A cura di Eros R.F., dagli articoli di The GrayZone, Oval media,
Indice
Wikipedia
I bot e l’egemonia degli agenti
Wikipedia è uno dei siti web più popolari del pianeta, con un traffico superiore a quello della mega-corporazione Amazon. È di gran lunga la principale fonte di informazioni per le persone di tutto il pianeta. (Wikipedia è pubblicata in diverse lingue. Questo articolo si concentra sulla versione in lingua inglese di Wikipedia, che è di gran lunga la più grande).
Tuttavia, mentre il sito si presenta come un’enciclopedia open-source che chiunque al mondo può modificare, la realtà è che la piattaforma è strettamente controllata da un piccolo gruppo di amministratori e redattori – e fortemente dominata da potenti istituzioni che hanno le risorse per mobilitare gli utenti per promuovere i loro interessi.
Uno studio accademico ha rilevato che, dal 2001 al 2010, lo sconcertante 80% delle modifiche su Wikipedia è stato effettuato da appena l’1% degli utenti.
In effetti, le statistiche fornite da Wikipedia mostrano che poco più di 3.000 redattori sono “molto attivi” sul sito, il che significa che contribuiscono con più di 100 modifiche al mese.
In altre parole, una piccola manciata di redattori ha un controllo sproporzionato su ciò che le persone di tutto il mondo leggono quando fanno una ricerca online.
E i tassi di fidelizzazione dei nuovi redattori sono crollati nel corso degli anni.
Wikipedia è quindi tutt’altro che il mercato democratico e decentralizzato di idee e informazioni che si pubblicizza.
Ancora più preoccupante è il fatto che i governi, le agenzie di intelligence e le grandi aziende esercitano un’influenza significativa su Wikipedia, modificando l’enciclopedia per promuovere i loro programmi e controllando attentamente gli articoli e le nuove modifiche.
La CIA, l’FBI, il Dipartimento di Polizia di New York, il Vaticano e il colosso dei combustibili fossili BP, solo per citarne alcuni, sono stati sorpresi a modificare direttamente gli articoli di Wikipedia.
Ma il marcio va molto più in profondità. Potenti interessi, dagli Stati alle aziende, ingaggiano redattori di Wikipedia per correggere le voci che li riguardano. Tra i clienti di questi servizi c’è il gigante dei social media Facebook stesso, oltre a gruppi mediatici aziendali come la NBC e gli oligarchi dei fratelli Koch.
Continuare a tradurre: https://thegrayzone.com/2020/06/10/wikipedia-formally-censors-the-grayzone-as-regime-change-advocates-monopolize-editing/
e anche https://thegrayzone.com/2020/06/11/meet-wikipedias-ayn-rand-loving-founder-and-wikimedia-foundations-regime-change-operative-ceo/
e https://www.oval.media/it/un-servizio-segreto-tedesco-ha-fatto-17-mila-modifiche-su-wikipedia/
La censura di siti anti-imperialisti, e le posizioni anti-venezuelane
Su Wikipedia, un piccolo gruppo di sostenitori del cambio di regime e dell’opposizione venezuelana di destra ha inserito nella lista nera media indipendenti come The Grayzone per motivi esplicitamente politici, violando le linee guida dell’enciclopedia.
Il gigante dell’enciclopedia Internet Wikipedia censura i siti web di notizie indipendenti aggiungendoli a una lista nera ufficiale di media tabù “deprecati”.
Grayzone è uno dei siti di notizie presi di mira dalla campagna di censura. Tra gli altri ci sono siti di sinistra e antimperialisti come MintPress News e l’emittente latinoamericana Telesur, oltre a diversi siti politici di destra, tra cui il Daily Caller.
La campagna per l’inserimento di The Grayzone nella lista nera è stata avviata da redattori di Wikipedia che si identificano come venezuelani e sostengono apertamente l’opposizione di destra del Paese, sostenuta dagli Stati Uniti. Questi utenti monitorano ossessivamente gli articoli relativi al Venezuela, spingendo aggressivamente la linea del cambio di regime e lavorando per eliminare qualsiasi informazione o opinione che interferisca con la loro agenda.
Ancora più assurdo è il fatto che i redattori dietro la campagna per l’inserimento di The Grayzone nella lista nera abbiano chiarito nelle loro discussioni pubbliche di essere motivati a censurare le notizie di The Grayzone in base alla prospettiva politica dei suoi redattori, e non sulla base di eventuali falsità o distorsioni apparse sul suo sito web.
L’editor di Wikipedia che ha presieduto il “sondaggio” ufficiale per censurare The Grayzone è un sostenitore iper-partitico dell’opposizione venezuelana. Questa figura ha anche avviato e moderato i sondaggi per inserire nella lista nera TeleSUR e Venezuelanalysis, tra le poche fonti di notizie che sfidano la prospettiva egemonica anti-Chavista sostenuta dai media mainstream occidentali.
Wikipedia ha imposto numerose “linee guida” contro questo tipo di editoria di supporto, che viola palesemente il principio fondante della piattaforma che impone un “punto di vista neutrale”.
Ma il sito web, e la Wikimedia Foundation che lo gestisce, non ha preso alcun provvedimento contro la banda di redattori politicamente motivati che ha preso di mira The Grayzone. Al contrario, ha dato loro carta bianca per sabotare palesemente l’impegno di neutralità dell’enciclopedia e proteggere il pubblico da notizie critiche in conflitto con l’agenda di Washington.
Il gruppo di redattori che cerca di censurare The Grayzone va dai teorici della cospirazione del Russiagate agli anarco-neocon, dai lobbisti del cambio di regime ai membri dell’opposizione venezuelana, in pratica chiunque sia minacciato dal giornalismo che sfida il consenso di Washington. La loro capacità di dominare Wikipedia è sintomatica di una crisi molto più ampia che ha corrotto radicalmente il sito web e fatto a pezzi i suoi principi dichiarati.
L’enciclopedia su Internet è diventata una piattaforma profondamente antidemocratica, dominata da attori occidentali sostenuti dallo Stato e da funzionari delle pubbliche relazioni aziendali, facilmente manipolabili da forze potenti. Ed è gestita da figure che spesso rappresentano questi stessi interessi d’élite o si allineano alle loro politiche di cambiamento di regime.