A cura di Jean-Claude Martini.
Il primo anno della nuova politica economica ne dimostrò la giustezza. Il passaggio alla Nep aveva considerevolmente consolidato l’alleanza degli operai e dei contadini su di una nuova base. La dittatura del proletariato divenne più forte e più solida. Il banditismo dei kulak venne quasi completamente annientato. I contadini medi, dopo la soppressione del sistema dei prelevamenti, aiutavano il potere sovietico a lottare contro le bande dei kulak. Il potere sovietico conservava nelle proprie mani tutte le leve di comando dell’economia nazionale: grande industria, trasporti, banche, terra, commercio interno, commercio estero. Il partito aveva operato una svolta sul fronte economico. L’agricoltura progredì rapidamente. L’industria e i trasporti ottennero i primi successi. Era l’inizio, ancora molto lento, ma sicuro, dell’ascesa economica. Gli operai e i contadini sentivano e vedevano che il partito era sulla buona strada.
[…]
In seguito all’XI° Congresso, l’attività economica raddoppiò in vigore. Furono eliminate con successo le conseguenze delle scarse raccolte che avevano colpito il paese. L’economia contadina si risollevava rapidamente. Le ferrovie funzionavano meglio. Nuovi e nuovi stabilimenti riprendevano il lavoro.
(Storia del PC(b) dell’URSS. Breve corso, Mosca 1949, pp. 281, 282)