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Disinformazione
Da Marx21.
Il neototalitarismo degli attuali regimi neoliberali si distingue da forme classiche di totalitarismo ed autoritarismo perché cerca di dissimulare meglio i suoi meccanismi ed obiettivi di controllo, ed usa anche una serie di camuffamenti, maschere e facciate fasulle per imporre questi controlli e meccanismi.
Una delle parole chiave della propaganda neototalitaria, soprattutto recente, è “disinformazione” (e la frase de facto equivalente “fake news”). È una parola che arriva sulla scena parecchio più tardi di “complottismo”, ma che serve scopi simili in materia di censura, imposta anche tramite demonizzazione, diffamazione, ‘svergognamento’ e tanti meccanismi psicologici tutti tendenti alla conformizzazione od omogeneizzazione assoluta.
La sua diffusione a tappeto comincia durante gli anni dello ueber-complottismo orchestrato di “Russiagate” ma poi continua a diffondersi in modo fortissimo grazie alle istituzioni preposte alla sanità, soprattutto nell’Impero, per cercare di proibire qualsiasi discussione in merito alla misure anti-covid, che fossero maschere, ‘social distancing’, i vaccini, od altri rimedi usati e o suggeriti in varie parte del mondo, sia da personale ed istituzioni mediche qualificate sia da singoli cittadini. Uso del termine e misure quindi associate di nuovo alla strumentalizzazione di paura e panico.
Tipicamente sia “disinformazione” che “complottismo” sono tra i termini cui ricorrono più spesso i monopoli-oligopoli social media per censurare le opinioni sulle loro piattaforme, censure vengono imposte da enti privati, e quindi senza le protezioni legali della libertà di parola (almeno nell’Impero). Ma quasi sempre censure in realtà imposte (“suggerite” sotto pressioni forti di vari tipi) da enti governativi, che così mascherano il loro operato con la facciata dell’ente privato. Un esempio attualmente molto importante e probante nell’Impero è l’aver censurato menzioni dell’esistenza e dei contenuti del laptop di Hunter Biden, come vediamo da questa intervista di Joe Rogan a Zuckerberg della Facebook (vedi qui) riguardo i ‘suggerimenti’ della FBI, o internamente come proibizione da parte dei vertici della FBI ai propri agenti di esaminare il contenuto del laptop (vedi qui).
Ma il regime Biden voleva elevare questo strumento neototalitario a livelli molto più ‘alti’ e formali, de facto creando una letteralmente Orwelliana “Ministry of Truth” col titolo di Disinformation Governance Board, che poi, anche per l’arroganza e spudoratezza sia della manovra che del personale scelto a dirigere (Nina Jankowicz, che era stata protagonista lei delle più spudorate attività di disinformazione reale), è stata prima ‘sospesa’ e poi in questi giorni abolita.
Ma ovviamente l’Impero ama poi imporre questi schemi ai suoi satrapi all’estero, per cui ovviamente hanno finanziato un’operazione simile in Ucraina, che ha poi pubblicato un elenco di “disinformation terrorists” che in realtà ovviamente erano tra i migliori investigative journalists statunitensi e di altri paesi non asserviti all’Impero, ed includeva appunto persone come Glenn Greenwald, Tulsi Gabbard, e molti altri, e non certo da ultimo Scott Ritter. Questo centro poi deve aver condiviso informazioni e collaborato con un altro centro, che si può senz’altro dire pienamente parte del regime neonazista di Kiev, ed operante in base a criteri di terrorismo di stato tipici dei regimi nazisti e fascisti, e che si chiama Myrotvorets (vedi qui), su cui elenchi c’era anche la figlia del filosofo nazionalista conservatore Alexander Dugin, Darya Dugina, che è stata appunto assassinata da due agenti della SBU ucraina a Mosca. Scott Ritter ha interpellato i propri rappresentanti (abita nello stato di NY) e ha scritto ad uno di loro, l’ultra-schifoso scarafaggio dei servizi Chuck Schumer, che avrebbe fatto causa legale al governo statunitense se questo continuava a finanziare questo centro “anti-disinformazione” ucraino con i soldi dei contribuenti statunitensi, poi in realtà suggerendo-aiutando questo centro stesso a prendere di mira giornalisti, politici e cittadini statunitensi che avevano rivelato le profondità della reale propaganda e disinformazione imperiale riguardo gli intrallazzi, il controllo, la manipolazione ed il sostegno al regime neonazista ucraino. E pare che, visto che la causa di Ritter era legalmente a prova di bomba, gli scarafaggi dei servizi imperiali abbiano per ora interrotto i finanziamenti in questione.
Un grande storico, soprattutto dell’estremo oriente, ma anche del crescendo di loschi abusi accentramento di poteri occulti dei servizi imperiali, Chalmers Johnson, ha scritto un libro decenni fa dal titolo Blowback. Ora questo è anche un termine tecnico inglese per descrivere gli effetti ‘di ritorno’ quasi sempre non anticipati, e non voluti, di operazioni illecite all’estero da parte dei servizi.
Ciò che invece caratterizza questi ultimi decenni a partire dal 9/11 è un altro tipo di ‘blowback’: e cioè la scelta intenzionale da parte dei vertici oligarchici dell’Impero di usare ora gli stessi mezzi una volta riservati per l’assoggettamento di paesi e culture ‘altre’ per il controllo della politica e della società al proprio interno. È un tipico risultato della accelerazione dei processi di corruzione e degrado istituzionali interni a società e regimi nei quali le componenti legate all’esercito, ai servizi, a tutte le istituzioni operanti de facto o completamente o quasi completamente senza rendicontabilità e senza supervisione, riescono gradualmente, parassitariamente, a diventare la componente principale e più potente dell’intero apparato di governo, sia come budget, come personale, come poteri ricattori ed estorsionisti nei confronti dei rimanenti membri e rami del governo, e via dicendo. In altre parole in parallelo con la crescita incontrollata nel mondo delle economie neoliberali dei settori finanziari legati alla finanziarizzazione (in altre parole a ciò che il grande economista Michael Hudson chiama il settore FIRE (Finance, Insurance and Real Estate)), con il relativo mega-parassitismo ed inversione del ruolo di settori normalmente fondamentali rispetto a quelli parassitari, nel mondo delle istituzioni abbiamo la ‘securitization’, e cioè la crescita incontrollata del settore dei servizi, della National Security State a ‘protezione’ del dominio incontrollato dell’oligarchia.
Chiunque esamini la storia della formazione delle OSS, poi divenute CIA, vedrà che il personale e le istituzioni chiave degli inizi venivano quasi esclusivamente dal settore della finanza e degli universi degli studi legali ivi associati. Questo legame fondamentale, perlopiù non discusso, ovviamente permane, molto ingigantito, oggi.
Ma dove un regime totalitario (e molti regimi autoritari) avrebbero semplicemente imposto la censura, quindi una misura brutale ma trasparente (che quindi può generare resistenza ed opposizione), i regimi neoliberal-neototalitari introducono le misure contro la “disinformazione”.
Come dovrebbe essere ovvio a qualunque individuo minimamente razionale, l’unica reale protezione per non essere vittime delle moltissime forme di disinformazione di una vasta gamma di poteri nei regimi neoliberali, è la propria capacità di informarsi, di potere esercitare “critical thinking”, e di verificare fonti, logiche interne, basi evidenziarie di qualunque posizione, argomento, ecc. Ovviamente in paesi almeno parzialmente civili e democratici questo dovrebbe avvenire almeno parzialmente anche tramite gli istituti preposti alla educazione ed i periodi della nostra vista dediti a questa formazione. Nell’Impero e nelle società neoliberali, purtroppo, questa non è affatto più la realtà del contemporaneo.
Molta della ‘sinistra’ postmoderna identitaria si fida ciecamente del paternalismo (neo)totalitario di presunti siti ed istituzioni dediti a … combattere la “disinformazione”. Ma come dovrebbe essere ovvio sono de facto tutti finanziati e-o collegati ai centri di potere, economici, istituzionali, militari, dei servizi, che sono appunto quelli che non vogliono che ci siano cittadini davvero informati, e quindi non vogliono che tutti i vari universi della loro propaganda e REALE (!!!) disinformazione possano essere svelati, e quindi tacceranno di “disinformazione” tutte le fonti, individui, ed istituzioni che non concordano con la loro propaganda. Una sorta di ‘regresso infinito’ nelle istituzioni, ma appunto solo per chi si fida di autorità che, se fosse davvero informato, educato, capace di “critical thinking” saprebbe appunto non essere affidabili. Ma il mondo di questa ‘sinistra’ è appunto strapieno di polli creduloni e conformisti, che non si danno mai la briga di verificare in proprio quali siano le fonti, argomenti, ecc. piè attendibili, ma nel 99% dei casi ‘giudicano’ semplicemente in base a pregiudizi del sentito dire e dei social media ecc. Quindi appunto l’uso di “disinformazione russa”, la censura di RT e-o il far proliferare opinioni che si tratti di fonte sempre inattendibile (benchè ci siano testimonianze di grandissimi giornalisti, vincitori di Pulitzer, come Chris Hedges, che non solo lavorava presso RT, ma che testimoniò personalmente che era molto meno soggetto a censura e pressioni che nelle sedi delle fognature oligarchiche della reale disinformazione come i vari CNN, New York Times, MSNBC, e via dicendo.
Quindi di nuovo, niente può sostituire il giudizio critico, la reale informazione ed educazione individuale, ed ognuno di noi è responsabile nel coltivarle, difenderle e preservarle, e Marx21 è per me sempre uno strumento fondamentale ed una delle ragioni per cui cerco di collaborarvi.
Complottismo
Da Marx21.
Il termine “complottismo” (“conspiracy theory”) viene usato spesso dai poteri dell’Impero come manovra propagandistica per denigrare, diffamare, depistare cittadini e pubblico quando deve difendersi da prove evidenziare, argomenti, critiche che smontano le infinite falsità di stato che diffonde quasi dai tempi della sua creazione (basti leggere le molte critiche dell’imperialismo Yanqui fatte già da Mark Twain).
Nel corso del XX secolo uno degli eventi più sintomatici nel mostrare quanto la National Sekurity State intendesse governare a qualsiasi costo, anche eliminando la propria leadership civile, e cioè l’assassinio di JFK (e, nella stessa costellazione, quelli di RFK, MLK, Malcolm X, di membri delle Black Panthers e così via), fu uno degli eventi dove appunto la NatSek State, con come strumento principale la fognatura propagandistica dei mass-media di regime, cominciò a usare con grande frequenza la frase “conspiracy theory”.
Ottimo intervento di anni fa di un intellettuale di sinistra, independente, spesso dimenticato, ed oggetto di censura e di cacciate dal posto di lavoro per via del rigore, onestà e mancanza di compromessi delle sue posizioni, e cioè Michael Parenti, padre del quasi altrettanto bravo Christian Parenti (che ha scritto molti ottimi saggi, tra cui uno che smonta completamente il razzismo alla rovescia delle indottrinazioni Korporate e governative ‘ufficiali’ riguardo la “white privilege”, ed il fatto che molta di questa sinistra postmoderna identitaria ha molto più in comune con i “cult” alla Scientology appunto, di quanto condividano con movimenti politici ed intellettuali seri, aperti, dialogici, confutabili e e verificabili, cf. The First Privilege Walk (vedi qui), che sottolinea come gran parte della ‘sinistra’ de facto tra l’ipocrita, il codardo e l’opportunista, cerca sempre di screditare il fatto che le elite da sempre fanno ricorso a complotti (anche da prima dell’assassinio di Giulio Cesare, in Egitto, Mesopotamia, Cina e via dicendo a livello di elite appunto), e quindi contrastano complotti ed analisi di classe, mentre Parenti sottolinea, in modo molto materialistico, e scientificamente corretto, come i complotti siano assolutamente una delle armi di cui il potere si è avvalso da sempre (vedi qui), proprio anche nel corso delle lotte di classe.
Invece gran parte della sinistra ‘au fait’ con riconoscimento mediatico soprattutto delle persone che non conoscevano molto in profondità né i fatti né i dibattiti, tra cui appunto Alexander Cockburn e Noam Chomsky che Parenti cita in questo intervento, cercavano (soprattutto Chomsky e poi il suo Z Magazine) di contrapporre complotti e ca. ‘scienze sociali serie’ dove erano organigrammi, tabelle, statistiche che cercavano di proiettare ‘gravitas’ ed attendibilità scientifica scimmiottando le superfici delle comunicazioni scientifiche delle “hard sciences”, una debolezza da sempre dell’approccio di Chomsky alla linguistica ed allo studio scientifico del linguaggio. In realtà ovviamente la politica non viene fatta dai grafici, e le istituzioni sono gestite e composte da esseri umani in carne ed ossa, con tutto ciò che questo comporta in termini di psicologia, biografia, etica, rapporti umani, ecc., e che una analisi scientifica minimamente seria di stampo materialistico darebbe per scontato.
Da aggiungere a quanto appena affermato che è tanto più grave escludere a priori l’analisi di complotti reali da parte di persone che si dichiarano ‘a sinistra’, più che altro per questioni di ‘apparenze’ riguardo la loro serietà intellettuale, quando, come l’opera tarda di Chalmers Johnson dimostra alla grande e senza ombra di dubbio, la devoluzione e degradazione dell’Impero per quanto riguarda il poco che aveva inizialmente in fatto di ‘istituzioni democratiche’ è legata a doppio filo al crescendo inaudito ed ininterrotto della NatSek State, dei settori dell’esercito, dei servizi, ed annesse fognature “mediatiche” (e social media ovviamente nel contemporaneo) idest propagandistiche.
Ma ovviamente come in quasi tutte queste manovre propagandistiche, retoriche, e di diffamazione, ‘svergognamento’, ecc. preventive, da parte dei poteri oligarchici, l’insinuare che un individuo, un ente, una fonte, sono ‘complottisti’ è un modo di tentare di squalificarli e ghettizzarli preventivamente, oltre, ovviamente, il cercare di censurare, nascondere, trivializzare, ecc. i reali fatti ed eventi che si sono svolti nel caso di complotti reali. A suo onore, il regista Oliver Stone, come nel caso di JFK, ha sempre seguito questa prospettiva riguardo gli eventi storici, e non la neutralizzazione anodina che quasi sempre occulta i fatti molto più di quanto riesca ad illuminarli, dei documentari ‘statistici’, dei grandi numeri, ecc. che, per quanto ovviamente molto necessari, non spiegano decisioni ed eventi, ma, nel migliore dei casi, contesti e dinamiche molto più di medio e lungo termine.
La frequenza con cui il termine è stato usato è poi aumentata di molto con il 9/11 e tutta una serie di ipotesi ed in parte anche documentazioni dei collegamenti tra NatSek State, servizi, e gli avvenimenti intorno agli attacchi terroristici di quel giorno. Uno dei migliori e più documentati libri su quegli eventi è di Michael Ruppert, Crossing the Rubicon, con documentazioni dettagliate irreperibili da altre fonti. Uno dei legami di ‘pianificazione’ principali è con la Project for a New American Century architettata dai Neocon, che sono al centro delle componenti più totalitarie e losche del neototalitarismo imperiale degli ultimi decenni.
E ultimamente ovviamente tutte le manipolazioni della paura e panico re la pandemia covid, le possibili se non probabili origini da laboratori per armi biologiche dell’Impero (cf. da ultimo anche le dichiarazioni di Jeffrey Sachs), come Fort Detrick nel Maryland, il principale centro dedito alla guerra batteriologica nell’Impero e chiusa per mesi alla fine del 2019 (cf. un ottimo articolo di Alessandro Pascale a proposito) o anche se corrispondesse al vero l’ipotesi del laboratorio di Wuhan, il fatto fondamentale rimane che queste ricerche erano condotte e pagate dall’Impero che, come nel caso di tortura ed “extreme renditions,” cerca di defilarsi dai collegamenti diretti del mandante (che rimarranno sempre per quanto occultati), così come dai rischi cui si espone il personale che fa queste ricerche; a seriale censura contro tutta una serie di dibattiti ad alto livello scientifico sulle migliori misure da usare contro il virus, così come le migliori misure di sanità pubblica, e, già da qualche anno prima, e poi in parallelo con le depistazioni e censure sia dei social media che governative (perlopiù ad opera delle prime per mandato delle seconde) riguardo lo ueber-complottismo orchestrato dalla NatSek State con i vertici della campagna di Shillary riguardo la cosiddetta “Russiagate”.
Quest’ultima campagna forse la più eclatante e perversa di tutte, vista l’estensione delle istituzioni ed apparati coinvolti nella gigantesca operazione di ueber-complottismo, dove sono poi i reali investigatori e smontatori della propaganda che vengono accusati di ‘complottismo’ dai primi.
Fascismo
Da Marx21.
Come parte importante dell’architettura propagandistica del neototalitarismo neoliberale, troviamo il recente (ab)uso a tutto spiano del termine “fascismo”. Come nel caso di “disinformazione” e “complottismo” ovviamente si tratta di maschere retoriche per procedure totalitarie, ma quella che riguarda il termine “fascismo” è particolarmente sia interessante che grave, per come viene usata per fuorviare chi volesse studiare sul serio storia, storia politica, delle istituzioni e via dicendo. È de facto allo stesso livello di completa falsificazione e fabbricazione dei miti sul “comunismo” che queste stesse fonti spargevano da secoli, ed alla grande durante la Guerra Fredda, mentre in simultanea appoggiavano praticamente tutti i regimi e movimenti fascisti del globo, incluso lo Apartheid sudafricano.
Inoltre, viene usato intenzionalmente, come contrasto propagandistico, per enfatizzare valori quali “democrazia”, “libertà” e “liberi mercati” di cui ovviamente in questa propaganda l’Impero sarebbe in qualche modo ‘unico’, ‘privilegiato’ o ‘sommo’ portatore, forse con gli stessi ‘divini’ privilegi di cui si vanta con la “Monroe Doctrine” o con la frase dalla demagogia obamiana, la “indispensable nation”. Ovviamente valori che, come qualsiasi lettore informato sa, l’Impero distrugge e ne rappresenta l’inverso (qualcuno potrà obiettare re “liberi mercati”, ma come dovrebbe sapere, in realtà i mercati controllati dall’Impero sono l’opposto di “liberi”, sono completamente manipolati e controllati da istituzioni oligarchiche imperiali, a praticamente tutti i livelli). Quindi ovviamente tutti i regimi non sufficientemente assoggettati a, o servili nei confronti di, l’Impero, sono perlomeno tutti non “democratici” e non raramente “fascisti”, seguendo il tipo di invettiva e propaganda usata da Shillary per cui ogni nazione simile era retta da un novello “Hitler” (cf. Saddam, Gheddafi, Putin ovviamente, magari Assad, ecc.), mentre in simultanea, per esempio, come sappiamo dalle rivelazioni di Wikileaks, l’Impero interveniva in Spagna, nei soliti modi ricattatori, segreti, dietro le quinte, per far rimuovere il giudice Balthasar Garzon, colpevole tra l’altro di cercare di instaurare un processo contro quel grande modello di democrazia, tipico fedele alleato dell’Impero, e suo servo fidato, Augusto Pinochet. Nel combinare propagandisticamente gli usi di “fascismo” ed “Hitler” poi, di nuovo per contrasto, si cerca di far risorgere nelle nazioni satrape, il ‘ricordo’ nostalgico ed ultra-ipocrita degli “Alleati” della II GM. “Alleati” che però erano di ‘seconda classe’ già durante la II GM, ed in seguito in realtà non sono mai esistiti: sono esistiti soltanto stati clientelari ed asserviti; quindi stati che non devono mai permettersi alcun atto di autonomia od indipendenza, altrimenti guai… cascano subito nell’elenco dei novelli Hitler. Vedi la fine di molti pupazzi che hanno osato in quel senso (Noriega in Panama perché si rifiutò di accodarsi alla politica di terrorismo di stato dell’Impero nei riguardi del Nicaragua, che continua a tutt’oggi (vedi i reportage sul Nicaragua di Ben Norton, sia sul sito de “The Grayzone” che su un suo nuovo sito che si chiama “Multipolarista”; aggressione dell’Impero che colpì anche sedi diplomatiche di nazioni non assoggettate, come poi successe nuovamente nell’aggressione della NATO alla Yugoslavia).
All’interno dell’Impero, di nuovo per contrasto, questo ha permesso l’emergere di retoriche basate su spuri auto-incensamenti, auto-eroizzazioni e protagonismi narcisisti vari come l’uso piuttosto disgustoso di “Resistance” da parte di conformisti neototalitari dell’ala Dem perché, per motivi completamente propagandistici, e di vantaggi retorici per una lotta intestina tra ali della Duopoly, osteggiavano Trump. Questo da parte di gente che non ha mai vissuto davvero sotto regimi fascisti o nazisti, e non ha la più pallida idea di ciò che comporta. O i molti auto-incensamenti nell’auto-designarsi da parte della ‘sinistra’ demagogica Dem: “Justice Democrats”, “Bold Progressives”, “Global Citizen” e così via all’infinito.
Implementando una sequenza ed una escalation che sembra tipica degli imperi, e Michael Hudson ne parla qui relativamente alla “asset stripping” (ca. saccheggio delle risorse) che prima gli imperi impongono ai nemici, poi agli alleati, e poi finalmente sono costretti ad imporre cannibalisticamente al proprio interno (vedi qui), ed a cui ho accennato in precedenza in un altro saggio relativamente all’applicazione di misure di controllo (neo)totalitario come una forma di “blowback” intenzionale, ora la retorica del “fascismo” vs. la “democrazia” ha invaso alla grande anche gli organi della fognatura di disinformazione dell’ala oligarchica Dem all’interno dell’Impero, dove in seguito alle proteste del 6 gennaio, come Glenn Greenwald aveva previsto molto acutamente, i servizi imperiali, in primis la FBI, OVRA dell’oligarchia Dem, ha cominciato a perseguitare i nemici politici dell’oligarchia Dem nell’ottica di una nuova “war on terror”, questa volta interna, ma che usa gli stessi mezzi e pratiche (neo)totalitarie di quella originale praticata contro forze esterne. Ora, nel paio di mesi precedenti le elezioni, sentiamo cori propagandistici senza fine su Trump, MAGA, l’ala oligarchica Rep, come ca. “nemici della democrazia”, “fascisti” (o nella frase della mummia incatenata al teleprompter, Biden, “semi-fascists”, che come l’altro termine di cui ama riempirsi l’orifizio dentale, “ultra-MAGA”, non si sa affatto cosa significhi, se non che la mummia vuole additare i “cattivi”…), bisogna votare per l’oligarchia Dem per “difendere la democrazia”, questo proprio mentre i vertici Dem sono protagonisti di una de facto ‘fusione’ ed ultra-connivenza funzionale (quindi de facto legalmente una “collusion”), una integrazione, con i vertici dei servizi e delle fognature di disinformazione dei “media”. Quindi un reale sfascio delle istituzioni e colpo di stato al rallentatore su un periodo prolungato (dura ormai da almeno “Russiagate” e come nel caso di questa tornata elettorale, sembra intensificarsi ed approfondirsi per ogni evento istituzionalmente importante). Si tratta di un costante attacco alle istituzioni se non diventano docili strumenti (appunto seguendo le prassi di assoggettamento (neo)totalitario) dell’ala oligarchica Dem. Uno degli infiniti esempi l’attacco alla Corte Suprema da parte di Kamala Harris, non certo basata su una critica realmente da sinistra in nome di una reale democrazia (quindi riguardo la genesi storica, il funzionamento, le collusioni, ecc. delle istituzioni dell’Impero), ai fini di una reale giustizia od applicazione equa delle leggi, ma semplicemente perché non hanno deciso come l’oligarchia Dem voleva (vedi qui e qui). Attacchi qui condotti dalla VP Kamala Harris, con chiari fini elettoralistici, visto che l’oligarchia Dem, come quasi sempre, ma in modo particolare a seguito del biennio catastroficamente fallimentare della mummia Biden, deve sempre ricorrere al negativo riguardo tutti i loro avversari perché non hanno assolutamente alcun risultato od azione costruttiva di cui vantarsi. Quindi la Harris attacca la Corte Suprema sulla questione dell’aborto, mentre in chissà quante occasioni l’oligarchia Dem avrebbe potuto passare proposte legali a protezione dell’aborto, ma non lo fece mai (ed anzi il regime Biden ha difeso vari suoi candidati antiabortisti in alcuni stati del sud), ma non la attacca limitatamente a questa decisione, no, la mette in discussione in toto, proprio come istituzione. Mentre in simultanea appunto l’oligarchia Dem strumentalizza la FBI come OVRA partitica come ha fatto nel corso degli ultimi almeno 6 anni, contro i suoi avversari politici (6 gennaio, ricordo come Glenn Greenwald ed altri abbiano rivelato il ruolo di agenti della FBI all’interno degli eventi, quasi sicuramente agendo da agenti provocatori), e via dicendo. E, pure in simultanea, o quasi, da anni accusa Trump, l’ala oligarchica Rep, i MAGA ecc. di non ‘rispettare’ le istituzioni. Ricordiamo per i lettori che la Corte Suprema è ora protetta da barriere a causa delle moltissime minacce provenienti da esagitati dell’ala Dem, e che qualche mese fa uno di questi esagitati, in possesso di armi, cercò di penetrare nell’abitazione di uno di questi giudici. Ricordiamo pure che la Harris fa parte di quest’ala oligarchica neototalitaria Dem che accusa oltre metà del paese di essere “white supremacist” o di godere di “white privilege”, li accusa di “fascismo” (ovviamente senza alcuna prova, va da sé, ma in perfetta sintonia con una FBI strumento dell’ala Dem, che quindi amplifica e quando possibile strumentalizza e provoca (6 gennaio) provocazioni ad hoc)… mentre sostengono a spada tratta il regime neonazista ucraino, quello con Stepan Bandera eroe nazionale, Bandera massacratore di ebrei, polacchi, russi, slavi, minorati, ecc. proprio in nome di ideologie pienamente e follemente razziste come quelle naziste.
Questo uso di “fascismo” è inoltre molto sintomatico ed esemplare proprio specificamente delle tattiche NEOtotalitarie dell’Impero. Chiunque abbia familiarità con la storia dei servizi imperiali (ma anche di quelli di molte nazioni occidentali, e dei loro organi di polizia, o, nel caso dell’Italia, dei carabinieri, ecc.) sa che dalle origini è inficiata da collusione, protezione, collaborazione, con movimenti politici di estrema destra, fascisti e nazisti. E, più che ovviamente nel caso delle centinaia di invasioni, colpi di stato e genocidi, ecc. da parte dell’Impero nel resto del mondo, come de facto quasi sempre le vittime dell’Impero erano nazioni, governi, movimenti di sinistra, mentre invece i dittatori, marionette, satrapi, ecc. vari erano quasi invariabilmente di destra, nella quasi maggioranza dei casi provenienti dall’area fascista od affini. Allora in questi ultimi anni, penso soprattutto a seguito del ‘genio’ di John Brennan, quasi tutti i servizi imperiali, soprattutto a seguito dell’assassinio di George Floyd da parte della polizia, ma in parte già prima, hanno deciso di adottare una maschera molto più PC, woke, e quindi per esempio nella pubblicità della CIA si parla dei loro bibliotecari gay, e via dicendo. Questo appunto sia come camuffamento ‘democratico’ di servizi che nel concreto stanno diventando sempre PIÙ e non MENO totalitari, appunto secondo il crescendo neototalitario del neoliberismo, sia come copertura demagogico-propagandistica di tutte le manovre di integrazione tra vertici dei servizi, degli organi di disinformazione, dell’ala oligarchica Dem, e dei vertici del partito Dem e della loro “donor class”. Infatti, mai come oggi esiste una “revolving door” (in altre parole un’elargizione di posti importanti scambiati, tra due settori, normalmente tra aziende private ed i settori del governo preposti al loro monitoraggio/controllo) tra elementi altolocati dei servizi, e posizioni di prestigio negli organi di disinformazione oligarchici (e non raramente nelle fila del partito Dem). Brennan, Peter Strzok, James Clapper (ex capo della NSA che mentì spudoratamente sotto giuramento quando richiesto riguardo le rivelazioni di Edward Snowden sulla sorveglianza a tappeto da parte della NSA) e moltissimi altri fanno parte di questi ‘transfer’ nel mondo della disinformazione. Organi di disinformazione che già usano quasi esclusivamente fonti dei servizi come ‘fonti anonime’ ed ora ovviamente hanno anche al loro interno membri dei servizi per ‘dirigere’ ancora più strettamente la propaganda imperiale. Ricordiamo, per chi avesse qualche illusione riguardo le persuasioni ‘democratiche’ di Brennan, che fu la CIA sotto la direzione di Brennan che sottopose a sorveglianza elettronica Dianne Feinstein, senatrice Dem della California (tra l’altro amica dei servizi…), Feinstein che era a capo degli organi preposti (nominalmente!!) a supervisione dei servizi (vedi questa discussion tra Chris Hedges e John Kiriakou qui), per cercare di capire quali aree la Feinstein ed organi preposti stessero esaminando. Quindi appunto una psicologia, dei valori, dei modus operandi, che rivelano che personaggi come Brennan pensano che la ‘democrazia’, il governo, la popolazione civile, in realtà il mondo intero, devono essere assoggettati a loro, devono essere alle loro dipendenze, non, secondo un ordine minimamente costituzionale, che un qualsiasi servizio debba funzionare entro i canoni della legalità ed essere docile strumento, sottoposto a continui controlli, ed un male (!!!) forse necessario, ma da controllare a tutti i costi. Invece nell’Impero in fase di transizione verso il IV Reich è proprio la feccia neototalitaria alla Brennan che diventa il tipo di personale dominante nelle istituzioni in fase di degrado e sfascio crescenti. Per un’altra delle infinite dimostrazioni di questa collusione ed integrazione dei servizi con l’ala netotalitaria Dem, vedi le dichiarazioni di Michael Hayden, ex capo della CIA pure lui, su come i repubblicani siano “più pericolosi” di Al-Qaeda e di tutti i nemici esterni del Reich (vedi qui). O, dal lato della fognatura propagandistica neototalitaria, mostrando la loro grande coerenza riguardo le loro preoccupazioni riguardo il “fascismo”, ovviamente questa stessa fognatura, ha accuratamente censurato le immagini di una regina bambina che viene educata ad usare … il saluto nazista (altro segno di quali siano, gratta gratta, le reali persuasioni delle elite dello “Occidente”). Vedi qui. Ovviamente il tutto nel bel mezzo dell’orgia ueber-ipocrita di celebrazioni insulse rituali, demagogiche, tipiche appunto della patina disinformante del neoliberismo neototalitario.
Quindi in realtà questo (ab)uso di “fascismo” all’interno dell’Impero in fase di transizione verso il IV Reich, illustra perfettamente le dinamiche di slittamento neototalitario esaminate da Tariq Ali nel suo importante libro The Extreme Centre: a Warning, e cioè dove il presunto ‘centro’ diventa la base dell’imposizione normativa, conformizzante (intollerante di qualsiasi eccezione), del neototalitarismo neoliberale, che mira appunto alla esclusione di qualsiasi ‘altro’ reale, autonomo, che si a destra od a sinistra, ovviamente non gli ‘altri’ preconfezionati in scatolina astratta ad hoc per i buonisti, dell’identitarismo postmoderno funzionante come maschera/camuffamento delle realtà del neototalitarismo.
In realtà questo uso completamente strumentale di “fascismo” da parte dell’Impero per, in simultanea, sia incensarsi come “democrazia” quando mai nella sua storia è stata società MENO democratica, sia per fornirsi di uno dei soliti pretesti di propaganda, disinformazione, diffamazione, nei riguardi di regimi non sufficientemente servili, assoggettati, sottomessi, era già stato anticipato alla grande in un tomo, che a livello di attendibilità storica raggiunge al massimo i livelli di Mein Kampf, da parte della criminale di guerra, Madeleine Albright, con il titolo di Fascism: a Warning, forse proprio per rispondere dall’(estrema) destra neototalitaria al libro, invece importantissimo, di una reale sinistra, di Tariq Ali, The Extreme Centre: A Warning, che invece coglie molto bene il momento di slittamento neototalitario (anche se non usa questo termine) del panorama parlamentare-partitico nei paesi occidentali, un extreme centre che tenta di censurare e ghettizzare tutte le opinioni, le istituzioni, gli organi, gli individui, che non si conformizzano alla propaganda neototalitaria imposta appunto dalla “extreme centre”.
Il libro della Albright, che è un misto di idee ricevute dozzinali sui sistemi politici, e di protagonistica ‘autobiografia’ dove cerca anche di assolversi dai suoi svariati crimini di guerra (non certo da ultimo la morte di 500,000 bambini in Iraq per via delle sanzioni dell’Impero, uno dei tanti crimini di guerra che difese a spada tratta), in realtà oltre al solito detrito ‘intellettuale’ degli “opposti estremi ma uguali” re fascismo – comunismo, è in realtà un tentativo di qualificare leader che non si sono assoggettati alle mire da Tausend Jahre Reich dell’Impero (appunto durante la fase di continua espansione militarizzata della “New World Order” a seguire i sogni neonazisti di Bush padre (Prescott Bush, suo padre, era stato un simpatizzante del III Reich che si era adoperato a Wall Street per aiutare finanziariamente la causa nazista), leader come Milosevic, Hugo Chavez, e … ovviamente, Putin, come ‘fascisti’… Un po’ alla stregua della “enemies list” che Nixon stilò contro i suoi ‘nemici interni’, qui la criminale di guerra Albright cerca di cominciare a stilare una “enemies list” dell’Impero ai tempi (che come vediamo oggi, in realtà colpisce nazioni che vogliono una loro autonomia e la difendono (che ovviamente i camuffatori del neoliberismo neototalitario nella ‘sinistra’ postmoderno identitaria attaccano a priori con termini come ‘sovranismo’ e ‘populismo’, in realtà perché, vogliono negare qualsiasi forma politica NON si dichiari completamente conforme ed asservita al neoliberismo neototalitario ‘globalizzante’ (che è il termine preferito dalle destre, decontestualizzato ed avulso dai processi genetici del capitale che appunto spingono alla ‘globalizzazione’))).
Quindi vediamo come il tomo della Albright, senza dubbio con grandi input da parte dei servizi per ‘guidarla’ riguardo fenomeni di istituzioni politiche che lei capiva al livello a cui Hitler capiva il ‘problema ebraico’, in realtà anticipi appunto l’uso strumentale, propagandistico, neototalitario, di “fascismo” appunto come oggi viene usato dalla extreme centre dell’ala oligarchica Dem, e da tutti i vertici dei servizi e delle fognature di disinformazione dell’Impero, per motivi di ‘controllo’ sia interno che esterno, in questa fase di crescendo neototalitario dall’Impero al IV Reich. Anni fa Christopher Hitchens si accodò a questo uso ultra-demagogico del termine “fascismo” per i nemici dell’Impero, avvallando i genocidi e le aggressioni di Bush in Medio Oriente, coniando il termine “islamo-fascism”. Termine che magari troverebbe l’approvazione di Emilio Gentile che, nei tentativi di difendere una democrazia che è orami completamente inesistente in “Occidente” cercò di imputare a regimi ‘non-democratici’ elementi di un certo tipo di ‘religione’. In realtà, come ho scritto altrove Totalitarian Arts: The Visual Arts, Fascism(s), and Mass-Society, le analisi o di destra (De Felice), o ‘liberali’ (Emilio Gentile), o aspiranti a prospettive di ‘sinistra’ (Tarquini; i 3 autori appena citati rappresentano in realtà una sequenza continua di ca. maestro – discepolo), che sono fondamentalmente anche analisi tassonomiche del fascismo, quindi volte ad individuare le sue specificità nel caso italiano, non solo non aiutano affatto a capire come i fascismi nelle loro svariate manifestazioni siano soluzioni istituzionali ‘di emergenza’ quando il capitalismo è sottoposto a forti crisi, ma non aiutano nemmeno in realtà a capire tutti i passaggi, tutte le fasi di transizione ed intermedie tra regimi parlamentari (che per il sottoscritto non sono democratici) e regimi appunto fascisti. Perché esaltando retoricamente le contrapposizioni dei due, come fa infatti alla grande Gentile, si vuole anche esaltare (a mio avviso appunto in maniera completamente illegittima) la natura ‘democratica’ dei regimi parlamentari.
Per chi avesse ancora qualche dubbio sul quanto l’Impero fosse nei fatti, realmente, “anti”-fascista, riporto questi recentissimi pezzi, ma ce ne sono infiniti se appena uno spulcia la vita reale nel Reich odierno. Molto recentemente l’Impero ha ‘premiato’ un membro della Azov Battalion, con visita a Disneyland per una ‘competizione’ e con intrattenimento da parte del comico ‘liberal’ (si fa per dire ovviamente…) Jon Stewart (vedi qui), che, guarda caso, è ‘ebreo’, come Zelensky, la Albright appunto, Netanyahu, i membri dei gruppi terroristi sionisti-fascisti delle origini come la Stern Gang ed Irgun, sono ‘ebrei’ … (questo come risposta ad uno dei più ridicoli e dozzinali argomenti della propaganda neototalitaria riguardo il regime ucraino che non sarebbe nazista, perché Zelensky è “ebreo”: apparentemente questi propagandisti non si rendono conto di quanto loro siano completamente razzisti, nel pensare che ci sia qualche parte del DNA di un ‘ebreo’ che impedisce loro di avere persuasioni naziste o fasciste, o di essere loro collaboratori in moltissimi modi (vedi i kapo nei campi di concentramento). E magari dovrebbero consultare il libro di Alexander Stille, Uno su mille (anche se sospetto che oggi, tra sionisti, e fautori dei regimi neototalitari occidentali e del regime neonazista ucraino, questa proporzione sarebbe molto ma molto più alta)).
L’altra notizia recentissima, che riguarda appunto la strumentalizzazione neototalitaria dei servizi nel raid contro la residenza di Trump, e le reazioni isterico-neototalitarie dei ‘liberal’ dell’ala Dem dell’oligarchia, riguarda elementi Dem (inclusi anche ‘storici’ (Michael Beschloss) che operano nei ‘media’, idest fognatura oligarchica di disinformazione) che non solo sono fieri degli abusi più vili e schifosamente fascisti del mccartismo imperiale (una delle versioni appunto del fascismo reale interno all’Impero), in questo caso la esecuzione dei Rosenberg, che erano in realtà completamente innocenti di ciò di cui li si accusava (Ethel completamente, Julius pure, ma in realtà ‘colpevole’ di altre trasmissioni di informazioni, ma quando l’URSS in realtà era un alleato degli USA durante la II GM), ma che vorrebbero condannare a morte Trump per l’avere in suo possesso documenti di governo. Questo per dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, il livello di demenza a livelli inauditi di questa sinistra patetico-patologica (in realtà patetica non troppo, patologica a livelli megagalattici). A parte la ‘logica’ assolutamente folle del paragonare un presidente dell’Impero, Trump (che ovviamente a livello di carattere, di persuasioni politiche non potrebbe essere più distante dai Rosenberg) a comunisti ebrei che si davano da fare contro il nuovo Impero occidentale in fase di fascistizzazione acuta, con un Trump, ueber-narcisista e populista di destra, il fatto di dare in iscandescenze PER promuovere l’esecuzione di qualcuno, in questo caso Trump, per ‘delitti’ di archiviazione, ma, SOPRATTUTTO, contemporaneamente avvallando ed incensando uno dei delitti più orrendi dell’Impero nella sua fase di REALE (!!!) fascismo mccartista, condannato ai tempi da larghissime fasce di opinione pubblica e politica, da Sartre al papa, al contrario del conformismo satrapo all’Impero negli aiuti dati al regime neonazista ucraino nell’area NATO-UE odierna … mostra che questa teppaglia è al massimo al livello di questi “fascisti” che condannano solo quando in realtà non lo sono, ma che osannano (Ucraina) quando lo sono davvero, e quando, de facto, lo sono loro stessi!! Di nuovo, per sottolineare quanto siano credibili le accuse di “fascismo” provenienti da questi personaggi, queste istituzioni, questi Imperi, e quali invece siano le loro persuasioni ed entusiasmi documentabili!! (vedi qui).
E non certo da ultimo, vorrei richiamare l’attenzione alle dichiarazioni di Josip Borrell, che da buon satrapo del Reich ha le antenne estremamente attente a tutte le sfumature della propaganda che l’Impero vomita ogni secondo, e quindi riguardo le sue dichiarazioni che la Russia come paese, e Putin come suo presidente siano “fascisti” (vedi qui e qui). Questo da parte di un ‘catalano’ che come sappiamo dal suo iter politico ovviamente particolarmente servile, si è sempre opposto, in sintonia col franchismo spagnolo, alla indipendenza della Catalogna ed ai suoi movimenti indipendentisti (parte di una UE che ha sempre fatto così sostenendo gli autoritarismi di paesi membri, tranne nel periodo della Brexit, quando, guarda caso, improvvisamente trovarono grande simpatia per le giustificate aspirazioni all’indipendenza della… Scozia e di Gibilterra). Ma tornando a Borrell: che un satrapo schifoso osi usare il termine “fascismo” quando esalta diplomaticamente tutto l’universo neonazista del Reich e della NATO-UE, mentre appoggia incondizionatamente il regime neonazista ucraino, contro la Russia!! Russia vittima come nessuna altra nazione al mondo della barbarie del III Reich e vari altri tentativi di invasione di questa Europa così ‘civile’ e ‘democratica’ (cf. Napoleone, ecc. ecc.). E quasi sicuramente vista la barbarie ed i decenni di intrallazzi con neofascismo e neonazismo da parte della CIA, l’appoggiare e militarizzare la barbarie neonazista ucraina faceva intenzionalmente parte della ‘guerra psicologica’ della CIA in funzione russofoba (come anche per semplificare nei micro-cervelli trogloditi di queste novelle SS dell’Impero Yanqui, che il nemico è sempre uno (URSS – Russia), benchè ovviamente i sistemi economici, politici, sociali siano estremamente diversi). Ma per una ‘cultura’ come quella nordamericana dove anni fa venivano pubblicate statistiche dove oltre la metà degli studenti delle medie non riuscivano a situare l’Impero sul mappamondo, beh, ogni piccolo aiuto mentale serve, come semplificare l’elenco dei ‘nemici’ ad uno solo… Bravo Borrell! Facci sapere quando depositerai il prossimo bouquet sulla tomba di Franco…