Potrebbe esserci un fondo di verità nella propaganda ucraina?

Da Saker Italia.

Introduzione

Il mio articolo sul 2016 come anno del trionfo russo [in italiano] ha suscitato un certo numero di commenti, decisamente bizzarri, riguardo alla mia dichiarazione sul fatto che non esista nulla che si possa definire “etnia russa”. Alcune commentatori hanno anche insinuato che stessi negando l’esistenza di un’unica nazione russa. Altri sono stati scioccati dalla mia affermazione (ripetuta molto spesso nel blog) che i Russi non sono Europei. Francamente, ci vorrebbe una tesi di laurea per spiegare tutto a quelle persone che, evidentemente, non hanno la più pallida idea di ciò di cui sto parlando, e io non ho tutto questo tempo. Quello che farò è darvi un elenco puntato di argomentazioni che chiariranno, magari in forma un po’ schematica, quello che intendo dire, e poi concluderò riproponendo il mio articolo sul fondo di verità presente nella propaganda ucraina. Spero che questi siano spunti utili, che incoraggino i curiosi ad approfondire questo argomento e, magari, a vederlo attraverso una prospettiva differente. Mi rendo perfettamente conto che, per persone cresciute con una visione della storia di tipo occidentale, sarà difficile, se non impossibile, accantonare un lungo elenco di truismi e capire che questi, semplicemente, non si possono applicare alla Russia. Non perderò tempo a discutere con chi non vuole schiodarsi dai paradigmi della storiografia tradizionale dell’Occidente: se volete considerare i Russi “Bianchi ed Europei”, fate pure, onestamente non m’importa. Non venite solo a piangere disperati se poi non riuscirete a capire la Russia e finirete con il pensare che essa è “un rompicapo, avvolto in un mistero, dentro un enigma”. Il problema non è la Russia, il problema siete voi.­

Va bene, adesso guardiamo l’elenco:

  • La Russia è l’erede dell’Impero Romano. No, non l’Impero Romano d’Occidente, che era caduto nel 476, ma di quell’Impero Romano che era sopravvissuto alla caduta di Roma per un intero millennio e che era crollato nel 1453. E, così come i “Romani” non erano mai stati un gruppo etnico, la stessa cosa si può dire per i “Russi”. Queste caratterizzazioni si riferiscono al tipo di civiltà.
  • La Russia è il risultato dell’insieme di tre fenomeni: l’antica Rus’ di Kiev (culturale), il Credo Ortodosso (spirituale) e l’occupazione tartaro-mongola (politico). Quando gli Ucraini dicono che lo stato russo è stato creato/fondato dai Khan mongoli, hanno sostanzialmente ragione.
  • La Russia non ha mai avuto confini naturali e le sue immense pianure, steppe e foreste e i suoi lunghi fiumi hanno sempre favorito un flusso rapido e continuo di una moltitudine di tribù, gruppi etnici, popoli ed anche di intere nazioni attraverso le sue vaste distese. Se pensate all’immenso panorama russo come se fosse un “oceano asciutto”, dove ci siano sparpagliate delle isole/città, vi sarete fatti della Russia un quadro assai più verosimile, che non immaginandola come una versione ingrandita della Francia o della Germania. In un certo senso, la Russia è molto più simile all’Indonesia (migliaia di isole e centinaia di linguaggi e di dialetti).
  • Le popolazioni del Rus’ di Kiev erano già un gruppo etnicamente misto, che comprendeva Polijani, Drevljani, Siveriani, Tivertsi, Ulici, Voliani, Sciti, Khazari, Polotviani, Peceneghi, Variaghi e molti altri. Già dalla sua fondazione, nel Rus’ di Kiev vi erano Slavi, Tedeschi, Iraniani, Turchi, Semiti, Ugro-Finnici e molti altri gruppi etnici. Cominciarono poi ad integrarsi seriamente l’uno con l’altro
  • La Russia non è passata attraverso l’Età Oscura Europea (nota come “Medio Evo”, ricordate che la Russia è stata l’erede di Roma per 1000 anni in più dell’Europa Occidentale, non c’è stato un “Rinascimento russo” e non c’è stata una “Riforma russa”. Naturalmente, durante questi eventi chiave che hanno trasformato l’Europa, la Russia è sempre esistita, ma non vi ha partecipato e non ne è stata influenzata. Lo ripeto: quegli importantissimi eventi storici, che hanno dato vita all’Europa moderna, in Russia non sono mai avvenuti! Si potrebbe quasi dire che siamo passati dall’antichità alla modernità in un unico balzo, anche se preferirei dire che abbiamo modernizzato l’antichità
  • La Russia sud-occidentale, o “Piccola Russia”, nel senso di “Russia Centrale”, è stata esposta all’influenza della civiltà europea molto più a lungo del resto della Russia (la parte a nord e ad est). La zona che aveva subito l’influsso del Papato e del Feudalesimo è quella che al giorno d’oggi è conosciuta come “Ucraina”. Al contrario, un evento di grandissima importanza, come lo scisma del “Vecchio Rito”, è stato un’esclusiva della sola “Grande” (o, ancora meglio, ”più Grande”) Russia, e non ha interessato l’Ucraina di oggi.
  • Una rapida indagine sui cognomi della vecchia nobiltà russa (contrariamente a quelli della “nobiltà” europizzata, creata da Pietro I) rivelerà l’innegabile fatto che le famiglie russe di più alto grado di nobiltà discendono infatti dai Tartari-Mongoli (compreso quella del sottoscritto). Uno sguardo più attento alle caratteristiche somatiche di molti Russi, non solo della nobiltà, rivelerà molti, decisi tratti del volto tipicamente asiatici.
  • Man mano che la Russia cresceva, seguiva il modello tradizionale romano e incorporava nella sua sfera di civilizzazione altre nazioni ed altre religioni. Essendo la Russia un Impero nel senso romano della parola, le differenziazioni razziali o etniche non facevano, semplicemente, nessuna differenza e, francamente, non avevano senso. Questa è anche una delle ragioni per cui la Russia ha assorbito facilmente molti emigranti europei ed ha iniziato immediatamente a considerarli “russi”, anche se i loro cognomi erano chiaramente tedeschi, italiani o francesi. Perciò, per un Russo non è affatto una cosa strana che il più famoso poeta russo, Pushkin, sia di origini russo-africane. Ancora una volta, questo è tipico del modello di civilizzazione romano.
  • Culturalmente e socialmente la Russia è sempre stata profondamente diversa dalla civiltà occidentale. I Russi sono sempre stati, dal punto di vista sociale, molto più vicini al collettivismo tipico del Confucianesimo che all’individualismo occidentale, proprio come sono sempre stati molto più vicini al misticismo e all’ascetismo indiano/Hindù che allo scolastica e al razionalismo occidentale. Queste caratteristiche sono particolarmente evidenti nel soldato russo, la cui abnegazione nel soffrire e morire ha sempre meravigliato gli invasori occidentali.
  • E’ vero che dal regno di Pietro I (che alcuni chiamano “il Grande”, io no) le vecchie elites russe sono state in gran parte sostituite dagli Europei. C’è da dire che Pietro I non era stato il primo ad intraprendere un programma volto a sopprimere l’identità nazionale russa, cosa che in realtà era iniziata con la feroce repressione scatenata, non tanto dalla Chiesa Ortodossa Russa, ma piuttosto dallo stato russo, contro i Vecchi Credenti che, all’epoca, rappresentavano la grande maggioranza del popolo russo. Ma, sotto Pietro, la repressione fu subito rivolta non solo contro i Vecchi Credenti, ma in generale contro tutti gli Ortodossi. Subito dopo, iniziò il tragico processo della separazione fra le classi dominanti russe e le masse popolari, con terribili conseguenze (che si protrarranno) fino al 20° secolo.
  • Durante il periodo imperiale (che era iniziato con Pietro I) erano comparse due “Russie”, molto differenti fra loro: quella delle elites più squisitamente europee, intellettuali, aristocratici, compositori, ecc., residenti sopratutto a San Pietroburgo e a Mosca, e una “Russia profonda “, composta sopratutto da contadini, mercanti, nobiltà pre-petrina, ecc., che era per lo più estranea ed ostile alla classe dominante europeizzata. Paradossalmente, Kiev era la più russa delle grandi città russe.
  • Durante la Rivoluzione e la successiva guerra civile la gran maggioranza dei Russi era rimasta neutrale, né per i Bianchi, né per i Rossi, perché avevano capito (correttamente) che quella guerra era una guerra di elites, non di gente che avrebbe lottato per il bene del popolo.
  • Se è assolutamente vero che un tipico aristocratico russo del 19° secolo aveva molto di più in comune con un aristocratico prussiano che con un contadino russo, questo non implica affatto che un contadino tedesco avesse molto da spartire con la sua controparte russa. La cosa triste è che la maggior parte dei libri sulla Russia sono stati scritti da rappresentanti delle elites russe post-petrine europeizzate, anche se alcuni di loro erano i cosiddetti Slavofili, generalmente assai benevoli nei confronti della “gente comune” e che, oltre a tutto, cercavano le proprie radici nella “Russia profonda”. Le idee che gli Occidentali hanno sulla Russia, si basano su scritti, biografie ed esperienze personali del primo gruppo, da qui l’errata conclusione che i Russi siano “Europei, proprio come noi”.
  • La propaganda ucraina è sostanzialmente corretta quando afferma che i Russi sono molto più asiatici degli europei. Quello che non capiscono, è che la stessa cosa vale anche per gli Ucraini, che non sono più europei dei Russi. L’altro loro errore è quando etichettano un non-Europeo come “Asiatico”. Anche se i Russi sono molto più vicini agli Asiatici che non agli Europei, non sono neanche completamente asiatici, hanno la loro unica e personale sfera di civiltà.
  • La vera e antica cultura russa è sopravvissuta sopratutto nelle zone remote della Russia (la Siberia, le aree cosacche a sud), nei monasteri e in alcuni settori della vecchia nobiltà pre-petrina. Alla fine del 19° e agli inizi del 20° secolo questa rinascita dell’identità nazionale russa, fortemente sostenuto dallo Zar Nicola II, si era infine concretizzata in un movimento politico, di cui facevano parte personalità di diversa estrazione, come Ivan Solonevich, Lev Tikhomirov, Ivan Illin ed altri, movimento che sarà poi schiacciato dalla Rivoluzione Bolscevica.
  • Durante l’epoca sovietica, una prima rinascita dell’identità nazionale russa si era avuta durante il governo di Giuseppe Stalin e la Seconda Guerra Mondiale. Questa lenta ripresa era continuata con Khrushev, Brezhnev e tutti gli altri e, alla fine, si era concretizzata nella comparsa di diverse personalità “russe”, come gli “autori del villaggio” Valentin Rasputin e Victor Astafiev, registi come Andrei Tarkovskij, pittori come Ilia Glazunov, cantanti come Vladimir Vysotskii, figure politiche come Igor Ogurtsov e molti, molti altri. Questo risveglio russo è culminato nel 1999, quando Vladimir Putin è stato designato e poi eletto Presidente della Russia.
  • Lo scrittore Alexander Solzhenistyn è sicuramente il miglior esempio di “Vecchia Russia”, non tanto per la sua età (era nato nel 1918), ma perché, per tutta la vita, era stato a contatto con “Vecchi Russi”, al fronte e nei campi di prigionia, ed era diventato il portavoce mondiale del loro carattere e della loro spiritualità (per non parlare di un intransigente anticomunismo). Per quanto riguarda poi Vladimir Putin, lo ammetto, lui è la perfetta espressione della Nuova Russia. Nella foto seguente l’ex “zek” (internato del Gulag) saluta l’ex ufficiale del KGB, con un volto radioso, e possiamo vedere che la cosa è reciproca. Guardate voi stessi:

La Vecchia Russia (Alexander Solzhenistyn) incontra la Nuova Russia (Vladimir Putin)

  • Allora, che cosa hanno in comune questi due uomini (entrambi con forti caratteristiche somatiche asiatiche, tra l’altro)? L’impegno comune verso le *masse* russe e, contrariamente alle elites russe, un credo comune in un unico, distinto, destino russo e un rifiuto del modello di civiltà europeo. Tutto questo lo condividono con quei milioni di Russi che, per 1000 anni, si sono rifiutati di accettare tutti i vari invasori occidentali che hanno cercato di conquistare, sottomettere, incatenare o comunque annettere la Russia all’Europa.
  • Un’identità russa esiste assolutamente, ed è anche molto forte, e va oltre le differenze religiose, culturali, etniche, religiose e persino politiche. E’ infatti notevole che l’identità nazionale russa sia sopravvissuta a 300 anni di oppressione aristocratica, a 70 anni di comunismo e ad un’altra dozzina d’anni di “capitalismo democratico”. Perciò, no, non sto negando l’unicità e la realtà del popolo russo. Solo non la inserisco nelle tipiche categorie occidentali, razziali, etniche, ecc.

Per oggi basta questo. Spero che ciò che ho scritto abbia un senso e renda bene quello che intendevo dire.

A tutti quelli che lo festeggeranno fra un paio di giorni: Buon Anno e i migliori auguri per il 2017!

Saluti.

Potrebbe esserci un fondo di verità nella propaganda ucraina?

(l’articolo originale è qui [in italiano])

Conosciamo tutti il ritornello dei nazionalisti ucraini: loro sono i veri Slavi, gli eredi del Rus’ di Kiev, mentre i Russi moderni sono in realtà o Tartari o Ugro-Finnici o Dio solo sa che cosa. E poi c’è la famosa citazione di, credo, Napoleone, che avrebbe detto: “gratta un Russo e sotto ci troverai un Tartaro”.

La cosa interessante è che in questo potrebbe anche esserci un granello di verità, e magari anche più di un solo granello.

Ma, per prima cosa, che cos’è un Tartaro? Beh, in epoca moderna, quella dei Tartari è una categoria molto ben definita, sia in termini storici che attuali (vedete la voce di Wikipedia su “Tartaro” qui [in italiano]). Il problema sta nel fatto che ciò che manca in queste definizioni è il significato antico della parola. Anche ai giorni nostri, le diverse popolazioni che vengono chiamate “Tartari” hanno molto poco in comune. Ancora meno ne hanno con i Mongoli moderni. Perché allora i libri russi parlano di “Dominio tartaro-mongolo”? Chi erano in realtà questi “Tartaro-Mongoli”?

La storiografia ufficiale russa (e anche quella occidentale) più o meno concordano sul fatto che i “Tartaro-Mongoli” erano costituiti da un’insieme di tribù nomadi provenienti dall’Asia (l’attuale Mongolia), che avevano attraversato la Siberia e le steppe ed avevano invaso la Russia e moltre altre nazioni (arrivando fino in Polonia e in Austria). Infatti, questi Tartari-Mongoli avevano edificato il più grande impero di tutti i tempi, e lo avevano fatto in pochi decenni soltanto. La mappa francese seguente mostra le enormi dimensioni di questo impero:

Ma, con questa narrativa ufficiale, sorge un problema. I Tartari non sono Mongoli. Peggio ancora, il termine “Tartaro” è stato usato per indicare anche svariati gruppi etnici totalmente differenti, che hanno molto poco in comune. Ci sono anche prove molto evidenti di come la parola “Tartaro” sia stata applicata anche alla popolazione russa!

Verificate questo particolare in un’icona del famoso santo russo ortodosso Sergio di Radonež, che mostra una famosa battaglia fra Russi e Tartari, e vedete se riuscite a trovare delle differenze fra gli uni e gli altri:


E adesso guardiamo più da vicino un particolare di questa (molto grande) icona.


Riuscite ad identificare i combattenti? Se non ci riuscite, non prendetevela. Non ci riescono neanche gli storici. Non solo entrambi gli schieramenti hanno le stesse armi, ma entrambi hanno anche icone di Cristo come stendardi!

Questo è solo un esempio fra i tanti, e non vi annoierò con tutti quelli che esistono. Voglio semplicemente dire questo: ci sono prove molto convincenti che le forze “russe” fossero piene di “Tartari”, e ci sono anche prove molto convincenti di come le forze “tartare” fossero piene di “Russi”. Alcuni storici russi arrivano anche a dire che i Russi sono Tartari (nel senso antico del termine, 13°-15° secolo, non in quello moderno!) e che quello che gli storici del 18° e 19° secolo avevano chiamato il “Giogo Tartaro”, era in realtà una guerra civile russa. Ora, prima che voi alziate le braccia al cielo dalla disperazione, ricordavi che “russo” non è (e non è mai stato!) una categoria etnica. Infatti, la confusione qui deriva dal fatto che né i Russi, né i Tartari sono categorie etniche. Mongolo lo è, ma i Mongoli non sono mai stati abbastanza sofisticati e numerosi da conquistare da soli una così grande estensione di territorio. Ancora dubbiosi? Volete sapere chi sono i discendenti moderni dei “Tartaro-Mongoli”? I possibili candidati comprendono Mongoli, Turkmeni, Slavi e molti altri gruppi etnici, provenienti da tutto l’ex impero di Genghis Khan. La sorprendente conclusione è questa: non sappiamo realmente chi fossero i “Tartaro-Mongoli” del 12°-14° secolo, ma vi sono prove convincenti che i “Russi” (intesi in senso esclusivamente culturale, non etnico) ne facessero parte integrante. Un altro modo per dirlo sarebbe affermare che gli Slavi ortodossi erano una componente fondamentale di quella civiltà che gli storici successivi hanno chiamato Impero “Tartaro-Mongolo”. Alcuni di questi Slavi ortodossi chiaramente subivano l’invasione delle orde provenienti da oriente, ma altri facevano ufficialmente parte di queste orde. Che prove ci sono di questo? Tantissime, compreso il fatto che gli invasori usassero nella loro amministrazione praticamente solo Russi, che moltissimi Russi avessero nomi tartari e viceversa e, se voi guardate il patrimonio genetico nelle regioni che dovrebbero essere state per 300 anni sotto il dominio dei Mongoli asiatici, troverete che la stragrande maggioranza dei marcatori genetici sono di Slavi ed Europei, anche se le registrazioni storiche mostrano che moltissime famiglie russe sono di origine tartara (compresa, tra l’altro, proprio la mia).

Confusi?

Bene, è proprio così che dovrebbe essere. Anch’io sono confuso. E lo sono anche molti storici. Le prove a sostegno della narrativa semplicistica degli storici del 18°-19° secolo non convincono affatto . La storia vera deve infatti essere ancora scoperta.

Che cosa c’entra l’Ucraina in tutto questo?

Prima di tutto, ricordatevi che la “Nazione Ucraina” è un’invenzione del 20° secolo. Ma quello che è vero è che gli Slavi ortodossi che vivevano in quella che oggi è l’Ucraina si differenziavano molto dagli slavi Ortodossi che vivevano in quella che oggi è la Federazione russa. Chiamiamo il primo gruppo Slavi Ortodossi del Sud e il secondo Slavi Ortodossi del Nord. Ci sono alcune importanti differenze:

  1. Gli Slavi Ortodossi del Sud erano molto più lontani dai centri del potere tartaro-mongolo rispetto agli Slavi ortodossi del nord.
  2. Gli Slavi Ortodossi del Sud avevano subito per molti secoli le invasioni degli eserciti polacchi e lituani.
  3. Gli Slavi Ortodossi del Sud non erano passati attraverso lo Scisma del Vecchio Rito (vedere qui [in inglese] per i dettagli).
  4. Gli Slavi Ortodossi del Nord non avevano subito le persecuzioni papiste.
  5. Gli Slavi Ortodossi del Sud avevano vissuto a lungo sotto la Chiesa Ortodossa Greca (mentre gli Slavi Ortodossi del Nord avevano la loro propria, locale e indipendente Chiesa Ortodossa).

Ci sono, naturalmente, altri elementi, ma già questi pochi indicano una possibile e reale differenza di ethos. Ovviamente, il lungo e veramente massiccio rimescolamento di secoli fra Slavi del Nord e del Sud ha lavorato alacremente per annullare queste differenze. Asserire, come fanno attualmente i nazionalisti ucraini, che Russi ed Ucraini sono popolazioni completamente differenti è assolutamente ridicolo, ed affermare che gli Ucraini sono i discendenti degli antichi “Ukri”, che sarebbero stati, e non sto scherzando, i discendenti degli Ariani che avevano costruito le piramidi in Egitto e che poi sarebbero stati i primi ad insediarsi sulle coste del Mar Nero è, naturalmente, pura follia. Ma è innegabile che gli Slavi del Sud e del Nord hanno avuto esperienze storiche molto differenti e che l’integrazione e l’acculturamento degli Slavi del Nord con la civiltà che noi oggi erroneamente chiamiamo “tartaro-mongola” sono stati molto profondi, probabilmente molto più profondi di quello che si è creduto fino ad ora.

In conclusione, per favore, non datemi fuoco per quello che ho scritto. Come ho detto, non sono una storico, e c’è in giro un certo numero di storici abbastanza confusi da rendere anche una persona molto ignorante come me abbastanza ardita da sollevare domande interessanti, senza però fornire nessuna risposta. Volevo solo condividere con voi il fatto che la storia delle popolazioni che vivono nell’Ucraina di oggi e, ancora di più, nella Russia attuale, è molto complessa e, per molti versi, assai misteriosa ed oscura, e che quei nazionalisti (di entrambe le parti!) che avrebbero capito tutto e lo hanno condensato in slogan di una sola frase, hanno quasi inevitabilmente torto.

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