro le necessità dell’umanità di reclamare collettivamente l’aria, l’acqua e la terra del pianeta e di fermare la follia militare nucleare degli Stati Uniti. Il capitalismo rifiuta la pianificazione e la pace. Il Sud globale (compresa la Cina) può aiutare il mondo a costruire ed espandere una “zona di pace” e impegnarsi a vivere in armonia con la natura.
Note sui collaboratori:
Kyeretwie Opoku è il presidente del Movimento socialista del Ghana.
Manuel Bertoldi di Patria Grande / Federación Rural para la producción y el arraigo.
Deby Veneziale è senior fellow di Tricontinental: Institute for Social Research.
Vijay Prashad è direttore esecutivo di Tricontinental: Institute for Social Research