Rosa Luxemburg

Rosa Luxemburg (Zamość, 5 marzo 1871 – Berlino, 15 gennaio 1919) è stata una
filosofa, economista, politica e rivoluzionaria polacca naturalizzata tedesca.
Assieme a Karl Liebknecht, nel 1915, creò il Gruppo Internazionale, che sarebbe diventato in seguito la Lega Spartachista, che partecipò attivamente a un’insurrezione armata contro la neonata Repubblica di Weimar. Durante questo evento, lei e Karl Liebknecht persero la vita per mano dei Freikorps, gruppi paramilitari composti da ex-combattenti della Grande Guerra, impiegati dal governo socialdemocratico dell’epoca per reprimere i rivoltosi.

Pagina a cura di Omar Currò

Bibliografia

I libri
Le raccolte

Vita

Le origini e gli studi

Rosa Luxemburg nacque a Zamość, una cittadina dell’allora voivodato di Lublino, (attuale Polonia, ma in quel momento storico annessa all’Impero Russo), il 5 marzo del 1871 in una famiglia benestante di origine ebraica ashkenazita, ultimogenita di cinque figli.
Il padre, Eliasz Luksemburg, era un commerciante di legname, era stato istruito in Germania, ed aveva idee politiche liberali.
La madre, Line Löwenstein, era invece religiosa e conservatrice, amava i classici della letteratura polacca e tedesca (in particolar modo l’opera di Mickiewicz e di Schiller), ed era dedita allo studio della Torah.
I Luxemburg, nonostante la loro origine ebraica, erano di madrelingua polacca, ma parlavano anche il tedesco ed il russo, lingua ufficiale dello Stato.
Nel 1873, quando Rosa aveva 2 anni, la famiglia si trasferì a Varsavia, e poco tempo dopo fu colpita da una malattia che le procurò una deformazione all’anca, che la costrinse a zoppicare per tutta la vita.

Frequentò il Liceo femminile, e proprio in quel periodo iniziò la sua attività politica nel gruppo rivoluzionario clandestino Proletariat, ricostituito da Marcin Kasprzak, un operaio socialdemocratico, dopo la sua dissoluzione a causa della repressione zarista.
A conclusione dei suoi studi, le sue idee politiche le costarono la medaglia d’oro, che avrebbe sicuramente meritato per il suo eccellente percorso accademico, ma che il consiglio di istituto le negò.
Negli anni successivi, mentre in Polonia aumentavano gli scioperi e le manifestazioni operaie, Rosa iniziava a studiare i primo testi di Marx ed Engels.

Tra il 1888 e il 1889, Il Proletariat e l’Unione dei lavoratori polacchi, vennero decimati dai molteplici arresti.
Rosa decise così nel 1889 di lasciare Varsavia, e con l’aiuto di Kasprzak, riuscì a superare la frontiera austro-ungarica nascosta in un carro da fieno.
Si stabilì in Svizzera, a Zurigo, dove proseguì i suoi studi alla Facoltà di filosofia, seguendo anche corsi di matematica e di scienze naturali.

Nel 1892 si iscrisse alla Facoltà di giurisprudenza, e si laureò nel 1897 con la tesi “Die industrielle Entwicklung Polens (Lo sviluppo industriale della Polonia), pubblicata aLipsia, in cui Rosa sosteneva che lo sviluppo economico della Polonia era ormai da cinquant’anni strettamente dipendente dal mercato russo.
Questa tesi si opponeva in tal modo alle rivendicazioni politiche dei nazionalisti polacchi.

La fondazione del Partito Socialista Polacco e la Sprawa Robotnicza

1890 inizia una relazione con Leo Jogiches, un rivoluzionario di Vilnius fuggito a Zurigo, che si dedicò alla pubblicazione e diffusione di letteratura marxista in Polonia.
Jogiches tradusse in polacco e pubblicò, facendoli precedere da una introduzione di Rosa, alcuni discorsi di Plechanov, ma senza autorizzazione dello stesso, attirandosi in tal modo l’odio dello scrittore.
In occasione della fondazione del Partito socialista polacco (PPS) Jogiches finanziò la rivista «Sprawa Robotnicza» (La Causa operaia), diretta da Rosa a partire dal 1894 con lo pseudonimo di R. Kruszyńska.
La linea politica della rivista puntava all’unione della classe operaia russa con quella polacca, nell’ottica della crescita del movimento socialista e dell’abbattimento dell’autocrazia zarista.
Veniva trascurata in tal modo la questione dell’indipendenza Polacca, uno degli elementi fondanti del PPS, e questo fu causa di contrasti.

In occasione del III Congresso dell’Internazionale socialista, tenuto a Zurigo dal 6 al 12 agosto 1893, il PPS, grazie anche al sostegno di Plechanov, ottenne l’esclusione di Sprawa Robotnicza, che avrebbe dovuto partecipare al congresso come frazionamento del PPS, e la cui delegata sarebbe stata proprio Rosa Luxemburg.
Dopo questo avvenimento, che la allontanò definitivamente dal PPS, Rosa Luxemburg, assieme a Jogiches, Marchlewski e Warszawski decisero di fondare la SDKP, Socjaldemokracja Królestwa Polskiego (Socialdemocrazia del Regno di Polonia), la cuicostituzione ufficiale si tenne in clandestinità a Varsavia nel marzo 1894, in assenza dei suoi ispiratori.
La Sprawa Robotnicza era l’organo ufficiale del SDKP, che puntava ad ottenere costituzione democratica per l’intero Impero russo, e l’autonomia territoriale per la Polonia, attraverso la collaborazione con i socialdemocratici russi.
La lotta per l’indipendenza polacca era vista come un «illusione destinata a distogliere i lavoratori dalla lotta di classe», comprese le minoranze polacche presenti in Germania e nell’Impero asburgico.

Gli anni in Germania e l’esperienza nell’SPD

Gli anni successivi Rosa decise di trasferirsi in Germania ed entrare a far parte del Partito socialista Tedesco (SPD), uno dei più grandi e meglio organizzati dell’epoca, e chevantava di esercitare la corretta interpretazione del pensiero di Marx ed Engels.
Questa scelta, deve anche essere letta nell’ottica del perseguimento di una strategia alternativa al PPS e alla lotta per l’indipendenza polacca.
Rosa, per ottenere il permesso di residenza, difficile da ottenere, soprattutto per i suoi trascorsi socialisti, sposò un cittadino tedesco in un matrimonio fittizio, potendosi definitivamente stabilire a Berlino nel maggio 1897.
Il 24 maggio, Rosa incontrò per la prima volta il segretario della SPD Ignaz Auer, e si mise a disposizione per la campagna elettorale da condurre in Slesia, terra di alta presenza polacca.
Rosa inizia così a tenere comizi agli operai, e le elezioni portarono, in tutta la Germania, ad una nuova avanzata del partito.

Nel 1896, Rosa si oppone alle tesi di Bernstein, dirigente socialdemocratico tedesco che, data l’assenza di crisi significative nei decenni precedenti, rigettando alcune delle idee di Marx credeva nel raggiungimento del socialismo attraverso un processo di riforme ottenute per via parlamentare grazie ad una collaborazione di classe, tra i partiti socialisti e liberali, evitando così la fase rivoluzionaria.
Oltre che grazie al sistema della democrazia parlamentare, Bernstein credeva che questo passaggio potesse essere agevolato dal ruolo dei sindacati e delle cooperative.
Rosa sostenne nell’articolo Sozialreform oder Revolution?” che le crisi sono «fenomeni organici inseparabili dall’economia capitalistica» essendo «il solo metodo possibile di risolvere lo iato tra la capacità illimitata d’espansione della produzione e gli stretti limiti del mercato».
Contestualizzando al periodo storico, le crisi presenti fino a quel momento sono da identificare solo come delle crisi di gioventù, in quanto il sistema capitalistico non si era ancora pienamente instaurato, in Europa ma soprattutto a livello globale. Quando si sarà verificata l’impossibilità di un’ulteriore espansione dei mercati, il sistema entrerà nel «periodo delle crisi capitalistiche finali».
Quanto al ruolo dei sindacati e delle cooperative, Rosa sostenne che questi, da soli, non erano in grado di portare ad una rivoluzione nel sistema di produzione.
La presenza di democrazia, non era strettamente legata al sistema di produzione capitalistico, e per tutelare il profitto e le proprietà, per difendersi da una rivoluzione socialista, i liberali sarebbero stati pronti a sacrificarla.
Nel 1899 Rosa pubblicò una serie di articoli sul militarismo, considerato «Spreco di enormi forze produttive», e «per la classe capitalistica un investimento irrinunciabile sul piano economico e il miglior sostegno della dominazione di classe sul piano sociale e politico».

La prima guerra mondiale e la Lega di Spartaco

All’inizio della prima guerra mondiale, Rosa e Karl Liebknecht si aggregarono al fronte pacifista, creando il Gruppo Internazionale, futura Lega Spartachista.
Inizialmente questa fece parte, come corrente di sinistra intera, del Partito Socialdemocratico, dopodiché entrò a far parte del Partito Socialdemocratico Indipendente di Germania, nato dalla scissione dei socialdemocratici, contrari alla posizionibelliciste del SDP.
Successivamente, divenne il primo nucleo di quello che poi fu il Partito Comunista di Germania.

Durante il febbraio 1915 Rosa fu arrestata per la prima volta per un intero anno, e il 28 giugno 1916, dopo il fallimento di uno sciopero internazionale, Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht vennero arrestati e condannati a due anni di reclusione.
In carcere, scrisse diversi articoli, tra cui ma Juniusbroschüre (1915), in cui formulò la nota espressione “socialismo o barbarie”, La Rivoluzione Russa (1918), in cui per prima critica “da sinistra” la limitazione delle libertà democratiche, lo scioglimento dell’Assemblea costituente, la fase del Terrore, temendo una burocratizzazione precoce del processo rivoluzionario e un’involuzione totalitaria del nuovo stato sovietico.

Uscita dal carcere, prese parte alla Rivoluzione tedesca del novembre 1918 e contribuì alla nascita del Partito Comunista di Germania.
Nel corso della “Rivolta di gennaio”, detta anche rivolta spartachista, uno sciopero generale contro l’appena nata Repubblica di Weimar, il 15 gennaio 1919, venne rapita e assassinata, insieme a Liebknecht, dai miliziani dei Freikorps, gruppi paramilitari ingaggiati dal governo socialdemocratico (SPD) di Friedrich Ebert e dal ministro della Difesa, Gustav Noske.
Il corpo fu gettato in un canale, e solo in seguito recuperato e sepolto al cimitero centrale di Friedrichsfelde.
Nel 1926 a lei, Liebknecht, Jogiches, Mehring e Marchlewski venne dedicato un monumento di Ludwig Mies van der Rohe.
Nel 1935 il cimitero fu raso al suolo dai nazisti.

Pensiero

Si può tracciare il pensiero di Rosa Luxemburg riassumendo i suoi scritti principali.

Die industrielle Entwicklung Polens [Lo sviluppo industriale della Polonia], Leipzig, Duncker & Humblot, 1898.
La tesi di laurea di Rosa Luxemburg, in cui sostenne lo stretto legame tra sviluppo economico polacco ed evoluzione dell’economia e del mercato Russo, ponendosi in opposizione alle spinte indipendentiste Polacche (l’indipendenza della Polonia era anche una delle istanze del PPS).

Sozialreform oder Revolution? [Riforma sociale o rivoluzione?], in «Leipziger Volkszeitung», nn. 219-225, 21-28 settembre 1898.
In questo testo Rosa espone la sua risposta alle tesi revisioniste presenti in quel periodo storico, in particolare in riferimento alle tesi di Bernstein.
In particolare si parla di democrazia, sindacati, cooperative, il ruolo delle riforme, e della necessità in un socialismo rivoluzionario.

Die Akkumulation des Kapitals Ein Beitrag zur ökonomischen Erklärung des Imperialism (1913) [L’accumulazione del capitale, Contributo alla spiegazione economica dell’imperialismo].
Considerata una delle opere principali di Rosa Luxemburg, nella quale viene analizzato il legame tra capitalismo ed imperialismo.
L’imperialismo, viene considerato indispensabile per il capitalismo, e rappresenterebbe l’ultima sua fase di sviluppo, oltre che “un metodo specifico di accumulazione”.
Per risolvere il problema della domanda, quindi vendere le proprie merci e realizzare il plusvalore che consente l’accumulazione del capitale, il capitalismo avrebbe una necessità vitale di esercitare l’interscambio con le economie precapitalistiche dei paesi meno sviluppati.
Il militarismo, non ha quindi solo una rilevanza politica, ma ha anche un significato economico ben preciso.
Secondo questo modello, quando non saranno più presenti economie e strati sociali pre-capitalistici, il capitalismo entrerà in una crisi economica, politica e sociale che porterà allo sviluppo dell’economia socialista su scala planetaria.
Questa analisi economica è spesso stata criticata, anche da socialisti e comunisti, e paragonata all’analisi dell’imperialismo di stampo leninista.
Tuttavia, è riconosciuta l’importanza di questo testo come apripista allo studio dei rapporti economici tra nazioni capitaliste e le colonie, inoltre, viene considerato come uno dei primi testi ad evidenziare il cosiddetto “problema della domanda”.
Nel testo noto come Anticritica (Die Akkumulation des Kapitals oder was die Epigonen aus der Marxschen Theorie gemacht haben. Eine Antikritik von Rosa Luxemburg, Leipzig 1921),scritto nel 1913 e pubblicato postumo, Rosa risponde alle prime critiche a questa opera.

Zur russischen Revolution (1918), [La rivoluzione russa. Un esame critico].
In questo testo, scritto in carcere e pubblicato postumo, Rosa paragona la viltà dei socialdemocratici tedeschi, che avallarono le posizioni militariste del governo, al coraggio dei comunisti russi che, in condizioni difficilissime, si avviarono verso la rivoluzione socialiste in un paese ancora arretrato come la Russia.
La rivoluzione Russa viene vista come un evento straordinario, ma viene anche fortemente criticata, soprattutto nelle scelte politiche perseguite dopo la rivoluzione d’ottobre.
«Lenin sbaglia completamente nella ricerca dei mezzi: decreti, potere dittatoriale degli ispettori di fabbrica, pene draconiane, terrorismo, sono solo dei palliativi. L’unica via che conduce alla rinascita è la scuola stessa della vita pubblica, la più larga e illimitata democrazia, l’opinione pubblica. Proprio il regno del terrore demoralizza. Tolto tutto questo, che rimane in realtà? Lenin e Trotski hanno sostituito ai corpi rappresentativi eletti a suffragio universale i Soviet, come unica vera rappresentanza delle masse lavoratrici. Ma soffocando la vita politica in tutto il paese, è fatale che la vita si paralizzi sempre più nei Soviet stessi. Senza elezioni generali, senza libertà illimitata di stampa e di riunione, senza libera lotta di opinioni, la vita muore in ogni istituzione pubblica, diviene vita apparente ove la burocrazia rimane l’unico elemento attivo. La vita pubblica cade lentamente in letargo; qualche dozzina di capi di partito di energia instancabile e di illimitato idealismo dirigono e governano; tra loro guida in realtà una dozzina di menti superiori; e una élite della classe operaia viene convocata di quando in quando a delle riunioni per applaudire i discorsi dei capi e per votare all’unanimità le risoluzioni che le vengono proposte – è dunque in fondo un governo di cricca, una dittatura certamente, ma non la dittatura del proletariato, bensì la dittatura di un pugno di uomini politici, una dittatura nel significato borghese… C’è di più: una tale situazione porta necessariamente ad un inselvatichirsi della vita pubblica: attentati, fucilazioni di ostaggi»
Rosa non crede possibile l’instaurazione del socialismo in un paese solo, e auspica ad una sollevazione dei popoli europei, più sviluppati economicamente, che potrebbero consolidare i risultati già ottenuti in Russia.

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