Pensieri e Nozioni

Il Glossario

Il Glossario di Katéchon comprende termini le cui definizioni sono state accuratamente determinate da studiosi della materia.
Politica, filosofia ed economia hanno terminologie che i dizionari volgari spesso trascurano o peggio deviano. Katéchon vuole colmare questo vuoto e introdurre ai più le giuste definizioni.

«Tutte le definizioni hanno scientificamente scarso valore. Per sapere in modo veramente esauriente che cosa è [ad esempio] la vita, dovremmo percorrere tutte le sue forme fenomeniche dalle più basse alle più alte. Tuttavia per l’uso ordinario tali definizioni sono molto comode e in parte non si può farne a meno; inoltre non possono fare del danno, purché non si dimentichino le loro inevitabili deficienze.»

Friedrich Engels, Anti-Dühring, Sezione I, Capitolo VIII.
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A / B / C / D / E / F / G / H / I / J / K / L / M / N / O / P / Q / R / S / T / U / V / W / X / Y / Z

A

Abolizione:

Accordo:

Accumulazione di capitale: Adoperare plusvalore come capitale ossia ritrasformare plusvalore in capitale significa accumulazione del capitale.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro I, Sezione VII, Capitolo 22]
Questo risultato diventa inevitabile appena la forza-lavoro è liberamente venduta come merce dall’operaio stesso. Ma è anche a partire da quel momento soltanto che la produzione delle merci si generalizza, diventando forma tipica della produzione; e solo a partire da quel momento ogni prodotto viene prodotto per la vendita fin da principio, e tutta la ricchezza prodotta passa per la circolazione. Solo dove il lavoro salariato costituisce il suo fondamento, la produzione delle merci si impone con la forza alla società nel suo insieme; ed è anche solo a questo punto che essa dispiega tutte le sue potenze arcane.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro I, Sezione VII, Capitolo 22]

Accumulazione originaria: [Marx]

Ad interim: In latino, “provvisoriamente”.

Aerocrazia (geopolitica): Significa in greco “potere attraverso l’aria”. La componente di potere di una strategia basata sullo sviluppo dello spazio aereo e sul suo utilizzo per l’espansione geopolitica. Lo sviluppo dell’aviazione, a differenza dello sviluppo della navigazione marittima, non ha creato un proprio nomos [vedi voce], diventando solo uno sviluppo del principio talassocratico [vedi voce].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Aggregazione / Aggregato (sociologia):

Agitazione (politica): Consiste nell’inculcare una sola idea o un piccolo numero di idee (in genere) a una massa di persone.
[Plekhanov, da trovare
L’agitazione prende l’esempio più noto, quello che più colpisce i suoi ascoltatori — per esempio una famiglia di disoccupati morta di fame, l’aumento della mendicità, ecc. — e, approfittando di questo fatto già noto, si sforza di dare alle masse una sola idea: [ad esempio] quella dell’assurdo contrasto fra l’aumento della ricchezza e l’aumento della miseria, si sforza di suscitare il malcontento, l’indignazione delle masse contro questa stridente ingiustizia.
Ecco perché [a differenza del propagandista] l’agitatore agisce soprattutto coi discorsi. Non si richiedono al propagandista le stesse qualità che si richiedono ad un agitatore. [Vedi anche “propaganda”]
[Lenin, Che fare?, Cap. 3, b]

Alienazione [deu: Entfremdung]:

Alleanza: Associazione per la guerra.
[Platone, Definizioni]

Altruismo:

Amakudari [jpn: 天下り]: Letteralmente “discesa dal cielo”. All’entrata in pensione gli alti burocrati di Stato spesso vengono assunti come dirigenti delle imprese private o semiprivate, che aiuteranno grazie ai loro appoggi e alle informazioni riservate.
[M. Alfieri, P. Ghirotti, S. Romagnoli, V. Spitale, Piccolo glossario pratico per Limes, Mistero Giappone, n10/2007]

Americanismo (economia industriale): Tendenza dell’industria nazionale a seguire un ritmo accelerato nel progresso dei metodi di lavoro e di produzione e di modificazione del tipo di operaio
[Antonio Gramsci, Quaderno 7 (VII), § 34]

Amico (filosofia):

Amico [lat: amicus, deu: freund] (politica): Concetto puramente politico che indica un insieme di entità statali, sociali, etniche o religiose esterne in posizione di coincidenza con quelle del capitale strategico. Non ha forza morale e può essere dinamicamente trasferito a entità diverse. Una categoria mobile. [Vedi anche “nemico”]
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Amity line (geopolitica):

Ammortamento: Riduzione graduale del valore di un’attività (o di un debito) nel corso del tempo. Un debito (ad esempio un mutuo) viene ammortizzato tramite rimborsi regolari. Le aziende utilizzano l’ammortamento per ridurre costantemente il valore delle attività immateriali nei loro bilanci.
[The Economist, The A to Z of economics]

Amore:

Anarchia / Anarchismo: Teoria che afferma che lo Stato ha creato il capitale, che il capitalista ha il suo capitale solo per grazia dello Stato. Poiché dunque lo Stato è il male principale, si deve prima di tutto sopprimere lo Stato, e allora il capitale se ne andrà al diavolo da solo.
I comunisti [vedi voce] invece dicono il contrario: distruggete il capitale, l’appropriazione di tutti i mezzi di produzione da parte di pochi, e lo Stato cadrà da sé.
[K. Marx e F. Engels, Contro l’anarchismo]
I marxisti si distinguono dagli anarchici in questo: 1) i primi, pur ponendosi l’obiettivo della soppressione completa dello Stato, non lo ritengono realizzabile se non dopo la soppressione delle classi per opera della rivoluzione socialista, come risultato dell’instaurazione del socialismo che porta all’estinzione dello Stato; i secondi vogliono la completa soppressione dello Stato dall’oggi al domani, senza comprendere quali condizioni la rendano possibile; 2) i primi proclamano la necessità per il proletariato, dopo ch’esso avrà conquistato il potere politico, di distruggere completamente la vecchia macchina statale e di sostituirla con una nuova, che consiste nell’organizzazione degli operai armati, sul tipo della Comune; i secondi, pur reclamando la distruzione della macchina statale, si rappresentano in modo molto confuso con che cosa il proletariato la sostituirà e come utilizzerà il potere rivoluzionario; gli anarchici rinnegano persino qualsiasi utilizzazione del potere dello Stato da parte del proletariato rivoluzionario, la sua dittatura rivoluzionaria; 3) i primi vogliono che il proletariato si prepari alla rivoluzione utilizzando lo Stato moderno; gli anarchici sono di parere contrario.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. VI, parte 3]

Anima [grc: psyché / ψυχή, deu: Gemüt]: Ciò che si muove da sé, principio del moto vitale dei viventi.
[Platone, Definizioni]

Animalismo: Privi di intelletto e di libertà, [gli animali] non possono riconoscere questa legge [che è il Contratto sociale]; ma partecipando in qualche modo alla nostra natura per via della sensibilità di cui son dotati, [secondo l’animalismo] è da ritenere che debbano anch’essi partecipare al diritto naturale e che l’uomo sia tenuto nei loro riguardi a taluni doveri. Siamo obbligati a non far alcun male al nostro simile meno in quanto è un essere ragionevole che non in quanto è un essere sensibile; qualità che, essendo comune all’a bestia’animale e all’uomo, deve dare alla prima per lo meno il diritto di non essere inutilmente maltrattata dal secondo.
[J.J. Rousseau, Prefazione a Discorso sull’origine della disuguaglianza]
[Animalismo è] proteggere gli animali contro la crudeltà degli uomini, dar loro da mangiare se hanno fame, da bere se hanno sete; correre in loro aiuto se estenuati dalle fatiche, questa è la virtù più bella del forte verso il debole.
[Giuseppe Garibaldi, da trovare]

Anomia (sociologia): [Durkheim]

Anteo [grc: Ἀνταῖος] (geopolitica):

Antichità:

Antisemitismo:

Antitesi (dialettica):

Antitrust: Termine utilizzato per descrivere le leggi o i regolamenti volti a impedire alle imprese di sfruttare le loro posizioni di monopolio nei mercati [vedi “cartello”] a spese dei consumatori o delle imprese rivali.
[The Economist, The A to Z of economics]

Antropologia:

Apollineo:

Approvazione:

Arbitraggio (finanza): La pratica di sfruttare i differenziali di prezzo in mercati diversi; ad esempio, acquistare un’attività a basso costo a Londra e venderla a un prezzo più alto a New York. Grazie alla velocità dei moderni flussi di informazione, le opportunità di arbitraggio senza rischio sono rare.
[The Economist, The A to Z of economics]

Arbitrio (o libertà incivilelibertà immorale): Strettamente legato all’istinto. È dipendente dall’egoismo, che pone la propria volontà particolare al di sopra della volontà generale anche in un ordinamento civile, in cui è tranquillamente evitabile l’ingiustizia verso il singolo. Considerabile schiavitù e subordinazione al proprio ego e alla natura per motivi superflui e trascurabili. [esempio: libertà di recare un danno al prossimo]

Arcana imperii: In latino, si intendono i segreti di Stato.

Aristocrazia:

Aristocrazia operaia [deu: Arbeiteraristokratie]: Più correttamente traducibile in “lavoratori aristocratici” o “aristocrazia dei lavoratori” https://www.marx-karl.com/2018/01/sui-concetti-di-aristocrazia-operaia-e-socialimperialismo/

Armonia [grc: isorropia / ισορροπία, zh: / 和]

Arte:

Arteficio:

Artigiano:

Artista:

Asse [lat: axis] (geopolitica): Un asse è un’alleanza geopolitica di due o più capitali geopolitiche [vedi “polarità”].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Asse interno [eng. Internal axis] (geopolitica): L’asse interno è la qualità della connessione geopolitica tra il centro e la periferia all’interno di un singolo spazio strategico (o politico).
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Assemblea:

Assersione: Dichiarazione da cui dipende l’accertamento di determinati fatti o che riconoscono la conformità alle leggi di determinate condotte.
[Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene]

Asset stripping: La pratica di acquistare un’azienda e di venderne rapidamente i componenti con l’obiettivo di realizzare un profitto. Questo spesso porta a grandi disagi nell’azienda e alla perdita di posti di lavoro.
[The Economist, The A to Z of economics]

Assimilazione forzata:

Assiologico:

Associazione [deu: Verein]:

Asta [eng: Auction]: Sono solitamente associate alla vendita di bestiame, oggetti d’antiquariato e opere d’arte. Ma negli ultimi decenni sono state preferite dagli economisti come strumento per garantire che i venditori ottengano il miglior prezzo per una gamma più ampia di beni. Ad esempio, i governi hanno utilizzato le aste per vendere parti dello spettro elettromagnetico alle società di telecomunicazioni mobili.
[The Economist, The A to Z of economics]

Astro:

Astrofisica:

Astronomia:

Attività [eng: Asset] (economia): Qualcosa che può essere utilizzato per creare valore economico. Un’attività può essere tangibile, come un edificio o un macchinario, o intangibile, come un brevetto o un marchio. Le attività costituiscono una parte del bilancio di un’azienda, mentre l’altra è costituita dalle passività [vedi voce].
[The Economist, The A to Z of economics]

Atlantismo: (Legato ai termini acqua, mare, talassocrazia, potere marittimo) è un concetto geopolitico complesso; combina: storicamente un settore occidentale della civiltà umana, strategicamente un’alleanza di Paesi occidentali dominati dall’ideologia liberal-democratica, strategicamente Stati membri della NATO, socialmente orientati all'”ordine commerciale” e ai “valori di mercato” (modello statunitense). Opposto all’eurasiatismo.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]
A livello industriale, a questa ideologia è corrisposta l’idea di “Paesi sviluppati” e, livello economico, dal concetto di “libero mercato”, “liberismo economico”.
L’insieme di queste caratteristiche, con l’aggiunta dell’unificazione puramente militare e strategica di diversi settori della civiltà occidentale [vedi voce “Occidente”], è definito oggi dalla nozione di “atlantismo”. Nel secolo scorso, i geopolitici parlavano di “civiltà di tipo anglosassone” o di “democrazia capitalista e borghese”. In questo tipo di “atlantismo”, la formula dell'”Occidente geopolitico” ha trovato la sua incarnazione più pura.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 6.5]

Atto di posizione [deu: Setzung]:

Attrazione (psicologia):

Auctoritas non veritas facit legem:

Austerità (economia): Termine utilizzato per descrivere gli sforzi per ridurre la quota di spesa pubblica sul PIL [vedi voce], in particolare negli anni 2010. [Diminuire la spesa pubblica consiste nel tagliare le spese sociali: sanità, istruzione, trasporti, infrastrutture, e diminuzione degli investimenti in generale]
Quando l’economia è già debole, gli economisti keynesiani [vedi voce] considerano i programmi di austerità un errore, perché riducono la domanda. Ma gli economisti del libero mercato [vedi “liberismo”] temono che, senza austerità, il ruolo del governo nell’economia si espanda inesorabilmente nel tempo.
[The Economist, The A to Z of economics]

Autarchia: Autosufficienza [economia e produttiva], al fine di ridurre la dipendenza da altri Paesi.
[The Economist, The A to Z of economics]

Autocrazia:

Autodeterminazione:

Autodeterminazione dei popoli:

Avalutatività (o neutralità assiologica) [deu: Wertfreiheit]: I problemi delle discipline empiriche debbono [secondo Weber] venir affrontati in maniera “avalutativa”. Essi non sono “problemi di valore”. Ma tuttavia stanno, nell’ambito delle nostre discipline, sotto l’influenza della relazione della realtà “ai” valori. Sul significato dell’espressione “relazione di valore” è sufficiente ricordare che rappresenta semplicemente l’interpretazione filosofica di quell’”interesse” specificamente scientifico che dirige la selezione e la formulazione dell’oggetto di un’indagine empirica. Nell’ambito dell’indagine empirica questo stato di cose puramente logico non legittima in nessun caso “valutazioni pratiche”. In accordo con l’esperienza storica esso pone però in luce che sono gli interessi culturali, e perciò gli interessi di valore, a indicare la direzione anche al lavoro delle scienze empiriche. È chiaro che questi interessi di valore possono svilupparsi, nella loro casistica, attraverso discussioni relative ai valori. E queste possono diminuire di molto, o almeno rendere piú facile, al ricercatore che lavora scientificamente, e soprattutto a chi lavora storicamente, il compito dell’”interpretazione di valore” – che per lui è un aspetto preliminare cosí importante del suo lavoro propriamente empirico.
[Max Weber, Il senso della “avalutatività” delle scienze sociologiche ed economiche]

Avanguardia (politica):

Azienda:

Azione / azionista [eng: Equity, Share o Stock] (finanza): Capitale a lungo termine raccolto dagli investitori sotto forma di azioni. Gli azionisti sono i proprietari della società e partecipano alle sue attività e ai suoi profitti; per rilevare una società, un rivale deve fare un’offerta che soddisfi gli azionisti. In circostanze normali, le azioni non vengono mai rimborsate (a differenza del debito). Gli azionisti hanno diritto di voto (su questioni come la nomina degli amministratori) e talvolta ricevono un reddito sotto forma di dividendi.
[The Economist, The A to Z of economics]
Le azioni sono considerate, come le obbligazioni, una forma di titolo [vedi voce].

B

Ba’ath [ar: البعث‎]:

Backwardation: Termine utilizzato nel mercato delle materie prime per indicare quando il prezzo per la consegna di un prodotto oggi (il prezzo spot [vedi voce]) è più alto di quello per la consegna in futuro. Normalmente, il prezzo futuro è più alto, una situazione nota come contango [vedi voce]. La backwardation è normalmente il segno di una carenza di offerta, che spinge gli operatori a competere per ottenere il prodotto immediatamente.
[The Economist, The A to Z of economics]

Baizuo [zh: 白左]: Neologismo cinese che vuol dire letteralmente “sinistra bianca”. Usato per identificare con disprezzo la “sinistra” distaccata dalle questioni e contraddizioni reali, distanziatasi quindi dalla lotta per il socialismo e i diritti sociali, mettendo al primo posto “diritti civili” e “umanitari” [vedi “humanitätsduselei”] incentrati sull’individuo piuttosto che la Comunità.

Banca: Istituzioni [di credito] al centro del sistema finanziario. Le banche commerciali raccolgono depositi ed erogano prestiti, creando così denaro [vedi voce]. In caso di crisi, le banche possono interrompere i prestiti (o insistere sulla restituzione di quelli già concessi) causando un danno economico immenso. Le banche d’investimento forniscono consulenza su operazioni come le acquisizioni e creano mercati di attività finanziarie come le obbligazioni e le azioni. Molti istituti operano sia come banche commerciali che come banche d’investimento.
[The Economist, The A to Z of economics]

Banda:

Bandire:

Barbarie (antropologia):

Battaglia:

Behemoth (geopolitica e filosofia):

Bene (filosofia): Ciò che causa la conservazione degli esseri; il fine cui tende ogni cosa, donde consegue la scelta che bisogna fare.
[Platone, Definizioni]

Bene rifugio [eng: Safe haven asset] (economia):

Benessere:

Bilancio (contabilità): In contabilità, un prospetto delle attività [vedi voce] e delle passività [vedi voce] di un’azienda. Deve essere in equilibrio, nel senso che le attività devono essere uguali alle passività. Le attività, come i contanti, le attrezzature o il magazzino, vengono utilizzate nell’azienda; le passività mostrano come tali attività sono state finanziate, sotto forma di debiti (verso i creditori) o di capitale (verso gli azionisti).
[The Economist, The A to Z of economics]

Bilancio primario (o saldo primario) (economia): Il divario tra le entrate e le uscite di un governo in un determinato anno, esclusi i pagamenti degli interessi sul debito esistente. Viene talvolta utilizzato come misura della sostenibilità delle finanze di un Paese. Molto dipende dall’entità del debito pubblico esistente e dal livello dei tassi di interesse. Tuttavia, un Paese che riesce a registrare un avanzo primario è probabile che riduca il rapporto tra debito e PIL nel tempo.
[The Economist, The A to Z of economics]

Bipolarismo (geopolitica): Un mondo bipolare (bipolarismo o bipolarità) è un costrutto geopolitico naturale, che riflette su scala planetaria il dualismo geopolitico di base tra talassocrazia e tellurocrazia [vedi rispettive voci].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Bisogno:

Blanquismo:

Blocco (geopolitica): Un blocco è un’aggregazione di più Stati che ne modifica significativamente la qualità strategica e geopolitica, portandoli a un livello superiore di attività planetaria. Secondo la legge della progressione spaziale [vedi voce], la formazione di blocchi è un processo inevitabile.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Boicottaggio:

Bolivarismo / Bolivariano:

Bolla (finanza): Il concetto che i prezzi delle attività possono salire molto più di quanto possano giustificare i loro fondamentali, come i flussi di cassa attesi che ne deriveranno. Un esempio famoso è la bolla dei papaveri all’inizio del XVIII secolo. Gli economisti che credono nell’efficienza dei mercati [vedi “liberismo”] dubitano che le bolle si verifichino.
[The Economist, The A to Z of economics]

Bonapartismo:

Borghesia / borghese (o alta-borghesia, o classe borghese):

Borsa valori [eng: Stock exchange] (finanza): Un mercato formale in cui vengono scambiati titoli [vedi voce]. La parola stock è comunemente usata come alternativa ad “azioni” [vedi voce] nell’inglese americano. La maggior parte dei Paesi sviluppati ha almeno una borsa valori e ogni borsa ha dei requisiti di quotazione per le società che vogliono negoziare le proprie azioni. Un tempo le contrattazioni avvenivano in un’unica sede, ma oggi avvengono per lo più per via elettronica.
[The Economist, The A to Z of economics]

Branco:

Burocrazia: La burocrazia è il formalismo di Stato della società civile. Essa è la coscienza dello Stato, la volontà dello Stato, la forza dello Stato in quanto è una corporazione, dunque una società particolare, chiusa, nello Stato.
[Karl Marx, Critica della filosofia hegeliana del diritto]

Bushidō [jpn: 武士道]:

C

Caduta tendenziale del saggio di profitto: Si aumenta il capitale costante, ma in questo incremento esiste una variabile che toglie immediatamente effetto alla legge: una o più variabili, come produzione di macchine sempre più perfette, di metalli più resistenti, di un diverso tipo di operaio, diminuzione dello scarto, utilizzazione dei sottoprodotti (in generale, cioè risparmio di scarti, [necessari,] reso possibile dalla loro grande quantità). L’industriale con ognuna di queste innovazioni passa da un periodo di costi crescenti a un periodo di costi decrescenti, in quanto viene a godere di un monopolio d’iniziativa che può durare abbastanza a lungo (relativamente): il monopolio dura a lungo a causa anche degli “alti salari” che tali industrie progressive possono e “devono” dare, per avere la possibilità di selezionare, nella massa degli operai esistenti, quelli “psicofisicamente” più adatti per i metodi di lavoro e di produzione. L’estensione del nuovo tipo di produzione porta a una serie di crisi, che ripropone gli stessi problemi della “caduta tendenziale del saggio di profitto”, problemi che si può immaginare ritornanti a ciclo finché: 1) non si sia raggiunto il limite matematico della resistenza del materiale; 2) non si sia raggiunto il limite nell’uso delle macchine automatiche; 3) non si sia raggiunto il limite di saturazione nell’industria mondiale, tenendo conto del saggio di aumento della popolazione e della produzione per rinnovare la merce d’uso e i beni strumentali.
La legge tendenziale scoperta da Marx sarebbe quindi alla base dell’americanismo [vedi voce].
[Antonio Gramsci, Quaderno 7 (VII), § 34]

Cameratismo:

Campanilismo:

Candidare / Candidato:

Cantone (o Stato federato) [deu: Länder]:

Carry trade (finanza): Si intende quella pratica speculativa consistente nel prendere a prestito del denaro in paesi con tassi di interesse più bassi, per cambiarlo in valuta di paesi con un rendimento degli investimenti maggiore.
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]

Caos [grc: κάος]:

Capitale: Un certa quantità di lavoro accumulato e messo in riserva.
[Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1944, Profitto del capitale]
Il capitale non è una cosa, bensì un determinato rapporto di produzione sociale, appartenente ad una determinata formazione storica della società. Rapporto che si presenta in una cosa e dà a questa cosa un carattere sociale specifico. Il capitale non è la somma dei mezzi di produzione materiali e prodotti. Il capitale è costituito dai mezzi di produzione trasformati in capitale, che non sono di per sé capitale, come oro e argento non sono di per sé denaro. Il capitale è costituito dai mezzi di produzione monopolizzati da una parte determinata della società, dai prodotti e dalle condizioni di attività della forza-lavoro, resi autonomi nei confronti della forza-lavoro vivente, che vengono mediante questa contrapposizione personificati nel capitale.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro III, Sezione VII, Cap. 48]
Le sue condizioni storiche d’esistenza non sono affatto date di per se stesse con la circolazione delle merci e del denaro. Esso nasce soltanto dove il possessore di mezzi di produzione e di sussistenza trova sul mercato il libero lavoratore come venditore della sua forza-lavoro e questa sola condizione storica comprende tutta una storia universale. Quindi il capitale annuncia fin da principio un’epoca del processo sociale di produzione.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro I, Sezione II, Cap. 4]

Capitale lordo: Per capitale costante lordo o fisso s’intendono i mezzi di produzione o, meglio ancora, gli investimenti fissi in macchinari, trasporti e costruzioni.
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]

Capitalismo (modo di produzione): La “società borghese” è quella organizzazione sociale divisa in classi che vede il predominio all’interno dell’organizzazione della società dedicata alla riproduzione della vita materiale (l’economia) del “modo di produzione capitalistico”. Il suo nucleo centrale va riscontrato nell’appropriazione da parte di una classe (la borghesia) del “plusvalore”.
[Karl Marx, da trovare]
Esso produce i suoi prodotti come merci. Il produrre merci non lo distingue dagli altri modi di produzione, lo distingue invece il fatto che il carattere prevalente e determinante del suo prodotto è quello di essere merce. Ciò implica, in primo luogo, che l’operaio stesso si presenta unicamente nella veste di venditore di merci, quindi di libero lavoratore salariato, così che il lavoro in generale si presenta come lavoro salariato… il rapporto tra capitale e lavoro salariato determina tutto il carattere del modo di produzione. I principali agenti di questo modo di produzione stesso, il capitalista e il lavoratore salariato, sono, in quanto tali, semplicemente incarnazione, personificazione del capitale e del lavoro salariato, sono caratteri sociali determinati, che il processo di produzione sociale imprime agli individui, sono prodotti di questi determinati rapporti sociali di produzione.
Il secondo tratto caratteristico, che contraddistingue specificamente il modo di produzione capitalistico è la produzione di plusvalore come scopo diretto e motivo determinante della produzione. Il capitale produce capitale e fa ciò solamente nella misura in cui produce plusvalore.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro III, Sezione VII, Cap. 51]
Il capitalismo è un modo di produzione che soddisfa l’esigenza d’accumulazione illimitata del capitale attraverso mezzi formalmente pacifici, reimpiegando perpetuamente il capitale nel circuito economico con lo scopo di trarne profitto, ossia ottenendo un surplus che sarà a sua volta reinvestito.
[L. Boltanski e E. Chiappello, Le nouvel esprit du capitalisme]
Vi è capitalismo là dove la copertura del fabbisogno di un gruppo umano – secondo la modalità di una economia acquisitiva – ha luogo tramite impresa [vedi voce], non importa di quale fabbisogno si tratti.
[Max Weber, Storia economica, Le origini del capitalismo moderno]
Termine coniato per descrivere l’uso del capitale privato per finanziare l’attività economica. Gli investitori e gli imprenditori utilizzano il loro denaro per creare imprese, assumendo lavoratori, affittando proprietà e acquistando attrezzature secondo le necessità. L’eventuale surplus, o profitto, appartiene all’imprenditore o agli investitori.
[The Economist, The A to Z of economics]

Capitalismo (ideologia): L’avidità smodata di guadagno non si identifica minimamente col capitalismo e meno ancora con il suo “spirito”. Al contrario il capitalismo si identifica in un’impresa continua, razionale, di un guadagno sempre rinnovato: ossia della redditività. Un atto economico capitalistico deve significare in primo luogo un atto che si basa sull’attesa di un guadagno consentito dallo sfruttamento di possibilità di scambio – dunque su probabilità di interazione (formalmente) pacifiche.
[Max Weber, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo]

Capo:

Carnismo: Il carnismo è quel sistema valoriale invisibile, o ideologia, che ci condiziona a mangiare certi animali. È un sistema dominante, ossia è talmente diffuso che non lo riconosciamo neanche come un sistema di valori.
Il carnismo crea una mentalità fondata sul paradosso. Fa sentire in colpa se mangiassimo certi animali, eppure ci procura piacere mangiarne altri.
Poiché contraddice i valori umani fondamentali quali la compassione e la giustizia, il carnismo ricorre a meccanismi psicologici di difesa, o distorsioni mentali, per creare un distacco psicologico ed emotivo dalla verità. Tali meccanismi di difesa, per esempio, fanno vedere il cibo come tale e non come un animale che prima era vivo.
La prima strategia di difesa del carnismo è la negazione, [che] si esprime soprattutto attraverso l’invisibilità.
Insegna a guardare agli animali da allevamento come a oggetti, delle idee astratte, come se fossero privi di una qualsiasi individualità o personalità: per esempio, porta a credere che un maiale sia un maiale e che i maiali siano tutti uguali. Insegna anche a suddividere mentalmente gli animali in categorie: cani e gatti sono membri della famiglia, polli e vitelli sono cibo.
Il carnismo resta invisibile nascondendo alla vista le proprie vittime, tenendole opportunamente lontano dalla coscienza pubblica.
Il carnismo è solo una delle tante atrocità, una delle tante ideologie violente che hanno sciaguratamente segnato la storia umana.
[Melanie Joy, Manifesto per gli animali]

Carrierismo:

Cartello [eng: Trust o Cartel] (economia): Grandi industriali di un determinato settore si raggruppano in un cartello per regolare la produzione. Un comitato fissa la quantità che ogni stabilimento deve produrre e ripartisce in ultima istanza le ordinazioni ricevute. In alcuni casi si sono avuti anche dei cartelli internazionali. Quando il contrasto di interessi delle singole compagnie prevale, il cartello viene spezzato ristabilendo la concorrenza.
[Karl Marx, Il Capitale, libro III, Sezione V, Cap. 27]
Accordo in cui un gruppo di produttori collabora per fissare il prezzo o limitare l’offerta di un bene o di un servizio. I cartelli tra aziende sono spesso vietati dalle normative antitrust [vedi voce] governative perché limitano la concorrenza.
[The Economist, The A to Z of economics]

Casta:

Casus belli: In latino letteralmente “caso di guerra”, cioè avvenimento (eterodiretto o meno) che rende la guerra una risposta “legittima”, “necessaria”.

Cesarismo:

Ceto:

Censore:

Censura:

Centralismo democratico:

Chimera (filosofia):

Chimica:

Cintura discontinua [eng: Discontinous belt] (geopolitica): Termine coniato da Cohen. Zone costiere discontinue con orientamento indeterminato e variabile, che possono volgere sia verso il continente tellurico sia verso il mare talassocratico [portando il Paese del territorio ad avere potenziale con ambedue i nomos [vedi voce]; l’Italia ne è un esempio].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Città: Luogo abitato da una moltitudine di persone che hanno in comune i decreti; moltitudine di persone sottoposte ad una medesima legge.
[Platone, Definizioni]
Agglomerato di Cittadini che risiedono in una determinata località.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VI, note]
dal latino “Civitas“, “insieme di Cittadini”

Cittadino: membro della Società che partecipa ed esercita sovranità nella Repubblica.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VI]
Rispetta le Leggi che esso stesso, attraverso la volontà generale, si è imposto; in tal senso è sia suddito che sovrano.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. XIII]

Civiltà (o stato civile) [deu: Kulturstufen] (antropologia):
… I popoli avviati alla Civiltà [Kulturvölker].

Civiltà (storia e geopolitica):

Clan:

Classe sociale:

Classe dirigente:

Coalizione:

Coefficiente Gini: Indicatore progettato per misurare la disuguaglianza di reddito e ricchezza. Va da zero, che indica una perfetta uguaglianza, con ogni famiglia che guadagna o possiede esattamente lo stesso, a uno, che implica una disuguaglianza assoluta, con una singola famiglia che guadagna l’intero reddito di un Paese o possiede tutta la sua ricchezza.
[The Economist, The A to Z of economics]

Co-evoluzione genetico-culturale:

Collettività:

Colpo di Stato [es: Golpe, deu: Putsch, fr: coup d’etat]: Il rovesciamento di un governo. I colpi di Stato hanno spesso conseguenze internazionali, ad esempio le potenze straniere devono decidere se riconoscere il nuovo regime [e ciò porta con sé disaccordi in merito].
A volte i colpi di Stato sono orchestrati da potenze esterne [con fini imperialistici o neocoloniali] o addirittura da mercenari [grandi cartelli e trust internazionali].
[The Economist, The A to Z of international relations]
Il termine “putsch“, nel suo senso scientifico, può essere usato solo quando il tentativo di insurrezione non ha rivelato altro che una cerchia di cospiratori o di stupidi maniaci, e non ha suscitato alcuna simpatia tra le masse.
[Vladimir Lenin, La ribellione irlandese del 1916, Irish Marxist Review]

Collettivismo:

Collettivizzazione:

Collettivo:

Colonia: Territorio controllato da una forza separata dallo spazio acqueo [vedi “talassocrazia”]. Considerata come una base temporanea ed esterna, estranea allo spazio geopolitico generale della metropoli. L’opposto di una provincia.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Colonialismo:

Colonizzazione:

Comitato:

Comitato centrale:

Comitato rivoluzionario (o di salute pubblica):

Commissariare:

Commissario / Commissione: … con un determinato incarico straordinario e temporaneo.

Common Law:

Commonwealth:

Commune: In tedesco vi sono due parole che significano “Comune”; Engels scelse quella che indica non un singolo comune [Kreisen], ma un insieme, un sistema di comuni [Gemeinde]. Non esiste una parola simile [nella nostra lingua] e bisognerà ricorrere alla parola francese “Commune“, quantunque presenti anch’essa certi inconvenienti.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. IV, pt. 3]
La Commune, [citando Engels], cessava di essere uno Stato [nel senso proprio della parola] [vedi voce “Stato”] nella misura in cui essa non doveva più opprimere la maggioranza della popolazione, ma una minoranza (gli sfruttatori); essa aveva spezzato la macchina dello Stato borghese; invece di una forza particolare di oppressione, era la popolazione stessa che entrava in campo. Tutto ciò non corrisponde più allo Stato nel senso proprio della parola. Se la Comune si fosse consolidata, le tracce dello Stato si sarebbero “estinte” da sé: la Commune non avrebbe avuto bisogno di “abolire” le sue istituzioni: queste avrebbero cessato di funzionare a mano a mano che non avrebbero più avuto nulla da fare.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. IV, pt. 3]
La Commune nasce con la soppressione dell’esercito permanente – sostituito da un armata popolare – e della polizia. Vengono eliminati poi i privilegi di rappresentanza dei funzionari statali, per poi sostituire il tutto con governanti candidati, eletti e revocabili democraticamente.
[Karl Marx, La guerra civile in Francia]

Compagnia / Compagno:

Composizione organica del capitale: La Composizione organica del capitale è la proporzione nella quale le due porzioni di capitale costante e capitale variabile formano il totale.

Comune:

Comunismo (sistema sociale): Fase più elevata della società comunista, dopo che è scomparsa la subordinazione asservitrice degli individui alla divisione del lavoro, e quindi anche il contrasto di lavoro intellettuale e fisico; dopo che il lavoro non è divenuto soltanto mezzo di vita ma anche il primo bisogno della vita; dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti della ricchezza collettiva scorrono in tutta la loro pienezza, solo allora l’angusto orizzonte giuridico borghese può essere superato, e la società può scrivere sulle sue bandiere: ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni.
[Karl Marx, Critica del programma di Gotha, Parte I]
Soltanto allora [nella società comunista] diventa possibile e si attua una democrazia realmente completa, realmente senza alcuna eccezione. Soltanto allora la democrazia comincia ad estinguersi, per la semplice ragione che, liberati dalla schiavitù capitalistica, gli uomini si abituano a poco a poco a osservare le regole elementari della convivenza sociale, da tutti conosciute da secoli, ripetute da millenni in tutti i comandamenti, a osservarle senza violenza, senza costrizione, senza sottomissione, senza quello speciale apparato di costrizione che si chiama Stato.
[Karl Marx, Critica del programma di Gotha, Parte II]
Lo Stato potrà estinguersi completamente quando la società avrà realizzato il principio. “Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni”, cioè quando gli uomini si saranno talmente abituati a osservare le regole fondamentali della convivenza sociale e il lavoro sarà diventato talmente produttivo ch’essi lavoreranno volontariamente secondo le loro capacità.
La distribuzione dei prodotti non renderà più necessario che la società razioni i prodotti a ciascuno: ciascuno sarà libero di attingere “secondo i suoi bisogni”.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. V, Parte 4]
Dal francese Communisme, che deriva da Commune [vedi voce]

Comunismo primitivo (o modo di produzione comunitario):

Comunità [grc: Koinonia / κοινωνία, deu: Gemeinschaft]: E’ la forma naturale di esistenza di persone legate da vincoli organici. Si contrappone alla società, dove al posto dei legami organici prevalgono le norme di un contratto formalizzato tra individui. La comuntà è governata dalla tradizione [e i riti].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Comunità [deu: Gemeinwesen]: http://www.consecutio.org/2013/10/luomo-come-zoon-politikon-societa-comunita-e-associazione-in-marx/

Comunità di sangue [deu: Blutsgemeinschaft]:

Comunità popolare [deu: Volksgemeinschaft]:

Comunitarismo: Il comunitarismo è la teoria e la pratica di un rapporto fra l’individualità (o se si vuole la singolarità e la particolarità irripetibile del singolo essere umano concreto) e l’universalità. Titolare dell’universalità non può certo essere un popolo, una religione, una nazione o una cultura particolare, ma soltanto il genere umano. A sua volta il genere umano non è un presupposto, ma è il risultato di una potenzialità che si realizza in un processo storico di universalizzazione reale. Tutto questo, però, non può mai essere definito a priori, perché si concretizza esclusivamente in una sintesi di teoria e di pratica. 
La comunità è la mediazione dialettica fra la singolarità dell’intimo (la morale) e l’universalità del comune (etica). L’individualismo, persino nelle sue forme migliori e nobili, si basa sul presupposto errato della possibilità di rapporto diretto fra la singolarità e l’universalità. L’esperienza mistica e l’intenzione morale soggettiva rendono possibile questo rapporto, ma la rendono possibile solo alla singolarità.
[Costanzo Preve, Verso una definizione condivisa di comunitarismo. Il comunitarismo come etica e come politica, 21]
Il termine “comunitarismo” ha una storia di due mila anni, una ragionevole e praticabile nozione di “Comunità” (koinonia) [vedi voce] ci è stata tramandata dai nostri maestri greci, ed in particolare (ma non solo) da Aristotele, e percorre come un filo rosso tutto il pensiero occidentale fino a giungere alla nozione di “etica sociale” (Sitten, Sittlichkeit) [vedi voce] in Hegel e di “Comunità” (Gemeinwesen) nello stesso Marx, spesso frettolosamente ed erroneamente con siderato un pensatore rigidamente “classista”, laddove il suo innegabile classismo era solo un mezzo per giungere a un fine, che era appunto quello della Comunità.
Per gli antichi, si trattava del ristabilimento del concetto di armonia, equilibrio, concordia e misura nella vita individuale e collettiva (isorropia, omonoia, metron) [vedi rispettive voci].
[pota, Il nuovo comunitarismo di Costanzo Preve, 2012]

Comunità umana dal futuro condiviso [zh: 人类命运共同体]:

Concetto [deu: Begriff]:

Concorrenza (fase del capitalismo): Lo sviluppo della produzione capitalistica rende necessario un aumento continuo del capitale collocato in un’impresa industriale, e la concorrenza impone a ogni capitalista individuale le leggi immanenti del modo di produzione capitalistico come leggi coercitive esterne. Lo costringe ad espandere continuamente il suo capitale per mantenerlo, ed egli lo può espandere soltanto per mezzo dell’accumulazione progressiva.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro I, Sezine VII, Cap. 22]
La progressiva accumulazione di capitale e la sua espansione portano il capitalismo allo stadio successivo alla concorrenza: il monopolio.

Concreto (filosofia): Il concreto è concreto perché è sintesi di molte determinazioni, quindi, unità del molteplice. Per questo esso appare nel pensiero come processo di sintesi, come risultato e non come punto di partenza, sebbene esso sia il punto di partenza effettivo e perciò anche il punto di partenza dell’intuizione e della rappresentazione.
[Karl Marx, Introduzione a per la critica dell’economia politica]
Il metodo di salire dall’astratto al concreto è solo il modo in cui il pensiero si appropria il concreto, lo riproduce come un che di spiritualmente concreto. Ma mai e poi mai il processo di formazione del concreto stesso.
[Karl Marx, Introduzione a per la critica dell’economia politica]

Condizioni materiali:

Confederazione:

Conferenza:

Congresso:

Confine:

Conflitto:

Confucianesimo (o ruismo) [zh: Rújiā / 儒教]: La dottrina etica cinese basata sull’insieme degli insegnamenti di Confucio, Mencio e i loro discepoli.
Riassumibile in modo più sintetico possibile nei seguenti insegnamenti:
1. Si “deve essere, in casa, amorosi verso i parenti, fuori casa, rispettosi verso i superiori; esser diligenti e veraci; estendere l’amore a tutti, ma collegarsi [solo] con i virtuosi; ciò fatto, [si] impieghi l’energia che rimane nello studio delle lettere e delle arti”. [I Dialoghi, Libro I, VI]
2. “Osservanza ai morti e memoria ai più lontani”, affinché la virtù del popolo sia “florida”. [I Dialoghi, L. I, IX]
3. “Se si guida con le leggi e si mantiene l’ordine con i gastighi, il popolo si asterrà dalla colpa, ma non avrà coscienza alcuna; se si guida con la virtù e si mantiene l’ordine per mezzo della morale, il popolo, allora, avrà coscienza e raggiugerà [il bene]” [I Dialoghi, L. II, III]
4. “Chi vede il giusto e non lo fa è senza coraggio”. [I Dialoghi, L. II, XXIV]
5. Il Saggio fugge la competizione; quando vi è costretto, non cessa di esser saggio anche se sconfitto. [I Dialoghi, L. III, VII]
6. “L’uomo virtuoso si appaga della sua virtù [come] il [solo] guadagno”. [I Dialoghi, L. IV, II]
7. “L’uomo virtuoso sa [quando e come] amare ed odiare”. [I Dialoghi, L. IV, III]
8. “L’uomo nobile ama la virtù interiore, l’uomo volgare ama le cose terrene; l’uomo nobile ama la legge, l’uomo volgare ama il favore”. [I Dialoghi, L. IV, XI]
9. Avere in vista se stessi e i propri interessi non può far a meno di ferire gli altri: così si arriva alla rabbia, la collera, e al litigio. [I Dialoghi, L. IV, XII]
10. “Il Nobile è esperto nel dovere [vedi voce], il volgare è esperto nell’interesse”. [I Dialoghi, L. IV, XVI]
11. Non giudicare gli altri e non pensare mai di esser perfetto: “Quando vedi il Saggio pensa a essergli pari; quando vedi il perverso esamina il tuo interno”. [I Dialoghi, L. IV, XVII]
12. Saper parlare è superfluo. Contano i fatti. Sapere quando parlare è una virtù. [I Dialoghi, L. V, IV]
13. Non sta agli uomini terreni presumere sulla natura divina e pretendere di sapere sull’oltretomba. Si devono onorare gli spiriti degli antenati, ma occorre “starne lontano”. [I Dialoghi, L. V, XII; L. VI, XX; L. VII, XX]
14. “La compiuta virtù antepone lo sforzo [la difficoltà, il lavoro] e pospone l’acquisto [la ricompensa]”. [I Dialoghi, L. VI, XX; L. XII, XXI]
15. Se un uomo viene odiato (da persone o dalla società in generale) “si darà al disordine”. [I Dialoghi, L. VIII, X]

Conoscenza [grc: epistème / ἐπιστήμη] (filosofia):

Conquista:

Conservazione / conservatore (politica):

Consiglio [ru: Soviet / Совет]: Permette di unire i vantaggi del parlamentarismo con quelli della democrazia diretta e immediata, cioè di riunire nella persona dei rappresentanti eletti dal popolo il potere legislativo e il potere esecutivo. Nel confronto del parlamentarismo borghese, questo è un progresso d’importanza storica mondiale nello sviluppo della democrazia.
[Lenin, l bolscevichi conserveranno il potere statale?]

Consumatore:

Consumismo:

Consumo:

Consulta:

Contango (economia): Quando il prezzo a termine di una merce è superiore al prezzo spot [vedi voce]. [Vedi anche la voce “backwardation“]
[The Economist, The A to Z of economics]

Contenimento (politica internazionale):

Continentalismo: Il concetto è vicino a quello di tellurocrazia [vedi voce]. La scuola continentalista di geopolitica è unica in Russia [vedi “eurasiatismo”], prevalente in Germania, presente in Francia e impossibile per i Paesi anglosassoni [perché talassocratici].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Continente:

Contraddizione (dialettica):

Contratto:

Contratto sociale (o patto sociale): Una forma di associazione che difenda e protegga, mediante tutta la forza comune, la persona e i beni di ciascun associato e per mezzo della quale ognuno, unendosi a tutti, non obbedisca tuttavia che a se stesso e rimanga libero come prima.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VI]
Bisogna, in una parola, che tolga all’uomo le forze che gli sono proprie per dargliene di estranee a lui, di cui non possa fare uso se non col sussidio di altri. Quanto più queste forze naturali sono morte e annientate, quanto più le forze acquisite sono grandi e durevoli, tanto più solida e perfetta anche l’istituzione. Dimodoché, se ciascun cittadino non è nulla, non può nulla se non attraverso tutti gli altri, e se la forza acquisita dal tutto è uguale o superiore alla somma delle forze naturali di tutti gl’individui, si può dire che la legislazione è al vertice della perfezione che può raggiungere.
[J.J. Rousseau, Il Contratto Sociale, Libro II, Cap. VII]
Gl’impegni che ci legano al corpo sociale sono obbligatori solo in quanto reciproci, e la loro natura è tale che nell’osservarli non si può lavorare per altri senza lavorare in pari tempo per se stessi
[J.J. Rousseau, Il Contratto Sociale, Libro II, Cap. IV]
C’è una sola legge che per sua natura esiga un consenso unanime: è il patto sociale; infatti l’associazione civile è, fra tutti, l’atto volontario per eccellenza; essendo l’uomo nato libero e signore di se stesso, nessuno può, sotto nessun pretesto, assoggettarlo senza il suo consenso.
Se pertanto, al momento del patto sociale, ci sono degli oppositori, la loro opposizione non invalida il contratto, solo impedisce che essi vi siano inclusi; sono degli stranieri [vedi voce] in mezzo ai cittadini [vedi voce]. Quando lo Stato è costituito il consenso si esprime nel risiedervi; abitare il territorio significa sottomettersi alla sovranità. Al di fuori di questo contratto originario, la decisione della maggioranza obbliga sempre tutti gli altri; è una conseguenza del contratto stesso.
Il cittadino consente a tutte le leggi [vedi voce], anche a quelle che passano nonostante il suo voto contrario, anche a quelle che lo puniscono se egli osa violarne qualcuna. La volontà costante di tutti i membri dello Stato è la volontà generale [vedi voce]; è la volontà generale che li fa cittadini e liberi. Quando nell’assemblea del Popolo si propone una legge ciò che si chiede loro non è precisamente se approvano o no la proposta, ma se questa è, o no, conforme alla volontà generale che è la loro volontà; ciascuno, votando, dice il suo parere in proposito, e dal computo dei voti si ricava la dichiarazione della volontà generale.
[J.J. Rousseau, Il Contratto Sociale, Libro IV, Cap. II]
Solo la volontà generale può dirigere le forze dello Stato [vedi “sovranità popolare”] secondo il fine della sua istituzione, che è il bene comune [vedi “Repubblica”]; infatti, se è stato il costato degl’interessi privati a render necessaria l’istituzione della società, è stato l’accordo dei medesimi interessi a renderla possibile. Il legame sociale risulta da ciò che in questi interessi differenti c’è di comune, e, se non ci fosse qualche punto su cui tutti gl’interessi si accordano, la società non potrebbe esistere. 
[J.J. Rousseau, Il Contratto Sociale, Libro II, Cap. I]

Contrattualismo:

Contravvenzione (o delitto di terza specie): Azione contraria a ciò che ciascuno è obbligato dalle leggi di fare, o non fare, in vista del bene pubblico.
[Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene; cap. VIII]

Contributo (economia): Può essere di natura reale (vedi “imposta“) o personale (vedi “sussidio“).

Conscio (psicologia):

Consenso: [Gramsci]

Conventio ad excludendum: Espressione latina: intesa politica (ad es. tra Partiti) al fine di escludere una parte.

Convenzione (diritto internazionale): Nel diritto internazionale, il termine ha un significato specifico, distinto da quello generale di consuetudine o regola non scritta. Si riferisce a un insieme di regole o principi su un particolare argomento adottati da un organismo con un mandato più ampio (come le Nazioni Unite). Queste regole hanno solitamente la forza di un trattato tra i Paesi che le ratificano, ma non sono ritenute applicabili a tutti i membri dell’organizzazione che adotta la convenzione. Le più note sono le Convenzioni di Ginevra.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Cooperativa:

Cooperazione: La forma del lavoro di molte persone che lavorano l’una accanto all’altra e l’una assieme all’altra secondo un piano in uno stesso processo di produzione o in processi di produzione differenti ma connessi si chiama cooperazione.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro I, Sezione IV, Cap. 11]

Cordone sanitario [fr: cordon sanitaire] (geopolitica): Il cordone sanitario è una formazione geopolitica artificiale che serve a destabilizzare due grandi Stati confinanti che potrebbero formare un blocco [vedi voce], a sua volta pericoloso per una terza parte. Una mossa classica della strategia atlantista nella sua opposizione all’integrazione continentale dell’Eurasia.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Corpo politico: L’unione di coloro che detengono la sovranità e il potere di emanare ed eseguire regole, quindi l’unione di coloro che detengono il potere esecutivo e coloro che detengono il potere legislativo.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. I]

Corporativismo:

Corporazione (medioevo):

Corpus:

Coscienza [deu: Bewußtseins] (filosofia): Due cose si devono distinguere nella coscienza: in primo luogo il fatto di sapere qualcosa, in secondo luogo il che cosa, l’oggetto del nostro sapere. Nella coscienza di sé le due cose coincidono, poiché lo spirito sa se stesso, è l’attività di giudicare della propria natura e nel medesimo tempo è l’attività di pervenire a se stesso e così di prodursi, di fare di sé ciò che esso è in sé.
[Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia]

Coscienza comune (o coscienza collettiva): L’insieme delle credenze e dei sentimenti comuni ai membri medi di una società forma un sistema determinato dotato di vita propria.
[Durkheim]

Coscienza di classe (o coscienza sociale):

Coscienza nazionale: Senza Educazione Nazionale non esiste moralmente Nazione. La coscienza nazionale non può uscir che da quella.
[Giuseppe Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, Cap. IX]

Coscienza politica: La coscienza della necessità di una Rivoluzione, da parte della classe che forma la maggioranza di tutti i membri della società.
[Karl Marx, L’ideologia tedesca]
La coscienza politica di classe può essere portata all’operaio solo dall’esterno, cioè dall’esterno della lotta economica, dall’esterno della sfera dei rapporti tra operai e padroni. Il solo campo dal quale è possibile attingere questa coscienza è il campo dei rapporti di tutte le classi e di tutti gli strati della popolazione con lo Stato e con il governo, il campo dei rapporti reciproci di tutte le classi.
[Lenin, Che fare?]

Cosmismo [ru: космизм] (o Filosofia dell’opera comune, ru: Философия общего дела): Il pensiero cosmista include il ruolo attivo dell’uomo nell’evoluzione umana e cosmica; la creazione di nuove forme di vita, compreso un nuovo livello di umanità; l’estensione illimitata della longevità umana fino a uno stato di pratica immortalità; la resurrezione fisica dei morti; una seria ricerca scientifica su argomenti a lungo considerati adatti solo alla fantascienza, all’occulto e alla letteratura esoterica; l’esplorazione e la colonizzazione dell’intero cosmo; l’emergere nella nostra biosfera di una nuova sfera di pensiero umano chiamata “noosfera”; e altri “progetti” di vasta portata: Alcuni di questi potrebbero non sembrare più così importanti.
[George M. Young, I cosmisti russi, Cap. I]
Un tipo di rapporto con il mondo principalmente nuovo, che presenta un’impronta genetica distintiva. Questa è l’idea dell'”evoluzione attiva”, cioè la necessità di un nuovo stadio cosciente di sviluppo del mondo, quando l’umanità lo dirige su un percorso che la ragione e il sentimento morale determinano. L’uomo, per i pensatori “attivamente evolutivi” [cosmisti], è un essere in transizione, in fase di crescita, tutt’altro che completo, ma anche consapevolmente creativo, chiamato a superare non solo il mondo esterno ma anche la propria natura interiore.
[S.G. Semenova e A.G. Gačeva, Русский космизм: антология философской мысли]
Il cosmismo non solo sposta la prospettiva da una visione centrata sulla terra a una centrata sul cosmo, non solo sposta la nostra immagine di sé da abitante della terra a cittadino cosmico, ma sottolinea che l’umanità attuale non è il punto di arrivo dell’evoluzione, che oltre al suo lungo passato il processo evolutivo ha anche un lungo futuro e che l’umanità è ora in grado di dirigere e modellare la propria evoluzione futura e potenziale. L’evoluzione cosmica dipende quindi dall’azione umana per raggiungere il suo obiettivo, che è la perfezione o la completezza. Non agendo, o non agendo correttamente, l’umanità condanna il mondo alla catastrofe. Secondo il cosmismo, il mondo è in una fase di transizione dalla “biosfera” (la sfera della materia vivente) alla “noosfera” (la sfera della ragione). Durante questa fase, l’unificazione attiva e l’organizzazione dell’intera umanità in un unico organismo si dice che porterà a una “coscienza planetaria” superiore in grado di guidare l’ulteriore sviluppo in modo ragionevole ed etico… di cambiare e perfezionare l’universo, di superare la malattia e la morte e infine di far nascere una razza umana immortale.
[George M. Young, I cosmisti russi, Cap. I]
Fondatore e capostipite del cosmismo russo fu il filosofo Nikolaj Fëdorov. Egli ha statuito dinanzi alla specie umana i compiti del superamento della morte, della resurrezione di ogni essere umano che abbia mai vissuto, della regolazione della natura e dell’esplorazione dello spazio, della trasmutazione delle relazioni tra gli uomini sulla base dei principi di fratellanza e d’amore. Un tratto caratteristico del pensiero di Fëdorov fu dunque l’approccio dinamico alla trasformazione della realtà, il desiderio non di prevedere, ma di progettare il futuro, la cui trasformazione effettiva è quindi il compito designato per l’umanità, un progetto creativo che deve essere pensato e realizzato con la partecipazione attiva degli esseri umani. Questa impostazione ideologica è il marchio peculiare del cosmismo russo, che lo distingue dalle altre correnti filosofiche e scientifiche della modernità.
Nel periodo che seguì la morte di Fëdorov si svilupparono all’interno del cosmismo due rami principali: un orientamento scientifico-naturalista e uno filosofico-religioso.
[A. Gačeva, Il cosmismo: gli esponenti, le idee]

Cosmo [grc: κόσμος]:

Cosmopolitismo:

Costituzione:

Costo (economia):

Costo di produzione (o prezzo naturale): Prezzo naturale è semplicemente un altro nome del costo di produzione. Quando una merce è venduta a un prezzo che copre i salari del lavoro speso per produrla, che in più dà una rendita, e un profitto ai livelli correnti in quel momento, Adam Smith afferma che quella merce è al suo prezzo naturale.
[David Ricardo, Principi di economia politica, Capitolo II, Sezione VII]

Costo marginale (economia): Il costo di produzione di un’unità in più di qualcosa. Quando la produzione aumenta, il costo marginale della produzione di un articolo in più può essere significativamente inferiore al costo medio di produzione.
[The Economist, The A to Z of economics]

Costrutto sociale [deu: Geist, eng: Spook]: [Stirner]

Costruttivismo:

Costume (nazionale):

Creatività:

Credito (finanza): Termine generico per indicare l’estensione di prestiti a individui, aziende o organizzazioni. Il termine è anche usato più in generale per indicare l’ammontare totale del debito in un’economia, come in credit crunch e credit expansion. In senso più stretto, un credito è una somma aggiunta a un conto bancario, al contrario di un debito.
[The Economist, The A to Z of economics]

Crematistica:

Crimine:

Critica negativa:

Critica positiva:

Culto:

Cultura:

Cultura nazionale [deu: Kultur]:

Cultura proletaria: Contro l’egemonia borghese, occorre una cultura proletaria.
Questa non è qualcosa che sbuchi fuori da chissà dove, non è un’invenzione di coloro che se ne dicono specialisti. La cultura proletaria deve consistere nello sviluppo sistematico di tutto il sapere che l’umanità ha elaborato.
[Lenin, I compiti delle associazioni giovanili]

D

Dār al-islām (o dār al- ḥarb) [ar: da trovare]: Come l’intera umanità per l’Islam è divisa in fedeli e infedeli (e questi ultimi in pagani e ahl al-Kitāb, ossia miscredenti, kāfir), anche il mondo è diviso in territorio islamico, dār al-islām, dove prevale il potere musulmano e la legge islamica, e territorio di guerra, dār al- ḥarb inglobante tutto il resto. Quest’ultimo si intende come originariamente appartenente all’islam, ma caduto, in seguito, nelle mani dei non musulmani. Tra dār al-islām e dār al- ḥarb vige uno stato di guerra permanente, moralmente necessario, legalmente e religiosamente obbligatorio, fino al trionfo finale e inevitabile dell’Islam sulla miscredenza. Secondo i testi giuridici tale stato di guerra può essere sospeso, se necessario, da un armistizio o da una tregua di durata limitata; non può concludersi con una pace, ma solo con una vittoria finale.
Esistono poi i dār al-ṣulḥdār al-da‘wa o dār al-hiãra: zone intermedie, dette dar al-sulh, territorio di conciliazione, in cui autorità non musulmane accettano la predicazione dell’Islam (in questo caso si parla anche di dār al-da‘wa, territorio della missione). Infine, in epoca più recente, s’è cominciato a parlare di dār al-hiğra, territorio dell’emigrazione, un modo per indicare quei paesi non islamici in cui vivono popolazioni islamiche immigrate.
[Si può affermare che attualmente l’intero mondo islamico, ad esclusione di quello fondamentalista, consideri il “mondo pagano” o “infedele” come “territorio di conciliazione” e non più come “territorio di guerra”]
Oggi numerosi sono i gruppi fondamentalisti, nel mondo arabo, chiamati takfīriyya, che cioè utilizzano o attuano la pratica del takfīr ai danni dei loro rivali od oppositori e per giustificare la propria lotta armata e la propria interpretazione dell’Islam, [proclamando così di fatto lo stesso “territorio islamico” come “territorio di guerra”, o comunque “guerra civile”, non avendo portato a compimento la presunta islamizzazione del Paese].
[A. Chiovenda, E. Galoppini, L. Trombetta, Glossario ragionato dei termini islamici per Limes, Progetto Jihad, n1/2004]

Darwinismo sociale: La sua formulazione più famosa, «la sopravvivenza del più forte», fu coniata da un noto scrittore liberale, Herbert Spencer (1820-1903), al tempo redattore dell’”Economist”.

Dasein (filosofia e geopolitica): Punto più alto dell’esistenza.
[Katéchon]
Una forma esistenziale di comprendere il popolo, che si oppone alle teorie dei liberali, con la loro idea vuota e insignificante di individuo; alle teorie dei comunisti, basate su classi e collettività, non distante [secondo Dugin] da quello liberale poiché questo tipo di collettività è solo un agglomerato di atomi individuali; e, infine, alle teorie dei nazionalisti, che si rifanno al concetto di Stato nazionale, altra idea borghese antitetica all’impero e all’idea del sacro.
[Aleksander Dugin, Intervista da Scarabelli, 2018]

Debito:

Decostruttivismo:

Decreto: Frutto di una volontà particolare o un atto di magistratura.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. II]
Regole emanate da un corpo politico nel quale non tutti i membri di diritto vengono ammessi.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro IV, Cap. IV]

Default (economia): Quando un mutuatario non riesce a rimborsare un debito. I default diffusi sono problematici perché possono portare al collasso del sistema bancario.
[The Economist, The A to Z of economics]

Deflazione (economia): Caduta dei prezzi in un’intera economia. Gli anni di deflazione erano abbastanza comuni sotto il gold standard, quando i prezzi erano stabili nel lungo periodo, con alcuni anni di rialzo e altri di ribasso. Ma la deflazione tende a essere un problema nell’era moderna, poiché tende a essere associata alla diminuzione dei redditi nominali. Poiché i rimborsi del debito sono fissi in termini nominali, la deflazione porta spesso a una crisi, poiché i debitori faticano a rimborsare i loro prestiti. Da non confondere con la disinflazione [vedi voce].
[The Economist, The A to Z of economics]

Degenerazione: [Lukacs]

Delega:

Delibera:

Delitto: Si divide in delitto di prima specie [vedi “lesa maestà”], delitto di seconda specie [vedi “…”] e delitto di terza specie [vedi “contravvenzione”]

Democrazia: [Per Rousseau] Democrazia è quando i Cittadini, o almeno la maggioranza di essi, sono i magistrati stessi: dunque non solo il potere legislativo, sovrano, ma anche quello esecutivo è in mano alla maggioranza del Popolo.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. III]
[Per il marxismo] la democrazia è una forma dello Stato, una delle sue varietà. Essa è quindi, come ogni Stato, l’applicazione organizzata, sistematica, della costrizione agli uomini. Dall’altro lato, la democrazia è il riconoscimento formale dell’uguaglianza fra i cittadini, del diritto uguale per tutti di determinare la forma dello Stato e di amministrarlo. Ne deriva che, a un certo grado del suo sviluppo, la democrazia in primo luogo unisce contro il capitalismo la classe rivoluzionaria, il proletariato, e gli dà la possibilità di spezzare, di ridurre in frantumi, di far sparire dalla faccia della terra la macchina dello Stato borghese, l’esercito permanente, la polizia, la burocrazia, e di sostituirli con una macchina più democratica, ma che rimane tuttavia una macchina statale, costituita dalle masse operaie armate, e poi da tutto il popolo che partecipa alla milizia.
Qui la “quantità si trasforma in qualità”; arrivata a questo grado, il sistema democratico esce dal quadro della società borghese e comincia a svilupparsi verso il socialismo. Se tutti gli uomini partecipano realmente alla gestione dello Stato, il capitalismo non può più mantenersi. E lo sviluppo del capitalismo crea a sua volta le premesse necessarie a che “tutti” effettivamente possano partecipare alla gestione dello Stato.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. V, Parte 4]

Derivato (finanza): Attività finanziaria il cui valore “deriva” da qualcos’altro, come un indice di borsa o il prezzo di una merce. Ne sono un esempio i futures [vedi voce], le options e gli swap. I derivati sono spesso utilizzati per assicurarsi contro una variazione improvvisa del valore di una variabile chiave, come un forte aumento del prezzo del petrolio. Ma possono anche essere utilizzati per speculare sui movimenti dei prezzi, motivo per cui Warren Buffett li ha definiti “armi finanziarie di distruzione di massa”.
[The Economist, The A to Z of economics]

Derrata (economia):

Despota / Despotismo: Usurpazione del potere sovrano; despota è colui che si pone al disopra delle leggi stesse, violandole.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. X]

Despotismo illuminato:

Despotismo orientale (o despotismo asiatico, modo di produzione asiatico):

Destino manifesto [eng: Manifest Destiny]:

Determinazione [deu: Bestimmung]:

Deterrenza nucleare: L’idea che possedere armi nucleari dissuade gli altri Paesi dal lanciare attacchi nucleari.
Ciò avviene grazie al principio di “distruzione reciproca assicurata” (MAD), cioè l’idea che a un attacco nucleare da parte di una potenza nucleare contro un’altra si risponderà con una massiccia ritorsione, che si presume porterà alla loro reciproca distruzione. La MAD, se seguita alla lettera da Stati con capacità di ritorsione dopo essere stati attaccati, implica quindi che nessuna delle due parti abbia un incentivo ad attaccare l’altra o a disarmarsi.
Durante la Guerra Fredda, il gioco della deterrenza veniva giocato principalmente dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica [mentre oggi avviene tra le varie potenze e polarità].
[The Economist, The A to Z of international relations]

Dialettica (filosofia): La vita ci mostra, nella natura e nella società, che vestigia del passato sopravvivono nel presente.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. V, Parte 4]

Dialettica storica multilineare (o multilinearità dialettica):

Dialettica storica unilineare (o unilinearità dialettica): L’unilinearismo è stato un successivo fraintendimento compiuto delle due formazioni ideologiche “marxiste” posteriori della seconda e della terza internazionale.
[Costanzo Preve, Una nuova storia alternativa della filosofia, Cap. XXXIV]

Dialetto:

Dilemma della sicurezza (o spirale dell’insicurezza): [da trovare citazione Alessandro Orsini]
Situazione in cui le azioni di uno Stato volte ad aumentare la propria sicurezza, ad esempio spendendo di più per la difesa, sono percepite dagli altri Stati come minacciose. Ciò potrebbe indurli a rispondere aumentando anche la loro spesa, portando ad una spirale di insicurezza.
Un esempio è la Germania prima della prima guerra mondiale, i cui investimenti nelle forze terrestri e navali erano visti come una minaccia da Francia e Gran Bretagna.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Dilemma del prigioniero: Un esempio tratto dalla teoria dei giochi [vedi voce] in cui i giocatori non riescono a cooperare, anche se sarebbe nel loro interesse farlo.
Nelle relazioni internazionali, teoria utilizzata per spiegare perché la cooperazione spesso fallisce.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Dionisiaco:

Diplomazia: La pratica e la professione di gestire le relazioni internazionali, di solito da parte di rappresentanti all’estero. Un diplomatico inglese, Sir Henry Wootton, scrisse nel 1604 che “un ambasciatore è un gentiluomo onesto mandato a raccontare bugie all’estero per il bene del suo Paese”.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Diplomazia del debito [eng: Debt-trap diplomacy] (economia e politica internazionale): Si riferisce alla pratica da parte di un Paese creditore di offrire prestiti insostenibili a un Paese piccolo e povero con lo scopo di aumentare l’influenza politica del creditore quando il mutuatario non potrà più ripagare il suo debito.
[The Economist, The A to Z of international relations]
Esempio emblematico è la pratica del Fondo Monetario Internazionale (FMI) trainato dagli Stati Uniti, con i debiti concessi ai Paesi africani ed il “Terzo mondo” [vedi voce] in generale, o i Paesi sotto il Franco CFA.
I BRICS, formati da cinque Paesi ex-emergenti anti-occidentali, hanno posto a tutti i Paesi sottosviluppati un’alternativa al FMI.

Direttiva:

Diritti dell’umanità (o diritti dei popoli) [deu: Volksrechte]: Da formulare [Fidel Castro, Discorso alla XXXIV Assemblea generale delle Nazioni Unite, 12 ottobre 1979]
Contrapposti alla teoria liberale dei “diritti umani” [vedi voce]. Secondo la concezione [di Carl Schmitt], ogni popolo ha il diritto alla sovranità culturale, a preservare la propria identità spirituale, storica e politica.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di Geopolitica, 8.1]

Diritti umani [eng: Human rights]:

Diritto:

Diritto germanico [lat: Leges barbarorum]:

Diritto romano:

Diritto romano-germanico (o diritto continentale) [eng: Civil law]:

Disgregazione [deu: Zersetzung]:

Disindividualizzazione [deu: Entselbstung]:

Disinflazione (economia): Situazione in cui i prezzi in tutta l’economia aumentano, ma più lentamente di prima, ad esempio una diminuzione del tasso di inflazione annuale dal 10% al 5%. Da non confondere con la deflazione [vedi voce].
[The Economist, The A to Z of economics]

Distruzione creativa (economia): Un concetto sviluppato da Joseph Schumpeter per spiegare l’innovazione economica. Le vecchie aziende inefficienti devono uscire dal mercato [cioè fallire, finire in bancarotta] per liberare capitale e lavoratori, in modo che possano essere utilizzati in modi nuovi e più innovativi.
[The Economist, The A to Z of economics]

Dittatore / Dittatura: Potere assoluto in mano ad una o più persone, in via straordinaria o temporanea.
I dittatori hanno solo il tempo di provvedere alle necessità che li hanno fatti eleggere.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro IV, Cap. VI]
Per il pensiero marxista dittatura non significa niente altro che un potere non limitato da nulla, non ostacolato da nessuna legge, da nessuna regola di nessun genere, poggiante direttamente sulla violenza. Dittatura significa un potere illimitato, che [nell’esecuzione] si appoggia sulla forza e non sulla legge. Durante la guerra civile ogni potere vittorioso non può essere che una dittatura.
[Lenin, Per la storia della questione della dittatura, ottobre 1920]
Dittatura non significa soltanto violenza, benché la dittatura sia impossibile senza violenza; essa significa anche un’organizzazione del lavoro più elevata dell’organizzazione preesistente.
[Lenin, Come si inganna il popolo, giugno 1919]

Dittatura del proletariato: Fase di transizione dal capitalismo al comunismo in cui il proletariato si serve della sua supremazia politica per strappare alla borghesia, a poco a poco, tutto il capitale, per accentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, vale a dire del proletariato stesso organizzato come classe dominante, e per aumentare con la massima rapidità possibile, la massa delle forze produttive.
[K. Marx e F. Engels, Il Manifesto del Partito Comunista, Cap. II]
La sua essenza fondamentale sta nel grado di organizzazione e di disciplina del reparto avanzato dei lavoratori, della loro avanguardia, del loro unico dirigente, il proletariato. Il suo scopo è di creare il comunismo, di eliminare la divisione della società in classi, di fare di tutti i membri della società dei lavoratori, di togliere la base a ogni sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo. Questo scopo non può essere raggiunto di colpo; esso esige un periodo abbastanza lungo di transizione dal capitalismo al comunismo, perché la riorganizzazione della produzione è cosa difficile, perché occorre del tempo per operare delle trasformazioni radicali in tutti i campi della vita, perché la forza enorme dei costumi economici piccolo-borghesi e borghesi può essere superata soltanto attraverso una lotta lunga e accanita. Ed è per questo che anche Marx parla di tutto un periodo di dittatura del proletariato, come periodo di transizione dal capitalismo al comunismo.
[Lenin, Saluto agli operai ungheresi (maggio 1919)]
La dittatura del proletariato è la forma particolare dell’alleanza di classe tra il proletariato, avanguardia dei lavoratori, e i numerosi strati non proletari di lavoratori (piccola borghesia, piccoli proprietari, contadini, intellettuali, ecc.), o la maggioranza di essi, alleanza diretta contro il capitale, alleanza che ha per scopo il rovesciamento completo del capitale, lo schiacciamento completo della resistenza della borghesia e dei suoi tentativi di restaurazione, alleanza che ha per scopo l’instaurazione e il consolidamento definitivi del socialismo. Essa è un’alleanza di un tipo particolare, che viene conclusa in una situazione particolare, in una situazione di guerra civile accanita, è l’alleanza dei partigiani risoluti del socialismo con i suoi alleati esitanti, qualche volta “neutrali” (allora, invece di un’intesa per la lotta, l’alleanza diviene un’intesa per la neutralità), è un’alleanza tra classi che differiscono economicamente, politicamente, socialmente e spiritualmente.
[Lenin, Prefazione del discorso Come si inganna il popolo (giugno 1919)]
La dittatura del proletariato non è soltanto violenza contro gli sfruttatori e neppure è principalmente violenza. Base economica di questa violenza rivoluzionaria, garanzia della sua vitalità e del suo successo, è il fatto che il proletariato rappresenta e realizza un tipo più alto, rispetto al capitalismo, di organizzazione sociale del lavoro. Questa è la sostanza, qui sta la sorgente della forza e la garanzia della ineluttabile vittoria completa del comunismo.
[Lenin, La grande iniziativa (luglio 1919)]
Da qui tre lati fondamentali della dittatura del proletariato: 1. Utilizzazione del potere del proletariato per schiacciare gli sfruttatori, per difendere il paese, per consolidare i legami con i proletari degli altri paesi, per sviluppare la rivoluzione e assicurarne il trionfo in tutto il mondo; 2. Utilizzazione del potere del proletariato per staccare definitivamente dalla borghesia le masse lavoratrici e sfruttate, per consolidare l’alleanza del proletariato con queste masse, per attrarre queste masse all’edificazione del socialismo, per assicurare la direzione di queste masse da parte del proletariato al potere; 3. Utilizzazione del potere del proletariato per organizzare il socialismo, per abolire le classi, per passare a una società senza classi, a una società comunista. La dittatura del proletariato è l’insieme di questi tre lati. Nessuno di questi lati può essere presentato come tratto caratteristico unico della dittatura del proletariato, e viceversa basta l’assenza di uno solo di questcaratteri perché, in un paese circondato dal capitalismo, la dittatura del proletariato cessi di essere dittatura.
[Iosif Stalin, Questioni del Leninismo, Cap. IV]
La dittatura del proletariato non è la fine della lotta di classe, ma è la continuazione di essa in forme nuove. La dittatura del proletariato è la lotta di classe del proletariato che ha vinto e ha preso nelle sue mani il potere politico, contro la borghesia sconfitta, ma non distrutta, ma non scomparsa, che continua a resistere e intensifica la propria resistenza
[Lenin, Prefazione all’edizione del discorso Come si inganna il popolo (giugno 1919)]
Lo Stato si estingue nella misura in cui non ci sono più capitalisti, non ci sono più e quindi non è più possibile reprimere alcuna classe.[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. V, Parte 3]

Dividendo (economia): Pagamento regolare effettuato da una società ai suoi azionisti. Il pagamento proviene dagli utili della società. Di solito le società cercano di aumentare i dividendi nel tempo; quando li tagliano, è un segno di difficoltà.
[The Economist, The A to Z of economics]

Dividi et impera: Espressione latina che vuol dire “crea divisioni e comanda”, è una delle espressioni latine più usate nel linguaggio politico. Indica il
comportamento del leader o della potenza che trarrebbe vantaggio dalle spaccature e dai contrasti, da esso stesso alimentati, non solo fra i nemici ma anche fra coloro che stanno dalla sua parte, allo scopo di mantenere più facilmente il controllo della situazione.

Divieto:

Divino-umanità [ru: богочеловечество]: https://ru.m.wikipedia.org/wiki/%D0%91%D0%BE%D0%B3%D0%BE%D1%87%D0%B5%D0%BB%D0%BE%D0%B2%D0%B5%D1%87%D0%B5%D1%81%D1%82%D0%B2%D0%BE

Divisione del lavoro: In senso capitalistico la divisione del lavoro indica la necessità del capitalismo nel dividere il lavoro particolare che produce una determinata merce, in una somma di semplici operazioni, combinate e ripartite fra operai differenti.
Presuppone la divisione del lavoro entro la società, al di fuori dell’officina, come divisione delle professioni.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro I, Sezione IV, Cap. 12]
Poiché separa operazioni prima appartenenti alla stessa categoria in altre indipendenti l’una dall’altra, accresce e differenzia i lavori preparatori indirettamente richiesti da esse, e infine, con l’accrescimento della produzione, della popolazione, la messa in libertà di capitale e di lavoro, crea nuovi bisogni e nuove maniere di soddisfarli.
[Karl Marx, Storia delle teorie economiche, Parte III]
La divisione del lavoro sviluppa la forza produttiva sociale del lavoro o la forza produttiva del lavoro sociale, ma a spese della capacità produttiva generale dell’operaio. E quell’aumento della forza produttiva sociale gli si contrappone quindi come aumentata forza produttiva non del suo lavoro, ma della potenza che lo domina, del capitale.
[Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844]
Uno dei principi fondamentali dell’economia [capitalista e di mercato], descritto da Adam Smith ne “La ricchezza delle nazioni”. Il lavoro può essere svolto in modo più efficiente se viene suddiviso in compiti distinti. È anche più efficiente per gli individui concentrarsi sul proprio lavoro e utilizzare il proprio salario per acquistare beni e servizi, piuttosto che tentare di coltivare il proprio cibo o di produrre i propri dispositivi elettrici.
[The Economist, The A to Z of economics]

Domanda aggregata: Il flusso di spesa, in tutta l’economia, per beni e servizi. La domanda può diminuire anche se il reddito e la ricchezza delle persone rimangono invariati, se queste decidono di risparmiare piuttosto che spendere.
[The Economist, The A to Z of economics]

Dominio:

Dominions:

Dominus: [Arrighi?]

Dōng Shèng [zh: 東聖]: oriente sacro

Dottrina:

Dovere:

Dualismo (filosofia):

Dualismo geopolitico: E’ un principio fondamentale della geopolitica, che afferma l’opposizione tra talassocrazia e tellurocrazia come motore del processo storico.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Duce:

Dumping (economia): Vendere qualcosa a un prezzo inferiore al costo di produzione. Questa pratica può essere adottata da un fornitore dominante in un settore nella speranza di estromettere i concorrenti dal mercato. Più comunemente, i Paesi sostengono che i produttori di altre nazioni stiano facendo “dumping” e guadagnando quote di mercato; questo può essere usato come scusa per adottare misure protezionistiche come le tariffe [vedi voce].
[The Economist, The A to Z of economics]

E

Economia [deu: Wirtschaftswissenschaft]:

Economia classica: La scuola di pensiero dominante tra la fine del XVIII e il XIX secolo, sviluppata da Adam Smith e David Ricardo. Si concentrava in gran parte sulla natura autocorrettiva delle economie se lasciate in pace dai governi [vedi “mano invisibile del mercato”] e quindi sosteneva un approccio laissez faire [vedi voce] e, grazie anche alla teoria del vantaggio comparato, sviluppata da Ricardo, una fede nel libero scambio.
[The Economist, The A to Z of economics]

Economia finanziaria:

Economia materiale: Dominata dal valore d’uso; tutti producono per i propri bisogni [da vedere Braudel], opposto al mercato (prodotto dal surplus, nasce il valore di scambio)

Economia politica:

Economia reale:

Economicismo:

Ecumenismo / Ecumenico:

Editto:

Edonismo: Dal greco ἡδονή (edon), cioè “piacere” [vedi voce].

Egemonia: Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè, la classe che è la potenza materiale dominante della società è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante. La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicché ad essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale.
[Karl Marx, Ideologia tedesca]
In quanto dominano come classe e determinano l’intero ambito di un’epoca storica, è evidente che essi lo fanno in tutta la loro estensione, e quindi fra l’altro dominano anche come pensanti, come produttori di idee che regolano la produzione e la distribuzione delle idee del loro tempo; è dunque evidente che le loro idee sono le idee dominanti dell’epoca.
[Karl Marx, Ideologia tedesca]
Il contenuto dell’egemonia politica del nuovo gruppo sociale che ha fondato il nuovo tipo di Stato deve essere prevalentemente di ordine economico: si tratta di riorganizzare la struttura e i rapporti reali tra gli uomini e il mondo economico o della produzione.
[Antonio Gramsci, Quaderni del Carcere]
Lo stesso principio e la medesima dinamica si applicano nella politica internazionale. L’egemonia è il dominio di un Paese su altri Paesi. Il potere egemonico implica che nessun altro Stato o Stati può competere seriamente con l’egemone. Gli Stati Uniti hanno avuto un potere egemonico dopo il crollo dell’Unione Sovietica [vedi “unipolarismo”], ma potrebbero non averlo più in seguito all’ascesa della Cina [e dei restanti BRICS] [vedi “multipolarismo”].
[The Economist, The A to Z of international relations]
Dal greco hegemon, cioè “leader”.

Egoismo: Dal latino ego, cioè “io”.

Eguaglianza: Riguardo all’eguaglianza, non bisogna intendere la parola come se significasse che i gradi di potere e di ricchezza devono essere esattamente gli stessi, ma, quanto al potere, nel senso che esso non deve giungere a nessuna violenza e deve sempre esercitarsi sulla sola base del grado e delle leggi [vedi voce]; quanto alla ricchezza, che nessun cittadino deve essere abbastanza ricco da poterne comprare un altro, e nessuno tanto povero da esser costretto a vendersi.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. XI]

Eidos [grc: εἶδος]:

Eleggere / Elezione:

Elettoralismo: È lo strumento istituzionale per giungere a decisioni politiche, in base al quale singoli individui ottengono il potere di decidere attraverso una competizione che ha per oggetto il voto popolare.
[J.A. Schumpter, Capitalismo, socialismo e democrazia]

Elitismo: [Teoria secondo cui] in tutte le società, a cominciare da quelle più mediocremente sviluppate e che sono arrivate appena ai primordi della civiltà, fino alle più colte e più forti, esistono due classi di persone, quella dei governanti e l’altra dei governati. La prima, che è sempre la meno numerosa, adempie a tutte le funzioni politiche, monopolizza il potere e gode i vantaggi che ad esso sono uniti; mentre la seconda, più numerosa, è diretta e regolata dalla prima in modo più o meno legale, ovvero più o meno arbitrario e violento, e ad essa fornisce, almeno apparentemente, i mezzi materiali di sussistenza e quelli che all’utilità dell’organismo politico sono necessari.
[Gaetano Mosca, Elementi di scienza politica]

Empiriocriticismo:

Empirismo:

Enclosures: In inglese letteralmente “recinzioni”.

Epicureismo:

Epistemologia:

Equilibrio:

Equità: Disposizione a cedere i propri diritti e i propri interessi; misura nelle relazioni; giusto atteggiamento dell’anima razionale per ciò che concerne il bene e il male.
[Platone, Definizioni]

Ermeneutica

Eros [grc: Eρως] (filosofia):

Eros [grc: Eρως] (psicologia e psicanalisi):

Esegesi (o interpretazione critica) [grc: ἐξήγησις, deu: Deutung]:

Esercito permanente:

Esercito popolare:

nat(filosofia):

Esternalità (economia): Un’esternalità è un costo o un beneficio per una terza parte come risultato delle azioni di qualcun altro. Le esternalità si trovano al di fuori del sistema di mercato. L’aria inquinata, causata dalle emissioni di un impianto chimico, è un’esternalità negativa. Un esempio comune di esternalità positiva, riportato nei libri di testo, riguarda gli alveari vicini a un frutteto: il nettare nutre le api, che a loro volta impollinano gli alberi.
[The Economist, The A to Z of economics]

Estetica:

Estinzione: Esprime al tempo stesso la gradualità del processo e la sua spontaneità.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. V, Parte 2]

Eterno ritorno dell’uguale [deu: Ewige Wiederkunft des Gleichen] (filosofia):

Ethnos [έθνος]:

Etica:

Etnia:

Etnogenesi:

Etno-Stato (o Stato etnico):

Etologia:

Eudemonismo [grc: εὐδαιμονισμός]: Dal greco εὐδαιμονισμός (eudaimonismòs), da εὐδαιμονία (eudaimonìa), composto di “bene” (εὖ èu) e “spirito guida” o “sorte” (δαίμων dàimōn), termine associabile anche a “essere divino”, “genio”, o “coscienza”. In senso lato Eudemonia vuol dire “essere in compagnia di un buono spirito”.

Eurasia:

Eurasiatismo / eurasiatista: L’eurasiatismo è un concetto geopolitico complesso; combina: un settore storicamente orientale della civiltà umana, un blocco strategicamente rilevante o potenziale di Stati e nazioni che rifiutano di riconoscere l’imperativo dell’ideologia liberaldemocratica, un’alleanza strategicamente rilevante o potenziale di Paesi orientali “tellurici” [vedi “talassocrazia” e “continentalismo”] in un’alleanza militare, un orientamento sociale verso l'”ideocrazia” [vedi voce], uno Stato sociale, un sistema economico non capitalista.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Eurocentrismo:

Eurocomunismo:

Europa: “Europa” è un’entità geopolitica continentale basata su un insieme etnico di origine indoeuropea e con radici culturali comuni. È una nozione tradizionale. Diverso da “Occidente” [vedi voce].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 5.1]

Evoluzione: L’evoluzione è un’integrazione di materia e una concomitante dissipazione di movimento; durante la quale la materia passa da una omogeneità indefinita e incoerente ad una eterogeneità definita e coerente; mentre il moto ritenuto subisce una trasformazione parallela.
[Harbert Spencer, Primi principi, § 45]
Dal latino evolutio, evolutionis, cioè “lo svolgere”.

Excusatio non petita, fit accusatio manifesta: In latino letteralmente “aavanzare giustificazioni non richieste equivale ad (auto)accusarsi chiaramente”.

F

Fabianesimo:

Falangismo: Forma di fascismo caratterizzata da una presa di posizione passiva ed isolazionista nel confronto dei conflitti internazionali. Conserva tuttavia le tendenze colonialistiche ed imperialistiche verso i Paesi sottosviluppati.

Falansterio:

Famiglia: La Famiglia è la più antica di tutte le società e la sola naturale; anche se i figli restano legati al padre [genitore] solo finché hanno bisogno di lui per la propria conservazione. Appena questo bisogno cessa, il legame naturale si scioglie. Dispensati i figli dall’obbedienza che dovevano al padre, dispensato il padre dalle cure che doveva ai figli, tutti ugualmente tornano all’indipendenza. Se continuano a restare uniti, non è più naturalmente, ma volontariamente, e la famiglia stessa si mantiene solo per convenzione. Questa libertà comune è una conseguenza della natura dell’Uomo. La sua prima legge impone di vegliare alla propria conservazione, le prime cure sono quelle che deve a se stesso, e, appena giunto all’età della ragione, essendo unico giudice dei mezzi appropriati alla sua conservazione, diviene così il padrone di se stesso.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. II]
Dal latino familia, familiæ, cioè “complesso degli schiavi”, famuli, che appartengono ad uno schiavista, il dominus.

Famiglia consanguinea o corporale [deu: Leiblich] (antropologia): Primo stadio [storico] della famiglia. Qui i gruppi matrimoniali sono separati per generazioni. Tutti i nonni e le nonne nell’ambito della famiglia sono, tutti insieme tra loro, marito e moglie e così i loro figli, cioè i padri e le madri, come anche i figli di costoro formeranno alla loro volta una terza cerchia di coniugi comuni e i figli di costoro, pronipoti dei primi, ne formeranno una quarta. In questa forma familiare quindi, solo ascendenti e discendenti, padri e figli, sono esclusi dai diritti, così come dai doveri (diremmo noi), del matrimonio tra loro. Fratelli e sorelle, cugini e cugine di primo, secondo e più largo grado, sono tutti, tra loro, fratelli e sorelle e, appunto perciò, tutti marito e moglie l’uno dell’altra. Il rapporto tra fratello e sorella include, in questo stadio, il vicendevole commercio sessuale. La forma tipica di una tale famiglia consisterebbe nella discendenza di una coppia, i cui discendenti di ogni singolo grado sono, a loro volta, fratelli e sorelle tra loro e per questo appunto marito e moglie.
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. II]

Famiglia di coppia [deu: Paarungsehe; eng: Pairing family] (antropologia): 
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. II]

Famiglia punalua (antropologia): Si compì a poco a poco [dalla famiglia consanguinea; vedi voce], cominciando verosimilmente con l’esclusione dal commercio sessuale di fratelli e sorelle carnali (cioè per parte di madre), esclusione che si ebbe, dapprima, in singoli casi, che divenne a poco a poco regolare (nelle Hawai in questo secolo [XIX] si trovavano ancora delle eccezioni) e terminò con la proibizione del matrimonio anche tra fratelli e sorelle di ramo collaterale, cioè, secondo la terminologia, fra figli, nipoti e pronipoti di fratelli e sorelle.
E quanto fortemente fosse sentito l’effetto di questo progresso, lo dimostra l’istituzione della gens [vedi voce], istituzione sorta direttamente da esso, e che si spinse molto al di là del fine che si prefiggeva.
Ogni famiglia primitiva doveva scindersi, al più tardi dopo un paio di generazioni. La primitiva amministrazione collettiva comunistica, che dominò senza eccezioni fino al cuore della barbarie media, determinava una estensione massima della comunità familiare, mutevole secondo le condizioni, ma abbastanza precisa in ogni località. Appena nacque l’idea della sconvenienza del commercio sessuale tra figli della stessa madre, essa dovette far sentire la sua influenza in tali scissioni di antiche comunità domestiche e nella fondazione di nuove comunità domestiche (che però non coincidevano necessariamente con il gruppo familiare).
Una o più serie di sorelle costituirono il nucleo delle une, i loro fratelli carnali costituirono il nucleo delle altre. Più o meno così venne fuori dalla famiglia consanguinea la forma che Morgan ha chiamato famiglia punalua. Secondo il costume hawaiano, un numero di sorelle carnali o più lontane (cioè cugine di primo, secondo o più lontano grado) erano le mogli comuni dei loro comuni mariti dai quali però erano esclusi i propri fratelli. Questi mariti non si chiamavano più fratelli, anche perché essi non ne sentivano più la necessità, ma punalua, cioè compagno intimo, per così dire associé. Ugualmente, una serie di fratelli carnali o più lontani avevano in matrimonio comune un numero di donne non loro sorelle, che si chiamavano tra loro punalua
Direttamente dalla famiglia punalua sembra essere venuta fuori, nella stragrande maggioranza dei casi, l’istituzione della gens. In verità ce ne offre un punto di partenza anche il sistema di classi australiano. Gli australiani hanno gentes ma non ancora la famiglia punalua; bensí una forma più rozza del matrimonio di gruppo.
In tutte le forme di famiglia di gruppo è incerto chi sia il padre di un bambino, è certo però chi ne è la madre. Anche se costei chiama tutti i bambini di tutta la famiglia suoi figli, e ha verso di loro doveri di madre, essa tuttavia riconosce sempre i suoi propri figli carnali dagli altri. È quindi chiaro che, fino a quando sussiste il matrimonio di gruppo, solo la discendenza per parte di madre può essere indicata, e quindi solo la linea femminile è riconosciuta.
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. II]

Fascismo (o terza via): Centralizzazione del potere in mano alla borghesia, unita in funzione anti-proletaria ed anti-socialista. Mistificazione ed esaltazione della Nazione, della cultura nazionale in termini sciovinistici, attua a legittimare politiche colonialistiche ed imperialistiche, oltre ad evitare che le masse oppresse sviluppino coscienza di classe, così da poter sopprimere ogni istanza rivoluzionaria. Discriminazone e incitazione all’odio verso parti della popolazione che non risultano produttive, in modo tale da indirizzare maliziosamente il malcontento popolare. Messa a bando e scioglimento delle associazioni sociali, ed eliminazione fisica degli individui che cercano di delegittimare il regime.
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Il fascismo non è una forma di potere statale che sia “al di sopra di tutte e due le classi, del proletariato e della borghesia”, il fascismo è il potere dello stesso capitale finanziario… non è l’ordinaria sostituzione di un governo borghese con un altro, ma è il cambiamento di una forma statale del dominio di classe della borghesia la democrazia borghese con un’altra sua forma, con la dittatura terroristica aperta degli elementi più reazionari, più sciovinisti e più imperialisti del capitale finanziario.
[Georgi Dimitrov, Rapporto al VII Congresso]
Penetrazione del capitale finanziario in tutta la vita economica del paese per tentar di ridurre le contraddizioni interne che facevano ostacolo ad una rapida stabilizzazione; diminuzione feroce dei salari; sfruttamento odioso dei consumatori; tassazione inaudita dei produttori piccolo-borghesi.
[Palmiro Togliatti, A proposito del fascismo]
Né individui fuori dello Stato, né gruppi (partiti politici, associazioni, sindacati, classi). Il fascismo è contro il socialismo in quanto “irrigidisce il movimento storico nella lotta di classe” e ignora “l’unità statale che le classi fonde in una sola realtà economica e morale”. È perciò per natura un sistema che si proclama totalitario.
[B. Mussolini ed E. Gentile, Origini e dottrina del fascismo, Idee fondamentali, VIII]
Il fascismo nega che la maggioranza possa dirigere le società umane; nega che questo numero possa governare attraverso una consultazione periodica; afferma la disuguaglianza degli uomini che non si possono livellare attraverso il suffragio universale.
[B. Mussolini ed E. Gentile, Origini e dottrina del fascismo, Dottrina politica e sociale, VI]
Il fascismo respinge nella democrazia l’egualitarismo politico e “il mito della felicità e del progresso indefinito”.
[B. Mussolini ed E. Gentile, Origini e dottrina del fascismo, Dottrina politica e sociale, VII]
Lo Stato è al di sopra di tutto e tutti; secondo la dottrina fascista è addirittura la Nazione ad esser creata dallo Stato, e non il contrario. Il nazionalismo è dunque funzionale all’idolatria dello Stato.
[B. Mussolini ed E. Gentile, Origini e dottrina del fascismo, Idee fondamentali, X]
Caposaldo della dottrina fascista è la concezione dello Stato. Per il fascismo lo Stato è un assoluto, davanti al quale individui e gruppi sono il relativo. Individui e gruppi sono “pensabili” in quanto siano nello Stato.
[B. Mussolini ed E. Gentile, Origini e dottrina del fascismo, Dottrina politica e sociale, X]
A riguardo dell’economia il fascismo è dichiaratamente antisocialista. È fondamentale la restituzione alle mani dei privati i servizi pubblici. Lo Stato etico fascista non è lo Stato monopolista, ma quello che riduca le sue funzioni allo stretto necessario. Il fascismo è contro lo Stato economico.
[Benito Mussolini, Discorso all’augusteo, 7 novembre 1921]
Il problema finanziario fondamentale per il fascismo trova la sua soluzione nel pareggio del bilancio statale.
[Benito Mussolini, Discorso del bivacco, 16 novembre 1922]
Economia in netta continuità con la tradizione liberale classica della marca più autentica e pura
[Einaudi, Corriere da trovare]
Il fascismo, per quanto riguarda l’avvenire e lo sviluppo dell’umanità, non crede alla possibilità né all’utilità della pace perpetua.
Solo la guerra porta al massimo di tensione tutte le energie umane e “imprime un sigillo di nobiltà ai popoli che hanno la virtù di affrontarla”.
[B. Mussolini ed E. Gentile, Origini e dottrina del fascismo, Dottrina politica e sociale, III]
Lo Stato fascista è una “volontà di potenza” [vedi la voce] e d’imperio. Nella dottrina del fascismo l’impero non è soltanto un’espressione territoriale o militare o mercantile, ma spirituale o morale. Si può pensare a un impero, cioè a una nazione che direttamente o indirettamente guida altre nazioni, senza bisogno di conquistare un solo chilometro quadrato di territorio. Per il fascismo la tendenza all’impero, cioè all’espansione delle nazioni, è una manifestazione di vitalità; il suo contrario è un segno di decadenza: popoli che sorgono o risorgono sono imperialisti, popoli che muoiono sono rinunciatari.
[B. Mussolini ed E. Gentile, Origini e dottrina del fascismo, Dottrina politica e sociale, XIII]
Dal latino fàscis, cioè “fascio”, “consolato”.

Fase di transizione: Tra la società capitalistica e la società comunista [fase inferiore, quindi socialismo [vedi voce]] vi è il periodo della trasformazione rivoluzionaria dell’una nell’altra. Ad esso corrisponde anche un periodo politico di transizione, il cui Stato [secondo il marxismo] non può essere altro che la dittatura rivoluzionaria del proletariato. [Vedi anche “dittatura del proletariato”]
[Karl Marx, Critica del Programma di Gotha, Parte IV]
[Durante la fase di transizione, servendosi della dittatura,] il proletariato si serve della sua supremazia politica per strappare alla borghesia, a poco a poco, tutto il capitale, per accentrare tutti gli strumenti di produzione nelle mani dello Stato, vale a dire del proletariato stesso organizzato come classe dominante, e per aumentare con la massima rapidità possibile, la massa delle forze produttive.
[K. Marx e F. Engels, Il Manifesto del Partito Comunista, Cap. II]

Federazione (antropologia):

Federazione (antropologia): È l’unione politica e organizzata di più tribù [vedi voce].
[Katéchon]
Alleanze tra tribù imparentate si stringevano qua e là per necessità momentanee, e cessavano però con queste. In singole regioni, tuttavia, tribù originariamente imparentate erano passate di nuovo, da uno stato di frazionamento, a riunirsi in federazioni stabili, facendo così il primo passo verso la formazione di Nazioni [vedi voce].
[Caratteristiche delle federazioni sono:]
1. [È] fondata sulla perfetta eguaglianza e autonomia in tutti gli affari interni della tribù.
2-4. L’organo della federazione era un consiglio federale composto dai [numerosi capi politici tribali], tutti eguali per rango e autorità; questo consiglio prendeva le deliberazioni finali in tutti gli affari della federazione.
5. Ogni decisione del consiglio federale doveva essere presa all’unanimità.
6. La votazione avveniva per tribù, cosicché ogni deliberazione per essere valida doveva essere approvata da ogni tribù, e in ogni tribù da tutti i membri del consiglio.
7. Ognuno dei cinque consigli di tribù poteva convocare il consiglio federale, ma questo non poteva autoconvocarsi.
8. Le sedute si svolgevano in presenza del popolo adunato ed ogni lrochese poteva prendere la parola; solo il consiglio deliberava.
9. La federazione non aveva nessun dirigente personale, o capo del potere esecutivo.
10. Invece essa aveva due capi militari supremi con eguali competenze ed eguale potere (i due “re” degli Spartani e i due consoli di Roma).
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. III]

Federazione (struttura organizzativa): Federazione, dal latino foedus, genitivo foederis, vale a dire fatto, contratto, trattato, convenzione, alleanza ecc., è una convenzione in virtù della quale uno o più capi di famiglia, uno o più Comuni, uno o più gruppi di Comuni e Stati si obbligano reciprocamente e su un piede d’uguaglianza gli uni verso gli altri; per uno o più scopi particolari, che diventano da quel momento particolare ed esclusiva incombenza dei delegati della Federazione.
[Pierre-Joseph Proudhon, Del principio federativo, Cap. VII]
Un contratto sinallagmatico [bilaterale] e commutativo, stipulato per uno o più oggetti determinati, ma la cui condizione essenziale è che i contraenti si riservino sempre una parte di sovranità e di azione superiore a quella a cui rinunciano.
[Pierre-Joseph Proudhon, Del principio federativo, Cap. VIII]
Nella federazione, la centralizzazione è limitata a certi oggetti speciali sottratti alla sovranità cantonale [vedi “cantone”] e che si presume debbano poi ritornarvici, per cui essa è parziale; nel governo unitario, al contrario, la centralizzazione si estende a tutto, è universale, e [secondo Proudhon] non restituisce mai niente.
[Pierre-Joseph Proudhon, Del principio federativo, Cap. X]

Femminismo: Distinto dal “neofemminismo” [vedi voce]

Feticcio:

Feudalesimo europeo: Dal latino medievale feudum o feodum, cioè “feudo”, terra concessa da un sovrano o un gran signore ad un vassallo a condizione di determinate condizioni, giuramenti di fedeltà, e servizi.

Feudalesimo orientale:

Filosofia: Brama di conoscere gli esseri eterni; stato in cui s’indaga la verità, in quanto verità; sollecitudine dell’anima sostenuta dalla retta ragione.
[Platone, Definizioni]

Filosofia della Natura [deu: da trovare]: Applicazione della schematizzazione generale del mondo, cioè le categorie logiche, alla natura.
[Friedrich Engels, Antidühring, I Sezione, Cap. III]

Filosofia dello Spirito [deu: Geisteswissenschaften]: Applicazione della schematizzazione generale del mondo, cioè le categorie logiche, al regno dell’uomo.
[Friedrich Engels, Antidühring, I Sezione, Cap. III]

Fine della Storia: Termine coniato da Fukuyama. La tesi mondialista secondo cui [con il crollo dell’URSS] la vittoria totale della talassocrazia e del modello liberal-democratico in tutto il pianeta [sia la fine della Storia umana]. [Vedi anche “mondialismo”]
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Finestra di Overton:

Fisco:

Fisica:

Fondo speculativo [eng: Hedge funds] (finanza): Veicolo di investimento che attiran denaro da istituzioni (come dotazioni e fondi pensione) e da individui facoltosi. Seguono un’ampia gamma di strategie, spesso utilizzando la leva finanziaria e andando short (scommettendo sul calo dei prezzi). Oltre a una commissione di gestione annuale, applicano una commissione di performance; i singoli gestori di hedge fund possono diventare molto ricchi.
[The Economist, The A to Z of economics]

Fordismo:

Forma di governo: Si chiamano forme di governo i modi in cui si distribuisce e si esercita il Potere. Queste forme sono in rapporto col principio, la formazione e la legge d’ogni regime.
[Pierre-Joseph Proudhon, Del principio federativo, Cap. III]

Fornitura congiunta (economia): Quando il processo di produzione di un prodotto porta alla produzione di un altro. Ad esempio, dalla distillazione del petrolio greggio si ottengono benzina, cherosene, asfalto e altro ancora.
[The Economist, The A to Z of economics]

Forza (politica): La forza ha per oggetto di imporre la organizzazione di un certo ordine sociale nel quale governa una minoranza.
La borghesia ha fatto uso della forza sino agli inizi dei tempi moderni, mentre il proletariato reagisce adesso con la violenza [vedi la voce] contro di essa e contro lo Stato
[Georges Sorel, Riflessioni sulla violenza]
Potenza fisica.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. III]

Forza-lavoro: Per forza-lavoro o capacità di lavoro si intende l’insieme delle attitudini fisiche e intellettuali che esistono nella corporeità, ossia nella personalità vivente d’un uomo, e che egli mette in movimento ogni volta che produce valori d’uso [vedi voce] di qualsiasi genere.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro I]

Forza produttiva:

Fourierismo:

Fatica:

Fratria (antropologia): Tre, quattro o più gentes [vedi “Gens“] riunite in un gruppo determinato, che [L.H.] Morgan, traducendo fedelmente il nome indiano [Seneca] secondo il suo modello greco, chiama fratrie (fratellanze).
[Le] fratrie rappresentano, per lo più, le gentes originarie in cui la tribù inizialmente si divideva; infatti, data la proibizione di matrimonio all’interno della gens, ogni tribù doveva necessariamente comprendere per lo meno due gentes, per poter avere un’esistenza autonoma.
Come più gentes formano una fratria, così, nella forma classica, più fratrie formano una tribù. In parecchi casi il termine medio, la fratria, manca nelle tribù molto indebolite.
Nella misura in cui la tribù [vedi voce] si accresceva, ogni gens si divideva a sua volta in due o più altre, che appaiono ora, ciascuna, come gens particolare, mentre la gens originaria, che abbraccia tutte le gentes figlie, sopravvive come fratria.
Le funzioni della fratria sono in parte sociali, in parte religiose. [Qui le caratteristiche:]
1. Si sfidano [usando giochi tendenzialmente non violenti e dal contenuto ritualistico-sociale]
2. Al consiglio di tribù siedono insieme i [capi politici] e i capi militari di ogni fratria, i due [o più] gruppi l’uno di fronte all’altro, ogni oratore parla ai rappresentanti di ogni fratria, come ad un ente a sé stante.
3. Se nella tribù veniva commesso un assassinio e se ucciso e uccisore non appartenevamo alla stessa fratria, la gens offesa faceva spesso appello alle gentes sorelle; queste tenevano un consiglio di fratria e si rivolgevano all’altra fratria nel suo complesso perché anche questa si riunisse in consiglio per comporre la vertenza. In questo caso dunque la fratria si presentava ancora come gens originaria e con maggiore prospettiva di successo della gens figlia, isolata e più debole.
4. In caso di morte di persone molto in vista, [le altre fratrie] si prendevano cura della sepoltura e delle cerimonie funebri, mentre la fratria del defunto partecipava in lutto.
5. Per l’elezione di un [capo politico] entrava in gioco del pari il consiglio di fratria. [Nel caso cioè in cui risultava un pareggio delle gentes durante le elezioni tribali]
6. La regolare iniziazione dei nuovi membri veniva celebrata dai sodalizi religiosi; in ognuna delle fratrie esisteva uno di questi sodalizi.
7. Rappresentavano pure unità militari; queste intervenivano nella battaglia singolarmente, ciascuna come schiera particolare, con uniforme e bandiera propria e guidata da un proprio capo.
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. III]

Frontiera: Non si tratta di un confine lineare, ma di una striscia intermedia, un territorio neutrale o di nessuno che separa una civiltà da un’altra. La proprietà della frontiera è quella di cambiare costantemente, spostandosi in una direzione o nell’altra. Inoltre, la frontiera ha una vita propria; il suo territorio è un luogo di intenso scambio di codici culturali, dove due o più identità convergono, confliggono, divergono ed entrano nuovamente in dialogo.
[Aleksandr Dugin, Il mondo russo e la sua Cattedrale]

Funzionalismo (sociologia):

Fusione (politica):

Future (finanza): Contratto, negoziato in borsa [vedi “borsa valori”], per la negoziazione di una merce o di uno strumento finanziario a una data futura. I future possono essere utilizzati per coprirsi da una variazione di prezzo (ad esempio, un agricoltore può vendere il suo raccolto in anticipo) o per speculare su una futura variazione di prezzo. [Vedi anche “derivato”]
[The Economist, The A to Z of economics]
Esistono diversi tipi di futures, in particolare: i commodity futures, i futures sulle merci (commodity), i currency futures, i contratti futures sulle divise, gli Interest rate futures, riguardanti i contratti a termine sui tassi di interesse e gli Stock index futures, futures su indici di borsa. Per quanto attiene il petrolio, si tratta sempre di mercati a termine in cui si compra e vende su carta la materia prima per una data di consegna. Ha preso il sopravvento (anche grazie alla speculazione) sul mercato fisico come termometro dei prezzi. Alla data di scadenza raramente c’è la consegna fisica del greggio, ma si rivende (o riacquista) il contratto precedente.
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]

G

Gendarmeria:

Genocidio: Un piano coordinato di diverse azioni miranti alla distruzione dei fondamenti essenziali della vita dei gruppi nazionali, con l’obiettivo di annientare i gruppi stessi.
[Raphael Lemkin, Axis Rule in Occupied Europe: Analysis, Proposals for Redress]
Per genocidio si intende ciascuno degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale: a) uccisione di membri del gruppo; b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo; c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale; d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo; e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro.
[Art. II della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio, Risoluzione 260A(III) del 9.12.1948]

Gens [grc: genos / γένος; ru: Rod / Род] (antropologia): Composto dal capofamiglia, sua moglie, la prole e la loro rispettiva famiglia. Il plurale è Gentes.
[Katéchon]
[Caratteristica delle gentes sono:]
1-2. La gens elegge [e depone] il proprio sachem ([termine irochese che indica] colui che ne è il capo in tempo di pace) e il capo (in caso di guerra).
3. Nessun membro può sposarsi all’interno della gens. Questa è la regola fondamentale della gens, il vincolo che la tiene unita, ed è l’espressione negativa di quella consanguineità, molto positiva, in forza della quale soltanto gli individui in essa compresi diventano una gens.
4. Il patrimonio del morto toccava ai restanti membri delle gens, doveva rimanere nella gens.
5. I membri di una stessa gens si devono reciproco aiuto, difesa e soprattutto assistenza per vendicare le offese ricevute da stranieri.
6. La gens ha un nome determinato o una serie di nomi, che in tutta la tribù essa sola può adoperare, cosicché il nome dell’individuo dice ad un tempo a quale gens egli appartiene. Avere un nome gentilizio comporta a priori diritti gentilizi.
7. La gens può adottare stranieri, e quindi ammetterli in tutta la tribù. I prigionieri di guerra che non venivano uccisi diventavano, mediante adozione in una gens, membri della tribù e ricevevano i pieni diritti gentilizi e tribali.
8. Le cerimonie religiose sono più o meno connesse con le gentes [esempio sono i sacra gentilitia romani].
9. La gens ha un luogo di sepoltura comune.
10. La gens ha un consiglio, l’assemblea democratica di tutti i gentili adulti, uomini e donne, tutti con eguale diritto di voto.
[I capitoli successivi aggiungono un ulteriore punto: 11. La gens ha una proprietà e un possesso fondiario comune. Questo è sempre esistito nell’età delle origini, non appena la terra tribale cominciò a essere spartita.]
Il vocabolo latino gens, che Morgan usa generalmente per questa unione gentilizia, deriva, come l’equivalente greco genos, dalla comune radice ariana gan (in tedesco kan, poiché secondo la regola la k sostituisce la g ariana), che significa generare. Gens, genos, gianas in sanscrito, kuni in gotico (secondo la regola surriferita), kyn in antico nordico ed anglosassone, kin in inglese, künne nel medio alto tedesco, significano ugualmente schiatta, discendenza. Gens in latino, genos in greco si adoperano però specialmente per quella unione gentilizia, che vanta una discendenza comune (in questo caso da un comune capostipite) e per certe istituzioni sociali e religiose, costituisce una particolare comunità la cui origine e la cui natura, tuttavia, sono finora rimaste oscure a tutti i nostri storici.
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. III]

Geografia: Disciplina che descrive la Terra, l’habitat dell’uomo, la dimensione, la forma, movimento del pianeta, le sue masse continentali e oceaniche, l’atmosfera e il clima, la flora e la fauna, come le comunità umane, la civiltà, la distribuzione quantitativa e qualitativa degli uomini, le loro molteplici attività ed interconnessioni, specie quelle sociopolitiche.
Si divide in Geografia fisica o naturale e Geografia antropica o umana. La prima studia gli aspetti, i fenomeni, le forme assunte dalla superficie e il sottosuolo terrestre nelle loro costanti e nelle trasformazioni che continuamente rimodellano il paesaggio geografico naturale. Vi rientrano gli studi sulla morfologia terrestre come pure l’oceanografia, la climatologia e la geografia biologica (fito e zoo-geografia per piante e animali).
La geografia antropica concerne la distribuzione dell’uomo sulla Terra e le reciproche influenze con l’ambiente (antropologia ecologica), la geografia degli insediamenti umani (geografia urbana), la geografia economica e la geografia sociale. La geografia degli Stati è chiamata “geografia politica”; essa si interessa delle entità politiche, nelle loro aree d’insediamento territoriale, nei confini, nelle loro divisioni, espansione, sviluppo, sotto l’aspetto amministrativo e via dicendo.
[Carlo Terracciano, “Il fiume della storia”, I. La geopolitica: il letto del fiume]

Geografia politica: Studia i gruppi umani e le loro relazioni con il territorio in un particolare momento storico. La geografia politica a differenza della geopolitica è analisi di una situazione statica.
[Antonio Flaminghi, Introduzione alla geopolitica]
La geografia politica esamina le condizioni spaziali di uno Stato.
[Otto Maull in Norman I. G. Pounds, Manuale di geografia politica]
La geografia politica tende a sottolineare i fenomeni geografici, dà loro un’interpretazione politica e studia gli aspetti politici dei fenomeni geografici.
[L.K.D. Kristof, The origins and evolution of geopolitics]

Geografia sacra [ru: сакральная география]:
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 2.1]
La geografia sacra è l’insieme delle concezioni degli antichi sullo spazio qualitativo. La geopolitica moderna è guidata da una concezione dello spazio tipologicamente simile, solo che la esprime in forma razionale e scientifico-naturale.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Geopolitica: La geopolitica introduce alla geografia politica il fattore tempo, la storia dei gruppi umani e delle loro relazioni con il territorio. La geopolitica a differenza della geografia politica è sintesi: un’ampia visione del nel tempo e nello spazio dei fenomeni generali che collegano la percezione dei fattori geografici con gli Stati.
[Antonio Flaminghi, Introduzione alla geopolitica]
La geopolitica si occupa dello Stato, non come concetto statico, ma come organismo vivente. Studia lo Stato soprattutto in relazione all’ambiente – lo spazio – e tenta di risolvere tutti i problemi attinenti alle relazioni spaziali. La geopolitica è interessata alle necessità territoriali di uno Stato, si impegna a rispondere alle domande sul futuro. La geopolitica è la disciplina che pesa e valuta una situazione data e con le sue conclusioni cerca di guidare la politica attiva.
[Otto Maull in Norman I. G. Pounds, Manuale di geografia politica]
Dottrina che studia i fenomeni politici nella loro distribuzione spaziale e nelle loro cause e rapporti ambientali, considerati anche nel loro sviluppo.
[Elio Migliorini, La terra e gli Stati]
La geopolitica tende a sottolineare i fenomeni politici, cui tenta di dare un’interpretazione geografica, studiando gli aspetti geografici di tali fenomeni.
[L.K.D. Kristof, The origins and evolution of geopolitics]
La geopolitica è la scienza che studia la relativa dipendenza degli eventi politici dall’ambiente fisico. Essa mira quindi ad offrire agli operatori della politica internazionale gli strumenti adeguati, i principi informatori di una corretta vita politica. La geopolitica è, sinteticamente, la coscienza grografica dello Stato.
[Carlo Terracciano, Nel fiume della storia, II. I precursori]

Geopolitica minimalista: La geopolitica minimalista è una disciplina applicata che prende in prestito alcuni termini e metodologie dalla geopolitica vera e propria, ma esclude il dualismo geopolitico [vedi voce] di base.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Gerarchia:

Gerrymandering:

Gig economy: Termine dato ai lavoratori il cui lavoro è part-time o temporaneo, e che quindi non hanno la sicurezza del posto di lavoro. Molti lavorano per la nuova ondata di società di piattaforme emerse nel XXI secolo. In quanto appaltatori, i lavoratori della gig economy hanno pochi diritti, come il pagamento delle ferie o delle pensioni, anche se i tribunali hanno stabilito che alcuni devono essere trattati come dipendenti tradizionali. [Vedi anche “precariato”]
[The Economist, The A to Z of economics]

Gioco a somma zero: Dinamica in cui un guadagno per una parte comporta una corrispondente perdita [assoluta] per l’altra.
Il rapporto tra Israele e palestinesi viene spesso citato come esempio [ma vale anche per altri, come Ucraina-Russia, Cina continentale-Taiwan, ecc.]
[The Economist, The A to Z of international relations]

Giustizia [grc: dikaiosúnē / Δικαιοσύνη]: Vincolo necessario per tenere uniti gli interessi particolari, in modo tale da associare gli individui.
[Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene; cap. II]
Conformità dell’anima con se medesima; [e] conveniente rapporto delle parti dell’anima fra loro e riguardo a ciò che concerne i loro reciproci rapporti; stato che porta a dare a ciascuno quanto merita; stato per il quale; si preferisce scegliere quel che appare giusto; stato che porta a vivere sottomessi alle leggi; uguaglianza sociale; stato che dispone all’ubbidienza delle leggi.
[Platone, Definizioni]
Dal latino iustus, cioè “giusto”.

Globale: Con il termine globale viene quindi indicato il carattere tanto planetario-complessivo, quanto territorialesuperficiale proprio di questo modo di pensare, basato sull’equiparazione tra superficie terrestre e superficie marina.
[Carl Schmitt, Il Nomos della terra, Parte II, Cap. 1]

Globalismo:

Globalizzazione: È il processo attraverso il quale diverse società nella storia del mondo vengono incorporate in un sistema globale.
[George Modelski, Principles of World Politics]
La tendenza delle economie nazionali a integrarsi tra loro, attraverso la circolazione di beni e servizi, capitali e persone. La prima ondata moderna di globalizzazione, alla fine del XIX secolo, è stata interrotta dalla prima guerra mondiale. Una seconda fase è emersa alla fine del XX secolo, quando la Cina e i Paesi ex-comunisti dell’Europa orientale sono entrati a far parte del sistema commerciale globale.
[The Economist, The A to Z of economics]

Globo:

Governatore: Membro cui è demandata l’amministrazione del Governo.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. I]

Governo [o Suprema amministrazione]: L’esercizio legittimo del potere esecutivo.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. I]
Corrisponde al Principe [vedi voce] dei sistemi diversi dalla monarchia.

Gray zone (geopolitica): Letteralmente “zona grigia”.
Spazi e territori periferici privi di orientamento geopolitico indipendente, distanti dal capitale strategico per conto del quale vengono prese le principali decisioni geopolitiche.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Grande spazio [deu: Großbraum, Grossbraum] (geopolitica): Termine coniato da Schmitt. Il consolidamento di diverse potenze in un’unica entità strategica. L’emergere dei Grandi Spazi è dovuto alla teoria della “progressione spaziale”.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Gruppo:

Guadagno:

Guardia:

Guerra [grc: poléimos / пoλéμιoς]: Non è che un duello su vasta scala. La moltitudine di duelli particolari di cui si compone, considerata nel suo insieme, può rappresentarsi con l’azione di due lottatori. Ciascuno di essi vuole, a mezzo della propria forza fisica, costringere l’avversario a piegarsi alla propria volontà; suo scopo immediato è di abbatterlo e, con ciò, rendergli impossibile ogni ulteriore resistenza.
La guerra è dunque un atto di forza che ha per scopo costringere l’avversario a sottomettersi alla propria volontà. La forza si arma della tecnica per misurarsi contro la forza. Per raggiungere con sicurezza tale scopo, la vittoria, occorre che il nemico sia posto nella impossibilità di difendersi; e questo è, per definizione, il vero obbiettivo dell’atto di guerra.
[Karl Clausewitz. Della Guerra, Cap. I]
La guerra è dunque un atto di violenza volto a costringere l’avversario a compiere la nostra volontà. La violenza si arma con le invenzioni dell’arte e della scienza per contrastare la violenza. Restrizioni autoimposte, quasi impercettibili e appena accennate, chiamate usi del diritto internazionale, l’accompagnano senza intaccare essenzialmente il suo potere. La violenza, cioè la forza fisica (perché non c’è forza morale senza la concezione degli Stati e del diritto), è quindi il mezzo, mentre la sottomissione obbligatoria del nemico alla nostra volontà è l’obiettivo finale. Per raggiungere pienamente questo obiettivo, il nemico deve essere disarmato, e il disarmo diventa quindi l’oggetto immediato delle ostilità in teoria.
[Karl Clausewitz. Della Guerra, Cap. I?]

Guerra asimmetrica: Conflitto tra due parti che utilizzano forze e tattiche molto diverse, come quello tra un grande esercito permanente e piccole bande di guerriglieri o insorti. L’obiettivo della forza più piccola è quello di annullare i vantaggi di quella più grande utilizzando tattiche non convenzionali come attentati suicidi o trappole esplosive.
Le guerre in Afghanistan e in Vietnam [o anche il conflitto tra Israele e Plaestina] sono ovvi esempi di guerra asimmetrica.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Guerra civile: Una guerra, di solito tra il governo e una forza ribelle, all’interno dei confini [dello stesso] territorio. I ribelli possono cercare di ottenere la secessione, di rovesciare il governo o di raggiungere un altro obiettivo. Spesso sono coinvolti soggetti esterni, che appoggiano l’una o l’altra fazione, che commerciano armi o che intervengono come “forze di pace”, mercenari o ONG. Le guerre civili di solito hanno conseguenze internazionali, come quando i rifugiati o i combattimenti superano i confini. Le guerre civili possono anche essere guerre per procura [vedi voce].
[The Economist, The A to Z of international relations]

Guerra di lunga durata [zh: rénmín zhànzhēng / 人民战争]

Guerra per procura [eng: Proxy war] (politica internazionale): Una guerra tra due o più Paesi combattuta attraverso azioni militari intraprese da altri Paesi o gruppi armati, i cui interessi sono favoriti dal conflitto.
La guerra nello Yemen è una sorta di proxy del conflitto tra Arabia Saudita e Iran [così come la guerra in Ucraina è una proxy del conflitto tra USA e Russia].
[The Economist, The A to Z of international relations]

Guerriglia: Dal castigliano guerrilla, cioè guerra minuta fatta da schiere di franchi tiratori.

Guevarismo:

Guida:

Guoti / Kokutai [zh: 國體, jpn: 国体]:

Gusto (Estetica): Il gusto è nelle arti ciò che l’intelligenza è nella scienza; i loro oggetti sono differenti nei confronti della verità, ma le loro funzioni hanno una così grande analogia tra loro che l’una può servire a spiegare l’altra. Il vero è l’oggetto delle scienze. Quello delle arti è il buono ed il bello. Due termini che rientrano quasi nello stesso significato quando li si esamini da vicino. L’intelligenza considera ciò che gli oggetti sono in se stessi, secondo la loro essenza, senza alcun rapporto con noi. Il gusto al contrario non si occupa di questi stessi oggetti che in rapporto a noi. Vi sono persone il cui spirito è fallace, perché esse credono di vedere la verità dove essa non è realmente. Vi sono anche coloro che hanno il gusto fallace perché credono di avvertire il buono o il cattivo dove difatti non ci sono. Un’intelligenza è dunque perfetta, quando essa vede senza nebulosità e quando distingue senza errore il vero dal falso, la probabilità dall’evidenza. Nello stesso modo anche il gusto è perfetto quando mediante un’impressione distinta sente il buono e il cattivo, l’eccellente e il mediocre senza mai confonderli, né prenderli l’uno per l’altro. Possiamo dunque definire il gusto: la facilità di sentire il buono, il cattivo, il mediocre e di distinguerli con certezza.
Il gusto è dunque un sentimento. E siccome nella materia di cui qui si tratta, questo sentimento ha per oggetto le opere dell’arte e poiché le arti [vedi voce], non sono che delle imitazioni della bella natura, il gusto deve essere un sentimento che ci avverte se la natura bella è bene o mal imitata.
[Charles Batteux, Le Belle Arti ricondotte a unico principio, Parte II, I]

H

Heartland [o eng: Geographical axis of History, Axial area] (geopolitica): Termine coniato da Mackinder per indicare i territori eurasiatici intra-continentali attorno ai quali si svolge la dinamica spaziale dello sviluppo storico. Coincide con il territorio della Russia.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Homo economicus: [Weber]

Homo homini lupus: [Hobbes]

Hubris: sorta di anti-Dasein

Humanitätsduselei: In tedesco letteralmente “chiacchiere umanitarie”.

Hybris:

I

Idea:

Ideale:

Idealismo:

Idealismo dialettico:

Ideocrazia: Dal greco “potere delle idee, degli ideali”. È un termine usato dagli eurasiatisti russi (N. Trubetskoy, P. Savitskij). Si oppone al “potere della materia”, al “sistema di mercato”, all'”ordine commerciale”. Nell’ideocrazia, la gerarchia nella società e la stimolazione del lavoro si basano su principi non economici.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]
Ideocrazia è un termine che accomuna tutte le forme di governo non democratiche e illiberali basate su motivazioni non materialistiche e non utilitaristiche.
L’ideocrazia è direttamente opposta all’approccio pragmatico-commerciale che ha dominato le dottrine di Mackinder, Mahan e Spykman.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 9.5]

Ideologia:

Ideologia della guerra [deu: Kriegsideologie]:

Imperativo categorico (o valore assoluto) (filosofia): [Kant]

Imperialismo / Imperialista: Epoca del capitale bancario e dei monopoli capitalistici, epoca in cui il capitalismo monopolistico si trasforma in capitalismo monopolistico di Stato.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. II, 2]
L’imperialismo è il capitalismo giunto a quella fase di sviluppo in cui si è formato il dominio dei monopoli e del capitale finanziario, l’esportazione di capitale ha acquistato grande importanza, è incominciata la ripartizione del mondo tra i trust internazionali, ed è già compiuta la ripartizione dell’intera superficie terrestre tra i più grandi paesi capitalistici
[Lenin, L’Imperialismo, fase suprema del capitalismo]
Politica coloniale e imperialismo esistevano anche prima del più recente stadio del capitalismo, anzi, prima del capitalismo stesso. Roma, fondata sulla schiavitù, condusse una politica coloniale ed attuò l’imperialismo.
[Lenin, L’Imperialismo, fase suprema del capitalismo]
Al di là del saccheggio economico e dell’oppressione politica, a caratterizzare l’imperialismo è anche la gerarchizzazione delle nazioni. I popoli sfruttati e oppressi sono al tempo stesso bollati in quanto incapaci di autogovernarsi e di costituirsi come Stato nazionale; la lotta per scuotersi di dosso questo stigma è una grande lotta per il riconoscimento.
[Lenin, Sul diritto di autodecisione dei popoli]

Impero: Un impero è un’entità super-statale che unisce diversi popoli e Paesi sotto l’ombrello di un’idea universale di natura religiosa, etica o ideologica. L’integrazione in geopolitica si riferisce a varie forme di unificazione di diversi settori spaziali. L’integrazione può avvenire sia attraverso l’espansione militare sia con mezzi pacifici. Esistono diversi modi di integrazione geopolitica: economica, culturale, linguistica, strategica, politica, religiosa, ecc. Tutte possono portare allo stesso risultato finale: aumentare il volume strategico e spaziale del blocco [vedi voce].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]
L’Impero è una forma di organizzazione politica sovranazionale con un unico centro decisionale strategico (vedi “Imperatore”) e un’ampia varietà di soggetti locali (dalle comunità alle etnarchie, fino alle vere e proprie polis), che unisce il “Grande Spazio” e ha una marcata specificità civile (religiosa, culturale, ideologica).
È possibile aderire all’Impero in modo pacifico, ma è anche possibile aderire in modo non pacifico. Se c’è armonia con le limetrofie, queste possono mantenere una sovranità parziale e, nel caso dell’Impero, non è così importante se gli Stati di confine strettamente connessi con l’Impero siano indipendenti o parte di esso. Fanno parte del “Grande Spazio”, e questo è ciò che conta di più. Finché si comportano correttamente, possono considerarsi Stati nazionali. Se iniziano a ribellarsi all’Impero e a lavorare per un altro Impero, il loro destino è poco invidiabile. Questo vale non solo per l’Ucraina e altri Stati post-sovietici, ma anche per Taiwan e molti altri.
[Aleksander Dugin, Tempo dell’impero: cosa si nasconde dietro il termine “Stato-Civiltà”]
Un sistema di dominio politico, non necessariamente diretto, in base al quale un potere imperiale ottiene ciò che vuole dai governi che ha creato, o che sostiene o di cui è il patron.
[Michael Walzer, Is there an American Empire?, in Dissent]

Imposta (o contributo reale): Si percepisce sulle cose; concessione di tutto l’ammontare di una tassa.
[J.J. Rousseau, Discorso sull’economia politica (p.309)]

Imposta pigouviana (o tassa pigouviana): Chiamata così in onore di Arthur Pigou, un economista britannico del XX secolo, una tassa pigouviana viene imposta su attività che hanno effetti collaterali negativi, o esternalità [vedi voce].
Esempi possono essere le tasse sull’inquinamento, sul tabacco o sulla vendita di sacchetti di plastica.
[The Economist, The A to Z of economics]

Impresa (economia):

Impulso (o istinto“libertà” naturale): Impulso del solo appetito, degli istinti e dei bisogni naturali o imposti dall’ambiente e dal contesto circostante; considerabile schiavitù e subordinazione per motivi legati alla necessità di sopravvivere.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VIII]

Individualismo:

Individuo: Il termine individuo (in-dividuo) è il calco neolatino del termine latino individuum, che significa indivisibile, o meglio non ulteriormente divisibile. A sua volta, il latino individuum è semplicemente la traduzione letterale del greco atomon (o meglio, a-tomon, non ulteriormente divisibile). Si tratta, come è noto, dell’unità minima del mondo della scuola atomistica antica (Democrito, Epicuro, Lucrezio, eccetera). E tuttavia gli antichi greci non usavano questo termine riferendosi all’uomo (ciò avviene soltanto – e non a caso – a partire da Hobbes), ma usavano invece il termine di “anima” (psyché). E questo non a caso, perché l’anima è una unità concreta e differenziata (non c’è infatti un’anima eguale ad un’altra, ogni anima è un mondo unico ed irripetibile), mentre l’individuo è una unità astratta ed omogenea, il supporto astratto ed omogeneo di una astrazione reale (direbbe Marx), l’astrazione reale del modo di produzione capitalistico, che trova nella rete della circolazione delle merci la sua unica e vera “sostanza”.
Mentre il latino nel tempo ha dato luogo a diverse lingue neolatine, ed ha così perduto la sua unitarietà, il greco è rimasto sostanzialmente unitario in circa tremila anni di storia (non nella sintassi, ma nel lessico espressivo). Ora tutta la terminologia filosofica “moderna” dell’attuale greco moderno risulta da ritraduzioni dal francese compiute nell’ottocento, mentre per quanto riguarda il lessico ereditato dal greco antico non ci sono praticamente stati cambiamenti. Attraverso la mediazione del greco moderno, è possibile verificare – ancora meglio che in tutte le altre lingue indoeuropee – la rottura storica e concettuale verificatasi a partire del seicento inglese (Hobbes e Locke) e dal settecento francese (Voltaire) e tedesco (Kant).
Ed il dettaglio, che poi non è ovviamente per nulla un dettaglio, sta nel fatto che l’individuo (a-tomon) non ha nulla a che fare con l’anima (psyché). Nel primo caso si tratta di una entità materiale inanimata, unità di calcolo sociale astratto, nel secondo caso si tratta invece di una realtà spirituale differenziata ed inimitabile, ed in quanto tale letteralmente “incalcolabile”, perché non sottoponibile alla quantificazione matematizzante di tipo galileiano. L’individuo è oggetto di scienza (sia pure soltanto largamente probabilistica), l’anima è oggetto di filosofia. Per questo la modernità (e cioè il capitalismo in abito di cerimonia) ama la scienza e disprezza la filosofia, e la tollera soltanto in “abiti da lavoro” (o meglio da livrea) come moralismo, epistemologia e teoria della conoscenza.
[Costanzo Preve,

Industria strategica: Un’industria che un governo ritiene di particolare importanza per l’economia e quindi meritevole di un trattamento speciale, come agevolazioni fiscali, sussidi o protezione dalla concorrenza estera. Alcuni settori, come la difesa, possono sembrare scelte ovvie, ma l’elenco è lungo (e notoriamente si estende anche ai prodotti caseari). L’autosufficienza, la sicurezza nazionale, la promozione della ricerca e dello sviluppo o la promozione di un’industria nascente possono essere la giustificazione; il protezionismo può essere il risultato [vedi voce].
[The Economist, The A to Z of economics]

Inflazione (economia): Aumento generale del livello dei prezzi. Viene normalmente calcolata confrontando il prezzo di un paniere di beni (misurato da un indice dei prezzi al consumo) in momenti diversi e può essere utilizzata come misura del costo della vita.
[The Economist, The A to Z of economics]

Inflizione: Decretare una (punizione?) senza che vi sia una preesistente previsione legislativa.
Da ritrovare in Dei delitti e delle pene.

Intelletto / Intelligenza:

Intellettuale collettivo:

Intellettuale organico:

Intellettuale tradizionale:

Interazione:

Interazionismo (sociologia):

Interesse:

Intermarium [pl: Międzymorze]: Trimarium [pl: Trójmorze].

Internazionale (aggettivo):

Internazionale (organizzazione):

Internazionalismo: Prima d’associarsi colle Nazioni che compongono l’Umanità, bisogna esistere come Nazione. Non v’è associazione che tra gli eguali.
[Giuseppe Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, Cap. V]

Intesa (politica internazionale):

Invenzione:

Investimento (economia): Questo termine viene utilizzato in due modi collegati, entrambi riferiti all’impiego di denaro, di solito a lungo termine.
Gli investimenti aziendali si verificano quando le aziende acquistano nuovi macchinari, costruiscono nuove fabbriche o conducono attività di ricerca e sviluppo [vedi “economia reale”], con l’obiettivo di aumentare i profitti. L’investimento di portafoglio si verifica quando individui o istituzioni investono denaro in attività a lungo termine come obbligazioni, azioni [vedi “economia finanziaria”] e immobili [vedi “rendita”].
[The Economist, The A to Z of economics]

Iperimperialismo [eng: Hyper-imperialism]: L’espressione di un unico blocco mondiale imperialista che, in contraddizione con la tesi kautskiana del “superimperialismo” [vedi voce], non afferma una “pax mondiale” ma anzi un acuirsi dei conflitti e del rischio di una guerra mondiale dalle portate atomiche.
Storicamente solo gli Stati uniti d’America – dopo aver unito il blocco occidentale a seguito della sostituzione dell’occupazione nazifascista, e dopo averlo ulteriormente allargato e compattato a seguito del crollo del blocco socialista a guida sovietica – hanno raggiunto un tale livello di capacità ed egemonia da risultare un blocco imperialista incontrastato ed unico al mondo, posto in contrasto con i Paesi emergenti del resto del mondo, spesso vittime del neocolonialismo [vedi voce].
[Katéchon]
Senza potere produttivo e sapendo che il potere finanziario è a un punto di svolta, gli Stati Uniti non hanno più a disposizione l’intera gamma di tecnologie imperiali di controllo di cui disponevano un tempo. Pertanto, incanala i suoi sforzi attraverso i meccanismi che ha più a portata di mano: la cultura (il controllo della verità) e la guerra.
Le tattiche dell’iper-imperialismo sono in parte modellate dalla modernizzazione della guerra ibrida, che comprende la lawfare, le iper-sanzioni, il sequestro delle riserve e dei beni nazionali e altre modalità di guerra non militare. I nuovi strumenti tecnologici di sorveglianza e comunicazione mirata che caratterizzano l’era digitale vengono impiegati per esercitare un controllo imperialista sulla battaglia delle idee. Ciò ha comportato l’attuazione di metodi più perversi e occulti contro la verità, come l’incarcerazione politica dell’editore di WikiLeaks Julian Assange, che ha denunciato numerosi crimini contro il Sud globale.
[Tricontinental, Hyper-Imperialism: A dangerous decadent new age, Introduction]
[Qui di seguito alcune caratteristiche fondamentali dell’Iper-imperialismo occidentale-statunitense in questa fase storica:]
1. Gli interessi politici e militari degli imperialisti sono diventati prioritari. Le perdite economiche a breve termine sono state prese in considerazione. Gli interessi dei singoli capitalisti o gruppi sono secondari.
2. L’egemonia del dollaro USA, la finanziarizzazione e la capacità tecnologica permettono alla finanza di muovere scambi per trilioni di dollari in millisecondi, il che ha cambiato la meccanica dell’accumulazione capitalistica e della sua proprietà. I capitalisti europei e giapponesi investono il loro capitale nelle stesse strutture dei loro fratelli statunitensi, anche se sotto il controllo di questi ultimi.
3. Gli Stati Uniti hanno potenziato la loro già vasta infrastruttura di “soft power” basata sull’ascesa di una nuova generazione di social media avanzati e di video streaming, sotto il pieno controllo dei monopoli statunitensi, tutti esplicitamente integrati nel complesso militare industriale digitale statunitense.
4. Le contraddizioni tra i Paesi imperialisti sono ora non antagoniste e secondarie. Germania, Giappone, Francia e tutte le altre potenze imperialiste devono subordinare i loro interessi a breve e medio termine agli interessi fondamentali degli Stati Uniti. Il loro lavoro è coordinato nella NATO+.
5. I capitali europei e giapponesi sono stati “de-nazionalizzati”, accelerati dai rapidi cambiamenti dei mercati dei capitali. Ora sono completamente integrati, dipendenti e subordinati agli Stati Uniti su questioni fondamentali.
[Tricontinental, Hyper-Imperialism: A dangerous decadent new age, Pt. II]

Isola-mondo [World-Island] (geopolitica): Termine coniato da Mackinder. Mackinder si riferiva all’Eurasia [Europa e Asia interi] e all’asse geografico della storia [vedi “Heartland”].
In Spykman, la nozione ha cambiato radicalmente significato e ha iniziato a denotare un insieme di zone talassocratiche (zone della mezzaluna esterna [vedi voce]).
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Isolazionismo: Una politica volta ad evitare il coinvolgimento negli affari di altri Paesi, soprattutto nelle loro guerre. Ciò va oltre la non interferenza in quanto implica solitamente la neutralità, la riluttanza a aderire ad accordi di mutua difesa e, nei casi estremi, l’evitare il commercio internazionale.
Gli Stati Uniti perseguirono una politica di isolazionismo per gran parte del XIX secolo. Il Giappone si separò dal resto del mondo tra il 1639 e il 1853. I politici britannici descrissero la loro politica di evitare alleanze permanenti nel XIX secolo come “splendido isolamento”.
[The Economist, The A to Z of international relations]

J

Jamāhīriyya [ar: جماهيرية‎]:

Jihā[ar: جهاد‎]: Reso, spesso erroneamente, nelle lingue occidentali con “guerra santa”, jihād significa letteralmente “lotta”, “sforzo” compiuto “sulla via di Dio” (ar: aljihād fī sabīl Allah / ).
È un concetto che è maturato, grazie all’elaborazione dei giuristi, nei primi due secoli dell’Islam (ovvero dal VII al IX secolo d.C.). La tradizione classica prevede quattro tipi di jihād: con l’”animo”, con la “parola”, con la “mano” e, infine, con la “spada”. I primi tre, rivolti essenzialmente ai singoli fedeli (con l’”animo”) e all’intera comunità islamica [vedi “ummah“] (con la “parola”, con la “mano”), sono considerati il “grande jihād“, quello volto alla pacificazione delle proprie passioni personali e al mantenimento del benessere della collettività. Quello con la “spada” è invece considerato il “piccolo jihād” ed è indirizzato all’esterno della comunità, sia per difenderla da un’aggressione armata, sia per far trionfare la parola di Dio sui territori non islamici [vedi “dār al-islām“].
Il jihād è obbligo individuale di tutti i credenti capaci di portare armi (anche donne e anziani, ciascuno secondo le proprie possibilità), ma solo in caso di aggressione (si tratta dunque di una guerra difensiva). Ma il jihād può avere anche una valenza offensiva: in questo caso è un obbligo che ricade sull’intera comunità ed è sufficiente che solo un certo numero di musulmani (detti mujāhidūn o mujāhidīn [vedi voce]) lo esegua personalmente. La šarī‘ [vedi “sharia“] proibisce l’uccisione degli inermi (donne, bambini, anziani, disabili eccetera), vieta di distruggere i beni del nemico (tra cui, ad esempio, le case) e obbliga a preservare la natura.
Per gli sciiti, invece, in attesa del ritorno dell’imam “ben guidato” (il mahdī), non era e non è possibile proclamare alcun jihād offensivo in quanto manca, appunto, l’autorità politica religiosa investita per tale prerogativa.
In pieno periodo coloniale, invece, lo strumento del jihād è stato sempre più presente nella sua forma difensiva: dalla resistenza algerina antifrancese guidata dall’emiro ‘Abd al-Qādir (seconda metà del XIX secolo) al movimento wahhabita nella Penisola Araba (inizi del Novecento), dalla resistenza libica antitaliana della confraternita dei Senussi alla stessa dichiarazione di guerra dell’impero ottomano a Gran Bretagna, Francia e Russia nel 1914. Sul piano teorico, se i riformisti musulmani indiani tendevano a escludere l’uso del jihād in funzione anticoloniale, in Egitto e in altri paesi islamici si diffuse sempre più l’idea del jihād come strumento di lotta anticoloniale, a tratti anche violenta, dalle caratteristiche più politiche che religiose.
Eppure, fino agli anni Cinquanta-Sessanta del secolo scorso, il richiamo al jihād è sempre stato usato dai leader politici di matrice “laica” solo come un elemento aggiuntivo, come tentativo di allargare il consenso negli ambienti più religiosi della società. Solo a partire dagli anni Settanta, con l’acuirsi del confronto tra mondo arabo-islamico e Occidente (la guerra del 1967 con Israele segna il termine post quem), il jihād è diventato una vera e propria parola d’ordine usata da gran parte di quei movimenti islamici [o cosiddetti tali] che hanno come obiettivo dichiarato la lotta all’imperialismo occidentale e ai regimi arabi alleati dell’Occidente.
[A. Chiovenda, E. Galoppini, L. Trombetta, Glossario ragionato dei termini islamici per Limes, Progetto Jihad, n1/2004]

Juché [kor: 주체]: Le idee del Juché esigono che tutti mettano la rivoluzione nel loro paese al centro dei loro pensieri e della loro pratica rivoluzionaria.
[Kim Il Sung, Opere, vol. 27, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 1986, p. 24 ed. ing.]
Secondo la teoria Juché, i tempi sono cambiati dall’epoca in cui il movimento comunista aveva bisogno di un centro internazionale.
La rivoluzione di ciascun paese viene condotta dalla forza del suo popolo, sotto la direzione del suo partito, e non più da un qualsiasi “centro” internazionale o dal partito di un altro paese.
[Kim Il Sung, Oeuvres Choisies, 2ª ed. francese, t. IV, pp. 397-398]
Il materialismo dialettico marxista ha sollevato quale problema fondamentale della filosofia il rapporto tra la materia e la coscienza, tra l’esistenza e il pensiero e ha stabilito il primato della materia e dell’esistenza e, su questa base, ha messo in evidenza le leggi dell’evoluzione del mondo oggettivo. Nella misura in cui la materialità del mondo e le leggi generali della sua evoluzione erano state chiarite, le idee del Juché hanno sollevato come problema fondamentale della filosofia la posizione e il ruolo dell’uomo nel mondo, ha dimostrato che l’uomo è padrone di tutto e decide di tutto e ha determinato la legittimità della dominazione, della modificazione e dello sviluppo del mondo da parte dell’uomo. Essa considera l’uomo come un essere sovrano in relazione al mondo, e non semplicemente come una parte del mondo. Questo principio filosofico dell’idea Juché non può essere interpretato nel quadro del materialismo dialettico.
[Kim Jong Il, Per una comprensione corretta dell’originalità del Kimilsungismo, 2 ottobre 1976]
Dicendo che l’uomo è padrone di tutto, si vuole dire che egli è padrone del mondo e del proprio destino; dicendo che l’uomo decide di tutto, si vuole dire che egli gioca un ruolo determinante quando si tratta di trasformare il mondo e di forgiare il proprio destino.
L’uomo secondo il Juché è un essere materiale, ma non è un essere materiale semplice. È l’essere materiale più evoluto e un prodotto compiuto dell’evoluzione del mondo fisico. Mentre tutte le altre forme della materia dotata di vita dipendono dal mondo oggettivo per conservare la propria esistenza, l’uomo sussiste ed evolve grazie alla conoscenza che acquista di quest’ultimo, la quale gli permette di modificarlo e di sottometterlo alla propria volontà.
Se l’uomo gode di questa posizione e di questo ruolo particolare di padrone del mondo, è perché è un essere sociale dotato di indipendenza [Chajusong, 자주성], di creatività [Changjosong, 창조성] e di coscienza [Uisiksong, 의식성].
Dato ciò, l’uomo appare come un essere superiore, il più potente del mondo, e che agisce sul mondo non fatalmente, ma in modo rivoluzionario, non passivamente, ma attivamente, e lo trasforma non alla cieca, ma con uno scopo preciso.
L’uomo non può vivere separato dal mondo, al contrario vive e agisce in mezzo al mondo.
Tenuto conto della posizione e del ruolo attribuiti all’uomo, padrone del mondo, le idee del Juché pone l’uomo al centro dell’universo.
Se l’uomo conosce e trasforma il mondo, è per mettere ogni cosa al proprio servizio. L’uomo è ciò che vi è di più prezioso al mondo e nulla è più importante dei suoi interessi. Niente al mondo ha valore se non in rapporto all’uomo.
[Kim Jong Il, Sulle idee del Juché, Cap. 2]
La storia dello sviluppo della società umana è la storia delle lotte delle masse popolari per difendere e realizzare il Chajusong.
[Kim Jong Il, Sulle idee del Juché, Cap. 3, Parte 2]

K

Kaizen [jpn: 改善]: E’ la composizione di due termini giapponesi, Kai (cambiamento, miglioramento) e Zen (buono, migliore); vuol dire letteralmente “miglioramento continuo”. Si applica nella vita privata, sociale e professionale. La continuità è la principale caratteristica del kaizen che si oppone al kakushin, l’innovazione.
[M. Alfieri, P. Ghirotti, S. Romagnoli, V. Spitale, Piccolo glossario pratico per Limes, Mistero Giappone, n10/2007]

Kallipolis [grc: Καλλίπολις]: In greco letteralmente “bella città”, da kallos / κάλλος (bellezza) e polis / πόλις (città).

Katéchon [grc: κατέχον]:

Kenosis [grc: κένωσις]: In greco letteralmente “svuotamento”, “svuotarsi”.

Keynesiano / Keynesismo: John Maynard Keynes, accademico e funzionario governativo britannico, ha cambiato il campo dell’economia. Secondo l’economia classica [vedi voce], i governi dovevano far poco per gestire il ciclo economico, che credevano si sarebbe autoregolato da solo [vedi “liberismo” e “mano invisibile del mercato”. Ma Keynes sostenne, di fronte alla Grande Depressione, che una recessione economica avrebbe potuto intaccare la capacità degli imprenditori e scoraggiare i consumatori dallo spendere. I governi, invece di far quadrare i bilanci, potevano chiedere prestiti per spendere denaro e questa spesa avrebbe rilanciato la domanda. Dopo il 1945, molti governi adottarono un approccio keynesiano e utilizzarono la politica fiscale per gestire il ciclo economico.
[The Economist, The A to Z of economics]

Koinè [grc: κοινὴ]:

Kratopolitics (geopolitica): Termine coniato da Kjellen. Considerazione dello Stato in termini di potenziale di potere [vedi “potenza”].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

L

Laissez-faire (economia): Questo termine francese si riferisce all’idea che i governi dovrebbero lasciare l’economia “in pace” il più possibile e consentire il libero scambio [vedi “mercato libero”]. È associato all’economia classica [vedi voce].
[The Economist, The A to Z of economics]

La fine della Storia: Concetto filosofico definito dal suo inventore Antoine Cournot “per riferirsi alla fine della dinamica storica con la perfezione della società civile”. La sua manifestazione più nota è nel libro del 1992 di Francis Fukuyama, un filosofo americano, intitolato “La fine della storia e l’ultimo uomo”. In esso si sosteneva non che il liberalismo avrebbe trionfato ovunque, ma che la dinamica della storia stava giungendo alla fine e che la democrazia liberale occidentale sarebbe stata l’ultima forma di governo.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Latifondo: Dal latino latus, cioè “esteso”, e fondus, cioè “campo”.

Lavoratore (o classe lavoratrice) [deu: Arbeiter]: spesso tradotto erroneamente in operaio

Lavoro: Un processo che si svolge fra l’uomo e la natura, nel quale l’uomo per mezzo della propria azione produce, regola e controlla il ricambio organico fra se stesso e la natura: contrappone se stesso, quale una fra le potenze della natura, alla materialità della natura. Egli mette in moto le forze naturali appartenenti alla sua corporeità, braccia e gambe, mani e testa, per appropriarsi i materiali della natura in forma usabile per la propria vita.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro I, Sezione III, Cap. 5]
La stessa specie di lavoro può essere produttiva o non produttiva.
Ad es. lo scrittore, che fornisce lavoro al suo editore, è un lavoratore produttivo, poiché la sua produzione è a priori sottoposta al capitale, e ha luogo solo per farlo fruttare. In caso contrario, si tratta di lavoro improduttivo.
[Karl Marx, Storia delle teorie economiche, Vol. I]
Non è il lavoro ad avere un valore. In quanto attività creatrice di valore, esso non può avere un valore particolare così come la gravità non può avere un determinato peso, il calore una determinata temperatura, l’elettricità una determinata intensità di corrente. Non è il lavoro ad essere comprato e venduto come merce, ma la forza-lavoro. Non appena essa diviene merce, il suo valore si adegua al lavoro in essa incorporato, in quanto prodotto sociale, è pari al lavoro socialmente necessario per la sua produzione e riproduzione.
[Friedrich Engels, Prefazione al II libro de Il Capitale]

Lavoro necessario:

Lavoro produttivo e improduttivo: Tutto il lavoro è produttivo di valore in misura pari al valore pagato per ottenerlo, e in proporzione al grado in cui i prodotti dei diversi generi di lavoro, venduti al prezzo di libera concorrenza, superano in valore il prezzo del lavoro impiegato nella produzione.
Il lavoro meno produttivo di ricchezza sarebbe quello i cui risultati in valore di scambio fossero soltanto uguali al valore sborsato per tale lavoro, che perciò non sostenta alcuna altra classe sociale fuorché le persone che se ne occupano, non reintegra che poco o nulla del capitale, e influenza in modo meno diretto ed efficace quelle operazioni di accumulazione che favoriscono la produzione futura.
I lavoratori improduttivi hanno grande importanza, indirettamente, nella produzione della ricchezza, come richiedenti, ma non si può propriamente asserire che essi creino la ricchezza che li compensa.
[David Ricardo]

Lavoro utile:

Lega:

Legalismo:

Legge: Frutto di un atto di sovranità espresso dalla volontà generale.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap.II]
Condizione dell’associazione civile. Il Popolo sottomesso alle leggi deve esserne l’autore: solo coloro che si associano [e che sono intaccati dalle leggi stesse] hanno il diritto di stabilire le condizioni della società.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. VI]
Per lo stesso motivo per cui la volontà non si rappresenta – o è essa stessa o è un’altra; una via di mezzo non esiste – i deputati del Popolo non sono e non possono essere i suoi rappresentanti, sono solo i suoi commissari; non possono concludere niente in modo definitivo. Qualunque legge che non sia stata ratificata dal Popolo in persona è nulla; non è una legge. [Vedi anche “sovranità popolare”]
[J.J. Rousseau, Il Contratto Sociale, Libro III, Cap. XV]
Decisione politica del popolo a tempo indeterminato.
[Platone, Definizioni]
Dal latino lex, legis da lige, ligare, cioè “costringere”.

Legge della progressione spaziale (geopolitica): La legge della progressione spaziale è stata formulata da Jean Tyriard. Essa recita “dalle città-Stato attraverso i territori-Stato fino ai continenti-Stato”. Le dinamiche geografiche della storia politica portano inesorabilmente a un aumento della scala delle formazioni sociali minime. [Vedi anche “blocco” e “spazio vitale”]
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Legge di Say (economia): L’idea, coniata nel XIX secolo da Jean-Baptiste Say, un economista francese, che l’offerta crei la propria domanda. Say si riferiva alla domanda aggregata [vedi voce], piuttosto che a quella dei singoli prodotti. Nel produrre un bene, un’azienda avrà pagato i salari ai lavoratori, acquistato materie prime dai fornitori e così via. Questi salari e ricavi saranno utilizzati per acquistare altri prodotti.
La legge di Say è stata utilizzata dagli economisti classici [vedi voce “economia classica”] per sostenere che le recessioni si sarebbero risolte da sole senza l’intervento del governo, a torto.
[The Economist, The A to Z of economics]

Legislatore: Creatore delle leggi secondo cui si deve governare [lo Stato].
[Platone, Definizioni]

Legislatura:

Lesa maestà (o delitto di prima specie): Azione volta a distruggere immediatamente la società, o chi la rappresenta.
[Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene; cap. VIII]

Leva finanziaria [eng: Leverage] (finanza): Investire, o speculare, con denaro preso in prestito o anticipando solo una piccola parte del prezzo di acquisto.
Ad esempio, una società può acquistare un’altra utilizzando una piccola quantità di denaro proprio e una maggiore quantità di debito sotto forma di prestiti bancari o obbligazioni [vedi voce]; maggiore è la proporzione di debito, più alto è il leverage, o gearing.
Un altro uso della leva finanziaria è l’acquisto di azioni con margine; se l’investitore mette solo il 10% del costo e il prezzo dell’azione sale del 10%, ha raddoppiato il suo denaro. Ma se il prezzo delle azioni scende del 10%, l’investimento viene azzerato. Forse il caso più comune di leva finanziaria è associato all’acquisto di case: la maggior parte delle persone paga una piccola parte del prezzo all’inizio e prende in prestito il resto. Le crisi finanziarie hanno spesso al centro una leva finanziaria eccessiva.
[The Economist, The A to Z of economics]

Leviathan [heb: לִוְיָתָן‎] (geopolitica e filosofia): In ebraico “mostro marino” (presente nella Bibbia). Termine ripreso da Schmitt. Stesso significato di atlantismo, talassocrazia, ecc. [vedi rispettive voci].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Liberale / Liberalismo: Il liberalismo è una visione del mondo che combina componenti di sinistra (umanesimo minimalista, individualismo, egualitarismo etnico e culturale) in politica e componenti di destra (mercato, privatizzazione, proprietà privata, capitalismo) in economia. L’ideologia dominante del campo atlantista. L’espressione politica del liberalismo è la democrazia liberale.
..
[Secondo la filosofia liberale] nessuno può costringere [alcuno] ad essere felice a suo modo (come cioè egli si immagina il benessere degli altri uomini), ma ognuno può ricercare la sua felicità per la via che a lui sembra buona, purché non rechi pregiudizio alla libertà degli altri di tendere allo stesso scopo, in guisa che la sua libertà possa coesistere con la libertà di ogni altro secondo una possibile legge universale (cioè non leda questo diritto degli altri).
[Immanuel Kant, Sopra il detto comune: “Questo può essere giusto in teoria, ma non vale per la pratica”, 1793]
Non c’è niente nei principi fondamentali del liberalismo che lo configuri come un credo stazionario; non ci sono regole rigide stabilite una volta per tutte. Il principio fondamentale, secondo cui nel gestire i nostri affari dobbiamo fare uso il più possibile delle forze spontanee della società e ricorrere il meno possibile alla coercizione, è suscettibile di un’infinita varietà di applicazioni.
[Friedrich von Hayek, da trovare]
Quella liberale è la tradizione di pensiero che con più rigore ha circoscritto un ristretto spazio sacro nell’ambito del quale vigono le regole della limitazione del potere; è una tradizione di pensiero caratterizzata, più che dalla celebrazione della libertà o dell’individuo, dalla celebrazione di quella comunità degli individui liberi che definisce lo spazio sacro.
Non a caso, i paesi classici della tradizione liberale sono quelli in cui, attraverso il puritanesimo, più profondamente ha agito l’Antico Testamento.
[Domenico Losurdo, Controstoria del liberalismo]
Per limitare la coercizione dello Stato [come vuole la dottrina liberale] bisogna separarne i poteri organizzati (legislativo, esecutivo e giudiziario). Inoltre, bisogna limitare le loro funzioni a quelle sole azioni che posseggano caratteri di ordine generale. Il liberalismo chiede che lo Stato, nel determinare le condizioni entro cui gli individui agiscono, fissi le medesime norme formali per tutti. In relazione a quest’ultima definizione sorge il problema del rapporto (e delle interferenze) tra la sfera della libertà e il settore del diritto. Le norme legislative tendono a limitare, nella loro rilevanza precettiva, il carattere di assolutezza della libertà. Esiste una categoria di norme, chiamata “minimo etico”, indispensabile per regolamentare gli interessi individuali e quelli di rango generale. Il diritto inoltre attribuisce allo Stato dei poteri per garantire a tutti la civile convivenza nella pace e nella sicurezza (“minimo del minimo etico”). D’altra parte il concetto di libertà non può essere identificato unicamente con quello di liceità giuridica, fissandone i confini con tutti i comportamenti umani che non siano contra legem. Sarebbe infatti troppo comodo limitarsi a rispettare le leggi per poi fare tutto quello che non è espressamente proibito.
[Friedrich von Hayek, voce Liberalismo, Enciclopedia Treccani 1973]

Liberismo / Liberista:

Libertà (o libertà civilelibertà morale): È limitata alla volontà generale. Scegliere, assegnare ed obbedire alle proprie Leggi vuol dire Libertà.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VIII]
La libertà non è la negazione d’ogni autorità; è la negazione d’ogni autorità che non rappresenti lo scopo collettivo, e che presuma impiantarsi e mantenersi sovr’altra base che su quella del libero spontaneo consenso [popolare] [vedi “volontà generale”].
[Giuseppe Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, Cap. IX]

Libertà (filosofia): La libertà non consiste nel sognare l’indipendenza dalle leggi della natura, ma nella conoscenza di queste leggi e nella possibilità, legata a questa conoscenza, di farle agire secondo un piano per un fine determinato. Libertà del volere non significa altro perciò che la capacità di poter decidere con cognizione di causa. Quindi quanto più libero è il giudizio dell’uomo per quel che concerne un determinato punto controverso, tanto maggiore sarà la necessità con cui sarà determinato il contenuto di questo giudizio; mentre l’incertezza poggiante sulla mancanza di conoscenza, che tra molte possibilità di decidere, diverse e contraddittorie, sceglie in modo apparentemente arbitrario, proprio perciò mostra la sua mancanza di libertà, il suo essere dominato da quell’oggetto che precisamente essa doveva dominare. La libertà consiste dunque nel dominio di noi stessi e della natura esterna fondato sulla conoscenza delle necessità naturali [deu: Naturnotwendigkeiten]: essa è perciò necessariamente un prodotto dello sviluppo storico.
[Friedrich Engels, Antidühring, Sezione I, Capitolo XI]

Libertario / Libertarismo:

Licenza:

Lider [eng: leader]:

Lignaggio:

Limes (geopolitica):

Limite [deu: Grenzbegriff]:

Line border (geopolitica): E’ un confine marittimo. [Vedi anche “strip border“]. Il compito di un blocco geopolitico [vedi “blocco”], che pretende di agire su scala planetaria, è quello di rendere i line border massimi per sé e minimi per il suo rivale, e viceversa
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Lingua:

Liquidare / Liquidazione:

Liquidità (economia e finanza): La qualità di [un bene nell’]essere facilmente trasformabile in denaro contante. Può dipendere dalla natura dello strumento, o può dipendere dal volume degli scambi sul mercato; i titoli di Stato sono più facili da vendere rapidamente rispetto al debito emesso da una piccola impresa [vedi “obbligazione”]. In tempi di crisi, gli investitori tendono ad avere una forte preferenza per la liquidità; quando i mercati degli asset [vedi voce] sono in piena espansione, gli asset illiquidi sembrano più attraenti [vedi “trappola della liquidità”].
[The Economist, The A to Z of economics]

Lobby:

Logica [deu: Logik]: Schematizzazione generale del mondo.
[Friedrich Engels, Antidühring, I Sezione, Cap. III]
Nella logica abbiamo a che fare con il pensiero puro, ossia con le determinazioni pure del pensiero. Nella logica i pensieri vengono colti in modo da non avere altro contenuto che quello appartenente al pensiero stesso e prodotto da esso. Così i pensieri sono pensieri puri.
[G. W. F. Hegel, Enciclopedia, cit., § 24, Agg. 2]

Logos [grc: λόγος]:

Lotta:

Lotta di classe [deu: Klassenkampf]:

Luddismo / Luddista:

Lusso:

M

Maggioranza:

Maggioranza assoluta:

Maggioranza relativa:

Magistrato (o deputato): Individuo parte del Principe [vedi voce].
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. I]
Carica concernente le leggi.
[Platone, Definizioni]

Malcontento:

Manifattura (economia): Il processo di fabbricazione di prodotti fisici a partire da materie prime attraverso l’uso di manodopera e macchinari. Un tempo dominante nelle “economie sviluppate”, oggi rappresenta una quota minore del PIL rispetto ai servizi.
[The Economist, The A to Z of economics]
In termini economici, l’attività industriale tesa alla lavorazione e trasformazione di materie prime, in funzione della produzione di oggetti di consumo.
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]
Colonna portante dell’economia reale [vedi voce].

Manifestazione (politica):

Manifestazione (filosofia):

Manifesto (politica):

Mano invisibile del mercato: Forza che spinge il mercato verso il raggiungimento di un equilibrio.
[Adam Smith, La ricchezza delle nazioni, Capitolo 3.2]

Manuale / Manualistica:

Mare interno [lat: mare internum, eng: Inland sea] (geopolitica): E’ un termine che si riferisce a uno specchio d’acqua racchiuso all’interno di un volume tellurico terrestre, e quindi non è un confine strategico o culturale. Oceano interno è un termine che ha lo stesso significato di “mare interno”, solo su scala planetaria. Anche Oceano Medio.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Marginalismo (economia):

Marxismo: Il marxismo è il sistema delle concezioni della dottrina di Marx. Marx è stato colui che ha continuato e perfezionato le tre più importanti correnti di idee del secolo XIX: la filosofia classica tedesca, l’economia politica classica inglese e il socialismo francese.
Le concezioni di Marx costituiscono nel loro insieme il materialismo moderno e il moderno socialismo scientifico [vedi voce “comunismo”].
[Lenin, Karl Marx]
Marxista è soltanto colui che estende il riconoscimento della lotta delle classi sino al riconoscimento della dittatura del proletariato.
[Lenin, Stato e Rivoluzione; Cap. II, pt. 3]

Marxismo-leninismo: Il leninismo è il marxismo dell’epoca dell’imperialismo e della rivoluzione proletaria. Più esattamente: il leninismo è la teoria e la tattica della rivoluzione proletaria in generale, la teoria e la tattica della dittatura del proletariato in particolare.
[Iosif Stalin, Principi del Leninismo, Premessa]
La teoria di Marx non è un qualcosa di definitivo e di intangibile; al contrario, essa ha posto soltanto le pietre angolari della scienza che i socialisti devono far progredire in tutte le direzioni, se non vogliono lasciarsi distanziare dalla vita
[Lenin, Il nostro programma]
Lenin enuncia la sua concezione dell’edificazione del comunismo con questa formula: il comunismo è il potere dei Soviet più l’elettrificazione di tutto il paese. In questa frase, il termine “elettrificazione” dovrebbe essere così interpretato: automatizzare l’intero processo di produzione e porre così le solide basi materiali del paese attraverso la rivoluzione tecnica. E con il termine “potere dei Soviet” indica la dittatura del proletariato. Sviluppando ancora questo termine, lo possiamo interpretare come segue: lo Stato della classe operaia deve continuare la lotta di classe e la rivoluzione ideologica. 
[Kim Il Sung, Oeuvres Choisies, ed. francese, t. VI, pp. 217-218]

Massa (sociologia):

Massimalismo:

Materia (filosofia): La materia è pesante perché preme verso un centro; secondo la sua essenza è un composto, le sue parti esistono l’una separata dall’altra, essa cerca la sua unità e cerca così di superarsi, aspira a divenire il contrario di se stessa. Qualora ci riuscisse, non sarebbe più materia, bensì si sarebbe annullata; essa aspira all’idealità, poiché nell’unità essa è ideale.
[Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia]

Materia (scienza):

Materialismo (filosofia): Il materialismo afferma che il pensiero sia una funzione del cervello.
La materia è ciò che, agendo sugli organi dei nostri sensi, produce la sensazione; la materia è la realtà obiettiva che ci è data nella sensazione.
[Lenin, Materialismo ed empiriocriticismo]

Materialismo dialettico [ru: Diamat / диамат]: Viene così chiamato perchè il suo modo di considerare i fenomeni della natura, il suo metodo d’investigazione è dialettico [vedi “dialettica”], e la sua interpretazione, la sua concezione dei fenomeni della natura, la sua teoria è materialistica.
[Iosif Stalin, Principi del leninismo]

Materialismo storico (o concezione materialistica della storia): Il materialismo storico estende i principi del materialismo dialettico allo studio della vita sociale [vedi “scienze sociali”].
[Iosif Stalin, Principi del leninismo]
Il materialismo storico di Marx mostra come da una forma di vita sociale, in seguito all’accrescimento delle forze produttive, si sviluppi una altra forma più elevata, come, per esempio, dal feudalesimo nasca il capitalismo. Allo stesso modo che la conoscenza dell’uomo riflette la natura, che esiste indipendentemente da lui, cioè la materia in sviluppo, così la conoscenza sociale dell’uomo (ossia le diverse concezioni e le dottrine filosofiche, reigiose, politiche, ecc.) riflette il regime economico della società [vedi “egemonia”]. Le istituzioni politiche sono una sovrastruttura [vedi voce] che si erige sulla base economica.
[Lenin, Tre fonti e tre parti integranti del marxismo]
Secondo la concezione materialistica della storia la produzione e riproduzione della vita reale è nella storia il momento in ultima istanza determinante. Se ora qualcuno distorce quell’affermazione in modo che il momento economico risulti essere l’unico determinante, trasforma quel principio in una frase fatta insignificante, astratta e assurda. La situazione economica è la base, ma i diversi momenti della sovrastruttura [vedi voce] – le forme politiche della lotta di classe e i risultati di questa (costituzioni stabilite dalla classe vittoriosa dopo una battaglia vinta, ecc.), le forme giuridiche, persino i riflessi di tutte queste lotte reali nel cervello di coloro che vi prendono parte, le teorie politiche, giuridiche, filosofiche, le visioni religiose e il loro successivo sviluppo in sistemi dogmatici –, esercitano altresì la loro influenza sul decorso delle lotte storiche e in molti casi ne determinano in modo preponderante la forma. È un’azione reciproca di tutti questi momenti, in cui alla fine il movimento economico s’impone come fattore necessario attraverso un’enorme quantità di fatti casuali (cioè di cose e di eventi il cui interno nesso è così vago e così poco dimostrabile che noi possiamo fare come se non ci fosse e trascurarlo).
Ma in secondo luogo la storia si fa in modo tale che il risultato finale scaturisce sempre dai conflitti di molte volontà singole, ognuna delle quali a sua volta è resa quel che è da una gran quantità di particolari condizioni di vita; sono perciò innumerevoli forze che si intersecano tra loro, un gruppo infinito di parallelogrammi di forze, da cui scaturisce una risultante – l’avvenimento storico – che a sua volta può esser considerata come il prodotto di una potenza che agisce come totalità, in modo non cosciente e non volontario. Infatti quel che ogni singolo vuole è ostacolato da ogni altro, e quel che ne viene fuori è qualcosa che nessuno ha voluto. Così la storia, quale è stata finora, si svolge a guisa di un processo naturale, ed essenzialmente è soggetta anche alle stesse leggi di movimento. Ma dal fatto che le singole volontà – ognuna delle quali vuole ciò a cui la spinge la sua costituzione fisica e le circostanze esterne, in ultima istanza economiche (le sue proprie personali o quelle generali e sociali) – non raggiungono ciò che vogliono, ma si fondono in una media complessiva, in una risultante comune, da questo fatto non si può comunque dedurre che esse vadano poste = 0. Al contrario, ognuna contribuisce alla risultante, e in questa misura è compresa in essa.
[Friedrich Engels, Lettera a J. Bloch, 21 settembre 1890]
Parlando dei rapporti economici [vedi voce], che [i marxisti] considerano come la base determinante della storia della società, si intende il modo in cui gli uomini di una determinata società producono il proprio sostentamento e si scambiano i prodotti (nella misura in cui esiste divisione del lavoro). Vi è dunque compresa l’intera tecnica della produzione e dei trasporti. Questa tecnica determina anche il modo dello scambio, quindi anche della distribuzione dei prodotti e, dopo la dissoluzione della società gentilizia, anche la divisione in classi, quindi i rapporti di signoria e di servitù, quindi lo Stato, la politica, il diritto, ecc.
Sono inoltre comprese nelle condizioni economiche la base geografica sulla quale esse si manifestano e i relitti effettivamente trasmessi di stadi precedenti dell’evoluzione economica, che si sono perpetuati, spesso soltanto per tradizione o per forza d’inerzia, e naturalmente l’ambiente esterno che circonda questa forma di società.
Se è vero che la tecnica dipende in massima parte dallo stato della scienza, a maggior ragione questa dipende dallo stato e dalle esigenze della tecnica. 
[Il marxismo considera] le condizioni economiche come l’elemento determinante, in ultima istanza, dell’evoluzione storica. Ma la razza è essa stessa un fattore economico. [in risposta a Borgius: “al modo che ‘l’ambiente’ condiziona e influenza l’individuo, nel qual caso le particolarità specifiche rimarrebbero sottoposte all’influenza della razza, delle individualità creatrici ecc.”]
L’evoluzione politica, giuridica, filosofica, religiosa, letteraria, artistica, ecc. poggia sull’evoluzione economica. Ma esse reagiscono tutte l’una sull’altra e sulla base economica. Non è che la situazione economica sia causa essa sola attiva e tutto il resto nient’altro che effetto passivo. Vi è al contrario azione reciproca sulla base della necessità economica che, in ultima istanza, sempre s’impone. 
Gli uomini fanno essi stessi la loro storia, ma finora neppure in una determinata società ben delimitata, non con una volontà collettiva, secondo un piano d’assieme. I loro sforzi si intersecano contrastandosi e, proprio per questo, in ogni società di questo genere regna la necessità, il cui complemento e la cui forma di manifestazione è l’accidentalità. La necessità che si impone attraverso ogni accidentalità è di nuovo, in fin dei conti, quella economica.
[Friedrich Engels, Lettera a W. Borgius, 25 gennaio 1984]

Matriarcato:

Matrimonio di gruppo [deu: Gruppenehe] (antropologia): La forma nella quale interi gruppi di uomini e interi gruppi di donne si possiedono reciprocamente e che lascia poco spazio alla gelosia.
Corrisponde allo stadio di sviluppo umano di stato selvaggio [vedi voce].
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. II]

Matrimonio esclusivo [deu: Einzelehe]:
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. II]

Mercantilismo: La produzione di merci si estingue quando l’intera Società è in possesso dei mezzi di produzione.
[Antidühring, …]
Esiste dapprima del capitalismo, ed era già presente nel sistema schiavistico; il mercantilismo, mantenuto col socialismo, può portare al capitalismo solo se i mezzi di produzione sono ancora una proprietà privata.
[Problemi economici del Socialismo nell’Urss, Cap. 2]

Mercato: Dal latino mercatus, cioé “commercio”.

Mercato libero (o libero mercato):

Mercato perfetto (o mercato ideale, competizione perfetta): Un modello che descrive un mercato in cui gli acquirenti e i venditori sono numerosi e ben informati e quindi non c’è spazio per il monopolio, il monopsonio o l’oligopolio. Il modello richiede una serie di ipotesi idealizzate (come l’assenza di costi di transazione [e una conoscenza illimitata, onniveggenza]) che non si applicano al mondo reale.
[The Economist, The A to Z of economics]

Mercato primario (finanza): Si intendono i titoli non ancora emessi ed in via di emissione.
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]
Si raccoglie qui nuovo denaro sotto forma di azioni (la quotazione di una società) o di obbligazioni [vedi voce]. In caso di crisi, il mercato primario può bloccarsi, rendendo impossibile la raccolta di nuovo denaro. [Vedi anche “mercato secondario”]
[The Economist, The A to Z of economics]

Mercato secondario (finanza):  Il mercato secondario fa riferimento ai titoli già emessi – ma non ancora giunti a scadenza – e quindi, potenzialmente scambiabili sul mercato.
[Demostenes
Vengono qui scambiati i titoli esistenti (come le obbligazioni o le azioni [vedi rispettive voci]). Il giro d’affari del mercato secondario è vastissimo, pari a molti trilioni di dollari al giorno. [Vedi anche “mercato primario”]
[The Economist, The A to Z of economics]

Merce [eng: Commodity]: La merce è un prodotto della produzione, che viene venduto a qualsiasi acquirente, e quando la merce viene venduta il proprietario della merce perde il diritto di proprietà su di essa e l’acquirente diventa proprietario della merce, che può rivendere, impegnare e far marcire.
[Iosif Stalin, Problemi economici del socialismo in URSS, Risposta al comp. Alessandro Ilic Notkin]

Metaxy [grc: μεταξύ]:

Mezzaluna esterna (o mezzaluna insulare) [eng: Outer crescent o Island crescent] (geopolitica): Termine coniato da Mackinder per indicare l’insieme dei territori all’interno della zona di influenza talassocratica [vedi voce]. Parti di continenti e isole che gravitano verso l'”esistenza marittima”. Anche un’area che è interamente sotto il controllo dell’atlantismo strategico [vedi “atlantismo”].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Mezzo di produzione (o mezzo produttivo) [deu: Produktionsmittel]:

Misura [grc: metron / μέτρον] : [Schmitt]

Modo di distribuzione [deu: Verteilungsweise]: La distribuzione, però, non è un semplice risultato passivo della produzione e dello scambio: essa reagisce nella stessa misura su entrambi. Ogni nuovo modo di produzione [vedi voce] o ogni nuova forma di scambio, in principio vengono inceppati non solo dalle vecchie forme e dalle istituzioni politiche ad esse corrispondenti, ma anche dal vecchio modo di distribuzione. Solo con una lunga lotta essi potranno conquistarsi la forma di distribuzione loro adeguata. Ma quanto più un dato modo di produzione e di scambio è mobile, quanto più è capace di perfezionamento e di sviluppo, tanto più rapidamente anche la distribuzione raggiunge un grado in cui supera le condizioni che l’hanno generata, e in cui viene a conflitto con la forma di produzione e di scambio esistente fino allora.
Le vecchie comunità naturali possono esistere per secoli, come [ad es.] presso gli indù e gli slavi, prima che il traffico col mondo esterno produca al loro interno quelle differenze di fortune, in conseguenza delle quali subentra la loro dissoluzione. Per contro, la moderna produzione capitalistica, che solo dall’introduzione della grande industria è diventata dominante, in questo breve corso di tempo ha dato origine a contrasti nella distribuzione – da una parte, concentrazione dei capitali nelle mani di pochi e, dall’altra, concentrazione nelle grandi città delle masse pauperizzate – contrasti che necessariamente la conducono alla rovina.
In ogni periodo, il nesso tra la distribuzione e le condizioni materiali di esistenza di una società è così insito nella natura delle cose da rispecchiarsi regolarmente nell’istinto popolare. Sino a quando un modo di produzione si trova nella fase ascendente della parabola del suo sviluppo, è salutato con gioia perfino da coloro che nel modo di distribuzione ad esso corrispondente hanno tutto da perdere. Caso questo che si è verificato per gli operai inglesi al sorgere della grande industria. Sino a quando questo modo di produzione resta socialmente normale si è anche completamente soddisfatti della distribuzione, e se una protesta si eleva, essa parte dal seno delle stesse classi dominanti (Saint-Simon, Fourier, Owen) e da principio non trova nessun favore tra le masse sfruttate. Solo allorché il modo di produzione in oggetto ha percorso un buon tratto della sua parabola discendente, allorché esso per metà è sopravvissuto a se stesso, allorché le condizioni della sua esistenza sono in gran parte scomparse e il suo successore “già batte alla porta”, solo allora la distribuzione, che va diventando sempre più diseguale, appare ingiusta.
[Friedrich Engels, Antidühring, Sezione II, Cap. I]
In tedesco il “weise” nel termineVerteilungsweise sta a significare non solo i metodi [methode], ma anche le conoscenze [wissen] e la tecnica.

Modo di produzione [deu: Produktionsweise]: Un modo di produzione è un complesso, una totalità di relazioni che strutturano le modalità di interrelazione tra gli individui che compongono una certa comunità.
È il modo in cui quelle relazioni definiscono come vengono prodotti i beni e i servizi necessari alla riproduzione di una comunità umana, storicamente determinata e spazialmente delimitata (il modo in cui la natura viene appropriata e trasformata dall’uomo). Vivendo l’uomo in comunità e non isolatamente, i rapporti che si sviluppano in quel contesto di relazioni umane, intersoggettive, sono rapporti sociali [vedi voce].
[Luciano Vasapollo, La crisi del Capitale, Cap. 2, Parte 1]
In tedesco il “weise” nel termineProduktionsweise sta a significare non solo i metodi [methode], ma anche le conoscenze [wissen] e la tecnica.

Moltiplicatore keynesiano: In economia, il moltiplicatore keynesiano è uno strumento fondamentale di analisi macroeconomica. Elaborato dall’economista inglese John Maynard Keynes, tale strumento permette di individuare l’effetto di un certo livello di consumo all’interno del sistema economico sul reddito finale del sistema stesso. Il moltiplicatore misura infatti la percentuale di incremento del reddito nazionale in rapporto all’incremento di una o più variabili macroeconomiche componenti la domanda aggregata: consumi, investimenti e spesa pubblica. [Vedi anche “keynesismo”]
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]

Monarca:

Monarchia:

Mondialismo: Fase estrema dell’imperialismo capitalista americanocentrico nella sua manifestazione più degenerativa, antitradizionale, conservatrice e sovversiva al tempo stesso.
[Carlo Terracciano, Rivolta contro il mondialismo moderno, in Alle origini del “rossobrunismo”]
Una particolare ideologia che propone la fusione di tutti gli Stati e i popoli in un’unica entità planetaria con l’istituzione di un Governo Mondiale e la distruzione dei confini razziali, religiosi, etnici, nazionali e culturali. Esiste un mondialismo “di destra” e uno “di sinistra”. La destra rappresenta la globalizzazione dell’atlantismo. La sinistra ritiene necessario includere il settore eurasiatico nello Stato unico [di fatto occupandolo direttamente o meno].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Mondo:

Moneta:

Monetarismo: La convinzione che le variazioni dell’offerta di moneta siano la principale determinante delle variazioni dell’inflazione, associata in particolare a Milton Friedman, un economista americano [neoliberista].
I casi di iperinflazione sono stati effettivamente associati alla rapida stampa di moneta. Ma quando i governi adottarono le politiche monetariste alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80, trovarono l’offerta di moneta difficile da controllare e faticarono anche a decidere quale fosse la misura dell’offerta di moneta migliore a cui mirare. Le politiche monetariste furono abbandonate a favore dell’inflation targeting.
[The Economist, The A to Z of economics]

Monismo (filosofia):

Monogamia [deu: Monogamie]: 
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. II]

Monopolio (economia): Seppur etimologicamente voglia rappresentare nella lingua comune un accentramento del potere (in genere economico, settoriale) sotto un unico “polo”, un unico cartello [vedi voce]; nell’economia reale sta a rappresentare un accentramento de facto, e non de jure, sotto un unico blocco. Non occorre dunque che un’unica azienda domini nazionalmente o internazionalmente un settore affinché ci sia un monopolio: occorre che ci sia una comunanza di intenti ed interessi che rende l’oligopolio de facto un unico blocco, appunto monopolistico.
[Katéchon]
Il monopolio si manifesta in cinque forme principali:
1. cartelli, sindacati e trust [vedi le rispettive voci]: la concentrazione della produzione ha raggiunto un livello tale da dare origine a queste associazioni monopolistiche di capitalisti;
2. la posizione monopolistica delle grandi banche: tre, quattro o cinque banche giganti manipolano l’intera vita economica dell’America, della Francia, della Germania;
3. l’accaparramento delle fonti di materie prime da parte dei trust e dell’oligarchia finanziaria (il capitale finanziario è capitale industriale monopolistico fuso con il capitale bancario);
4. la spartizione (economica) del mondo da parte dei cartelli internazionali è iniziata. Esistono già più di cento cartelli internazionali, che comandano l’intero mercato mondiale e lo dividono “amichevolmente” tra loro, finché la guerra non lo ridivide. L’esportazione di capitale, distinta dall’esportazione di merci nel capitalismo non monopolistico, è un fenomeno altamente caratteristico ed è strettamente legato alla spartizione economica e politico-territoriale del mondo;
5. la spartizione territoriale del mondo (colonie) è completata.
[Vladimir Lenin, L’imperialismo e la scissione nel Socialismo, 1916]

Monopsonio (economia): Mentre un monopolio è un venditore con una posizione dominante, un monopsonio è un acquirente dominante.
Un esempio potrebbe essere un produttore alimentare che è il principale acquirente di chicchi di caffè o di polli freschi dagli allevatori. Un monopsonista può sfruttare la sua posizione insistendo su prezzi bassi.
[The Economist, The A to Z of economics]

Morale: Dal latino moralis, cioè concernente i mores, i “costumi”.

Movimentismo:

Movimento (politica):

Mujāhidīn [ar: مجاهدين]: Il mujāhid (pl. mujihādūn / mujāhidīn) è colui che si impegna nel “cammino di Dio” [vedi “jihad”].
Il fondamentalismo oggi intende per mujāhid soprattutto il “combattente” che si oppone ai nemici dell’islam.
[A. Chiovenda, E. Galoppini, L. Trombetta, Glossario ragionato dei termini islamici per Limes, Progetto Jihad, n1/2004]

Multinazionale:

Multipolarismo (o multicentrismo) [zh: duojihua / 多极化]: Prevede la coesistenza di più Grandi Spazi [vedi voce]. È possibile solo dopo il superamento del mondo unipolare [vedi voce].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]
Un mondo in cui tre o più grandi potenze competono. In un mondo del genere nessun Paese può dominare, perché gli Stati più deboli possono unirsi contro di esso.
L’Europa ha mostrato multipolarità per la maggior parte dei secoli XVIII e XIX.
[The Economist, The A to Z of international relations]
Il sistema di relazioni internazionali multipolare è basato sui seguenti principi:
1. uguaglianza sovrana degli Stati, rispetto del loro diritto di scegliere modelli di sviluppo e ordine sociale, politico ed economico;
2. rifiuto dell’egemonia negli affari internazionali;
3. cooperazione basata su un equilibrio di interessi e vantaggi reciproci;
4. non interferenza negli affari interni;
5. regola del diritto internazionale nel disciplinare le relazioni internazionali, con l’abbandono da parte di tutti gli Stati della “politica dei due pesi e delle due misure”;
6. indivisibilità della sicurezza negli aspetti globali e regionali;
7. diversità di culture, civiltà e modelli di organizzazione sociale, non imposizione agli altri Paesi da parte di tutti gli Stati dei loro modelli di sviluppo, ideologia e valori, e affidamento su una linea guida spirituale e morale comune a tutte le religioni tradizionali mondiali e ai sistemi etici secolari;
8. una leadership responsabile da parte delle nazioni leader, volta a garantire condizioni di sviluppo stabili e favorevoli, sia per loro stesse che per tutti gli altri Paesi e popoli;
9. il ruolo primario degli Stati sovrani nel processo decisionale relativo al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale.
[Il concetto di politica estera della Federazione Russa, 2023, Parte IV]
La libertà dei Paesi e delle Nazioni e il loro diritto intrinseco al proprio sviluppo e alla conservazione della propria identità e unicità. In questo modello di mondo non ci dovrebbe essere posto per diktat, stereotipi o ideali di eccezionalismo imposti da singoli Paesi o blocchi.
[Vladimir Putin, Discorso ai veterani della Foreign Intelligence Service, 30 giugno 2022]
La transizione al sistema multipolare è un processo, non una singola azione finita. Pertanto, diverse e talvolta contraddittorie tendenze che si manifestano durante il processo sono di grande importanza. Alcune di esse sono legate alla disomogeneità del loro sviluppo, successo o fallimento delle associazioni di integrazione. Risulta di grande importanza l’instabilità del rapporto tra il corso per reimpostare le relazioni e la linea di condotta ereditata dalla guerra fredda, che i Paesi erano soliti applicare durante il confronto. Queste due tendenze si manifestano in ambito politico, militare ed economico. Pertanto, la conclusione valida è che un ordine mondiale multipolare in condizioni di globalizzazione non porta a situazioni di conflitto e collisioni militari, ma non esclude un ambiente molto complicato in cui la transizione a tale sistema ha luogo.
[Evgenij Primakov, Thoughts aloud]
La vera democrazia in un mondo multipolare riguarda innanzitutto la capacità di ogni Nazione, di ogni società o Civiltà di seguire la propria strada e organizzare il proprio sistema socio-politico. Se gli Stati Uniti o i Paesi dell’UE godono di questo diritto, allora anche i Paesi dell’Asia, gli Stati islamici, le monarchie del Golfo Persico e i Paesi di altri continenti ne hanno certamente diritto.
Lo sviluppo dovrebbe basarsi su un dialogo tra Civiltà e valori spirituali e morali. La comprensione dell’uomo e della sua natura varia da una Civiltà all’altra, ma questa differenza è spesso superficiale e tutti riconoscono la dignità ultima e l’essenza spirituale delle persone.
I valori tradizionali non sono un insieme rigido di postulati a cui tutti devono aderire. La differenza rispetto ai cosiddetti valori neoliberali [vedi voce] è che sono unici in ogni caso particolare, perché derivano dalle tradizioni di una determinata società, dalla sua cultura e dal suo background storico. Per questo motivo i valori tradizionali non possono essere imposti a nessuno. Vanno semplicemente rispettati e tutto ciò che ogni nazione ha scelto per sé nel corso dei secoli deve essere gestito con cura.
[Il multipolarismo] esclude la possibilità di abusi in una nuova infrastruttura finanziaria globale. Sarebbe possibile condurre transazioni internazionali efficaci, vantaggiose e sicure senza il dollaro o una delle cosiddette valute di riserva [vedi voce]. Il passaggio alle transazioni in valute nazionali prenderà rapidamente piede. [Tale rapidità nelle dinamiche] dipende dallo status degli emittenti di queste valute e dallo stato delle loro economie, ma si rafforzeranno e queste transazioni sono destinate a prevalere gradualmente sulle altre. Questa è la logica di una politica economica e finanziaria sovrana in un mondo multipolare.
Inoltre, i nuovi centri di sviluppo globale stanno già utilizzando tecnologie e ricerche ineguagliabili in vari campi e possono competere con successo con le imprese transnazionali occidentali in molti settori.
L’unità tra gli uomini si crea tenendo conto dell’opinione di tutti e con un approccio attento all’identità di ogni società e di ogni Nazione. Questo è il principio che può essere alla base della cooperazione a lungo termine in un mondo multipolare.
A questo proposito potrebbe valere la pena di rivedere la struttura delle Nazioni Unite, compreso il suo Consiglio di Sicurezza, per riflettere meglio la diversità del mondo.
[Nel mondo multipolare e nella sua aescesa l’Eurasia gioca un ruolo importante perché] la maggior parte della popolazione è concentrata nella parte orientale dell’Eurasia, dove sono sorti i centri delle più antiche Civiltà umane. Il valore e l’importanza dell’Eurasia risiedono nel fatto che essa rappresenta un complesso autosufficiente che possiede enormi risorse di ogni tipo ed enormi opportunità. [Per questo] forze esterne [imperialsite ed egemoni agiscono] con l’obiettivo di dividere lo spazio eurasiatico e trasformarlo in una zona di confronto tra blocchi.
[Vladimir Putin, XIX edizione del Valdai International Discussion Club]
[Consiste nel] rafforzamento dei principi del multilateralismo negli affari internazionali, lo sviluppo di un’architettura delle relazioni internazionali che si basi sul riconoscimento da parte della comunità internazionale dei principi di indivisibilità della sicurezza nel mondo moderno e che rifletta la sua diversità.
[È] risultato della crescente interdipendenza degli Stati e della necessità di rendere più gestibile lo sviluppo globale;
[e dell’]aumento del potenziale economico dei centri di crescita globale emergenti, come risultato di una più equa distribuzione delle risorse per lo sviluppo dovuta alla liberalizzazione dei mercati globali. La crescita economica di questi Paesi e regioni si trasforma in influenza politica e la tendenza a un ordine mondiale policentrico cresce ulteriormente.
[Il concetto di politica estera della Federazione Russa, 2008]
La ricchezza posseduta da molti Paesi, soprattutto dagli Stati europei e dagli Stati Uniti, si è basata in gran parte sulle ingiustizie del passato e del precedente ordine mondiale, sul colonialismo e sulla schiavitù. E i vantaggi tecnologici che una parte dell’umanità ha ricevuto non sono stati utilizzati in modo equo. Li hanno usati per affermare il loro dominio. I tentativi di farlo continuano ancora oggi.
[Dato questo contesto,] l’obiettivo [del multipolarismo] è rendere il mondo più giusto. Questo è esattamente ciò che stanno cercando di fare i BRICS.
[Vladimir Putin, IX Sessione plenaria del United Cultures Forum]
Il modello di sviluppo mondiale squilibrato, che per secoli ha garantito la crescita economica avanzata delle potenze coloniali attraverso l’appropriazione delle risorse dei territori e degli Stati dipendenti, sta irrimediabilmente svanendo. La sovranità e le opportunità competitive delle potenze mondiali non occidentali e dei Paesi leader regionali si stanno rafforzando. La trasformazione strutturale dell’economia mondiale, il suo trasferimento su una nuova base tecnologica, la crescita della coscienza nazionale, la diversità culturale e di Civiltà e altri fattori oggettivi accelerano il processo di spostamento del potenziale di sviluppo verso nuovi centri di crescita economica e di influenza geopolitica e promuovono la democratizzazione delle relazioni internazionali.
I cambiamenti in atto non sono accolti con favore da alcuni Stati abituati alla logica del dominio globale e del neocolonialismo. Questi Paesi si rifiutano di riconoscere la realtà di un mondo multipolare e di concordare di conseguenza i parametri e i principi dell’ordine mondiale. Si cerca di frenare il corso naturale della storia, di eliminare i concorrenti nella sfera politico-militare ed economica. Viene utilizzata un’ampia gamma di strumenti e metodi illegali, tra cui l’introduzione di misure coercitive (sanzioni) in violazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, la provocazione di colpi di Stato e conflitti militari, le minacce, i ricatti, la manipolazione della coscienza di alcuni gruppi sociali e di intere nazioni, le azioni offensive e sovversive nello spazio dell’informazione. Una forma diffusa di interferenza negli affari interni degli Stati sovrani è diventata l’imposizione di atteggiamenti ideologici neoliberali distruttivi che vanno contro i valori spirituali e morali tradizionali. Di conseguenza, l’effetto distruttivo si estende a tutte le sfere delle relazioni internazionali.
[Il concetto di politica estera della Federazione Russa, 2023, Parte II]

Municipio:

Mutatis mutandis: Espressione latina che vuol dire letteralmente “mutate le cose che devono essere mutate”. In genere l’espressione precede la considerazione che non cambia nulla o quasi.

Mutualismo: Dal latino mutuus, cioè “scambievole”, “reciproco”.

Mutuo appoggio [ru: Взаимопомощь, o сотрудничество]: https://ru.m.wikipedia.org/wiki/%D0%92%D0%B7%D0%B0%D0%B8%D0%BC%D0%BD%D0%B0%D1%8F_%D0%BF%D0%BE%D0%BC%D0%BE%D1%89%D1%8C

N

Nativismo:

Natura (creatrice, positiva, pura):

Natura dell’uomo [deu: Gattungswesen]:

Natura (distruttiva, entropica, caotica, degenerativa, decompositiva): La “natura cattiva” è la cattiveria naturale [tra cui i disastri naturali], il difetto di natura, la malattia naturale.
[Platone, Definizioni]

Nazionalismo: Spesso “patriottismo” viene erroneamente tradotto dalle altre lingue in “nazionalismo”, in quanto la distinzione è assente o più sfumata in molte lingue.

Nazionalizzazione:

Nazione: Persone che formano un solo gruppo, riconoscono uno stesso principio, e si avviano, sotto la scorta d’un diritto comune, al conseguimento di un medesimo fine.
[Giuseppe Mazzini, Nazionalità. Qualche idea su una costituzione nazionale]
La nazione è determinata comunità di persone.
È una comunità non di razza nè di stirpe [vedi voce].
[Ad esempio] l’attuale nazione italiana è stata formata da romani, germani, etruschi, greci, arabi, ecc. La nazione francese è stata costituita da galli, romani, britanni, germani, ecc. Lo stesso va detto degli inglesi, dei tedeschi e degli altri popoli, che si sono costituiti in nazioni con genti di diverse razze e stirpi.
La nazione non è dunque una comunità di razza nè di stirpe, ma una comunità di persone, formatasi storicamente.
[Ad esempio gli inglesi] abitavano un solo territorio, l’Inghilterra, e costituivano una sola nazione. Poi, una parte degli inglesi si trasferì dall’Inghilterra in un nuovo territorio, in America, e lì, sul nuovo territorio, col passar del tempo, costituì la nuova nazione dell’America del Nord. Territori diversi hanno condotto alla formazione di nazioni diverse.
Il territorio comune è dunque uno dei tratti caratteristici della nazione.
Occorre, inoltre, un vincolo economico interno che saldi le singole parti della nazione in un tutto unico.
[Ad esempio] tra l’Inghilterra e l’America del Nord non c’è un tale vincolo e perciò esse costituiscono due nazioni diverse. Ma anche gli stessi nordamericani non meriterebbero il nome di nazione, se le diverse parti dell’America del Nord non fossero legate fra loro in un tutto economico, grazie alla divisione del lavoro tra loro, allo sviluppo delle vie di comunicazione, ecc.
La comunanza della vita economica, la coesione economica sono dunque uno degli elementi caratteristici della nazione.
[Senza di essa, può esistere una Nazione, un popolo unico diviso da diversi Stati, ma non una Nazione autonoma costituitasi in Stato-Nazione]
Ma neanche questo basta. Bisogna prendere anche in considerazione le caratteristiche della conformazione spirituale delle persone unite nella Nazione. Le Nazioni si distinguono l’una dall’altra non solo per le loro condizioni di vita ma anche per la formazione intellettuale, che si esprime nelle caratteristiche della cultura nazionale.
La conformazione psichica in sé, o, come altrimenti viene chiamata, il “carattere nazionale”, è per l’osservatore qualche cosa di inafferrabile, ma nella misura in cui si esprime in una cultura originale, comune alla nazione, è percepibile e non può essere ignorata.
Il “carattere nazionale” non è qualche cosa di fissato una volta per sempre, ma muta col mutare delle condizioni di vita; però, in quanto esiste in ogni dato momento, imprime il suo suggello alla fisionomia della nazione.
La comune conformazione psichica, che si esprime nella cultura comune, è dunque uno dei tratti caratteristici della nazione.
La nazione è una comunità stabile, storicamente formatasi, che ha la sua origine nella comunità di lingua, di territorio, di vita economica e di conformazione psichica che si manifesta nella comune cultura.
Con ciò è evidente che la nazione, come ogni altro fenomeno storico, sottostà alla legge del mutamento; ha la propria storia, il proprio principio e la propria fine.
È necessario sottolineare che nessuna delle caratteristiche indicate, presa isolatamente, è sufficiente a definire la nazione.
Si possono immaginare popolazioni che abbiano un “carattere nazionale” comune, e tuttavia non si può dire che costituiscano una nazione, se non sono collegate economicamente, se vivono su territori differenti, se parlano lingue diverse, ecc. Tali sono, per esempio, i russi, i galiziani, i georgiani, gli ebrei del Caucaso, che [insieme] non costituiscono un’unica Nazione.
Si possono immaginare popolazioni che abbiano un territorio comune e una comune vita economica; e tuttavia esse non costituiscono una nazione se non hanno lingua e “carattere nazionale” comuni. [Tali sono, per esempio, i belgi e i britannici]
Può sembrare che il “carattere nazionale” non sia uno dei caratteri ma l’unico carattere essenziale della nazione e che tutti gli altri siano, propriamente, condizioni dello sviluppo della nazione, e non suoi tratti caratteristici. Sostengono quest’opinione, per esempio, i teorici R. Springer e, particolarmente, O. Bauer.
Secondo Springer, “la nazione è un’unione di persone che pensano nello stesso modo e parlano nello stesso modo”. La nazione è una “comunità culturale di gruppi di contemporanei, non legata alla “terra””.
È dunque un’unione di persone che pensano e parlano nello stesso modo, per quanto siano separate le une dalle altre e dovunque vivano.
Secondo Bauer “La nazione è una relativa comunità di carattere”. 
Il carattere nazionale è [secondo lo stesso] “la somma dei caratteri che distinguono le persone di una nazionalità da quelle di un’altra, il complesso delle qualità fisiche e spirituali che distinguono una nazione dall’altra”.
“Il carattere delle persone non è determinato da nient’altro che dal loro destino”… “,la nazione non altro che la comunanza del destino”, determinata, a sua volta, “dalle condizioni nelle quali le persone producono i loro mezzi di esistenza e ripartiscono i prodotti del loro lavoro”.
“La nazione è un insieme di persone unite da un carattere comune sulla base del comune destino”.
[Iosif Stalin, Il marxismo e la Questione nazionale e coloniale, Cap. I]
La Nazione è un’anima, un principio spirituale. Due cose che, a dire il vero, fanno tutt’uno, costituendo questa anima, questo principio spirituale. L’una è nel passato, l’altra nel presente. L’una è il possesso comune di un ricco lascito di ricordi; l’altra è il consenso attuale, il desiderio di vivere insieme, la volontà di continuare a far valere l’eredità che si è ricevuta indivisa.
[Ernest Renan, Che cos’è una Nazione?, Cap. III]
Una nazione è un principio spirituale, risulta da complicazioni profonde della storia, una famiglia spirituale, non un gruppo determinato dalla configurazione del suolo.
[Ernest Renan, Che cos’è una Nazione?, Cap. II, Parte V]
C’è nella nazionalità un lato di sentimento; è anima e corpo allo stesso tempo; uno Zollverein non è una Patria.
[Ernest Renan, Che cos’è una Nazione?, Cap. II, Parte IV]
Dal latino natio, nationalis, cioè “nascita”, luogo in cui una comunità nasce.

Nazismo (o nazionalsocialismo): Forma di fascismo incentrata sull’esaltazione sciovinistica della razza associata allo Stato-Nazione.

Necessità:

Negativa (giurismo): Dichiarazioni da cui risulta l’insussistenza di determinati fatti e che riconoscano la contrarietà alle leggi di determinate condotte.
[Da vedere Dei Delitti]

Nemico [lat: hostis, deu: feind]: Concetto puramente politico che indica un insieme di entità statali, sociali, etniche o religiose esterne che si oppongono alle posizioni del capitale strategico. Non ha forza morale e può essere dinamicamente trasferito a diverse entità. Categoria mobile. [Vedi anche “amico”]
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Neocolonialismo (o post-colonialismo):

Neocolonialismo: Una volta che un territorio è diventato nominalmente indipendente, non è più possibile tornare come nel secolo XIX, invertendo il processo. Le colonie esistenti possono persistere, ma non ne verranno create di nuove. Al posto del colonialismo come strumento principale dell’imperialismo abbiamo oggi il neocolonialismo.
L’essenza del neocolonialismo è che lo Stato che vi è soggetto è, in teoria, indipendente e ha tutti i crismi della sovranità internazionale. In realtà il suo sistema economico e quindi la sua politica sono diretti dall’esterno.
I metodi e le forme di questa direzione possono assumere varie forme. Ad esempio, in un caso estremo, le truppe della potenza imperiale possono presidiare il territorio dello Stato neocoloniale e controllarne il governo. Più spesso, tuttavia, il controllo neocoloniale viene esercitato con mezzi economici o monetari. 
Lo Stato neocoloniale può essere obbligato ad acquistare i prodotti manifatturieri della potenza imperialista, escludendo i prodotti concorrenti provenienti da altri paesi. Il controllo sulla politica governativa nello Stato neocoloniale può essere garantito da pagamenti per i costi di gestione dello Stato, dalla presenza di funzionari pubblici in posizioni tali da poter dettare la politica e dal controllo monetario sulla valuta estera attraverso l’imposizione di un sistema bancario controllato dalla potenza imperiale.
Quando esiste il neocolonialismo, il potere che esercita il controllo è spesso lo Stato che in precedenza governava il territorio in questione, ma non è necessariamente così. Ad esempio, nel caso del Vietnam del Sud l’ex potenza imperiale era la Francia, ma il controllo neocoloniale dello Stato è passato agli Stati Uniti. È possibile che il controllo neocoloniale sia esercitato da un consorzio di interessi finanziari che non sono specificamente identificabili con uno Stato in particolare. Il controllo del Congo da parte di grandi interessi finanziari internazionali è un caso emblematico.
Il risultato del neocolonialismo è che il capitale straniero viene utilizzato per lo sfruttamento piuttosto che per lo sviluppo delle aree meno sviluppate del mondo. Gli investimenti in regime di neocolonialismo aumentano anziché diminuire il divario tra i Paesi ricchi e quelli poveri del mondo.
La lotta contro il neocolonialismo non mira a escludere il capitale del mondo sviluppato dall’operare nei Paesi meno sviluppati. L’obiettivo è quello di evitare che il potere finanziario dei Paesi sviluppati venga utilizzato in modo tale da impoverire i Paesi meno sviluppati.
Il neocolonialismo, come il colonialismo, è un tentativo di esportare i conflitti sociali dei Paesi capitalisti. Il successo temporaneo di questa politica è visibile nel divario sempre più ampio tra le nazioni più ricche e quelle più povere del mondo. Ma le contraddizioni e i conflitti interni del neocolonialismo rendono certo che non può durare come politica mondiale permanente. 
[Kwame Nkrumah, Neo-colonialismo, ultima fase dell’imperialismo, Introduzione]

Neofemminismo (o pseudo-femminismo, femminismo borghese):

Neoliberismo:

Neomaoismo:

Nepotismo:

Nesso [deu: Zusammenhang]:

Nichilismo: Dal latino nihil, cioè “niente”, “nulla”.

Nichilismo storico [zh: Lìshǐ xūwú zhǔyì / 历史虚无主义]: [Consiste nel] rifiuto [dei successi] della Rivoluzione guidata dal Partito Comunista Cinese; la negazione dell’inevitabilità storica della scelta della strada socialista; il rifiuto delle conclusioni accettate su eventi e figure storiche, la denigrazione dei precursori rivoluzionari [nazionali] e il vilipendio dei leader del Partito.
[Partito Comunista Cinese, Comunicato del 2012 sullo stato attuale della sfera ideologica, Documento n. 9]
Un motivo importante [tra quelli che contribuirono al crollo dell’Unione Sovietica] è che la lotta in campo ideologico è stata molto feroce, negando completamente la storia dell’Unione Sovietica e il Partito Comunista dell’Unione Sovietica, si è negato Lenin, si è negato Stalin, ci si impegnò nel nichilismo storico e ideologico. Dopo il caos, le organizzazioni del partito a tutti i livelli non avevano quasi alcun ruolo e l’esercito non era più sotto la guida del partito.
[Xi Jinping, Sostenere e sviluppare il socialismo con caratteristiche cinesi, 2013]
Il nichilismo storico è, secondo il Partito Comunista Cinese, uno dei “Sette problemi degni di nota” discussi nel Comunicato 2012 sullo stato attuale della sfera ideologica (documento n. 9).
[Katéchon]

Nomos [grc: Νομός]: La parola greca che designa la prima misurazione, da cui derivano tutti gli altri criteri di misura; la prima occupazione di terra, con relativa divisione e ripartizione dello spazio; la suddivisione distribuzione originaria, è nomos.
[Carl Schmitt, Il nomos della terra nel diritto internazionale dello “jus publicum europaeum”]
Il concetto di recinzione, delimitazione e collocazione sacrale, insito nel termine nomos, esprime proprio la suddivisione e la distinzione degli ordinamenti.
[Carl Schmitt, Il Nomos della terra, Parte I, Cap. 4]
Il termine greco nomos significa “qualcosa di preso, modellato, ordinato, organizzato” nel senso di spazio. Questo termine è vicino alla nozione di “rilievo” di Ratzel e alla nozione di “sviluppo del luogo” degli eurasiatisti russi (Savitskij).
Il nomos è espressione di una particolare sintesi di fattori soggettivi e oggettivi, che si manifesta organicamente nella creazione di sistemi politici e giuridici. Il Nomos manifesta le caratteristiche naturali e culturali del collettivo umano in combinazione con l’ambiente. Nel suo libro “Il Nomos della Terra”, Schmitt mostra come la specificità di un particolare spazio terrestre abbia influenzato le culture e gli Stati che vi si sono sviluppati. Mette a confronto i diversi “nomos” storici, evidenziando in particolare il dualismo fondamentale tra l’atteggiamento verso lo spazio dei popoli nomadi e di quelli sedentari. Ma la conclusione più importante dell’analisi de “Il Nomos della Terra” è che Schmitt si avvicina alla nozione di un confronto storico e di civiltà globale tra le civiltà della terra [vedi “tellurocrazai”] e le civiltà del mare [vedi “talassocrazia”]. Questo ha portato [Schmitt] a creare una speciale metodologia geopolitica per comprendere la storia politica del mondo.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di Geopolitica, 8.2]

Nomomachia: La lotta contro l’abuso, divenuto evidente, di statuizioni e di provvedimenti legislativi nel quadro di una legalità ormai soltanto statale.
[Carl Schmitt, Nomos della terra; 4. Sul significato di Nomos]
L’espressione “nomomachia” è di James Goldschmidt (in Juristische Wochenschrift, 1924)

Non-dominions:

Norma:

Noumeno [deu: Ding an sich]: È la cosa in sé, indipendente dalla conoscenza della ragione del soggetto.
La conoscenza della ragione si rivolge soltanto ad apparenze, lasciando per contro che la cosa in sé certo sussista come per sé reale, ma sia da noi sconosciuta.
[Immanuel Kant, Critica della ragion pura]
Il concetto di noumeno è dunque solo un concetto limite [Grenzbegriff], per circoscrivere le pretese della sensibilità, e di uso, perciò, puramente negativo.
[Immanuel Kant, Analitica trascendentale, Sezione II, Cap. 3]

Nous [grc: νοῦς]: Nous è ciò che è universalmente umano, comune non a molti, bensì a tutti gli uomini pensanti.
Il Nous è comune all’umanità in generale.
Il Nous, ovvero lo Spirito, l’intelletto, la mentalità e il modo di pensare di molti uomini.
[Carl Schmitt, Il Nomos della terra, Parte I, Cap. 4]

O

Obbligazione [eng: Bond] (finanza): Titolo di credito emesso da un mutuatario che normalmente promette il rimborso del denaro a una data prestabilita (la scadenza) con pagamenti regolari di interessi durante la vita dell’obbligazione. Quanto più rischiosa è l’emissione, tanto più alto è il tasso di interesse (o rendimento) dell’obbligazione. I governi emettono obbligazioni [titoli di Stato] per coprire il divario tra l’importo ricevuto in tasse e quello speso. Le aziende emettono obbligazioni per finanziare programmi di investimento.
Il debito emesso dai governi è spesso lo strumento più importante nei mercati finanziari di un Paese. Poiché la maggior parte dei governi è in grado di rimborsare il debito, esso è considerato un’attività priva di rischio e costituisce una parte fondamentale dei portafogli delle compagnie di assicurazione e dei fondi pensione. Il rendimento dei titoli di Stato determina anche il costo dei prestiti per le imprese, che di solito pagano un rendimento più elevato a causa del maggiore rischio di insolvenza.
[The Economist, The A to Z of economics]

Occidente (geopolitica): L'”Occidente”, a differenza dell'”Europa” [vedi voce], è una nozione geopolitica e storica, legata al mondo moderno, che nega le tradizioni etniche e spirituali, proponendo criteri di esistenza puramente materiali e quantitativi; è una civiltà borghese utilitaristica e razionalistica, meccanicistica. L’incarnazione più completa dell’Occidente e della sua civiltà sono gli Stati Uniti.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 5.1]
Esiste una differenza fondamentale nello sviluppo statale, culturale e industriale delle regioni dell’Oriente e di quelle dell’Occidente negli ultimi secoli.
L’Occidente è il centro dello sviluppo “materiale” e “tecnologico”. A livello culturale e ideologico, è dominato da tendenze “liberal-democratiche”, da una visione del mondo individualistica e umanistica. A livello economico, la priorità è data al commercio e alla modernizzazione tecnologica. È in Occidente che compaiono per la prima volta le teorie del “progresso”, dell'”evoluzione” e dello “sviluppo progressivo della storia”, del tutto estranee al mondo tradizionale dell’Oriente (e a quei periodi della storia occidentale in cui esisteva anche una vera e propria tradizione sacrale, come in particolare nel Medioevo). La coercizione sociale in Occidente assunse un carattere puramente economico e la legge dell’idea e del potere fu sostituita dalla legge del denaro. Gradualmente, la specificità dell'”ideologia dell’Occidente” si è plasmata nella formula universale dell'”ideologia dei diritti umani”, che è diventata il principio dominante della regione più occidentale del pianeta Nord America, e in primo luogo degli Stati Uniti.
A livello industriale, a questa ideologia è corrisposta l’idea di “Paesi sviluppati” e, livello economico, dal concetto di “libero mercato”, “liberismo economico”. L’insieme di queste caratteristiche, con l’aggiunta dell’unificazione puramente militare e strategica di diversi settori della civiltà occidentale, è definito oggi dalla nozione di “atlantismo”. Nel secolo scorso, i geopolitici parlavano di “civiltà di tipo anglosassone” o di “democrazia capitalista e borghese”. In questo tipo di “atlantismo”, la formula dell'”Occidente geopolitico” ha trovato la sua incarnazione più pura.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 6.5]

Occupazione (politica internazionale):

Oclocrazia: Degenerazione della democrazia.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. X]
Potere delle masse che viene espresso non più in maniera civile, ma con agitazioni e manifestazioni pubbliche. Porta probabilmente alla guerra civile e all’anarchia.
Dal greco “ókhlos“, “folla”.

Oggettificazione:

Oggetto / oggettivo (filosofia): L’oggetto è ciò, nel cui concetto il molteplice di una data intuizione è unificato. Senonché ogni unificazione delle rappresentazioni richiede l’unità della coscienza nella sintesi di esse. Dunque, l’unità della coscienza è ciò che solo costituisce il rapporto delle rappresentazioni con l’oggetto, e quindi la loro validità oggettiva, ossia ciò che le fa conoscere, e su cui perciò riposa la possibilità dell’intelletto.
L’unità trascendentale dell’appercezione è quella, per la quale tutto il molteplice dato da una intuizione è unito in una conoscenza dell’oggetto. Perciò essa si chiama oggettiva, e deve essere distinta dall’unità soggettiva della coscienza, che è una determinazione del senso interno, onde quel molteplice dell’intuizione è dato empiricamente per una tale unificazione. Se io possa empiricamente esser consapevole del molteplice, come simultaneo o come successivo, dipende da circostanze o da condizioni empiriche. L’unità empirica ha un valore soltanto soggettivo. Uno collega la rappresentazione d’una certa parola con una certa cosa, un altro con un’altra; e l’unità della coscienza in ciò che è empirico, e rispetto a ciò che è dato, non è necessariamente e universalmente valida.
[Immanuel Kant, Critica della ragion pura, Analitica trascendentale]

Oikoumene [grc: Οἰκουμένη]: Tutto lo spazio universale abitabile.

Oligarca:

Oligarchia:

Onore: Concessione di beni a chi ha agito virtuosamente; stima conferita dalla virtù; cura della propria dignità.
[Platone, Definizioni]

Ontologico:

Opinione: Concezione che si lascia persuadere dal ragionamento; mutabilità del pensiero; pensiero che può essere portato dal ragionamento al falso come al vero.
[Platone, Definizioni]

Opportunismo (politica):

Oppressione:

Orda (etologia): L’orda è il più alto gruppo sociale che possiamo osservare tra le bestie. Essa è, a quel che sembra, composta di famiglie, ma già fin dall’inizio, famiglia e orda sono in contrasto: esse si sviluppano in rapporto inverso.
Dove la famiglia è molto compatta, solo in rari casi eccezionali si formano orde. Invece, dove libero commercio sessuale o poligamia dominano, l’orda si forma in modo quasi spontaneo… Perché un’orda possa formarsi, i legami familiari devono essersi rilassati e l’individuo deve essere ridivenuto libero. Perciò tanto di rado troviamo tra gli uccelli orde organizzate… Tra i mammiferi invece troviamo, in certo qual modo, società organizzate, precisamente perché qui l’individuo non si dissolve nella famiglia… Il sentimento comune dell’orda in sul nascere non deve quindi aver avuto peggior nemico del sentimento comune della famiglia. Non esitiamo ad esprimerci nel senso che se si è sviluppata una forma sociale più alta della famiglia, ciò può essere accaduto solo per il fatto che essa ha assimilato in sé famiglie che avevano subito un radicale cambiamento; il che non esclude che queste famiglie abbiano trovato, più tardi, precisamente perciò la possibilità di ricostruirsi in condizioni infinitamente più favorevoli.
[Alfred Victor Espinas, Des sociétés animales, 1877]

Ordine: Capacità di associare tra di loro tutte le cose che si trovano in reciproco rapporto; armonia di rapporti; principio dei reciproci rapporti fra tutte le cose; armonia nell’acquisizione delle conoscenze.
[Platone, Definizioni]

Organizzazione (azione):

Organizzazione (entità):

Oriente (geopolitica): Esiste una differenza tra l’Oriente come nozione puramente geografica e l’Oriente della cultura, della civiltà e della storia.
L’Oriente culturale è solitamente inteso come l’insieme dei territori del Nord Africa, del Medio Oriente, dell’Asia occidentale, dell’Asia centrale fino al Pakistan e oltre, fino alle Filippine (mondo islamico) e all’India, mentre alla Cina e all’Indocina, così come ai Paesi della regione del Pacifico, si applica solitamente il termine “Estremo Oriente”. [Tutto questo dal punto di vista occidentale]. Dal punto di vista della Russia, geograficamente tutto ciò costituisce un Sud che si estende dal lontano Maghreb occidentale all’Estremo Oriente del Pacifico.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 3.1]
Esiste una differenza fondamentale nello sviluppo statale, culturale e industriale delle regioni dell’Oriente e di quelle dell’Occidente negli ultimi secoli.
L’Oriente geopolitico è il diretto opposto dell’Occidente geopolitico [vedi voce]. Invece della modernizzazione economica, è dominato da forme tradizionali e arcaiche di produzione corporativa, di tipo artigianale (“Paesi in via di sviluppo”). Invece della coercizione economica, lo Stato utilizza soprattutto la coercizione “morale” o semplicemente fisica (la Legge dell’Idea e la Legge della Forza). Invece della “democrazia” e dei “diritti umani”, l’Oriente tende al totalitarismo, al socialismo e all’autoritarismo, cioè sono accomunati solo dal fatto che al centro dei loro sistemi non c’è un “individuo”, un “uomo” con i suoi “diritti” e i suoi “valori strettamente individuali”, ma qualcosa di non individuale, sia esso una “società”, una “nazione”, un “popolo”, un'”idea”, una “visione del mondo”, una “religione”, un “culto del leader”, ecc.
L’Oriente ha contrapposto la democrazia liberale occidentale a vari tipi di società illiberali e non individuali, dalle monarchie autoritarie alla teocrazia o al socialismo. Da un punto di vista puramente tipologico e geopolitico, la specificità politica di questo o quel regime era secondaria rispetto alla divisione qualitativa in ordine “occidentale” (= “individualista-commerciale”) e ordine “orientale” (= “non-individualista-potere”).
Forme tipiche di questa civiltà anti-occidentale sono l’URSS, la Cina comunista, il Giappone prima del 1945 o l’Iran di Khomeini.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 6.5]

Overshooting (finanza): Quando i mercati finanziari si spingono troppo oltre in una tendenza. Ad esempio, quando una valuta si deprezza, gli investitori possono perdere fiducia e vendere, portando la valuta a un livello sottovalutato. Gli investitori possono anche reagire in modo eccessivo quando le banche centrali iniziano a inasprire la politica monetaria, facendo salire le aspettative sui tassi più di quanto le autorità intendano. Ma l’overshooting non è sempre irrazionale o sbagliato. Rudi Dornbusch, un economista tedesco, ha dimostrato che i tassi di cambio si sovrastimano naturalmente in determinate condizioni.
[The Economist, The A to Z of economics]

P

Pace:

Padrone:

Paese: Il Paese [ru: Stranà / Страна] è un’unità di persone, natura e cultura.
[Dmitrij Likhachev, Природа, родник, родина, просто доброта]

Panafricanismo:

Panarabismo:

Panem et circenses: Espressione latina che vuol dire letteralmente “pane e giochi” (ai tempi il circo, come ai tempi nostri lo sport o lo spettacolo). Ciò che si deve dare al popolo perché questo sopporti le nefandezze di chi sta a potere.

Panslavismo:

Parlamentarismo (o democrazia borghese, democrazia capitalistica): Questa “democrazia” è sempre limitata nel ristretto quadro dello sfruttamento capitalistico, rimane una democrazia per la minoranza, per le sole classi possidenti, per i soli ricchi. La libertà, nella società capitalistica, rimane sempre più o meno quella che fu nelle repubbliche dell’antica Grecia: la libertà per i proprietari di schiavi. Gli odierni schiavi salariati. In conseguenza dello sfruttamento capitalistico, [i lavoratori] sono talmente soffocati dal bisogno e dalla miseria, cosicché nel corso ordinario e pacifico degli avvenimenti, la maggioranza della popolazione si trova tagliata fuori dalla vita politica e sociale.
Osservando da vicino il meccanismo della democrazia capitalistica, si vedranno sempre dovunque – sia nel funzionamento delle istituzioni rappresentative, sia negli ostacoli di fatto al diritto di riunione, sia nell’ organizzazione puramente capitalistica della stampa quotidiana, ecc. – restrizioni su restrizioni al sistema democratico. Sommate, queste restrizioni escludono i poveri dalla politica e dalla partecipazione attiva alla democrazia.
Agli oppressi è permesso di decidere, una volta ogni qualche anno, quale fra i rappresentanti della classe dominante li rappresenterà e li opprimerà in Parlamento.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. V, parte 2]
Si divide in liberaldemocrazia (democrazia moderna) e democrazia liberista (post-democrazia neoliberista) [da vedere Braudel].

Parlamento: Organo legislativo unico dello Stato. Dunque organo principale di una “democrazia” rappresentativa.

Parteggiare / Partigiano: Secondo Carl Schmitt, la figura simbolica del difensore del nomos della terra in una situazione di trionfo di una forza geopolitica avversaria. [Vedi anche “nomos” e “tellurocrazia”]
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]
Questa figura, secondo Schmitt, è l’ultimo rappresentante del nomos terrestre che rimane fedele alla sua vocazione originaria nonostante la “diluizione della Civiltà” e la dissoluzione dei suoi fondamenti giuridico-culturali. Il partigiano è legato alla sua terra d’origine da vincoli informali, e la natura storica di questo legame gli detta i fondamenti dell’etica della guerra, nettamente diversi da norme più generali e astratte. Con l’universalizzazione del “modello marittimo” e dell'”etica commerciale”, che naturalmente abbracciano anche la sfera bellica, la figura del partigiano acquista, secondo Schmitt, un crescente significato civilizzativo, poiché il partigiano rimane l’ultimo attore della storia che difende (con tutti i mezzi) l'”ordine terrestre” di fronte all’offensiva totale della talassocrazia.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 8.5]

Partito: Dal latino partior, partiri, cioè “partire”, “dividere”.

Passionarietà [ru: Пассионарность]: Termine coniato da Gumilëv. L’energia interna di un ethnos [vedi voce], la forza motrice della creazione culturale, politica e geopolitica.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Passione: Dal latino “sofferenza”.

Patria: La Patria è una comunione di liberi e d’eguali affratellati in concordia di lavori verso un unico fine. La Patria non è un aggregato, è una associazione. Non vi è Patria dove l’uniformità di quel diritto è violata dall’esistenza di caste, di privilegi, d’ineguaglianze.
[Giuseppe Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, Cap. V]
La patria è la casa dell’uomo, non dello schiavo.
[Giuseppe Mazzini, Ai giovani d’Italia]
La patria è il punto d’appoggio dato alla leva che deve operare a pro’ dell’umanità.
[Giuseppe Mazzini, La santa alleanza dei popoli]

Patria Grande: Si intende tutta la IspanoAmerica e, in certi casi, l’America latina nella sua totalità, considerata divisa per motivi storico-politici, non culturali.

Patriarcato:

Patrimonio: Dal latino patrimonium, cioè letteralmente beni ereditati dal padre, beni quindi di famiglia.

Patriottismo: Il comportamento patriottico presuppone un servizio consapevole agli interessi comuni del popolo, fondendosi con il popolo nativo nello spirito e nel corpo, mettendo in primo piano gli interessi collettivi nazionali e risolvendo insieme ad essi quelli privati, senza opporli l’uno all’altro. Il patriottismo si forma, cresce e si sviluppa allo stesso tempo come tradizione e regola di vita sociale nel risolvere i problemi comuni dell’ethnos [έθνος], nel servire l’interesse comune delle persone, che è più significativo di quello privato.
[A. A. Terentyev, Ислам и проблемы национализма и патриотизма]
L’amore per la Patria non è necessariamente in contraddizione con l’attaccamento ai gruppi sociali più vicini, ad esempio alla propria famiglia, così la devozione agli interessi universali non esclude il patriottismo. Si tratta solo di un metro di giudizio finale o superiore per valutare l’uno o l’altro interesse morale; e, senza dubbio, la priorità decisiva deve appartenere al bene dell’intera umanità, come comprendente anche il vero bene di ogni parte.
[Космополитизм, in Малый энциклопедический словарь Брокгауза и Ефрона, 2-е изд., доп. Т. 1-2, 1907—1909]
In virtù dell’amore naturale e dei doveri morali verso la Patria, credere al suo interesse e alla sua dignità soprattutto in quei beni superiori che non dividono, ma uniscono gli uomini e le nazioni
[Патриотизм, in Энциклопедический словарь Брокгауза и Ефрона: в 86 т. (82 т. и 4 доп.), 1890-1907]

Patto:

Pauperismo: Stato sociale di povertà [vedi voce] in cui si trova una parte più o meno estesa della popolazione. Quando il pauperismo riguarda la quasi totalità della popolazione si può parlare di sottosviluppo.
Dal latino pauper, pauperis, cioè “povero”; “disagiato (economicamente)”.

Pax (geopolitica, storia):

Pedagogia:

Pena: Possono esser decretate unicamente dalle leggi.
[Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene; cap. III]
Viene definita Pena ingiusta la pena che oltrepassa la necessità di conservare il vincolo necessario per tenere uniti gli interessi privati.
[Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene; cap. II]

Penale:

Perdita (economia):

Persona:

Persona assoluta [hin: Paramātman o परमात्मन्] (filosofia e teologia):

Perversione:

Piacere:

Pianificazione economica: Presa di fondamentali decisioni economiche – cosa e quanto si debba produrre, ed a chi vada assegnato – mediante la decisione cosciente di un’autorità determinata, sulla base di una revisione sistematica dell’intero sistema economico.
[H.D. Dickinson, 1938]

Piccola borghesia / Piccolo-borghese: Nei paesi capitalisti si forma una piccola borghesia, che oscilla tra il proletariato e la borghesia e si viene sempre ricostituendo come parte integrante della società borghese.
[K. Marx e F. Engels, Il Manifesto del Partito Comunista, Cap. III, Parte I]

Pietà filiale [zh: 孝]:

Plebe:

Plebiscito:

Pluslavoro [deu: Mehrarbeit]: Ovunque una parte della società possegga il monopolio dei mezzi di produzione, il lavoratore, libero o schiavo, deve aggiungere al tempo di lavoro necessario al suo sostentamento tempo di lavoro eccedente per produrre i mezzi di sostentamento per il possessore dei mezzi di produzione.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro I, Sezione III, Cap. 8]

Pluslavoro sociale: È il superfluo dei privati che produce il necessario della collettività. Quindi lo Stato civile non può sussistere se non in quanto il lavoro degli uomini rende al di là dei loro bisogni.
[J.J. Rousseau, Il Contratto Sociale, Libro III, Cap. VIII]
Il prodotto del lavoro sociale è il prodotto sociale complessivo. Da questo si deve detrarre:
Primo: quel che occorre per reintegrare i mezzi di produzione consumati.
Secondo: una parte supplementare per l’estensione della produzione.
Terzo: un fondo di riserva o di assicurazioni contro infortuni, danni causati da avvenimenti naturali, ecc. Queste detrazioni dal “frutto integrale del lavoro” [o prodotto del lavoro] sono una necessità economica, e la loro entità deve essere determinata in parte con un calcolo di probabilità in base ai mezzi e alle forze presenti, ma non si possono in alcun modo calcolare in base alla giustizia.
Rimane l’altra parte del prodotto complessivo, destinata a servire come mezzo di consumo.
Prima di venire alla ripartizione individuale, anche qui bisogna detrarre:
Primo: le spese d’amministrazione generale che non rientrano nella produzione.
Questa parte è ridotta sin dall’inizio nel modo più notevole rispetto alla società attuale, e si ridurrà nella misura in cui la nuova società si verrà sviluppando.
Secondo: ciò che è destinato alla soddisfazione di bisogni sociali, come scuole, istituzioni sanitarie, ecc.
Questa parte aumenta sin dall’inizio notevolmente rispetto alla società attuale e aumenterà nella misura in cui la nuova società si verrà sviluppando.
Terzo: un fondo per gli inabili al lavoro, ecc., in breve, ciò che oggi appartiene alla cosiddetta assistenza ufficiale dei poveri.
[Karl Marx, Critica del Programma di Gotha, Parte I]

Plusvalenza:

Plusvalore [deu: Mehrwert]: Si definisce plusvalore assoluto il plusvalore prodotto mediante prolungamento della giornata lavorativa; invece, si definisce plusvalore relativo il plusvalore che deriva dall’accorciamento del tempo di lavoro necessario e dal corrispondente cambiamento nel rapporto di grandezza delle due parti costitutive della giornata lavorativa.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro I, Sezione IV, Cap. 10]
Il plusvalore consiste proprio nell’eccedenza della somma complessiva di lavoro incorporata nella merce rispetto alla quantità di lavoro pagato che la merce contiene.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro III, Sezione I, Cap. 2]
Il grado di sfruttamento determina l’ammontare del saggio del plusvalore e data la massa complessiva del capitale variabile, determina l’ammontare del plusvalore e quindi del profitto.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro III, Sezione III, Cap. 14]
Il lavoro non pagato non è, in sé, una particolarità della moderna società borghese. Da quando esistono classi possidenti e classi non possidenti, la classe che non possiede ha sempre dovuto fornire lavoro non pagato. Da quando una parte della società possiede il monopolio dei mezzi di produzione, il lavoratore, libero o non libero, deve aggiungere al tempo di lavoro necessario al suo sostentamento un tempo di lavoro eccedente, per produrre i mezzi di sussistenza per i proprietari dei mezzi di produzione. Il lavoro salariato è soltanto una particolare forma storica del sistema del lavoro non pagato, che domina fin da quando esiste la divisione in classi, una particolare forma storica che deve essere presa in esame come tale, per essere rettamente intesa.
[Friedrich Engels, Studi sul Capitale]

Plutocrazia:

Polarità (o polo geopolitico, capitale geopolitica): E’ il centro dell’integrazione geopolitica e un attore attivo nel più ampio processo geopolitico. I collegamenti tra le capitali strategiche formano gli assi geopolitici [vedi “asse”].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Polemica:

Politéia (o politìa) [grc: πολιτεία]: Comunanza di un grande numero di uomini che ha la possibilità di vivere floridamente e che è retto da leggi.
[Platone, Definizioni]

Politica:

Politica mondiale [deu: Weltpolitik]:

Polizia: Vigilanza del magistrato
[Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene; cap. XI]

Popolare:

Popolo: Collettività di Cittadini.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VI]
Se il Popolo promette semplicemente di obbedire [cioè lasciare il potere legislativo ad una parte della popolazione, quindi obbedire a “leggi” fatte da altri al di fuori della collettività], con quest’atto si dissolve e perde la propria qualità di Popolo; non appena c’è un padrone non c’è più un [popolo] sovrano [vedi “sovranità popolare”], e da quel momento il corpo politico è distrutto.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. I]

Pornocrazia [ru: ]: [Fedorov]

Positivismo: [Comte]

Possesso:

Possibilismo (geopolitica): Termine coniato da Vidal de la Blanche. È inteso come sfumatura del determinismo geografico che condiziona fortemente le dinamiche geopolitiche.
La teoria sostiene che lo spazio non predetermina la storia, ma predispone solo all’uno o all’altro corso della storia.
La struttura dello spazio predetermina tuttavia la struttura della storia (soprattutto della storia politica) – questa è la tesi di base della geopolitica come scienza
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Potenza (filosofia): Quel che può prodursi da sé.
[Platone, Definizioni]

Potenza (politica internazionale): È il corpo politico quando lo si raffronta con analoghe entità politiche.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VI]

Potere (potenza) [grc: kratos / κράτος, deu: Macht]: È la possibilità di far valere entro una relazione sociale, anche in presenza di un’opposizione, la propria volontà, quale che sia la base di questa possibilità
[Max Weber, Economia e Società, vol. II]
È la misura in cui un attore è in grado di influenzare gli altri più di quanto questi influenzino lui.
[Kenneth Waltz, Teoria della politica internazionale]

Potere (autorità) [deu: Herrschaft]: È la possibilità che un comando determinato trovi obbedienza presso certe persone
[Max Weber, Economia e Società, vol. II]
È la capacità di un insieme di attività o “nicchie” di stabilire le condizioni in cui gli altri devono funzionare.
[O. Duncan, L. Schnore, Cultural Behavioral and Ecological Perspectives in the Study of Social Organization, in Journal of American Sociology, n. 65]

Potere esecutivo: Il potere esecutivo non può appartenere alla generalità in quanto legislatrice o sovrana, perché questo potere consiste solo in atti particolari, che non sono di competenza della legge, né, per conseguenza, del sovrano, i cui atti non possono essere che leggi [vedi voce].
[J.J. Rousseau, Il Contratto Sociale, Libro III, Cap. I]

Potere giudiziario:

Potere legislativo:

Potere sociale [deu: Parties]: [Weber]

Povertà: Le misure di povertà possono essere assolute o relative. Nel primo caso, gli individui o le famiglie non hanno un reddito sufficiente per permettersi i beni di base della vita: cibo, alloggio, riscaldamento, vestiti. Nel secondo caso, la povertà è misurata rispetto a una proporzione (ad esempio, il 50% o il 60%) del reddito mediano.
[The Economist, The A to Z of economics]

Pragmatismo (politica): Il pragmatismo è un principio che rende possibile perseguire una politica flessibile, orientata a livello nazionale, che soddisfi la domanda pubblica. Si tratta di una politica che fissa obiettivi realistici basati su interessi nazionali correttamente compresi e identifica mezzi adeguati per raggiungerli.
[Maria Khodynskaya-Golonishcheva, Pragmatism per Russia in global affairs, n1/2020]

Prassi [praxis]:

Precariato / lavoratori precari (economia): Termine dato ai lavoratori con impieghi poco retribuiti, spesso part-time o con contratti a zero ore, che faticano a sbarcare il lunario e spesso si affidano ai pagamenti del welfare per integrare il proprio reddito. [Vedi anche “gig economy”]
[The Economist, The A to Z of economics]

Preistoria:

Presidio: Dal latino presidium, cioè letteralmente “posto avanzato”, “difesa”.

Prestatore di ultima istanza [eng: Lender of last resort] (finanza): Un ruolo cruciale svolto dalle banche centrali durante le crisi finanziarie. Possono verificarsi momenti in cui i depositanti e i creditori perdono fiducia nel sistema bancario, con il rischio che le banche collassino. Agendo come prestatore di ultima istanza per le banche che sarebbero solvibili nel medio termine, una banca centrale può ridurre il danno economico.
[The Economist, The A to Z of economics]

Prestigio (politica internazionale): È il riconoscimento da parte degli altri popoli della forza di uno Stato. Il prestigio assume un’importanza enorme: se la forza di uno Stato è riconosciuta, questo può generalmente conseguire i suoi obiettivi senza farne ricorso
[E. H. Carr, Great Britain as a Mediterranean Power].
È uno dei fattori imponderabili della politica internazionale, ma è strettamente connesso con il potere di far associare la propria azione ad un ordine morale: è l’influenza derivata dal potere
[Martin Wight, Power Politics]
È il potere basato sulla reputazione, mentre l’onore è la reputazione fondata sul potere.
[Harold Nicolson, The Meaning of Prestige]

Prestigio sociale [lat: Status, deu: Stände] (sociologia): [Weber]

Prezzo:

Prezzo spot [eng: Spot price] (economia e finanza): Il prezzo che deve essere pagato per un prodotto se viene acquistato immediatamente. È il più usato nei mercati delle materie prime e si contrappone al prezzo dei futures [vedi “future”].
[The Economist, The A to Z of economics]

Privatizzazione (o liberalizzazione) (economia): In termini economici, con liberalizzazione ci si riferisce alla riduzione del ruolo del governo e delle restrizioni al settore privato, attraverso la privatizzazione delle imprese e la riduzione delle normative. [Vedi “liberismo”]
La privatizzazione consiste nel trasferimento di beni o imprese dal settore pubblico a quello privato.
[The Economist, The A to Z of economics]

Primitivismo (politica):

Principato:

Principe: Corpo formato dall’unione dei governatori.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. I]

Principio: Causa prima dell’essere [vedi voce].
[Platone, Definizioni]

Prodotto:

Prodotto interno lordo (PIL) [eng: Gross Domestic Product (GDP)]: La misura principale [con cui i liberisti misurano le] dimensioni di un’economia. Il PIL è calcolato in base al valore di mercato di tutti i beni e servizi finiti all’interno dei confini di un Paese in un determinato periodo di tempo [al lordo degli ammortamenti [vedi voce]].
Ha molte criticità: ad esempio i costi di riparazione a disastri ed episodi di criminalità si aggiungono al PIL anche se il benessere umano non è affatto migliorato.
[The Economist, The A to Z of economics]

Produzione: Noi non creiamo oggetti: tutto ciò che possiamo fare è riprodurre la materia sotto altra forma rendendola utile. La produzione non è quindi una creazione di materia, ma di utilità ed è misurata dal valore che deriva dall’utilità dell’oggetto prodotto.
[David Ricardo, Principi di economia politica, Capitolo XX]

Profitto: Il reddito che ricava chi impiega il capitale.
[Adam Smith, Primo libro, Cap. VI]
Dal latino profectus, cioè “progresso”, “vantaggio”.

Progressivismo:

Progresso:

Proibizione:

Proletariato / proletario (o classe proletaria): La classe di coloro che non hanno possesso alcuno, che sono costretti a vendere ai borghesi il proprio lavoro per averne in cambio i mezzi di sussistenza necessari per il loro sostentamento. Questa classe si chiama dei proletari o proletariato.
Il proletariato è [quindi] quella classe della società [vedi “classe sociale”], che trae il suo sostentamento soltanto e unicamente dalla vendita del proprio lavoro e non dal profitto di un capitale qualsiasi; benessere e guai, vita e morte, l’esistenza intera della quale dipende dalla domanda di lavoro, cioè dall’alternarsi dei periodi d’affari buoni e cattivi, dalle oscillazioni d’una concorrenza sfrenata, il proletariato o classe dei proletari è in una parola la classe lavoratrice dal secolo decimonono [cioè dal dominio completo del capitalismo].
Il proletariato è sorto in seguito alla rivoluzione industriale che si è verificata in Inghilterra nella seconda metà del secolo XVIII, e che da allora in poi si è ripetuta in tutti i Paesi sviluppati del mondo. Questa rivoluzione industriale venne prodotta dall’invenzione della macchina a vapore, dalle varie macchine tessili, dal telaio meccanico e da tutt’una serie di altri congegni meccanici. Queste macchine, che erano molto costose e quindi potevano essere acquistate solo da grandi capitalisti, trasformarono tutto il modo di produzione esistente e soppiantarono i lavoratori che c’erano stati fino ad allora, giacchè le macchine fornivano le merci a più basso prezzo e migliori di quanto potessero produrle i lavoratori con i loro filatoi e telai imperfetti. Così quelle macchine diedero l’industria completamente in mano ai grandi capitalisti e tolsero ogni valore alla poca proprietà degli operai (strumenti da lavoro, telai ecc.), cosicchè i capitalisti ebbero ben presto tutto nelle loro mani, e ai lavoratori non rimase nulla.
Il lavoro venne diviso sempre più fra i singoli operai, cosicchè il singolo operaio, che prima aveva fatto tutto un pezzo di lavoro, ora faceva solo una parte di questo pezzo. Questa divisione del lavoro [vedi voce] rese possibile che i prodotti potessero essere forniti più rapidamente e quindi a minor prezzo.
A poco a poco, oltre la manifattura vera e propria, anche l’artigianato cadde sempre più sotto il dominio del sistema della fabbrica, poichè anche i grandi capitalisti soppiantarono sempre più i piccoli mastri capi d’arte impiantando grandi laboratori i quali permettono il risparmio su molte spese e danno altresì la possibilità di una grande divisione del lavoro. Così oggi siamo arrivati al punto che nei Paesi sviluppati quasi tutte le branche di lavoro funzionano col sistema della fabbrica, e che in quasi tutte le branche di lavoro l’artigianato e la manifattura sono stati soppiantati dalla grande industria.
[Friedrich Engels, Principi del Comunismo]

Prometeismo polacco [pl: Prometeizm]: L’obiettivo politico di dividere lo Stato russo nei suoi principali costituenti. Considera questo non solo come la realizzazione delle aspirazioni culturali della Polonia, ma anche come una garanzia di tale esistenza, poiché una Russia privata delle sue conquiste sarà sufficientemente indebolita da cessare di essere un vicino “formidabile e pericoloso”. [Vedi anche “Intermarium”]
[Piłsudski, 1904 memorandum]

Propaganda: Consiste nell’inculcare molte idee [in genere] a una sola persona o ad un piccolissimo numero di persone.
[Plekhanov, da trovare 
Deve dare, in una parola, “molte idee”, un così grande numero di idee che, nel loro insieme, potranno essere assimilate solo da un numero relativamente piccolo di persone.
[Mentre] l’agitatore, trattando la stessa questione, prende l’esempio più noto, quello che più colpisce i suoi ascoltatori, e si sforza di dare alle masse una sola idea, il propagandista [ha] il compito di dare una completa spiegazione di [quella idea e le contraddizioni su cui si basa].
Ecco perché il propagandista agisce soprattutto con gli scritti, e l’agitatore coi discorsi. Non si richiedono al propagandista le stesse qualità che si richiedono ad un agitatore. [Vedi anche “agitazione”]
[Lenin, Che fare?, Cap. 3, b]
Dal latino propaganda, cioè qualcosa che si propaga, si tramanda, si diffonde e si trasmette.

Proprietà:

Proprietà collettiva (o proprietà sociale):

Proprietà personale (o proprietà individuale):

Proprietà privata:

Protesta:

Protezionismo (economia): Una politica che cerca di promuovere le aziende con sede nel Paese e di discriminare quelle straniere. Ciò può avvenire attraverso tasse o tariffe [vedi voce] o attraverso regolamenti che escludono o ostacolano le importazioni.
I sostenitori del libero scambio [vedi “liberismo” e “mercato libero”, “globalizzazione”] sostengono che l’effetto del protezionismo è quello di premiare le aziende nazionali inefficienti e di aumentare i prezzi pagati dai consumatori.
[The Economist, The A to Z of economics]

Provincia: Una provincia è un territorio periferico che fa parte di un’entità geopolitica maggiore ed è vista come parte integrante di un insieme organico. L’opposto di una colonia.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Psicoanalisi (o psicanalisi):

Psicologia:

Q

Qualità / qualitativo:

Quantità / quantitativo:

Quantitative easing (QE) (finanza): Politica introdotta per alleviare gli effetti della crisi finanziaria del 2007-2009. Le banche centrali hanno ridotto i tassi di interesse, ma l’effetto di tali tagli è sembrato diminuire con l’avvicinarsi al limite inferiore dello zero.
Il QE ha comportato l’acquisto da parte delle banche di titoli di Stato (e di altre attività) sul mercato secondario e la creazione di nuova moneta [parallela] per pagare i venditori. Ciò ha avuto il duplice effetto di immettere liquidità nell’economia e di far scendere i rendimenti obbligazionari, riducendo il costo dei prestiti per il settore delle imprese.
[The Economist, The A to Z of economics]

Quantitative tightening (QT) (finanza): L’opposto del quantitative easing [vedi voce]. Consiste nel ridurre il portafoglio obbligazionario della banca centrale, vendendo obbligazioni al settore privato o lasciandole scadere e non reinvestendo i proventi, sottraendo così liquidità all’economia e aumentando la pressione al rialzo sui rendimenti obbligazionari.
[The Economist, The A to Z of economics]

Quarta teoria politica: [Dugin]

Quorum:

R

Raggio geopolitico [eng: Geopolitical ray]: Il raggio geopolitico è il vettore dell’impatto di potenza (economico, strategico, culturale, economico, amministrativo, ecc.) del polo geopolitico sulle regioni periferiche. Il quadro politico reale del mondo in uno stato statico opera con segmenti geopolitici [vedi voce]. In geopolitica è consuetudine parlare dei raggi come di un processo dinamico aperto e in continua evoluzione.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Ragione:

Rapporto [deu: Verhältnis] (filosofia):

Rapporto economico (o rapporto sociale, rapporto economico-sociale): [da trovare in tedesco] Parlando dei rapporti economici, che [i marxisti] considerano come la base determinante della storia della società, si intende il modo in cui gli uomini di una determinata società producono il proprio sostentamento e si scambiano i prodotti (nella misura in cui esiste divisione del lavoro). Vi è dunque compresa l’intera tecnica della produzione e dei trasporti. Questa tecnica determina anche il modo dello scambio, quindi anche della distribuzione dei prodotti e, dopo la dissoluzione della società gentilizia, anche la divisione in classi, quindi i rapporti di signoria e di servitù, quindi lo Stato, la politica, il diritto, ecc.
[Friedrich Engels, Lettera a W.Borgius, 23 gennaio 1894]
In tedesco gesellschaftlichen Beziehungen, meglio traducibile in Relazione sociale. [Vedi “relazione”]

Rappresentanza / Rappresentare:

Rating (finanza): Misure della rischiosità di uno strumento finanziario, fornite da un’agenzia di rating (come Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch). Più alto è il rating, minore è il rischio e, se applicato a strumenti di debito, minore è il tasso di interesse che il mutuatario deve pagare. I rating inferiori a un certo livello sono considerati ad alto rischio.
Le agenzie di rating sono state oggetto di pesanti critiche durante la crisi finanziaria del 2007-2009, quando gli strumenti finanziari che avevano ricevuto un rating elevato sono crollati di valore.
[The Economist, The A to Z of economics]

Re / Regina: Unico governatore, coincide col Principe [vedi voce].
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. I]
Capo supremo che governa secondo le leggi; capo supremo che regge lo stato politico.
[Platone, Definizioni]

Realismo (arte):

Realismo (politica e geopolitica): Una scuola di pensiero che crede che la politica estera di un Paese dovrebbe dare priorità agli interessi nazionali strettamente definiti (in particolare la sicurezza), in contrasto con gli idealisti o i liberali. I realisti si concentrano sulla concorrenza tra Stati e generalmente non sono interessati a ciò che accade al loro interno.
Nel 1975, riferendosi ai leader comunisti cambogiani, Henry Kissinger osservò: “Naturalmente queste persone sono delinquenti assassini, ma questo non dovrebbe influenzare le nostre buone relazioni”.
[The Economist, The A to Z of international relations]
Vi sono due opposte interpretazioni delle relazioni internazionali in seno all’idea realista: il realismo offensivo e il realismo difensivo.
Il realismo offensivo è la teoria strutturale che Mearsheimer applica nei suoi libri. Mearsheimer pensa che, per ridurre la complessità del mondo, sia necessaria una teoria attraverso cui selezionare gli eventi per porli in relazione di causa-effetto. L’assunto fondamentale alla base del realismo offensivo [afferma] che il sistema internazionale è retto da una struttura di tipo anarchico, che condanna gli Stati a preparare la guerra per ridurre il rischio di essere attaccati. Gli apparati militari degli Stati sono noti, ma non le loro intenzioni. Anche quando queste sono pacifiche, possono cambiare. Dal momento che non esiste alcuna autorità che sieda al di sopra degli Stati, non c’è nessun “guardiano notturno” (nightwatchman) a cui gli Stati possano telefonare nella notte e dire: «Vieni a salvarmi», per utilizzare la metafora impiegata da Mearsheimer nelle sue lezioni sul realismo.
Per il realismo offensivo la paura è il primum movens della politica mondiale: «Le possibili conseguenze del cadere vittima di un’aggressione amplificano ulteriormente l’importanza della paura come primum movens della politica internazionale. Le grandi potenze non sarebbero in competizione tra loro se la politica internazionale fosse soltanto un mercato di scambi economici».
Il pericolo della guerra, infatti, è ineliminabile, non a causa della natura umana, come scriveva Hans Morgenthau, ma a causa dell’architettura del sistema internazionale. Questo scatena la competizione per la sicurezza, che spinge gli Stati, concepiti come attori razionali, a lottare per aumentare continuamente la propria quota di potere nel sistema internazionale.
Il dilemma della sicurezza chiarisce la logica di base del realismo. Mearsheimer ha paragonato la struttura delle relazioni internazionali a una “gabbia di ferro” (iron cage), di cui gli Stati sarebbero prigionieri. Ecco in che cosa consisterebbe la “tragedia” delle grandi potenze: anche quando ambiscono alla pace, gli Stati passano gran parte del loro tempo nel vortice delle profezie che si autoavverano perché vivono nel timore di essere attaccati. Lo sforzo costante di avanzare a spese degli altri per massimizzare la propria sicurezza caratterizza anche le potenze minori. Secondo questo schema interpretativo, il sentimento della paura, che scaturisce dall’anarchia del sistema internazionale, gioca un ruolo ben più importante delle dottrine economiche.
Nella prospettiva offensiva, ben chiarita da Benjamin Frankel, la struttura delle relazioni internazionali spinge gli Stati a vivere “all’attacco”. Anche quando raggiungono una posizione dominante, gli Stati sfruttano ogni occasione per avanzare a spese degli altri e aumentare la propria quota di potere mondiale. A meno che una grande potenza non diventi l’egemone mondiale – una possibilità che Mearsheimer esclude – gli Stati non si accontentano del potere che detengono, anche se è molto grande.
Nel realismo difensivo, invece, che trova il suo principale punto di riferimento nell’opera di Kenneth Waltz, gli Stati sono impegnati a difendere la propria posizione nel sistema internazionale. Come ha spiegato Barry Posen, in The Sources of Military Doctrine, la storia insegna agli Stati che i tentativi di raggiungere l’egemonia devono sempre fronteggiare i tentativi di bilanciamento, che l’aggressione incontra sempre la resistenza, che i costi dell’espansione alla fine superano i guadagni, e che la difesa ha generalmente un vantaggio sull’attacco. Gli effetti cumulativi di queste lezioni della storia – conclude Posen – inducono gli Stati a riconoscere che la migliore linea di azione è nella ricerca di obiettivi moderati e nel perseguimento della sicurezza “minima”, non di quella “massima”. Il fine è la sopravvivenza e non la sopraffazione. [Secondo il realismo difensivo, in contrasto con quello offensivo,] quando gli Stati operano in modo spericolato e irragionevole è perché c’è qualcosa di “patologico” nella loro politica interna [e non nell’architettura di sicurezza internazionale].
Mearsheimer non nega che il fine sia la sopravvivenza, ma afferma che il modo migliore di sopravvivere sia quello di vivere all’attacco. Nella nuova edizione accresciuta de La tragedia delle grandi potenze, pubblicata nel 2014 con un capitolo finale sulla Cina, Mearsheimer ribadisce che: «La sopravvivenza esige un comportamento aggressivo. Le grandi potenze si comportano aggressivamente non perché vogliano farlo o perché possiedano una pulsione interiore al dominio, ma perché sono costrette a cercare più potere se vogliono massimizzare le probabilità di sopravvivenza».
[Secondo la scuola realista] la storia non è finita [vedi “la fine della storia”] perché la fine della guerra fredda non ha modificato la struttura anarchica del sistema internazionale. La logica di potenza perdura. La dissoluzione dell’Unione Sovietica ha modificato la distribuzione del potere, ma le grandi potenze non hanno assunto comportamenti diversi da quelli dei due secoli precedenti poiché sono attori razionali che massimizzano la sicurezza, nello stesso modo in cui un imprenditore non si stanca mai di accumulare denaro.
[Secondo il realismo le bombe atomiche sono, citando Mearsheimer,] «armi di pace in quanto armi di deterrenza». Il pericolo di una guerra nucleare rimarrebbe vivo, ma sarebbe minimo e, comunque, frutto di un’escalation non intenzionale (inadvertent escalation).
Nel capitolo II della Tragedia delle grandi potenze Mearsheimer riassume le idee fondamentali del realismo offensivo:
Le grandi potenze sono sempre alla ricerca di opportunità per aumentare il proprio potere a spese delle potenze rivali, avendo come fine ultimo il raggiungimento dell’egemonia. Questa prospettiva non prevede l’esistenza di potenze da status quo. Uno Stato può dipendere da altri per la propria sicurezza. Ogni Stato tende a vedersi solo e vulnerabile, e quindi fa di tutto per provvedere da sé alla propria sopravvivenza. Gli Stati capiscono in fretta che il modo più sicuro per assicurarsi la sopravvivenza è diventare il più potente Stato del sistema. Quanto più forte è uno Stato rispetto ai suoi potenziali rivali, minori saranno le probabilità che uno di questi lo attacchi mettendone a repentaglio la sopravvivenza. La condizione ideale è essere l’egemone del sistema. Di conseguenza, gli Stati dedicano grande attenzione alla distribuzione del potere tra di essi, e compiono uno sforzo speciale per massimizzare la loro quota di potere mondiale. In particolare, tengono d’occhio le opportunità di alterare l’equilibrio di potenza tramite l’acquisizione di incrementi aggiuntivi di potere a spese dei potenziali rivali. Poiché in situazioni di potere, al guadagno di uno Stato corrisponde la perdita di un altro, le grandi potenze tendono ad avere una mentalità da somma zero nelle loro relazioni. Anche quando raggiunge un netto margine di vantaggio militare sui suoi rivali, una grande potenza continua a cercare ogni occasione per guadagnare più potere. Il perseguimento del potere cessa solo quando viene conseguita l’egemonia.
Questo si traduce inesorabilmente in un mondo in costante competizione per la sicurezza, dove gli Stati sono pronti a mentire, ingannare e ricorrere alla forza bruta se questo li aiuta a guadagnare un vantaggio sui rivali.
Il dilemma della sicurezza, uno dei concetti più noti nella letteratura sulle relazioni internazionali, riflette la logica di base del realismo offensivo. La sostanza del dilemma è che le misure assunte da uno Stato per aumentare la propria sicurezza di norma riducono la sicurezza altrui. È quindi difficile per uno Stato accrescere le proprie chance di sopravvivenza senza minare la sicurezza di altri Stati.
[Alessandro Orsini, Mutamento sociale e relazioni internazionali. Il realismo politico e il problema della guerra, in Aspetti del mutamento sociale contemporaneo]
Il realismo politico è un metodo, una teoria, una concezione del mondo, che può essere utilizzata per raggiungere fini diversi. Alcuni utilizzano il realismo politico per fare la guerra; altri, per evitarla.
[Alessandro Orsini, da trovare]

Realpolitik: Politiche che mirano a promuovere l’interesse percepito di un Paese piuttosto che a sostenere i principi morali.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Reazione / reazionario (politica): Dal latino reago, reagere, cioè “respingere di nuovo”.

Recessione (economia): Tecnicamente, si tratta della presenza di almeno due trimestri consecutivamente contrassegnati da un segno meno (ad esempio, la recessione del prodotto interno lordo).
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]

Reflazione: Processo di espansione della domanda [vedi voce].
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]

Regime politico: è l’insieme delle regole, delle abitudini e delle credenze più importanti per la vita politica e s’incarna nel gruppo o nei gruppi che hanno maggior influenza nella gestione degli affari.
[W.J.M. Mackenzie, La scienza della politica]

Regione:

Regis ad exemplum totus componitur orbis: Espressione latina che sta a significare “Il regno si adegua al volere del re”. Ancora oggi detto valido verso la borghesia, la sua egemonia e il suo modo di vedere il mondo.

Regno:

Regola: Diritti e doveri imposti, legittimamente o meno, sui sudditi.

Rendita: Rendita è ogni reddito che viene percepito senza lavoro proprio [o altrui], unicamente in base alla [concessione di un] possesso.
[Johann Karl Rodbertus, Lettere sociali, 2a lettera]
Il reddito che proviene esclusivamente dal suolo [spazialità].
[Adam Smith, Primo libro, Cap. VI]

Repressione:

Repubblica [lat: Res publica]: Persona pubblica che si crea dall’unione di tutte le altre.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VI]
Organizzazione governata attraverso le leggi, dunque legittimo.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. VI]
Il Corpo politico sarà dunque una Repubblica quando la sovranità è in mano all’unione dei Cittadini. Ciò non esclude che il Governo possa esser amministrato da un numero ristretto di membri.
dal latino “Res publica“, “cosa pubblica”.

Resilienza:

Resistenza: Dal latino resisto, resistere, cioè “opporsi” in senso attivo.

Relatività generale (fisica): Le coordinate di spazio e di tempo hanno ancora un carattere assoluto nelle dimensioni in cui sono direttamente misurabili con corpi ed orologi rigidi, ma sono relative nei limiti in cui dipendono dallo stato di movimento del sisstema d’inerzia scelto.
[Albert Einstein, Come io vedo il mondo]
La simultaneità e l’entità dello spazio e del tempo sono relative al sistema di riferimento che si adotta.
Tutti i sistemi di coordinamento gaussiane sono di principio equivalenti per la formulazione delle leggi generali della natura.
[Albert Einstein, Sulla teoria della relatività speciale e generale]
Se K’ è un sistema di coordinate che si muove, rispetto a K, uniformemente e senza rotazione, allora i fenomeni naturali si svolgono relativamente a K’ secondo le stesse precise regole generali come rispetto a K.
[Albert Einstein, Relatività – esposizione divulgativa]

Relazione [deu: Beziehung] (filosofia):

Religione:

Revisionismo del marxismo: Si nega la possibilità di dare un fondamento scientifico al socialismo e di provare che, dal punto di vista della concezione materialistica della storia, esso è necessario e inevitabile; si nega il fatto della miseria crescente, della proletarizzazione, dell’inasprimento delle contraddizioni capitalistiche; si dichiara inconsistente il concetto stesso di “scopo finale” e si respinge categoricamente l’idea della dittatura del proletariato; si nega l’opposizione di principio tra liberalismo e socialismo; si nega la teoria della lotta di classe, che sarebbe inapplicabile in una società rigorosamente democratica, amministrata secondo la volontà della maggioranza.
[Lenin, Che Fare?, Cap. I, Parte (a)]
Si cerca di trasformare i marxisti in icone inoffensive, mentre si svuota del contenuto la loro dottrina rivoluzionaria.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. I, Parte I]

Revisionismo storico:

Revoca:

Ribellione:

Ricavo:

Ricchezza: Possesso sufficiente per vivere felicemente; abbondanza di beni che danno il benessere.
[Platone, Definizioni]
L’insieme di quegli oggetti materiali che sono necessari, utili o gradevoli al genere umano.
Un paese sarà quindi ricco o povero secondo l’abbondanza o la scarsità con cui è fornito di tali oggetti materiali in rapporto al l’estensione del territorio; e un popolo sarà ricco o povero secondo l’abbondanza con cui ne è fornito in rapporto alla popolazione.
[David Ricardo, Principi di economia politica, Capitolo I, Sezione I]
La possibilità di accumulazione è essenziale alle usuali concezioni di ricchezza. La possibilità di precisa valutazione è necessaria per consentirci di stimare l’ammontare di ricchezza ottenuto da un qualunque genere di lavoro. II lavoro che si concreta in oggetti materiali è il solo lavoro al tempo stesso suscettibile di accumulazione e di precisa valutazione.
[David Ricardo, Principi di economia politica, Capitolo I, Sezione I]

Ricerca:

Riconoscimento diplomatico: Il riconoscimento formale da parte di uno Stato sovrano che anche un’altra entità soddisfa le condizioni della statualità e ha il controllo del suo territorio. Di solito tale riconoscimento avviene tramite dichiarazione unilaterale [verso governi fantoccio o autoproclamati], sebbene possa anche essere fatto, ad esempio, votando per un altro Stato alle Nazioni Unite.
[The Economist, The A to Z of international relations]
E’ spesso utilizzato come mezzo imperialista per incentivare o provocare spinte secessioniste o guerre civili all’interno di Paesi politicamente o economicamente più fragili.

Riforma: Dal latino reformo, reformare, cioè “trasformare”, “cambiare”.

Riformismo:

Rimland [o eng: Inner crescent, Continental crescent] (geopolitica): Termine coniato da Mackinder che indica le aree costiere dell’Eurasia situate tra la “mezzaluna esterna” e la “fascia assiale” [vedi rispettive voci].
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Risparmio (economia): Reddito che, invece di essere consumato, viene messo da parte per un uso futuro. Keynes ha suggerito tre ragioni per questa decisione: il motivo precauzionale, il motivo speculativo e il motivo delle transazioni. In tutta l’economia, un improvviso aumento del risparmio porta a un calo della domanda aggregata [vedi voce], aumentando così il potenziale di recessione. Ma il risparmio è anche fondamentale per la crescita economica a lungo termine, poiché fornisce i fondi per gli investimenti.
[The Economist, The A to Z of economics]

Rito:

Riunione:

Rivoluzionario / Rivoluzionarismo:

Rivoluzione (politica):

Rivoluzione continua [zh: 继续革命论]: https://en.m.wikipedia.org/wiki/Intensification_of_the_class_struggle_under_socialism

Rivoluzione culturale [zh: 文革]

Rivoluzione permanente (trotskismo):

S

Salariato:

Salario [deu: Arbeitsentgelt]: Il reddito che si ricava dal [proprio] lavoro.
[Adam Smith, Primo libro, Cap. VI]

Sanzione (politica internazionale):
Definite da Benjamin Coates, uno storico, come “una negazione collettiva dell’accesso economico volta a far rispettare l’ordine globale”. Le sanzioni possono includere embarghi commerciali, divieti di viaggio e di investimento e congelamento dei beni. Sono diventate uno strumento di politica estera ampiamente utilizzato [dall’occidente] perché sono molto più economici della guerra.
Dal 1966, l’ONU ha imposto 31 regimi di sanzioni, [ma sono in vigore tuttavia migliaia di sanzioni unilaterali imposte dagli USA e i suoi Stati-satellite, senza approvazione dell’ONU, dunque illegali].
[The Economist, The A to Z of economics e The A to Z of international relations]

Schiavitù / Schiavo: Nel lavoro degli schiavi persino la parte della giornata lavorativa, in cui lo schiavo non fa che reintegrare il valore dei propri mezzi di sussistenza, in cui dunque egli lavora in realtà per se stesso, appare come lavoro per il suo padrone. Tutto il suo lavoro appare come lavoro non retribuito.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro I, Sezione VI, Cap. 17]
Lo schiavo è venduto una volta per sempre. Il singolo schiavo, proprietà di un solo padrone, ha l’esistenza – per miserabile che possa essere – assicurata già dall’interesse di questo padrone. Lo schiavo si trova al di fuori della concorrenza. Lo schiavo è considerato un oggetto, non membro della società borghese. Lo schiavo si emancipa abolendo fra tutti i rapporti di proprietà privata solo il rapporto della schiavitù e divenendo solo in tal maniera egli stesso proletario; il proletario si può emancipare solo abolendo la proprietà privata in genere.
[Friedrich Engels, Principi del Comunismo]

Scienza [deu: Wissenschaft]: Possiamo dividere tutto il dominio del conoscere in tre grandi sezioni. La prima comprende tutte le scienze che si occupano della natura non vivente e sono più o meno suscettibili di una trattazione matematica: matematica, astronomia, meccanica, fisica, chimica [vedi “Scienze naturali”]. La seconda classe di scienze è quella che abbraccia l’indagine sugli organismi viventi [vedi “Scienze della Vita”]. Nel terzo gruppo di scienze, le Scienze storiche [vedi voce], si indagano le condizioni di vita degli uomini, i rapporti sociali, le forme giuridiche e statali con le loro sovrastrutture ideali di filosofia, religione, arte, ecc., nella loro successione storica e nei loro risultati attuali.
[Friedrich Engels, Antidühring, Sezione I, Cap. IX]
Concezione che non si può modificare con il ragionamento; facoltà di concepire una o più cose, non modificabile per mezzo del ragionamento; discorso vero che saldamente poggia sulla facoltà intellettiva.
[Platone, Definizioni]
Dal latino scientia, cioè “conoscenza”.
La verità della scienza (epistème / ἐπιστήμη), contrapposta sia alla verità dell’opinione (doxa / δόξα), sia alla verità dell’esperienza (empirìa / ἐμπειρία), è intesa in senso rigoroso, cioè come conoscenza di verità necessarie.

Scienze comportamentali:

Scienze del Cosmo:

Scienze della Vita: La classe di scienze che abbraccia l’indagine sugli organismi viventi. In questo campo si sviluppa una tale varietà di relazioni reciproche e di causalità che non solo ogni questione risolta suscita un numero infinito di questioni nuove, ma anche ogni nuova questione può essere risolta per lo più solo parzialmente per via di una serie di indagini che spesso esigono secoli; e così il bisogno di una concezione sistematica dei nessi costringe sempre di nuovo a circondare le verità definitive di ultima istanza di una fitta siepe di ipotesi. Avvengono abbastanza spesso scoperte, come quella della cellula, che ci costringono a sottoporre ad una revisione totale tutte le verità definitive di ultima istanza sin qui stabilite nel campo della biologia, e ad eliminarne una volta per sempre delle intere cataste
[Friedrich Engels, Antidühring, Sezione I, Cap. IX]

Scienze naturali [deu: Naturwissenschaften]: Comprende tutte le scienze che si occupano della natura non vivente e sono più o meno suscettibili di una trattazione matematica: matematica, astronomia, meccanica, fisica, chimica. Si può dire che certi risultati di queste scienze sono verità eterne, verità definitive di ultima istanza; e per tale ragione queste scienze si sono chiamate anche esatte: ma non per questo tutti i risultati. Col tempo [e la ricerca] le verità definitive di ultima istanza diventano in questo campo stranamente rare. [Vedi anche “Scienze del Cosmo”]
[Friedrich Engels, Antidühring, Sezione I, Cap. IX]

Scienze sociali [deu: Gesellschaftswissenschaften]:

Scienze storiche: Le scienze storiche indagano le condizioni di vita degli uomini, i rapporti sociali [vedi “Scienze sociali” e “Scienze comportamentali”], le forme giuridiche e statali con le loro sovrastrutture ideali di filosofia, religione, arte, ecc., nella loro successione storica e nei loro risultati attuali.
[Mentre] nella natura organica si ha da fare ancora con una serie di fenomeni che, per quanto concerne la nostra osservazione diretta, entro limiti molto vasti, si ripetono con discreta regolarità, Nella storia della società, appena oltrepassiamo lo stato primitivo dell’umanità, l’età della pietra, le ripetizioni delle condizioni sono l’eccezione e non la regola; e laddove tali ripetizioni si presentano, esse non accadono mai precisamente nelle medesime circostanze. La conoscenza è qui essenzialmente relativa perché essa si limita a penetrare il nesso e la successione di certe forme di società e di Stato che vigono solo per una dato tempo e per dati popoli e che per loro dunque transuenti.
[Friedrich Engels, Antidühring, Sezione I, Cap. IX]

Sciopero:

Sciopero generale:

Sciovinismo / Sciovinista:

Scontro di civiltà [eng: Clash of Civilizations]: Termine coniato da Huntington. Teoria della permanenza e dell’irriducibilità dei conflitti geopolitici a livello di civiltà.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Scoperta:

Secessione: Quando parti del territorio di uno Stato esistente formano unilateralmente un nuovo Stato indipendente.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Segmento geopolitico [eng: Geopolitical segment]: L’insieme delle relazioni di un capitale strategico (o polo geopolitico) con le regioni periferiche, considerate in un determinato momento storico senza tener conto della dinamica generale dei processi politici.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Segregazione razziale [eng: Apartheid]: Atti disumani commessi allo scopo di stabilire e mantenere il dominio di un gruppo razziale di persone su qualsiasi altro gruppo razziale di persone e di opprimerlo sistematicamente.
[Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Convenzione Internazionale sulla Soppressione e la Repressione del Crimine di Apartheid, 30 novembre 1983]
La segregazione può avvenire contro altre categorie oltre alla razza, come la nazionalità o la religione.

Senato:

Sensazione: Mutabilità dell’anima; modificazione del pensiero per l’influenza del corpo; avvertimento dato agli uomini opportunamente, donde deriva la facoltà irrazionale di conoscere per mezzo del corpo.
[Platone, Definizioni]

Sentenza: Decisione sovrana riguardo ad un problema controverso; controversia legale sul giusto e l’ingiusto.
[Platone, Definizioni]

Servizio (economia): Attività economiche che, a differenza della manifattura [vedi voce], non creano un prodotto fisico.
[The Economist, The A to Z of economics]

Servitù / servo: Il servo della gleba ha il possesso e l’uso di uno strumento di produzione, di un appezzamento di terra, verso cessione di parte del provento o verso prestazione di lavoro. Il servo della gleba cede, il proletario viene ceduto. Il servo della gleba ha l’esistenza assicurata. Il servo della gleba è al di fuori della concorrenza. Il servo della gleba si emancipa o fuggendo nelle città per divenirvi artigiano o dando al suo signore del fondo denaro invece di lavoro e prodotti divenendo libero fittavolo, o cacciando il suo signore feudale e diventando proprietario egli stesso, in breve, entrando in un modo o nell’altro nella classe possidente e nella concorrenza. Il proletario si emancipa eliminando la concorrenza, la proprietà privata e tutte le differenze di classe.
[Friedrich Engels, Principi del Comunismo]

Settarismo: Pensiero settario è quello per cui non si riesce a vedere come il Partito politico non sia solo l’organizzazione tecnica del partito stesso, ma tutto il blocco sociale attivo di cui il partito è la guida perché l’espressione necessaria.
[Antonio Gramsci, Quaderni del Carcere]

Settler colonialism: Un progetto inclusivo, incentrato sulla terra, che mette insieme una gamma completa di organizzazioni, da un centro metropolitano ad avamposti di frontiera, con il disegno di eliminare società indigene.
[Wolfe, 2006]

Sfera di influenza (politica internazionale): Una regione, geografica o metaforica, sulla quale uno Stato esercita un certo controllo.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Sfruttamento:

Sharīa [ar: شريعة‎]: šarī‘a, in arabo letteralmente la “via [dritta rivelata da Dio]”, ciò che Dio ha stabilito per regolare e valutare tutta l’attività e la condotta del musulmano. Quest’ultimo è sottoposto al dettato sciaraitico ovunque egli si trovi, anche nei Paesi non islamici. Nella šarī‘a Dio ha stabilito anche i limiti oggettivi, i cosiddetti ḥudūd Allah (limiti di Dio), che separano l’illecito (ḥarām) dal lecito (halāl) e all’interno dei quali le azioni si qualificano come obbligatorie (farḍ), consigliate (mustaḥabb), sconsigliate (makruh) o libere (mubah). Il fiqh ha il compito di interpretare e codificare le norme sciaraitiche attraverso l’utilizzo delle fonti, dette usūl (le radici) che sono, in ordine di importanza, Corano, Sunna (Raccolta dei detti del Profeta), iğmā‘ o consenso dei dotti, qiyās o procedimento analogico e di altri testi con valenza giuridica.
Oggi molti Paesi islamici si richiamano nelle loro costituzioni alla šarī‘a che spesso viene citata come la “prima fonte del diritto”. Ma in concreto il richiamo al diritto islamico è solamente formale. Infatti, a partire dalla metà del XIX secolo e in seguito all’adozione di modelli normativi e concezioni giuridiche estranee alla tradizione islamica, per esempio quelli europei, che hanno attecchito laddove il potere costituito in questi paesi era riuscito a sottrarre ambiti di applicazione alla šarī‘a, si è compiuto un processo di subordinazione del diritto musulmano al diritto di emanazione statale. Persino in Arabia Saudita, tradizionalmente uno Stato conservatore, molto lentamente e rispettando la terminologia tradizionale islamica, sono penetrati strumenti giuridici occidentali come la legge sulle società commerciali. Il fondamentalismo si appella ad una più rigorosa applicazione del dettato sciaraitico in tutti gli ambiti giuridici e considera la šarī‘a l’unica via giuridica da percorrere.
[A. Chiovenda, E. Galoppini, L. Trombetta, Glossario ragionato dei termini islamici per Limes, Progetto Jihad, n1/2004]

Sic semper tyrannis:

Signoraggio (economia): La differenza tra il valore nominale del denaro [valore formale di scambio di questo] e il costo della sua produzione [materiale]. Nel corso della storia, questo è stato un bel guadagno per gli Stati. Tuttavia, le monete di piccolo taglio, come il penny americano, possono costare più del loro valore.
[The Economist, The A to Z of economics]

Sillogismo: Argomentazione logica in cui, poste due premesse (la maggiore e la minore), ne deriva necessariamente una risposta.
[Da vedere Dei Delitti]

Sindacalismo:

Sindacato: Nato al principio dello sviluppo del capitalismo, rappresenta il passaggio dalla dispersione e dall’impotenza degli operai ai primi germi dell’unione di classe.
Il proletariato, in nessun paese del mondo non si è sviluppato, né poteva svilupparsi altrimenti che per mezzo dei sindacati, per mezzo dell’azione reciproca tra sindacati e partito della classe operaia. [Lenin, Sinistrismo, malattia infantile del comunismo, Cap. 6]
Dal greco sìndikos, cioè “procuratore”.

Sinecismo [grc: συνοικισμóς]: Si intende l’unificazione di entità politiche precedentemente indipendenti in una città a organizzazione statale.
[Katéchon]

Sinistra:

Sinistrismo (o comunismo di sinistra) [ru: “левизны” в коммунизме, fr: gauchisme]: Spesso tradotto erroneamente dal russo in “estremismo”.

Sintesi (dialettica): Unità superiore hegeliana data dal superamento della contraddizione.
[Friedrich Engels, Antidühring, Sezione I, Capitolo XIII]
[Fichte, Dottrina della scienza]
Dal greco synthesis, synthèseos, cioè “composizione”.

Sionismo [heb: צִיּוֹנוּת]: Obiettivo del sionismo è stabilire uno Stato che sarà uno Stato ebraico, e non solo uno Stato di ebrei.
[Achad Ha-Am, The jewish State and the jewish problem]
Lo scopo del sionismo è uno Stato ebraico. Il territorio: entrambi i lati del Giordano. Il metodo: la colonizzazione di massa. Per far ciò si fa uso della militarizzazione della gioventù ebraica in Israele [Eretz Jsrael, אֶרֶץ יִשְׂרָאֵל‎] e nella diaspora.
[Zev Jabotinskij, Sefer Betar]
Piano intrinseco al sionismo è espropriare “gentilmente” la proprietà privata [degli indigeni] e far sparire la popolazione nullatenente al di là delle frontiere e negando lavoro nella Nazione [di Israele].
[Theodor Herzl, L’antica nuova terra]
Un sionismo che non è legato totalmente allo Stato non è sionismo. Stato e sionismo sono una cosa sola. [vedi voce “totalitarismo”]
[Ben-Gurion, da trovare
Obiettivo del sionismo è rendere Israele un “baluardo dell’Europa contro l’Asia, una roccaforte di civilizzazione opposta alla barbarie”
[Theodor Herzl, Lo Stato ebraico]
Il sionismo si basa sul presupposto che “la Palestina è un paese senza popolo e gli ebrei sono un popolo senza paese”.
[Israel Zangwill, The Return to Palestine, New Liberal Review, 1901]
Il sionismo afferma che il diritto di Israele alla Palestina tutta è inattaccabile ed eterno.
[Ben-Gurion, Congresso sionista di Zurigo del 1937]
Secondo il sionismo è assolutamente impossibile ottenere il consenso volontario degli arabi di Palestina per convertire la “Palestina” da Paese arabo in un Paese a maggioranza ebraica.
Il sionismo non promette alcuna ricompensa né agli arabi di Palestina né agli arabi dei Paesi limitrofi.
L’insediamento israeliano può svilupparsi [solo] sotto la protezione di una forza che non dipende dalla popolazione locale, dietro un muro di ferro che essa non potrà abbattere.
[Vladimir Ze’ev Jabotisnky, The iron wall]
Il nuovo sionismo, che ha preso il nome di sionismo politico, differisce dall’antico sionismo religioso e messianico in quanto rifiuta ogni misticismo, in quanto non s’identifica più col messianismo e non attende il ritorno in Palestina dal miracolo [messianico] ma vuol prepararlo con i propri sforzi. Il nuovo sionismo è soltanto in parte prodotto dalla spinta interiore del giudaismo stesso.
Per un’altra parte è l’effetto di due spinte che son venute dal di fuori: l’idea di nazionalità che domina da mezzo secolo il pensiero e il sentimento dell’Europa e che ha determinato la politica mondiale; l’antisemitismo di cui soffrono più o meno gli ebrei di tutti i paesi.
[Max Nordau, 1902]
Il sionismo cerca di fare nel Vicino Oriente ciò che gli inglesi hanno fatto in India. È sua intenzione entrare in Palestina come “rappresentanti della cultura” e portare i “confini morali” dell’Europa fino al fiume Eufrate.
[Max Nordau citato in Tom Segev, One Palestine complete]
La colonizzazione della Palestina avviene in primo luogo per la convenienza nazionale [dei sionisti], [in secondo luogo] per spazzare via completamente tutte le tracce dello “spirito orientale”. Per quanto riguarda gli arabi [palestinesi] in Palestina, quello che fanno è affar loro; ma se possibile “aiutarli” a liberarsi dall’Oriente.
[Zev Jabotinskij citato in Tom Segev, One Palestine complete]
[Israele deve soddisfare] il tipo ideale di “nazione assoluta”. Dovrebbe possedere un aspetto razziale di marcato carattere unico, un aspetto diverso dalla natura razziale dei vicini di quella nazione. Dovrebbe occupare da sempre un territorio continuo e chiaramente definito; sarebbe altamente auspicabile che in quell’area non vi fossero minoranze estranee, che indebolirebbero l’unità nazionale. Dovrebbe mantenere una lingua nazionale originale, non derivata da un’altra nazione.
[Zev Jabotinskij, Razza, 1913]

Sistema (filosofia):

Sobornost [ru: собо́рность]: L’interezza della società, unita all’indipendenza personale e alla diversità individuale dei cittadini, è possibile solo a condizione di una libera subordinazione delle persone separate a valori assoluti e nella loro libera creatività fondata sull’amore per il tutto, l’amore per la Chiesa, l’amore per la Nazione e lo Stato, e così via.
[Kireevskij]
La combinazione di libertà e unità di molte persone sulla base del loro comune amore per gli stessi valori assoluti.
[Losskij]
L’amore naturale è insito in tutti gli esseri viventi. A partire dalle sue manifestazioni supreme nell’amore familiare dell’uomo, dagli istinti di branco degli animali fino ai processi elementari di propagazione, ovunque troviamo quell’altruismo di base, organico, grazie al quale le creature si presuppongono interiormente l’una con l’altra, sono attratte da altre creature e stabiliscono non solo se stesse, ma anche altre creature, e vivono per gli altri.
[Sergeij Tubetskoij, Sulla natura della coscienza umana]
Termine coniato dagli slavofili Ivan Kireyevskij e Aleksej Khomyakov.
https://en.wikipedia.org/wiki/Sobornost?wprov=sfla1

Socialimperialismo:

Socializzazione:

Socialismo (modo di produzione): I mezzi di produzione sono di proprietà della società stessa e vengono utilizzati in modo pianificato. Un’economia pianificata, che adatta la produzione ai bisogni della comunità, distribuirebbe il lavoro da svolgere tra tutti coloro che sono in grado di lavorare e garantirebbe il sostentamento a ogni cittadino.
[Albert Einstein, Perché il Socialismo?]
[Il socialismo non] si sviluppa sulla sua propria base, ma, viceversa, emerge dalla società capitalistica; che porta quindi ancora sotto ogni rapporto economico, morale, spirituale, le “macchie” della vecchia società dal cui seno essa è uscita.
[Karl Marx, Critica del programma di Gotha, Parte I]
Marx chiama “prima” fase o fase inferiore della società comunista ciò che comunemente viene chiamato socialismo. La parola “comunismo” può essere anche qui usata nella misura in cui i mezzi di produzione divengono proprietà comune, purchè non si dimentichi che non è un comunismo completo. Anziché attenersi a definizioni “escogitate”, scolastiche e artificiali (che cos’è il socialismo? che cos’è il comunismo?), Marx analizza quelli che si potrebbero chiamare i gradi della maturità economica del comunismo.
Nella sua prima fase [cioè socialismo], nel suo primo grado, il comunismo non può essere, dal punto di vista economico, completamente maturo, completamente libero dalle tradizioni e dalle vestigia del capitalismo. Il diritto borghese, per quel che concerne la distribuzione dei beni di consumo, suppone pure necessariamente uno Stato borghese, poichè il diritto è nulla senza un apparato capace di costringere all’osservanza delle sue norme.
Ne consegue che in regime comunista [nella prima fase] sussistono, per un certo tempo, non solo il diritto borghese ma anche lo Stato borghese, senza borghesia.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. V, Parte 4]
I mezzi di produzione non sono già più proprietà privata individuale. Essi appartengono a tutta la società. Ogni membro della società, eseguendo una certa parte del lavoro socialmente necessario, riceve dalla società uno scontrino da cui risulta ch’egli ha prestato tanto lavoro. Con questo scontrino egli ritira dai magazzini pubblici di oggetti di consumo una corrispondente quantità di prodotti. Detratta la quantità di lavoro versata ai fondi sociali, ogni operaio riceve quindi dalla società tanto quanto le ha dato.
Si direbbe il regno dell'”uguaglianza”.
Ma quando, a proposito di quest’ordinamento sociale (abitualmente chiamato socialismo, e che Marx chiama prima fase del comunismo) [si parla di] “uguale diritto”, – dice Marx, – qui effettivamente l’abbiamo, ma è ancora il “diritto borghese”, che, come ogni diritto, presuppone la disuguaglianza. Ogni diritto consiste nell’ applicazione di un’unica norma a persone diverse, a persone che non sono, in realtà, né identiche, né uguali. L'”uguale diritto” equivale quindi a una violazione dell’uguaglianza e della giustizia. Infatti, per una parte uguale di lavoro sociale fornito, ognuno riceve un’uguale parte della produzione sociale (con le detrazioni per i fondi comuni). Gli individui però non sono uguali: uno è più forte, l’altro è più debole, uno è ammogliato, l’altro no, uno ha più figli, l’altro meno, ecc.
“…Supposti uguali il rendimento e quindi la partecipazione al fondo di consumo sociale, – conclude Marx [nella Critica del Programma di Gotha], – l’uno riceve dunque più dell’altro, l’uno è più ricco dell’altro e così via. Per evitare tutti questi inconvenienti, il diritto, invece di essere uguale, dovrebbe essere disuguale..”
La prima fase del comunismo non può dunque ancora realizzare la giustizia e l’uguaglianza; rimarranno differenze di ricchezze e differenze ingiuste; ma non sarà più possibile lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, poichè non sarà più possibile impadronirsi, a titolo di proprietà privata, dei mezzi di produzione, fabbriche, macchine, terreni, ecc.
Marx indica il corso dello sviluppo della società comunista, costretta da principio a distruggere solo l'”ingiustizia” costituita dall’accaparramento dei mezzi di produzione da parte di singoli individui, ma incapace di distruggere di punto in bianco l’altra ingiustizia: la ripartizione dei beni di consumo “secondo il lavoro” (e non secondo i bisogni).
Così, nella prima fase della società comunista (comunemente chiamata socialismo), il “diritto borghese” non è completamente abolito, ma solo in parte, soltanto nella misura in cui la rivoluzione economica è compiuta, cioè unicamente per quanto riguarda i mezzi di produzione. Il “diritto borghese” riconosce la proprietà privata su questi ultimi a individui singoli. Il socialismo ne fa una proprietà comune. In questa misura – e soltanto in questa misura – il “diritto borghese” è abolito.
Ma esso sussiste nell’altra sua parte, sussiste quale regolatore (fattore determinante) della distribuzione dei prodotti e del lavoro fra i membri della società. “Chi non lavora non mangia”: questo principio socialista è già realizzato; “a uguale quantità di lavoro, uguale quantità di prodotti”: quest’altro principio socialista è anche esso già realizzato. Tuttavia ciò non è ancora il comunismo, non abolisce ancora il “diritto borghese” che attribuisce a persone disuguali e per una quantità di lavoro (di fatto) disuguale una quantità uguale di prodotti.
È un “inconveniente”, dice Marx, ma esso è inevitabile nella prima fase del comunismo, in quanto non si può pensare, senza cadere nell’utopia, che appena rovesciato il capitalismo gli uomini imparino, dall’oggi al domani, a lavorare per la società senza alcuna norma giuridica; d’altra parte, l’abolizione del capitalismo non dà subito le premesse economiche per un tale cambiamento.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. V, Parte 3]
[Nel socialismo] lo Stato non si è ancora estinto completamente, poichè rimane la salvaguardia del “diritto borghese” che consacra la disuguaglianza di fatto. Perchè lo Stato si estingua completamente occorre il comunismo integrale.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. V, Parte 3]

Socialismo (ideologia):

Socialismo di guerra:

Socialismo in un solo Paese: L’ineguaglianza dello sviluppo economico e politico è una legge assoluta del capitalismo. Ne risulta che è possibile il trionfo del socialismo all’inizio in alcuni paesi o anche in un solo paese capitalistico, preso separatamente. [Lenin, Sulla parola d’ordine degli Stati Uniti d’Europa]
La vittoria del socialismo in un solo paese non è fine a se stessa. La rivoluzione vittoriosa in un paese deve considerarsi non come entità a se stante, ma come un contributo, come mezzo per affrettare la vittoria del proletariato in tutti i paesi.
[Iosif Stalin, La rivoluzione d’Ottobre e la tattica dei comunisti russi]

Società [deu: Gesellschaft]: La società comprende tutto il complesso delle relazioni materiali fra gli individui all’interno di un determinato grado di sviluppo delle forze produttive.
Essa comprende, nel caso delle società umane, tutto il complesso della vita commerciale e industriale di un grado di sviluppo e trascende quindi lo Stato e la nazione, benché, d’altra parte, debba nuovamente affermarsi verso l’esterno come nazionalità e organizzarsi verso l’interno come Stato.
A seconda del grado di sviluppo delle forze produttive, esistono vari tipi di società. Il termine società civile sorse nel secolo diciottesimo, quando i rapporti di proprietà si erano già fatti strada fuori del tipo di comunità antico e medievale. La società civile come tale comincia a svilupparsi con la borghesia; tuttavia l’organizzazione sociale sviluppantesi immediatamente dalla produzione e dagli scambi, la quale forma in tutti i tempi la base dello Stato e di ogni altra sovrastruttura idealistica, continua ad essere chiamata con lo stesso nome.
[K. Marx e F. Engels, L’ideologia tedesca]
Riguarda una costruzione artificiale, un aggregato di esseri umani che solo superficialmente assomiglia alla Comunità, nella misura in cui anche in essa gli individui vivono pacificamente gli uni accanto agli altri. Però, mentre nella Comunità gli esseri umani restano essenzialmente uniti nonostante i fattori che li separano, nella Società restano essenzialmente separati nonostante i fattori che li uniscono.
[Tönnies, Comunità e Società]
E’ il risultato della disintegrazione delle formazioni comunitarie. A differenza della comunità, essa è fondamentalmente divisibile in membri atomici (individui). Al posto dei legami organici prevalgono le norme di un contratto formalizzato tra individui.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Sociologia: [Comte]
La sociologia è un tentativo di ricavare “sperimentalmente” le leggi di evoluzione della società umana in modo da “prevedere” l’avvenire con la stessa certezza.
Ogni sociologia presuppone una filosofia, una concezione del mondo, di cui è un frammento subordinato.
[Antonio Gramsci, Quaderni del Carcere]

Soft power (politica internazionale): L’“hard” power si riferisce alla capacità di uno Stato di costringerne un altro, spesso utilizzando la forza militare o talvolta i vantaggi economici, diplomatici, tecnologici o demografici che ne sono alla base. Il soft power è invece la capacità di conquistare un Paese attraverso l’attrazione e la persuasione. Ciò può essere dovuto alle esportazioni culturali [vedi “egemonia”] o educative di un Paese, al valore sportivo, all’autorità morale o all’attrattiva generale come modello per gli altri.
Nel 1986 Régis Debray, un filosofo francese, scrisse che “c’è più potere nella musica rock, nei video, nei blue jeans… che nell’intera Armata Rossa”.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Songun [kor: 선군]: La direzione rivoluzionaria del Partito [della Corea popolare è] basata sul Songun. La politica del Songun è un modo rivoluzionario di direzione e un tipo socialista di politica che dà la massima priorità agli affari militari.
Gli aspetti fondamentali della politica del Songun indicano che gli affari militari hanno un’importanza basilare, che l’esercito è il nucleo e la forza principale della rivoluzione e che l’esercito deve essere rafforzato in ogni modo. La caratteristica essenziale della politica del Songun è che essa salvaguarda la sicurezza del paese e difende le vittorie rivoluzionarie attraverso lo sviluppo dell’Esercito Popolare
[Kim Jong Il, Opere scelte, vol. 15, Edizioni in Lingue Estere, Pyongyang 2011, p. 321 ed. fr.]

Sottoproletariato [deu: Lumpenproletariat]: Una massa nettamente distinta dal proletariato, nella quale si reclutano ladri e delinquenti di ogni genere, che vivono dei rifiuti della società – gente senza un mestiere definito, vagabondi, gens sans feu et sans aveu, diversi secondo il grado di civiltà della nazione cui appartengono, ma che non perdono mai il carattere di lazzaroni.
[Karl Marx, Le lotte di classe in Francia]
Lumpenproletariat significa, in tedesco, letteralmente “proletariato cencioso”, termine coniato per la prima volta da Karl Marx.

Sovracostruzione:

Sovranità:

Sovranità nazionale: https://eng.globalaffairs.ru/articles/s-sovereignty/

Sovranità popolare: La sovranità consiste essenzialmente nella volontà generale [vedi voce].
La sovranità non può venir rappresentata, per la stessa ragione per cui non può essere alienata; essa consiste essenzialmente nella volontà generale [vedi voce] e la volontà non si rappresenta: o è essa stessa o è un’altra; una via di mezzo non esiste. I deputati del Popolo non sono dunque e non possono essere i suoi rappresentanti, sono solo i suoi commissari; non possono concludere niente in modo definitivo. Qualunque legge che non sia stata ratificata dal Popolo in persona è nulla; non è una legge [vedi voce].
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. XV]
La sovranità, per la stessa ragione per cui è inalienabile, è anche indivisibile. Infatti la volontà o è generale o non lo è; è la volontà del corpo popolare o solo di una parte. Nel primo caso questo volontà dichiarata è un atto sovrano e fa legge; nel secondo è solo una volontà particolare, o un atto di magistrature; tutt’al più un decreto.[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. II]
La sovranità, non essendo che l’esercizio della volontà generale, non può mai alienarsi, e il sovrano, essendo solo un ente collettivo [vedi “popolo”], non può essere rappresentano che da se stesso; il potere può, sì, essere trasmesso [potere esecutivo], ma non la volontà [potere legislativo]. Infatti, se non è impossibile che una volontà privata si accordi su qualche punto con la volontà generale, è impossibile, per lo meno, che questo accomodi sia duraturo e costante, perché la volontà particolare tende per sua natura al privilegio, e la volontà generale all’uguaglianza [vedi voce]
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. I]

Sovrano: È il corpo politico dal punto di vista attivo, cioè l’insieme di coloro che esprimono la Sovranità.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VI]
In quanto le leggi son regole generali [vedi “legge”], il Sovrano compete ed ha il potere sui casi di natura generale, ma non quelli particolari [esempio: non può gravare o preferire arbitrariamente un individuo più di un altro]
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. IV]
Seppur composto da più Cittadini, il Sovrano va considerato come corpo; ogni Cittadino è parte del Sovrano.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. I]
Secondo Schmitt, Sovrano è chi decide sullo stato di eccezione.
[Carl Schmitt, Teologia politica, Cap. I]

Sovrapproduzione (economia): Poiché il capitale non ha come fine la soddisfazione dei bisogni ma la produzione del profitto, e poiché può realizzare questo fine solo usando dei metodi che regolano la massa dei prodotti secondo la scala della produzione e non inversamente, si deve necessariamente venire a creare un continuo conflitto fra le dimensioni limitate del consumo su basi capitalistiche ed una produzione che tende continuamente a superare questo limite che le è assegnato. Inoltre il capitale si compone di merci e quindi la sovrapproduzione del capitale comporta una sovrapproduzione delle merci.
[Karl Marx, Il Capitale, Libro III, Sezione III, Cap. 15]
Sovrapproduzione di capitale, non delle merci individuali, – quantunque la sovrapproduzione di capitale determini sempre sovrapproduzione delle merci – significa semplicemente sovraccumulazione di capitale
[Karl Marx, Il Capitale, Libro III, Sezione III, Cap. 15]

Sovraprofitto (o sopraprofitto): Da questo gigantesco sovraprofitto – così chiamato perché si realizza all’infuori e al di sopra del profitto che i capitalisti estorcono agli operai del ‘proprio’ paese [vedi “imperialismo”] – un pugno di Stati particolarmente ricchi e potenti che saccheggiano tutto il mondo [traggono] quanto basta per corrompere i capi operai e lo strato superiore dell’aristocrazia operaia.
[Lenin, Imperialismo fase suprema del capitalismo]
Un’eccedenza di profitti rispetto ai profitti capitalistici che sono normali e consueti in tutto il mondo. I capitalisti possono destinare una parte (e non piccola!) di questi superprofitti per corrompere i propri lavoratori, per creare qualcosa di simile a un’alleanza ([come] le celebri “alleanze” descritte dai Webb dei sindacati e dei datori di lavoro inglesi) tra i lavoratori di una data nazione e i loro capitalisti contro gli altri Paesi.
[Vladimir Lenin, L’imperialismo e la scissione del Socialismo]

Sovrastruttura (o superstruttura) (politica):

Sovvenzione (economia): Denaro versato da un governo, di solito a uno dei due gruppi. Il primo è quello dei consumatori, per incoraggiarli ad acquistare un prodotto, o per mantenere i prezzi bassi. Il secondo è versato alle imprese, per evitare che falliscano (e salvare i posti di lavoro esistenti) o che si insedino in una determinata area (e creare nuovi posti di lavoro).
Gli economisti [vedi “liberismo”] non amano i sussidi, perché distorcono i segnali del mercato [vedi “mercato libero”]
[The Economist, The A to Z of economics]

Spare capacity (economia): Capacità produttiva inutilizzata. Non necessariamente essa coincide con il surplus di offerta corrente.
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]

Spazio vitale [deu: Lebensraum] (geopolitica): Termine coniato da Haushofer. Un ambito territoriale minimo per consentire al popolo di realizzare le proprie aspirazioni storiche e politiche.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Spirale bellica [eng: Escalation]:

Spirito [deu: Geist]: La natura dello spirito ci si fa conoscere attraverso il confronto con ciò che costituisce la sua antitesi completa. Come la sostanza della materia è la gravità, così dobbiamo dire che la sostanza dello spirito, la sua essenza, è la libertà.
È un acquisto della filosofia speculativa la conoscenza che la libertà è l’unica vera natura dello spirito. La materia [vedi la voce] è pesante perché preme verso un centro; secondo la sua essenza è un composto, le sue parti esistono l’una separata dall’altra, essa cerca la sua unità e cerca così di superarsi, aspira a divenire il contrario di se stessa. Qualora ci riuscisse, non sarebbe più materia, bensì si sarebbe annullata; essa aspira all’idealità, poiché nell’unità essa è ideale. Al contrario, lo spirito è tale perché possiede in sé il centro; lo spirito non ha unità fuori di sé, bensì l’ha trovata; è in se stesso e presso se stesso. La materia ha la sua sostanza in qualcosa di esterno; lo spirito è l’essere presso se stesso. E questa è la libertà; infatti, quando sono dipendente, mi trovo in rapporto con qualcosa di estraneo, con qualcosa che non sono io; non posso esistere senza qualcosa che stia fuori di me. Sono libero solo quando sono presso me stesso. Questo essere presso se stesso, proprio dello spirito, è coscienza di sé, è la coscienza che lo spirito ha di se stesso [vedi la voce “coscienza”]
[Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia]

Spirito assoluto [deu: absoluter Geist]: [Hegel]

Spirito del luogo [lat: Genius loci]:

Spirito del mondo [lat: anima mundi, Weltgeist]: Per “mondo” si intende sia la natura fisica sia quella psichica.
[Hegel, Lezioni sulla filosofia della storia]

Spirito del popolo (o Spirito nazionale) [deu: Volksgeist]: [Hegel]

Spirito del tempo [deu: Geist der Zeiten o Zeitgeist]: [Hegel]

Spontaneismo:

Spread (finanza): Termine comune nei mercati finanziari per descrivere la differenza tra due prezzi o tassi di interesse. Quando un investitore cerca di negoziare un’azione, il rivenditore offrirà uno spread tra il prezzo di acquisto e quello di vendita. Le società più rischiose pagano un tasso di prestito più alto rispetto alle società di alta qualità o al governo americano, e la differenza di rendimento è nota come spread rispetto all’obbligazione meno rischiosa.
[The Economist, The A to Z of economics]
Spread è una parola della lingua inglese che in italiano e nell’ambito della finanza si può tradurre con il termine differenziale (di prezzo). Uno degli spread più noti è quello tra il Bund decennale tedesco e lo stesso titolo di Stato emesso dall’Italia. La differenza tra il rendimento del Btp decennale italiano e quello tedesco sta a indicare proprio lo spread che per gli investitori rappresenta un parametro chiave nelle scelte di investimento in titoli del debito sovrano. Il Bund decennale tedesco viene preso a riferimento per gli spread sul debito sovrano in quanto, fino al conflitto in Ucraina e il sabotaggio del Nord Stream, i titoli di Stato della Germania erano i più solidi e quelli con i rendimenti più bassi [nell’eurozona].
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]

Squadra:

Squadrismo:

Stagflazione (economia): Una combinazione di alta inflazione e alta disoccupazione.
La curva di Phillips suggerisce che questo fenomeno dovrebbe essere raro, poiché l’alta disoccupazione è associata a una carenza di domanda e l’alta inflazione a una domanda superiore all’offerta. Tuttavia, si è verificata negli anni ’70 dopo lo shock dell’offerta provocato dall’embargo petrolifero dell’OPEC ed è stata minacciata anche in seguito alla pandemia di Covid-19.
[The Economist, The A to Z of economics]

Stagnazione (economia): Un periodo prolungato di crescita economica scarsa o nulla.
[The Economist, The A to Z of economics]
Situazione economica in cui la produzione e il reddito nazionale non crescono né calano. Il termine si può riferire a una situazione temporanea, ed è quindi affine a recessione o deflazione; solitamente si riferisce tuttavia a periodi più prolungati e si utilizza per indicare una prospettiva di graduale estinzione della crescita.
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]

Standard aureo [eng: Gold standard]: Sistema internazionale, utilizzato tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, che collegava la quantità di moneta nazionale in circolazione (e il tasso di cambio) alle riserve auree di un Paese. Poiché queste riserve crescevano lentamente, cresceva anche l’offerta di moneta e l’inflazione a lungo termine era scarsa. Ciò proteggeva gli interessi dei creditori, ma significava che ogni aggiustamento competitivo dell’economia comportava una dolorosa deflazione. Di conseguenza, il mondo abbandonò lo standard durante la Grande Depressione degli anni Trenta.
[The Economist, The A to Z of economics]

Statalizzazione:

Stato: Il primo segno distintivo dello Stato è la divisione dei cittadini. Il secondo punto è l’istituzione di una forza pubblica che non coincide più direttamente con la Popolazione, ma è invece un’organizzazione particolare [espressa cioè da una parte della Popolazione] della forza, è l’organizzazione della violenza destinata a reprimere una certa classe. Questa forza pubblica particolare è necessaria perché un’organizzazione armata autonoma della popolazione è divenuta impossibile dopo la divisione in classi.
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. …]
Lo Stato presuppone un potere pubblico particolare, staccato dalla totalità di quelli che di volta in volta vi partecipano.
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. III]
Lo Stato non è una potenza imposta alla Società dall’esterno, ma frutto di una Società avvolta da contraddizioni, scissa in antagonismi inconciliabili che è impotente a eliminare. Purché queste classi con interessi economici in conflitto non distruggano se stessi e la Società in una sterile lotta, sorge la necessità di questa potenza che sia in apparenza al di sopra della società e che attenui il conflitto.
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. …]
Lo Stato non è l’organo della conciliazione delle classi, ma l’organo del dominio di una classe e dell’oppressione di una classe da parte di un’altra.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. I, 1]
Il potere statale centralizzato è composto da esercito permamente, polizia, burocrazia, magistratura e clero.
[La guerra civile in Francia]
Lo Stato, essendo una forza particolare, comincia ad estinguersi quando è dapprima la maggioranza, e infine tutto il Popolo a prenderne le redini.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. I, 4]
[Secondo Rousseau] è il corpo politico dal punto di vista passivo, cioè l’insieme degli individui che obbediscono, in quanto sudditi, alle leggi.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VI]
Lo Stato rappresenta una certa somma, un certo insieme di principii nei quali l’università dei cittadini consente nel periodo in cui lo Stato è fondato. 
[Giuseppe Mazzini, Dei Doveri dell’uomo, Cap. X]
[La sua istituzione è dovuta dialetticamente] in parte dalla trasformazione degli organi della costituzione gentilizia [vedi “Gens“], in parte dall’inserimento di nuovi organi, ed infine dalla loro completa sostituzione con effettive autorità statali; mentre al posto dell’effettivo “popolo in armi” che proteggeva sé stesso, con le sue gentes, fratrie e tribù [vedi rispettive voci], subentrava un “potere pubblico” armato, al servizio di queste autorità statali, potere quindi da adoperarsi anche contro il popolo. 
Al posto della semplice federazione di tribù abitanti l’una accanto all’altra subentrò la loro fusione in un unico popolo [vedi voce]. Con ciò ebbe origine un diritto pubblico generale che stava al di sopra delle consuetudini giuridiche delle tribù e delle gentes. Il cittadino otteneva, in quanto tale, determinati diritti ed una nuova protezione giuridica anche nel territorio in cui egli era straniero alla tribù. Ma con ciò era fatto il primo passo verso la distruzione della costituzione gentilizia; infatti era questo il primo passo verso l’ulteriore ammissione di cittadini, che erano stranieri a tutte le tribù [della regione] e che in tutto e per tutto erano e rimanevano al di fuori della costituzione gentilizia.
Una seconda istituzione fu la divisione di tutto il popolo, senza considerazione di gens, fratria o tribù, in più classi.
Il primo tentativo di formare uno Stato consiste nello smembramento delle gentes, poiché divide i membri di ciascuna gens in privilegiati e non privilegiati e questi ultimi a loro volta in due classi di mestiere, ponendoli così l’un contro l’altro.
I potenti per la loro ricchezza cominciarono ad unirsi in una loro classe privilegiata al di fuori delle loro gentes, e lo Stato, allora allora nascente, consacrò questa pretesa.
I nuovi gruppi formatisi con la divisione del lavoro, dapprima tra città e campagna, poi tra i diversi rami di lavoro cittadino, avevano creato nuovi organi per la tutela dei loro interessi. Erano stati istituiti uffici di ogni specie. 
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. V]
Come lo Stato antico fu anzitutto lo Stato dei possessori di schiavi al fine di sottomettere gli schiavi, così lo Stato feudale fu l’organo della nobiltà per mantenere sottomessi i contadini, servi o vincolati, e lo Stato rappresentativo moderno è lo strumento per lo sfruttamento del lavoro salariato da parte del capitale.
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato]
Finchè esiste lo Stato non vi è libertà; quando si avrà la libertà non vi sarà più Stato.
Lo Stato [politicamente] si estingue nella misura in cui non ci sono più capitalisti, non ci sono più e quindi non è più possibile reprimere alcuna classe.
La condizione economica della completa estinzione dello Stato è che il comunismo [vedi voce] giunga a un grado così elevato di sviluppo che ogni contrasto di lavoro intellettuale e fisico scompaia, e che scompaia quindi una delle principali fonti della disuguaglianza sociale contemporanea, fonte che la sola socializzazione dei mezzi di produzione [vedi “socialismo”], la sola espropriazione dei capitalisti non può inaridire di colpo.
[Lenin, Stato e Rivoluzione, Cap. V, Parte 4]

Stato-Civiltà [zh: 文明型国家, ru: Государство-Цивилизация]: Si distingue dallo Stato-Nazione [vedi voce] per via della sua natura plurinazionale. Si distingue dallo Stato plurinazionale [vedi voce] per via della sua componente storica e una tradizione statuale plurisecolare. Ad uno Stato-Civiltà corrisponde un Impero [vedi voce] i cui confini possono coincidere con quelli dello Stato, o estendersi oltre, verso un Grande spazio storico-culturale [vedi voce].
Esempi di Stato-Civiltà sono la Russia, la Cina, o l’India. Sono tutti e tre tuttavia Stati-Civiltà imperfetti poiché non comprendono entro i propri confini l’interezza della propria Civiltà (nel caso della Russia, le Russie; nel caso della Cina, la Mongolia esterna; nel caso dell’India, il Bangladesh e il Pakistan ad est dell’Indo).
[Katéchon]
Uno Stato-Civiltà ha tradizioni storiche e culturali molto forti. Non imita o segue facilmente altri modelli, siano essi occidentali o di altro tipo. Ha una propria logica intrinseca di evoluzione e sviluppo. È destinato a incontrare ogni tipo di sfida per il futuro, ma la sua ascesa è apparentemente inarrestabile e irreversibile. Lo Stato-Civiltà ha una forte capacità di attingere ai punti di forza di altre Nazioni, pur mantenendo la propria identità.
In quanto Civiltà endogena in grado di generare i propri standard e valori, offre un contributo unico alle Civiltà mondiali. Uno Stato-Civiltà può esistere ed evolversi indipendentemente dall’approvazione o dal riconoscimento da parte di altre [potenze]. I suoi modelli politici ed economici sono diversi dagli altri per molti aspetti.
Non si tratta di una semplice questione di dimensioni della popolazione, ma dell’ascesa di un tipo diverso di Paese, un Paese sui generis. È l’ascesa di uno Stato-Civiltà, di un nuovo modello di sviluppo e di un nuovo discorso politico.
[Zhang Weiwei, The China wave, rise of a Civilizational State, Introduction]
Almeno otto caratteristiche [dello Stato-Civiltà] possono essere distillate dallo Stato-Civiltà della Cina, e queste caratteristiche sono: 1) una popolazione super-grande, 2) un territorio super-vasto, 3) tradizioni super-antiche, 4) una cultura super-ricca, 5) una lingua originale, 6) una politica originale, 7) una società originale e 8) un’economia originale, o semplicemente i “quattro super” e i “quattro originali”, ognuno dei quali combina gli elementi dell’antica Civiltà cinese e del nuovo Stato moderno.
Nel corso degli ultimi millenni, sono emerse anche idee cinesi prevalenti come sheji weijia (“sacrificarsi per la propria famiglia”) e baojia weiguo (“difendere la propria famiglia e salvaguardare la propria nazione”) [vedi anche “comunitarismo”], che hanno dato forma a quello che viene chiamato jiaguo tonggou o “Famiglia e Nazione in uno”, come implicano i caratteri cinesi per la parola “Nazione” che è composta dai due caratteri “Stato” (国) e “Famiglia” (家). Questo legame tra il perseguimento di un obiettivo individuale e un impegno sociale più ampio e più elevato è un’idea centrale del confucianesimo [vedi voce].
Lo Stato-Civiltà è allo stesso tempo uno Stato e “centinaia di Stati in uno”. In quanto Stato unico, è caratterizzato da una forza coesiva e da una competenza di macrogoverno senza pari; in quanto “centinaia di Stati in uno”, è caratterizzato dalla massima diversità interna, [e nell’esempio cinese millenario] questa diversità funziona bene secondo l’idea confuciana di “unità nella diversità”.
[Zhang Weiwei, The China wave, rise of a Civilizational State, 3.2]
Il concetto di Stato-Civiltà può indurci a ripensare molti concetti preconcetti, come ad esempio il PIL pro capite come misura del livello di sviluppo per i confronti tra Paesi. Tali confronti potrebbero essere fuorvianti per quanto riguarda Paesi di dimensioni e natura diverse.
[Zhang Weiwei, The China wave, rise of a Civilizational State, Cap. 3.3]
Se le antiche Civiltà dell’Egitto, della Mesopotamia, della Valle dell’Indo e della Grecia fossero continuate fino ai giorni nostri e avessero funzionato all’interno di Stati moderni unificati, sarebbero state descritte come Stati-Civiltà. Ma questa opportunità è andata perduta. Se l’antico Impero romano fosse rimasto unito fino ad oggi e si fosse trasformato in uno Stato moderno, anche l’Europa sarebbe potuta essere uno Stato-Civiltà di medie dimensioni. Ma questa è solo un’ipotesi. Se le decine di Paesi del mondo islamico di oggi riuscissero a integrarsi in uno Stato moderno unificato, nonostante tutte le loro diverse tradizioni, sarebbe uno Stato-Civiltà con oltre 1 miliardo di persone. Ma questa sembra una prospettiva improbabile. In effetti, la Cina è oggi l’unico Paese al mondo che ha unito la più lunga Civiltà ininterrotta del mondo con un grande Stato moderno.
[Zhang Weiwei, The China wave, rise of a Civilizational State, Introduction]

Stato cuscinetto [eng: Buffer State] (geopolitica): Paese debole “incastrato” tra Paesi più forti.
Gli esempi classici, dopo la prima guerra mondiale, sono stati la Polonia e la Cecoslovacchia, incastrate tra le grandi potenze della Germania e dell’Unione Sovietica. [Altro esempio è il Belgio, creato appositamente dai britannici per porre argine tra Francia e Germania].
[The Economist, The A to Z of international relations]

Stato fallito: Uno Stato che non è più in grado di svolgere le funzioni di base del governo, come garantire la sicurezza e l’applicazione della legge, gestirele tasse, controllare il territorio e i confini.
[The Economist, The A to Z of international relations]
Ne sono un esempio Haiti dopo il 2018, soprattutto dopo il 2021, in mano alle bande criminali, narcotrafficanti e mafie locali ed internazionali, o l’Ucraina dopo il 2022, completamente dipendente dagli aiuti economici e militari esterni.

Stato fantoccio [eng: Puppet State]:

Stato plurinazionale (o Stato multinazionale): Si distingue dallo Stato-Nazione in quanto comprende dentro i propri confini statuali più realtà nazionali degni di rilevanza nel complesso statuale.
Esempi di Stato plurinazionale sono la Spagna, il Regno Unito, il Belgio, o la Bolivia, il Messico, il Brasile, e buona parte degli altri Paesi dell’America latina che comprendono le popolazioni native, così come gran parte del resto del “Terzo mondo”, in particolare l’Africa, composto da Stati i cui confini disegnati dagli europei non corrispondono con quelli delle Nazioni. Non sono invece Stati plurinazionali l’Italia, la Germania o la Polonia, pur comprendendo storiche regioni legate ad altre nazionalità esterne (come il Trentino alto-adige nel caso italiano), in quanto il loro peso demografico e culturale non è rilevante nel complesso statuale.
[Katéchon]

Stato naturale:

Stato-Nazione (o Stato nazionale): Uno Stato laico con un accentuato centralismo. Un’entità politica in cui le forme statali portano alla nascita di un’etnia e della sua cultura. Si distingue dalla formazione etnica (comunità, nazione) e dall’impero. [Vedi anche “etnia”, “cultura”, “nazione”, “impero”]
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]
La Nazione moderna [si intende qui Stato-Nazione] è un risultato storico creato da una serie di fatti convergenti nel medesimo senso. Talvolta l’unità è realizzata da una dinastia, com’è il caso per la Francia, talvolta è stata la volontà diretta delle province com’è il caso per l’Olanda, la Svizzera, il Belgio; talvolta da uno spirito generale, tardivamente vincitore sui capricci della feudalità, com’è il caso per l’Italia e la Germania. Sempre una profonda ragion d’essere ha presieduto a queste formazioni.
[Ernest Renan, Che cos’è una Nazione?, Cap. I]
[Lo Stato-]Nazione non è soltanto una categoria storica, ma una categoria storica di un’epoca determinata, l’epoca del capitalismo ascendente.
Il processo di liquidazione del feudalesimo e di sviluppo del capitalismo è al tempo stesso un processodi unificazione delle popolazioni in [Stati-]nazione. Così, per esempio, sono andate le cose nell’Europa occidentale. 
L’Irlanda, rimasta fuori di questo processo, non cambia il quadro generale.
In maniera piuttosto diversa sono andate le cose nell’Europa orientale. Mentre in Occidente le Nazioni si sviluppavano in Stati, in Oriente si formavano Stati plurinazionali, Stati composti di parecchie nazionalità. Tali l’Austria-Ungheria e la Russia. In Austria i tedeschi, più progrediti dal punto di vista politico, si assunsero il compito di unificare le varie nazionalità in un solo Stato. In Ungheria si dimostrarono più adatti a organizzare lo Stato i magiari, nucleo delle nazionalità ungheresi ed unificatori dell’Ungheria. In Russia, il compito di unificare le nazionalità fu assunto dai grandirussi, che avevano alla loro testa una burocrazia militare aristocratica, forte e organizzata, formatasi storicamente.
[Iosif Stalin, Il marxismo e la Questione nazionale e coloniale, Cap. II]
Uno Stato nazionale si riferisce generalmente a uno Stato composto da persone che condividono alcuni tratti comuni, come la lingua, la religione e lo stile di vita. L’Europa è il luogo di nascita degli Stati-Nazione e il nazionalismo ha favorito la nascita e la modernizzazione dell’Europa. Ma il nazionalismo si è rivelato una delle principali cause di conflitti e guerre in Europa e non solo. Durante il XVIII e il XIX secolo, gli Stati nazionali sono emersi uno dopo l’altro in Europa. Il primo Stato nazionale in Europa è probabilmente la Francia. Gli imperatori francesi unificarono la tassazione e gli eserciti dei vari Stati vassalli tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX, dando forma a un forte potere di mobilitazione e sconfiggendo in molte occasioni i vari Stati prussiani. Ma quando il cancelliere Bismarck unificò la Germania in uno Stato nazionale nel 1871, la Germania si risollevò rapidamente e intraprese un percorso di espansionismo militare. In Asia, il Giappone, dopo la Restaurazione Meiji, divenne uno Stato nazionale e nel 1895 sconfisse la Cina, che allora non era ancora uno Stato nazionale. A quel tempo, il PIL della Cina era più grande di quello della Gran Bretagna e del Giappone, ma due Paesi erano già diventati Stati nazionali con il tipo di potere di unità nazionale e mobilitazione bellica che mancava alla Cina. A causa dei ripetuti fallimenti militari, la Cina intraprese il proprio percorso di costruzione di uno Stato-Nazione a partire dall’inizio del XX secolo. Nel discorso politico occidentale, uno Stato-Nazione è quasi sinonimo di Stato moderno e viceversa. [vedi anche “Stato plurinazionale” e “Stato-Civiltà”]
[Zhang Weiwei, The China wave, rise of a Civilizational State, 3.1]

Stato satellite:

Stato selvaggio [deu: Wildheit] (antropologia):

Stato sociale [deu: Sozial-Zustand]:

Stato sociale [eng: Welfare State]:

Stile:

Stirpe (o lineaggio) [lat: genealogiae]: La propria stirpe di provenienza viene chiamata anche schiatta (?), ascendenza o prosapia.

Stoicismo / stoico :

Storia:

Storicismo: (reazione al positivismo)

Straniero [deu: Fremder]: Oppositori, non aderenti al Contratto sociale e dunque esclusi dalla Repubblica.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro IV, Cap. II]

Strategia: piano d’azione di lungo periodo basato su delle analisi fatte sulla situazione e il contesto su cui agire.
[Katéchon]

Strategia dell’anaconda (geopolitica): La strategia dell’anaconda è una linea geopolitica atlantista [vedi voce] che mira ad alienare all’Eurasia il maggior numero possibile di territori costieri per contenere la sua espansione geopolitica.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Strip border (geopolitica): E’ un confine terrestre. [Vedi anche “line border“]
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Struttura (politica):

Subumano [deu: Untermensch]:

Suddito: Individuo soggetto alle regole emanate dal corpo politico.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VI]

Sud globale: Espressione comune per rappresentare i Paesi poveri e a medio reddito in Africa, Asia, America Latina e Oceania. Il termine deriva dal fatto che i Paesi dell’emisfero settentrionale [generalmente imperialisti] siano ricchi e quelli del sud poveri [e oppressi, saccheggiati o occupati]. Australia, Nuova Zelanda e Singapore non sono considerati parte del cosiddetto Sud globale.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Suffragio:

Suffragio universale:

Superamento dialettico [deu: Aufheben o Aufhebung]: Sviluppo nella quale la contraddizione deve essere superata, ossia secondo un gioco di parole, deve essere insieme sorpassata e conservata.
[Friedrich Engels, Antidühring, Sezione I, Capitolo XIII]

Superimperialismo (o ultra-imperialismo): Unione degli imperialismi di tutto il mondo [senza] guerra tra essi, la fase della fine della guerra in regime capitalista, la fase “dello sfruttamento collettivo del mondo ad opera del capitale finanziario internazionalmente coalizzato”.
Teoria [di Kautsky] in contrasto con il marxismo.
[Lenin, Imperialismo fase suprema del capitalismo, Cap. VII, citando Karl Kautsky, Die Neue Zeit, anno XXXIII, I, 30 aprile 1915]

Superpotenza (o grande potenza): Uno stato che esercita così tanto potere [vedi “potenza”] da essere considerato preminente sugli altri, inclusa una grande potenza o una potenza regionale.
Durante la guerra fredda solo l’America e l’Unione Sovietica si classificavano come tali, grazie alla loro rispettiva potenza nucleare e militare, così come alla loro influenza economica, diplomatica, culturale o ideologica, o al loro soft power [vedi voce]. [Dopo il crollo del blocco sovietico, gli USA rimasero l’unica superpotenza, fino al ritorno di Russia e Cina].
[The Economist, The A to Z of international relations]
Una grande potenza implica: 1) una sfera di influenza culturale e di valore, 2) autosufficienza politica ed economica e 3) capacità militari sufficienti per sconfiggere qualsiasi altra potenza.
Nella teoria delle relazioni internazionali, una grande potenza è associata non solo alla politica estera indipendente e alla sicurezza nazionale, ma anche alle opportunità e all’influenza che solo pochi stati al mondo hanno. Allo stesso tempo, il concetto di “grande potenza” ha interpretazioni diverse. Per alcuni significa possibilità materiali e di potere, per altri è status e prestigio, mentre altri ancora lo intendono come una dimensione ideologica e politica e la capacità di dare l’esempio. L’interpretazione più semplicistica della grande potenza è stata data dai rappresentanti del neorealismo americano, per il quale tutti gli Stati sono uguali e differiscono solo per il loro potenziale di potere.
Il pensiero della grande potenza è caratterizzato da almeno tre principi. In primo luogo, i sostenitori della grande potenza separano i fattori interni da quelli esterni nel modo in cui influenzano lo sviluppo della società. Sono convinti che l’ambiente internazionale sia una priorità perché è il meno soggetto a controllo e potenzialmente è il fattore più destabilizzante. La politica estera, quindi, non può limitarsi a riflettere le esigenze dello sviluppo interno, ma deve rispondere alle sfide internazionali.
In secondo luogo, i sostenitori della grande potenza credono nella permanenza degli interessi geopolitici dello Stato. Lo Stato non ha amici o nemici permanenti, ma solo interessi permanenti: gli statisti russi citano spesso questa massima, seguendo Lord Palmerston.
Il terzo principio è legato al secondo e si riferisce alla flessibilità delle alleanze in politica estera. Se lo Stato non ha una missione ma ha interessi nazionali permanenti, i suoi leader devono essere pronti a cooperare con chiunque, ma solo quanto necessario per garantire gli interessi dello Stato. Dietro le componenti generali e i principi della grande potenza si celano diverse condizioni storiche della sua nascita e del suo sviluppo. Ogni potenza è unica, a livello nazionale e storico, risolve i suoi compiti a modo suo e giustifica il significato delle soluzioni scelte come ritiene opportuno.
Per la Russia, ad esempio, la grande potenza è stata storicamente determinata dall’importanza di mantenere l’unità interna di uno Stato geograficamente vasto e socialmente diversificato. Il suo postulato fondamentale è uno Stato forte in grado di governare un Paese complesso. Senza un tale Stato sarebbe stato impossibile riunire le terre e rafforzare i confini durante il periodo di Mosca, sconfiggere la Svezia, la potenza più forte all’inizio del XVIII secolo, partecipare al mantenimento dell’equilibrio di potere europeo nel XIX secolo e costruire il sistema sovietico nel XX secolo.
[Andrei P. Tsygankov, Great Powerness per Russia in global affairs, n1/2020]

Superuomo (o oltreuomo) [deu: Übermensch] (filosofia):

Supramoralismo [ru: Супраморализм]: [Fedorov]

Sussidio (o contributo personale):
Si pagano a testa.
Contributo la cui quantità è fissata (sullo?) stesso popolo che la concede.
[J.J. Rousseau, Discorso sull’economia politica (p.309)]

Sviluppo del luogo [ru: Mestorazhvitie / Месторазвитие]: [Savitskij, Y. Toman]
Questo termine è una precisa controparte della nozione di Raum [spazio, territorio], come interpretata dalla geopolitica di Ratzel e dalla geopolitica tedesca (Kjellen) in generale. Questa nozione riflette l'”organicismo” degli eurasiatisti [vedi voce], che corrisponde esattamente alla scuola “organicista” tedesca e contrasta nettamente con il pragmatismo dei geopolitici anglosassoni.
Savitskij, nel suo testo “Un’indagine geografica sulla Russia-Eurasia”, scrive: “L’ambiente socio-politico e il suo territorio “devono fondersi per noi in un tutto, un individuo geografico o un paesaggio””. (49) Questa è l’essenza dello “sviluppo del luogo”, in cui l’oggettivo e il soggettivo si fondono in un’unità inseparabile, in qualcosa di completo. È una sintesi concettuale. Nello stesso testo, Savitskij continua: “È necessaria una sintesi. È necessario poter guardare contemporaneamente l’ambiente storico-sociale e il territorio che occupa”.
In questo, Savitskij è vicino a Vidal de la Blanche. Come il geopolitico francese, che giustificava l’indivisibilità della Francia con l’unità del tipo culturale indipendentemente dall’etnia degli abitanti dell’Alsazia-Lorena, Savitskij ritiene che “la Russia-Eurasia sia un “sviluppo del luogo”, un “insieme”, un “individuo geografico”, allo stesso tempo un “paesaggio” geografico, etnico, economico, storico, ecc.
La Russia-Eurasia è un “sviluppo del luogo” che è una forma integrale dell’esistenza di molti “sviluppi dei luoghi” più piccoli.
Questo è il Grossraum di Schmitt [vedi “grande spazio”], costituito da un’intera gerarchia di Raum più piccoli. Introducendo la nozione di “sviluppo dei luoghi”, gli eurasiatisti hanno evitato la necessità positivista di scomporre analiticamente i fenomeni storici in sistemi meccanici, applicandoli non solo ai fenomeni naturali, ma anche a quelli culturali.
L’appello allo “sviluppo del luogo” ha permesso agli eurasiatisti di evitare prescrizioni troppo specifiche per i problemi nazionali, etnici, religiosi, culturali, linguistici e ideologici. L’unità geopolitica sentita intuitivamente da tutti gli abitanti dell'”asse geografico della storia” [vedi voce] acquisiva così un nuovo linguaggio, “sintetico”, non riducibile ai concetti frammentari e analitici del razionalismo occidentale. Ciò rifletteva anche la continuità di Savitskij con la tradizione intellettuale russa, che aveva sempre gravitato verso una comprensione della “totalità”, della “sobornost” [vedi voce], ecc.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 9.4]

T

Tao / Dào [zh: 道]:

Talassocrazia [deu: Seemächte]: Significa in greco “potere per mezzo del mare” o “potere marittimo”. Caratterizzazione di Stati e Nazioni dominati dalla navigazione marittima. [Classici esempi sono i Paesi anglo-americani e il Giappone] [Vedi anche “atlantismo”]
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]
Lo spazio acquatico è nettamente diverso da quello terrestre. È impermanente, ostile, alienato, soggetto a continui cambiamenti. Non ci sono percorsi fissi, né differenze evidenti di orientamento. Il nomos del mare comporta una trasformazione globale della coscienza. Le norme sociali, giuridiche ed etiche diventano “fluide”. Nasce una nuova civiltà. Schmitt ritiene che la Nuova Era e la svolta tecnica che ha inaugurato l’era dell’industrializzazione debbano la loro esistenza al fenomeno geopolitico del passaggio dell’umanità al nomos del mare. Così l’opposizione geopolitica del mondo anglosassone alla “mezzaluna esterna” [vedi voce] assume con Schmitt una definizione socio-politica. Il nomos del mare è una realtà ostile alla società tradizionale. 
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 8.3]

Taoismo:

Tariffa (economia): Una tassa imposta sulle importazioni. Le tariffe sono concepite per sostenere i produttori nazionali, ma comportano un aumento dei prezzi [dei prodotti importati o dipendenti dall’importazione] per i consumatori.
[The Economist, The A to Z of economics]

Tassa:

Tasso (economia):

Tattica: mezzi e metodi utilizzati per raggiungere gli obiettivi prefissati.
[Glossario Katéchon]

Taylorismo:

Tecnica:

Tecnocrazia:

Tecnologia:

Tellurocrazia [deu: Landmächte]: Significa in greco “potere per mezzo della terra” o “potere terrestre”. Caratterizzazione delle potenze con un chiaro orientamento geopolitico terrestre. [Vedi anche “Eurasia”, “Heartland”]
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]
Tutte le varietà storiche di questo nomos sono caratterizzate dalla presenza di una forma legislativa (ed etica) rigorosa e stabile, che riflette l’immobilità e la fissità del suolo, la terra. Questo legame con la terra, il cui spazio è facilmente strutturabile e misurabile (la fissità dei confini, la costanza delle vie di comunicazione, l’invariabilità delle caratteristiche geografiche e di rilievo), dà luogo a un conservatorismo essenziale in ambito sociale, culturale e tecnico. L’insieme delle versioni del nomos terrestre costituisce quella che viene comunemente definita la storia della “società tradizionale”.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, 8.3]

Teoria dei giochi: Lo studio delle scelte in cui il risultato per un giocatore dipende dalle azioni intraprese da altri. Nelle relazioni internazionali, la teoria dei giochi è stata importante nella formulazione della strategia che regola l’uso delle armi nucleari.
[The Economist, The A to Z of international relations]
In economia la si applica come tecnica per analizzare il comportamento di persone, imprese e governi in situazioni in cui devono tenere conto di ciò che gli altri probabilmente faranno e potrebbero rispondere a ciò che fanno. Ad esempio, la concorrenza tra imprese può essere analizzata come un gioco in cui si cerca di ottenere un vantaggio a lungo termine; la teoria dei giochi è stata applicata anche alla deterrenza nucleare [vedi voce].
[The Economist, The A to Z of economics]

Teoria monetaria moderna (MMT): Una scuola di pensiero economico che sostiene che un governo, che può prendere a prestito nella propria valuta, può emettere tutto il debito e registrare un deficit di entità pari a quella che desidera, soggetto solo al vincolo di un’inflazione più elevata. Il governo non deve preoccuparsi di finanziare il proprio deficit, poiché la banca centrale può acquistare il debito extra, o semplicemente creare la moneta necessaria. Solo se l’economia è a pieno regime, la creazione di credito porterà all’inflazione. Gli aderenti alla MMT tendono a credere che il ciclo economico debba essere gestito con la politica fiscale piuttosto che con i tassi di interesse. [Vedi anche “keynesismo”]
[The Economist, The A to Z of economics]

Terrorismo:

Terza teoria internazionale [ar: نظرية عالمية ثالثة]:

Terzo mondo:

Terzomondismo:

Tesi (dialettica):

Thanatos [grc: θάνατος] (filosofia, psicologia e psicanalisi):

Tipo ideale / Tipo puro [deu: Idealtypus] (sociologia): Un tipo ideale si forma dall’accentuazione unilaterale di uno o più punti di vista e dalla sintesi di moltissimi fenomeni individuali concreti, diffusi, discreti, più o meno presenti e talvolta assenti, che sono disposti secondo quei punti di vista unilateralmente enfatizzati in un costrutto analitico unificato.
[Max Weber, Il metodo delle scienze storico-sociali, L’”oggettività” conoscitiva della scienza sociale]

Tipo normale [deu: Normaltyp] (sociologia): [Tönnies]

Tipologiahttps://en.m.wikipedia.org/wiki/Typology

Tirannia / Tiranno: Usurpazione dell’autorità regia; tiranno è colui che s’insedia al governo contro le leggi per governare secondo le leggi.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro III, Cap. X]
È spesso una degenerazione della monarchia.

Titolo (o strumento finanziario) [eng: Securities] (finanza): Termine generico utilizzato per descrivere gli strumenti finanziari negoziabili, come le obbligazioni e le azioni [vedi rispettive voci].
[The Economist, The A to Z of economics]

Tradunionismo:

Trattato: Un accordo formale tra due o più parti, solitamente Paesi. I trattati sono [generalmente] ratificati dai parlamenti e quindi hanno forza di diritto interno.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Tribù [grc: fyli / φυλή, gae/eng: clan] (antropologia): Come più gentes [vedi “Gens“] formano una fratria [vedi voce], così, nella forma classica, più fratrie formano una tribù. In parecchi casi il termine medio, la fratria, manca nelle tribù molto indebolite.
Nella misura in cui la tribù si accresceva, ogni gens si divideva a sua volta in due o più altre, che appaiono ora, ciascuna, come gens particolare, mentre la gens originaria, che abbraccia tutte le gentes figlie, sopravvive come fratria.
[Caratteristiche delle tribù sono:]
1. Un proprio territorio ed un proprio nome. Ogni tribù possedeva, oltre al luogo della sua residenza effettiva, anche un territorio considerevole per la caccia e la pesca. Al di là di questo, si estendeva una larga striscia di terra neutra che arrivava fino al territorio della tribù vicina; striscia più ristretta nelle tribù imparentate per lingua, meno ristretta tra quelle non imparentate per lingua. (…) I nomi di tribù appaiono piuttosto sorti casualmente che scelti deliberatamente; col tempo accadeva di frequente che una tribù venisse indicata dalle tribù vicine con un nome diverso da quello che essa stessa usava.
2. Un dialetto particolare, proprio solo di questa tribù. In effetti tribù e dialetto sostanzialmente coincidono. (…) Ove due tribù indebolite si siano fuse in una sola, avviene eccezionalmente che nella medesima tribù si parlino due dialetti strettamente affini.
3. Il diritto di insediare solennemente i [capi politici in tempi di pace] e i capi militari [per i tempi di guerra] eletti dalle gentes.
4. Il diritto di deporli anche contro la volontà della gens a cui essi appartengono.
5. Il possesso di idee religiose comuni (mitologia) e di comuni funzioni di culto.
6. Un consiglio di tribù per gli affari comuni. Ne facevano parte tutti i [capi politici] e tutti i capi militari delle singole gentes. Esso deliberava pubblicamente [esempio è l’assemblea popolare di Atene], circondato dagli altri membri della tribù che avevano il diritto di interloquire e di fare sentire il loro parere; il consiglio decideva. Di regola, ognuno a richiesta veniva ascoltato; anche le donne potevano far presentare il loro parere da un oratore di loro scelta. Al consiglio di tribù spettava in particolare la regolamentazione dei rapporti con tribù straniere; esso riceveva ambascerie e ne mandava, dichiarava la guerra e concludeva la pace. Se si veniva alla guerra, essa veniva combattuta per lo più da volontari. In linea di principio ogni tribù si considerava in stato di guerra con ogni altra tribù con cui non avesse espressamente concluso un trattato di pace.
7. In alcune tribù troviamo un capo supremo [vedi “dittatore”], le cui competenze, tuttavia, sono minime. È uno dei [capi politici] che, nel caso in cui si richieda una rapida azione, deve prendere misure provvisorie finché il consiglio non può riunirsi e deliberare in maniera definitiva.
[Friedrich Engels, L’Origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, Cap. III]

Topogenesi: sviluppo di un luogo.

Totalità [deu: Gesamtheit] (filosofia):

Totalitarismo (o regime totalitario): Identificazione, da parte del regime in carica, del Paese con un solo pensiero od ideologia, non ammettendo altre visioni del mondo.
[Benito Mussolini, Discorso al IV Congresso del Partito Nazionale Fascista, 21 giugno 1925]
La pratica di violenza e di demagogia, con la quale il fascismo si stava impossessando del monopolio del potere e imponeva ai cittadini la loro identificazione con la nazione e [soprattutto] con lo Stato.
[Emilio Gentile, Celebrazioni subito]
È un sistema politico caratterizzato da un insieme di idee ragionevolmente coerenti che riguardano i mezzi pratici per cambiare totalmente e per ricostruire una società con la forza o con la violenza, fondata su una critica globale o totale di quel che è sbagliato nella società esistente o antecedente.
[C. J. Friedrich, Z. Brzezinski, Totalitarian Dictatorship and Autocracy]

Tradizione:

Trappola della liquidità (economia e finanza): Concetto introdotto da John Maynard Keynes, secondo cui la politica monetaria ha un effetto limitato quando gli investitori e consumatori sono “depressi”. Una riduzione dei tassi di interesse non indurrà le imprese a investire o i consumatori a spendere piuttosto che a risparmiare, perché preferiranno la liquidità del contante [vedi “liquidità”]. In tali circostanze, la politica fiscale deve svolgere il lavoro di rilancio dell’economia.
[The Economist, The A to Z of economics]
Illustra una situazione economica in cui la politica monetaria non riesce più ad esercitare alcuna influenza sull’economia. Quando i tassi d’interesse nominali sono ormai arrivati a zero, le banche centrali non possono farli scendere ulteriormente, quindi gli strumenti a disposizione della politica monetaria si esauriscono.
[Demostenes Floros, Geopolitica del cambio, Appendice: Glossarietto economico, per Limes]

Trappola di Tucidide: Il pericolo che scoppi una guerra tra una potenza in declino e una in ascesa, poiché entrambi sanno che, qualora mai ci fosse un conflitto, qualsiasi ritardo favorirebbe la potenza in declino. [Vedi “gioco a somma zero”]
Quando una potenza in ascesa sfida quella in carica, spesso ne consegue una carneficina. Tucidide, uno storico antico, scrisse della guerra del Peloponneso del 431-404 a.C. che “fu l’ascesa di Atene e la paura che questa instillò in Sparta a rendere la guerra inevitabile”. Allison in un libro del 2017 ha esaminato 16 casi simili a partire dal XV secolo. Tutti tranne quattro finirono in guerra.
[The Economist, The A to Z of international relations]

Transumanesimo:

Trascendentale (filosofia): Ogni conoscenza che si occupa non di oggetti, ma del nostro modo di conoscenza degli oggetti, in quanto questa deve essere possibile a priori.
[Immanuel Kant, Critica della ragion pura, A12]
Non bisogna chiamare trascendentale ogni conoscenza a priori, ma soltanto quella onde conosciamo che, e come, certe rappresentazioni (intuizioni e concetti) vengono applicate, o sono possibili esclusivamente a priori: cioè la possibilità della conoscenza o l’uso di essa a priori.
[Immanuel Kant, Critica della ragion pura, B 80/A 56]

Tre grandi paradigmi: [Dugin]

Tribunale:

Tribuno:

Tributo (economia):

Turanismo:

Turbocapitalismo: [Costanzo Preve]

U

Ubuntu: In Africa esiste un concetto noto come Ubuntu, il senso profondo dell’essere umani solo attraverso l’umanità degli altri; se concluderemo qualcosa al mondo sarà grazie al lavoro e alla realizzazione degli altri.
[Nelson Mandela, novembre 2008]
“Una persona è una persona tramite (altre) persone” [umuntu ngumuntu ngabantu]
[Detto Zulu presente anche in altre lingue Bantu]
Questo idealismo ci suggerisce che l’umanità non è radicata nella mia persona unicamente come individuo; la mia umanità è co-sostanzialmente donata all’altro e a me. L’umanità è una qualità che dobbiamo gli uni agli altri. Ci creiamo l’un l’altro e dobbiamo sostenere questa creazione di alterità. E se apparteniamo gli uni agli altri, partecipiamo alle nostre creazioni: siamo perché tu sei, e poiché tu sei, sicuramente io sono. L'”Io sono” non è un soggetto rigido, ma una dinamica autocostituzione dipendente da questa alterità, creazione di relazione e distanza.
[Michael Onyebuchi Eze, Intellectual History in Contemporary South Africa]
Una persona con Ubuntu è aperta e disponibile verso gli altri, afferma gli altri, non si sente minacciata dal fatto che gli altri siano capaci e bravi, si basa su una giusta sicurezza di sé che deriva dalla consapevolezza di appartenere a un insieme più grande e viene sminuita quando gli altri sono umiliati o sminuiti, quando gli altri sono torturati o oppressi.
[Tutu Desmond, No Future Without Forgiveness]

Ummah [ar: أمّة]:

Unanimità:

Unione / Unità (politica):

Unipolarismo: Uno stato di cose in cui un Paese ha un tale predominio di potere [vedi “superpotenza”] da non affrontare alcuna reale concorrenza.
Negli anni ’90 e 2000, in seguito al crollo dell’Unione Sovietica, gli Stati Uniti hanno vissuto il loro momento unipolare.
[The Economist, The A to Z of international relations]
Il mondo unipolare è il modello geopolitico emerso dopo la sconfitta dell’URSS nella Guerra Fredda. L’unico polo dominante è l’atlantismo [sotto guida de]gli Stati Uniti.
[Aleksander Dugin, Fondamenti di geopolitica, Glossario]

Universale: La conoscenza rappresentativa non si può raggiungere attraverso la sensazione. Per contro è impossibile percepire l’universale. Esso non è un oggetto immediato, né sussiste nel momento attuale, poiché altrimenti non sarebbe universale. Noi diciamo essere universale ciò che sussiste sempre in ogni luogo.
[Aristotele]

Universo:

Uomo nuovo [ru: новый человек, es: hombre nuevo]: Il nuovo uomo è dotato, prima di tutto, di una nuova prospettiva etica.
[Bernard Byhovskij, The New Man in the Making]
L’uomo raggiunge la sua piena condizione umana quando produce senza essere costretto dalla necessità fisica di vendersi come merce.
[Che Guevara, L’uomo e il socialismo a Cuba]
L’uomo realizzerà [col socialismo] il suo obiettivo di dominare le sue emozioni, innalzare i suoi istinti fino alle altezze della coscienza, renderli trasparenti, estendere i fili del suo volere nelle sue rientranze nascoste e in tal modo innalzare se stesso verso un nuovo livello, per creare un tipo sociale e biologico superiore, oppure persino un superuomo.
[Lev Trotskij, Letteratura e Rivoluzione, Cap. 8]
L’educazione dell’individuo, oltre a promuovere le sue capacità innate, cercherebbe di sviluppare in lui un senso di responsabilità per i suoi simili, al posto della glorificazione del potere e del successo della nostra società attuale.
[Albert Einstein, Perché il Socialismo?]

Urbe: agglomerato [urbano] di edificazioni in un determinato territorio locale.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro I, Cap. VI, note]
Chiamato oggigiorno erroneamente “città”.

Utile (economia):

Utilità (filosofia ed economia): Ciò che giova al nostro benessere; ciò che è causa del bene.
[Platone, Definizioni]
Questa capacità che hanno certe cose di soddisfare i vari bisogni. La creazione di oggetti che hanno un qualche valore [vedi “valore d’uso”] è creazione di ricchezza, poiché l’utilità delle cose è il primo fondamento del loro valore ed è il valore delle cose che costituisce la ricchezza. Ma noi non creiamo oggetti: tutto ciò che possiamo fare è riprodurre la materia sotto altra forma rendendola utile. La produzione non è quindi una creazione di materia, ma di utilità ed è misurata dal valore che deriva dall’utilità dell’oggetto prodotto.
[David Ricardo, Principi di economia politica, Capitolo XX]

Utilità marginale (economia): La soddisfazione o il beneficio aggiunto (o perso) ottenuto dai consumatori dall’aumento (o dalla diminuzione) di un’unità. L’ipotesi abituale è che l’utilità marginale diminuisca all’aumentare del consumo: per una persona affamata, la prima fetta di pane tostato è molto soddisfacente, ma potrebbe smettere di mangiare prima della settima o dell’ottava.
[The Economist, The A to Z of economics]

V

Valore [deu: Wert]:

Valore di scambio nominale: Valore in moneta.
[David Ricardo, Principi di economia politica, Capitolo II, Sezione I]

Valore di scambio reale: Valore in termini di sussistenze, comodità e lavoro.
[David Ricardo, Principi di economia politica, Capitolo II, Sezione I]
In contrapposizione con il valore di scambio nominale, è dato dalla capacità di disporre di sussistenze e comodità per la vita, compreso il lavoro, invece che dalla capacità di disporre di metalli preziosi.
[David Ricardo, Principi di economia politica, Capitolo II, Sezione I]

Valore d’uso: L’utilità di un oggetto [vedi “utilità”].
[David Ricardo, Principi di economia politica, Capitolo II, Sezione I]

Valuta: L’unità monetaria di uno Stato o di un gruppo di Stati. Esempi sono il dollaro americano, l’euro e lo yen giapponese. Nell’era moderna, la maggior parte delle valute possono aumentare e diminuire di valore l’una rispetto all’altra e vengono scambiate sul mercato dei cambi.
[The Economist, The A to Z of economics]

Valuta di riserva (economia): Valuta detenuta da una banca centrale per essere utilizzata in caso di emergenza. La banca centrale potrebbe aver bisogno di riserve per difendere la valuta del proprio Paese (vendendo la valuta estera e acquistando quella nazionale). Oppure può prestare le proprie riserve alle banche nazionali che ne avessero bisogno.
[The Economist, The A to Z of economics]
Il dollaro è stato per circa 50 anni la principale valuta di riserva al mondo, grazie al suo unipolarismo. Il processo di de-dollarizzazione consiste proprio nella sua diminuzione d’importanza come valuta di riserva mondiale.

Vassallo:

Vendita allo scoperto [eng: Short-selling] (finanza): La pratica di prendere in prestito azioni e poi venderle, nella speranza di riacquistarle a un prezzo più basso e ottenere un profitto. I venditori allo scoperto tendono a essere impopolari, in quanto traggono profitto dalle cattive notizie, e la pratica tende a essere vietata o limitata durante le crisi, proprio nei momenti in cui è più redditizia.
[The Economist, The A to Z of economics]

Vigilanza:

Violenza (sociologia): La violenza tende alla distruzione dell’ordine sociale nel quale governa una minoranza – che fa uso della forza [vedi la voce].
La borghesia ha fatto uso della forza sino agli inizi dei tempi moderni, mentre il proletariato reagisce adesso con la violenza contro di essa e contro lo Stato.
[Georges Sorel, Riflessioni sulla violenza]

Virtù [grc: aretè / ἀρετή]: La migliore disposizione; stato di per sé lodevole dell’essere mortale; stato in grazia del quale si dice buono chi lo possiede; giusta osservanza delle leggi comuni; disposizione per cui si dice del tutto virtuoso chi vi si trova; stato che produce la giustizia.
[Platone, Definizioni]
Dal latino Virtus.

Vittoria di Pirro:

Vizio:

Völkerabfälle: In tedesco letteralmente “rifiuti coloniali”. Nozione coniata da Friedrich Engels per indicare le piccole Nazioni che Engels stesso considerava frammenti residuali di popoli precedenti, che avevano ceduto a vicini più potenti nel processo storico di sviluppo sociale e che considerava dunque inclini a diventare “fanatici portabandiera della controrivoluzione”.
[Katéchon]
Non c’è paese in Europa che non abbia, in un angolo o nell’altro, uno o più frammenti di popoli in rovina, il residuo di una popolazione precedente che è stata soppressa e tenuta in schiavitù dalla Nazione che poi è diventata il principale veicolo dello sviluppo storico. Queste reliquie di una Nazione “calpestata senza pietà nel corso della storia”, come dice Hegel, questi frammenti residui di popoli diventano [secondo Engels] sempre fanatici portabandiera della controrivoluzione e rimangono tali fino alla loro completa estinzione o alla perdita del loro carattere nazionale, così come la loro intera esistenza in generale è essa stessa una protesta contro una grande rivoluzione storica.
Tali sono, in Scozia, i gaelici, i sostenitori degli Stuart dal 1640 al 1745. Tali sono, in Francia, i bretoni, i sostenitori dei Borboni dal 1792 al 1800. Tali, in Spagna, sono i baschi, i sostenitori di Don Carlos.
[Friedrich Engels, The magyar struggle, in Neue Rheinische Zeitung, gennaio 1849]

Volkswerdung: Processo di diventare un popolo

Volontà: Inclinazione conforme alla giusta ragione; desiderio ragionevole; desiderio conforme a ragione secondo natura.
[Platone, Definizioni]

Volontà di potenza [deu: Wille zur Macht] (filosofia):

Volontà generale: La volontà costante di tutti i membri dello Stato è la volontà generale; è la volontà generale che li fa cittadini e liberi. Quando nell’assemblea del Popolo si propone una legge ciò che si chiede loro non è precisamente se approvano o no la proposta, ma se questa è, o no, conforme alla volontà generale che è la loro volontà; ciascuno, votando, dice il suo parere in proposito, e dal computo dei voti si ricava la dichiarazione della volontà generale.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro IV, Cap. II]
La volontà generale, per essere veramente tale, deve essere generale nel proprio oggetto come nella sua propria essenza, che deve partire da tutti per applicarsi a tutti, e che perde la sua naturale rettitudine quando rende a un oggetto individuale e determinato. Perché allora, giudicando di ciò che è altro da noi, non abbiamo a guidarci nessun vero principio di equità.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. IV]
Il Popolo da sé vuole sempre il bene, ma non sempre lo vede da sé. La volontà generale è sempre retta, ma il giudizio che la guida non sempre è illuminato. [Affinché il popolo prenda coscienza della propria volontà] bisogna presentarle gli oggetti come sono, talvolta come devono apparirle; controbilanciare l’attrattiva dei vantaggi presenti e percettibili col pericolo dei mali lontani e nascosti.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. VI]
Il Popolo non viene mai corrotto, ma spesso viene ingannato e allora soltanto sembra volere ciò che è male. Spesso c’è una gran differenza fra la volontà di tutti e la volontà generale; questa guarda soltanto all’interesse comune, quella all’interessa privato e non è che una somma di volontà particolari; ma eliminate queste medesime volontà il più e il meno che si elidono e come somma delle differenze resta la volontà generale. Se, quando il Popolo informato a sufficienza delibera, i cittadini non avessero alcuna comunicazione fra loro, dal gran numero delle piccole differenze risulterebbe sempre la volontà generale e la deliberazione sarebbe sempre buona. Ma quando si formano delle consorterie, delle associazioni particolari [ad esempio Partiti] alle spese di quella grande, la volontà di ciascuna di tali associazioni diviene generale in rapporto ai suoi membri e particolare rispetto allo Stato; si può dire allora che non ci sono più tanti votanti quanti sono gli uomini, ma solo quante sono le associazioni. Le differenze si fanno meno numerose e il risultato ha carattere meno generale. Infine, quando una di queste associazioni è tanto grande da superare tutte le altre, non avete più come risultato una somma di piccole differenze, ma una differenza unica; allora non c’è più volontà generale e il parere che prevale è solo un parere particolare. Per avere la schietta enunciazione della volontà generale è dunque importante che nello Stato non ci siano società parziali [vedi “Partito”] e che ogni cittadino pensi solo con la propria testa. 
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. III]
La sovranità, non essendo che l’esercizio della volontà generale, non può mai alienarsi, e il sovrano, essendo solo un ente collettivo [vedi “popolo”], non può essere rappresentano che da se stesso; il potere può, sì, essere trasmesso [potere esecutivo], ma non la volontà [potere legislativo]. Infatti, se non è impossibile che una volontà privata si accordi su qualche punto con la volontà generale, è impossibile, per lo meno, che questo accomodi sia duraturo e costante, perché la volontà particolare tende per sua natura al privilegio, e la volontà generale all’eguaglianza [vedi voce].
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. I]

Volontà particolare: La volontà particolare tende per sua natura al privilegio [individuale o di gruppo].
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. I]
La volontà o è generale o non lo è; è la volontà del corpo popolare o solo di una parte. Nel primo caso [vedi “volontà generale”] questa volontà dichiarata è un atto sovrano e fa legge [vedi voce]; nel secondo è solo una volontà particolare, o un atto di magistrature; tutt’al più un decreto.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. II]
Quando si formano delle consorterie, delle associazioni particolari [ad esempio Partiti] alle spese di quella grande, la volontà di ciascuna di tali associazioni diviene generale in rapporto ai suoi membri e particolare rispetto allo Stato; si può dire allora che non ci sono più tanti votanti quanti sono gli uomini, ma solo quante sono le associazioni. Le differenze si fanno meno numerose e il risultato ha carattere meno generale. Infine, quando una di queste associazioni è tanto grande da superare tutte le altre, non avete più come risultato una somma di piccole differenze, ma una differenza unica; allora non c’è più volontà generale e il parere che prevale è solo un parere particolare.
[J.J. Rousseau, Il Contratto sociale, Libro II, Cap. III]

Votare / Voto:

Vseedinstvo [ru: всеединство]: Riconoscere il fine ultimo della storia come la piena realizzazione dell’ideale cristiano nella vita da parte di tutta l’umanità. Intendiamo lo sviluppo integrale della cultura come un mezzo generale e necessario per raggiungere tale fine, poiché questa cultura, nel suo graduale progresso, distrugge tutte quelle partizioni ostili e quegli isolamenti esclusivi tra le varie parti dell’umanità e del mondo e cerca di unificare tutti i gruppi naturali e sociali in una famiglia infinitamente diversa nella composizione, ma caratterizzata dalla solidarietà morale.
[Vladimir Solov’ev, Idoli e ideali]
In russo letteralmente “unità del tutto”. Termine coniato da Vladimir Solov’ev.

W

Weltanschauung:

Wirklichkeit: [Hegel]

X

Y

Z

Zoon politikon [grc: ζῷον πολιτικὸν, lat: homo politicus]: [Aristotele]

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