Joseph Dietzgen

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Joseph Dietzgen (Blankeberg, 9 dicembre 1828 – Chicago, 15 aprile 1888) è stato un operaio conciario, ma soprattutto un rivoluzionario. Fu uno dei “principali scrittori filosofici socialdemocratici della Germania” (Lenin, vol. XIX). Filosofo autodidatta, Dietzgen fu fortemente influenzato dagli scritti di Feuerbach e scoprì da solo la dialettica materialista. Visse e lavorò in Germania, Russia ed USA.

Pagina a cura di Eros Rossi Fomìn

Bibliografia

Libri

L’essenza del lavoro cerebrale dell’Uomo
Escursioni di un socialista nel campo dell’epistemologia
Conquiste della Filosofia

Raccolte

Lettere sulla Logica
Scritti e Discorsi. Una antologia

Vita

Nato a Blankenburg, in Germania, il 9 dicembre 1828.
Non potendo terminare gli studi, lavorò come conciatore nei vari Paesi in cui visse (Germania, Russia e Stati Uniti d’America).
Studiò da autodidatta filosofia ed economia politica. Fu fortemente influenzato da Feuerbach e fu un ateo militante.
A causa della sua attività rivoluzionaria fu perseguitato e dovette partire per gli Stati Uniti nel 1848.
Nel 1864 si recò in Russia, dove visse fino al 1869, periodo in cui fu in corrispondenza con Marx.
Nel 1869 tornò in Germania e divenne membro del Partito Socialdemocratico e organizzatore di una delle sessioni dell’Internazionale, partecipando al suo V congresso tenutosi tra il 2 e il 7 settembre 1872 a L’Aia, Londra, Inghilterra.

Da lavoratore completamente autodidatta (la sua abilità principale era quella di conciatore), elaborò filosoficamente, in piena autonomia, il materialismo dialettico poco dopo Marx ed Engels, prima di iniziare le corrispondenze con questi. Quando scoprì le voluminose opere di Marx ed Engels, divenne uno dei loro più fermi sostenitori, ritrovandovi le sue idee ma già strutturate ed esposte per lo studio al pubblico.

Pensiero

Le sue opere principali furono L’essenza del lavoro cerebrale dell’uomo (1869), Escursioni di un socialista nel campo dell’epistemologia
(1887) e Conquiste della filosofia (1906), dedicato principalmente alla gnoseologia.

Gnoseologia

Il principale contributo filosofico di Dietzgen al marxismo fu l’esposizione approfondita dell’epistomologia. Definì la coscienza come un prodotto ideale della materia (che egli vedeva come eternamente esistente e in movimento, chiamandola “universum“). Spiega che l’essere naturale e sociale è il contenuto della coscienza. La cognizione, proseguì, procede in forme sensoriali e astratte come un processo di movimento, dalla verità relativa a quella assoluta. Questa cognizione, a suo avviso, è un’immagine del mondo verificata dalle esperienze della persona.

Materialismo dialettico

Forse il merito più grande di Dietzgen fu la scoperta della dialettica materialista. A questo proposito, Engels dice: “Questa dialettica materialista, che per molti anni è stata il nostro migliore strumento di lavoro e la nostra arma più affilata, non è stata scoperta solo da noi, ma anche, indipendentemente da noi e persino dallo stesso Hegel, da un operaio tedesco, Josef Dietzgen. Non solo scoprì la dialettica, ma era anche un convinto materialista. Egli stesso scrisse nel suo libro L’essenza del lavoro cerebrale dell’uomo: “Il pensiero è un lavoro corporeo. Per pensare ho bisogno di una materia in cui pensare. Questa materia ci è data dai fenomeni della natura e della vita…””.

La dialettica di Dietzgen non costituì tuttavia un sistema scientifico. Dietzgen infatti non riuscì a scoprire pienamente la dialettica come teoria della conoscenza. Per questo motivo fece delle concessioni al relativismo e al materialismo volgare. Lenin criticò la mancanza di chiarezza dei testi di Dietzgen, che generava confusione. “J. Dietzgen può essere piaciuto ai filosofi reazionari”, dice Lenin, “perché di tanto in tanto cade nella confusione”.
Una delle confusioni in cui Dietzgen cade è quella di considerare il pensiero come qualcosa di materiale; chiamare il pensiero materiale, dice Lenin, significa confondere materialismo e idealismo.
Un’altra delle confusioni di Dietzgen è quella di credere che la conoscenza della natura sia innata, che ci sia data contemporaneamente alla coscienza.
Lenin sottolinea l’incoerenza di Dietzgen, ma sottolinea anche che la dottrina di Dietzgen si è sviluppata comunque sulla linea del marxismo.

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