Da Intersezionale.
Questa analisi è un tentativo di comprendere il processo di formazione geopolitica del cosiddetto Medio oriente.
Èdifficile mettere d’accordo anche solo due persone su chi sia la figura più significativa per la storia della nostra regione. Molti riconoscono in Gamal Abdel Nasser, Saddam Hussein, Hafez al-Assad, o anche nel re Faisal bin Abdul Aziz o in Lawrence d’Arabia, la personalità più importante e politicamente rappresentativa del Medio Oriente.
Concordo con tutte queste opinioni, ma provo a tornare un po’ indietro nel tempo, dopo la prima guerra mondiale, la caduta dell’Impero ottomano e la divisione dei suoi territori in stati con confini politici ufficiali.
Qui si situa il personaggio di Mark Sykes, il padre fondatore e vero artefice della nascita di questa entità regionale, la figura più influente nella vita dei popoli che la abitano e determinante per gli ultimi 100 anni di storia di Siria, Iraq, Libano e Palestina.
Indice
Chi è Mark Sykes
Mark Sykes, consigliere politico, diplomatico, militare e viaggiatore dalla Gran Bretagna, ha rappresentato il suo Paese nei colloqui segreti tenutisi con Francia e Russia dopo la prima guerra mondiale, propedeutici alla spartizione dei territori dell’ex Impero ottomano nel Mashrek e in Anatolia.
Ha firmato l’accordo noto come “Sykes-Picot” e ha giocato un ruolo di primo piano nella redazione della “Dichiarazione Balfour”, in base alla quale si riconosceva il diritto dei sionisti a stabilire un’entità statale in Palestina.
Mark Sykes nacque il 16 marzo 1879 a Londra. Era celebre tra i suoi contemporanei per i frequenti viaggi in Medio Oriente, Egitto, nei paesi del Mediterraneo, in India e per la capacità di padroneggiare molte lingue, tra cui arabo, turco e francese.
Secondo Nahum Sokolov, gli esponenti del movimento sionista lo consideravano un caro amico e dicevano di lui: “È caduto come un eroe accanto a noi”.
La sua esperienza politica
Prima di essere un politico e un militare, Sykes era un viaggiatore, viveva la geografia del Medio Oriente e progettava di stipulare un accordo con la Francia basato sulla sua comprensione e conoscenza della regione.
Sykes fu eletto al Parlamento nel 1912 come deputato conservatore e, allo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1914, raggiunse il grado di tenente colonnello nell’esercito britannico.
Sykes non era un decision-maker nel governo britannico, ma le sue opinioni erano tenute in grande conto dai funzionari, considerata la sua esperienza nella regione mediorientale, che gli valse la nomina di responsabile culturale onorario dell’ambasciata britannica a Istanbul.
Sykes lavorò come assistente di Lord Kishner, il Segretario di Stato per la Guerra, e come consigliere del governo per il Medio Oriente, e su suo suggerimento, nel 1915, fu istituito in Egitto l’Arab Bureau, ramo dei servizi segreti britannici con la missione di controllare le attività politiche nel Vicino Oriente.
Va notato che George Picot non ebbe molto margine nella formulazione dell’accordo Sykes-Picot, vista l’esperienza di Mark Sykes nella regione, pertanto è lecito dire che George Picot ha ceduto ai dettami di Sykes, accettando tutti i termini imposti e la carta politica da lui disegnata.
La Francia ottenne l’approvazione della Gran Bretagna in merito all’occupazione della Siria e del Libano, in cambio la Gran Bretagna avrebbe ottenuto l’Egitto, l’Iraq e i paesi dell’Hijaz, che più tardi sarebbe stato conosciuto come il Regno dell’Arabia Saudita.
I suoi scritti
Sykes pubblicò numerose opere, tre delle quali sul Sultanato ottomano e sui Paesi musulmani, focalizzandosi sulla geografia politica della regione e includendo le sue osservazioni compiute durante I viaggi in Asia Minore e nel Levante tra il 1905 e il 1913.
La sua morte
Marc Sykes morì in un hotel della capitale francese, Parigi, il 16 febbraio 1919, dopo aver contratto l’influenza spagnola, che uccise circa cinquanta milioni di persone nel mondo sul finire del secondo decennio del secolo scorso.
La spartizione
Sykes lavorò allo smantellamento dell’Impero Ottomano, denominato all’epoca “il grande malato”, ingaggiando dapprima una guerra attraverso le parole. Si adoperò per far rivivere i vecchi nomi delle aree sotto il controllo del Sultanato ottomano come “Palestina”, “Siria” e “Iraq”, per divulgare l’idea della loro separazione, indipendenza e non sottomissione agli Ottomani.
Si aprì così la strada all’accordo che porta il nome suo e del console francese a Beirut, nonché consigliere dell’ambasciata francese a Londra, George Picot, che fu firmato nel 1916, dividendo le sfere di influenza tra Gran Bretagna e Francia nel Levante e ponendo la Palestina sotto la supervisione internazionale di entrambe le potenze.
La carta del Medio Oriente è stata disegnata obbedendo ai suoi desideri, senza tener conto delle diversità religiose, settarie ed etniche nella regione, né dei legami economici tra aree: l’interdipendenza socio-economica tra il nord siriano e il centro dell’Iraq, la stretta relazione tra il sud del Paese e Giordania, Hijaz e Palestina.
Nella Siria centrale, era presente un legame privilegiato tra la città di Homs e la libanese Tripoli, così come stretti rapporti commerciali univano Damasco a Beirut. Sykes ha trascurato questi nessi, oltre a ignorare la questione del popolo curdo e ostacolando la formazione di uno Stato indipendente.
Una tale divisione potrebbe non essere di per sé considerata un disastro.
Qualsiasi soluzione proposta dopo una guerra sanguinosa come il primo conflitto mondiale sarebbe stata accettata dai popoli della regione e dai suoi politici. La soluzione proposta da Sykes sarebbe stata la causa del moltiplicarsi del dolore e degli spargimenti di sangue verificatisi in futuro, una piaga per i popoli della regione.
Oggi raccogliamo i frutti di tale spartizione, dalle guerre civili alle ingerenze straniere in Medio Oriente.
Il processo di divisione della regione non ha condotto alla formazione di Stati secondo criteri di cittadinanza, del rispetto dei diritti umani, delle leggi, della giustizia e dell’uguaglianza; al contrario ha generato entità statali i cui vigono sistemi di sicurezza militari, come il regime siriano e iracheno, monarchie assolute come il regime saudita o giordano, o il sistema settario libanese ed è l’unico al mondo a basarsi sulla condivisione del potere tra le confessioni religiose.
Più di cento anni dopo Sykes-Picot
Storicamente, abbiamo sempre espresso la nostra disapprovazione e ostilità nei confronti dell’accordo Sykes-Picot. Ora, dopo tutti i disastri verificatisi in Medio Oriente, lo difendiamo indirettamente ogni volta che chiediamo la conservazione dei confini politici nella loro forma attuale e ci opponiamo a qualsiasi idea di revisione.