A cura di Jean-Claude Martini.
La Repubblica popolare cinese realizza rapidi progressi economici. Il suo popolo lavora con grande entusiasmo e supera le gravi conseguenze determinate dai molti anni di guerra rovinosa contro gli invasori giapponesi e la reazione del Kuomintang. Lo sviluppo industriale dopo la instaurazione del governo democratico popolare procede in Cina rapidamente: rispetto al 1949, il volume della produzione industriale nel 1951 era più che raddoppiato; la rete ferroviaria è stata ricostruita e nuove linee vengono costruite a ritmo accelerato. La grande riforma agraria realizzata dal governo popolare cinese ha permesso di ottenere grandi successi nell’agricoltura: la produzione cerealicola nel 1951 è stata del 128%, e quella del cotone del 252%, rispetto al 1949. Mentre le finanze nazionali della Cina erano in uno stato di completo dissesto, con un’inflazione che assumeva proporzioni colossali, il governo popolare cinese ha consolidato le finanze del paese ed ha stabilizzato la sua valuta.
(Stalin-Molotov-Malenkov, Verso il comunismo, Edizioni di Cultura Sociale, Roma 1952, pp. 31-32)
Secondo i dati statistici, a tutto giugno dell’anno in corso [1956] 110 milioni, cioè il 91,7% dei 120 milioni di nuclei famigliari contadini del paese hanno aderito alle cooperative agricole di produzione, di cui 35 milioni alle cooperative di tipo inferiore e 75 milioni, cioè la maggioranza, alle cooperative di tipo superiore. Il movimento di aiuto reciproco e di cooperazione si è sviluppato anche nel campo dell’allevamento.
Gli artigiani individuali hanno aderito a organizzazioni cooperative di produzione di vario genere. Il numero di artigiani che hanno aderito a cooperative artigiane, a gruppi di produzione, a cooperative di produzione, di commercio e di consumo costituisce già il 90% di tutti i lavoratori occupati nell’industria artigiana. Oggi è stata nelle linee fondamentali portata a termine l’organizzazione in cooperative dei lavoratori individuali addetti alla pesca, alla estrazione del sale e ai trasporti.
Tutti questi successi sono stati conseguiti soprattutto durante lo sviluppo, nella seconda metà del 1955, del movimento per la trasformazione socialista dell’agricoltura, dell’artigianato, dell’industria e del commercio capitalistici.
(VIII Congresso del Partito Comunista Cinese. Atti e risoluzioni, Editori Riuniti, Roma 1956, p. 22)
Dopo la formazione della Repubblica popolare cinese il governo popolare ha confiscato tutte le aziende del capitale burocratico che dominava prima nell’economia del paese, comprese le aziende giapponesi, tedesche e italiane esistenti in Cina e che erano passate nelle mani del governo del Kuomintang dopo la vittoria riportata nella guerra antigiapponese. In tal modo lo Stato si è impadronito delle più grandi banche, di quasi tutte le ferrovie, della stragrande maggioranza delle aziende dell’industria metallurgica e della maggior parte delle aziende appartenenti agli altri settori dell’industria pesante, nonché di alcuni importantissimi settori dell’industria leggera. Ciò ha creato la base per la prevalenza del settore socialista nella nostra economia.
Quindi il governo popolare ha sviluppato intensamente l’industria statale, i trasporti e le altre aziende statali. Nel 1949 la produzione globale dell’industria statale costituiva soltanto il 26,3% di tutta la produzione globale dell’industria del paese, nel 1952 essa ne costituiva già il 41,5% e nel 1955 raggiungeva il 51,3%.
Il governo popolare ha trasformato le grandi e piccole banche private in banche miste statali-private sotto la direzione delle banche statali. Le operazioni bancarie, di credito e di assicurazione nonché sul commercio estero e sulle operazione valutarie. Esso ha creato una rete nazionale, uniforme e potente di commercio statale e di commercio attraverso le cooperative di consumo, ha concentrato nelle proprie mani le principali materie prime industriali e le fonti essenziali di merci, ha nazionalizzato gradualmente il commercio all’ingrosso ed ha rafforzato la posizione dirigente del commercio statale sul mercato interno.
(Ibidem, p. 23)
La cultura e l’istruzione occupano un posto importante nell’edificazione socialista. Negli ultimi anni abbiamo fatto enormi progressi in questo campo. Se paragoniamo i dati del 1949 a quelli che il piano prevede per l’anno in corso, abbiamo che il numero degli studenti negli istituti di istruzione superiore è passato da 116.000 a 380.000, nelle scuole medie da 1.268.000 a 5.860.000, nelle scuole elementari da 24.390.000 ad oltre 57.700.000. La tiratura complessiva dei libri pubblicati nell’anno in corso ha raggiunto 1.600.000.000 di copie contro i poco più di 100 milioni del primo periodo dopo la liberazione. Il numero dei posti letto degli ospedali e sanatorii ha raggiunto quest’anno le 339.000 unità contro le 106.000 del primo periodo dopo la rivoluzione.
(Ibidem, p. 54)
Nel 1953 e nel 1954 molte regioni del nostro paese sono state colpite da calamità naturali di proporzioni abbastanza vaste; il piano della produzione agricola non è stato attuato interamente nel corso di questi due anni e cionondimeno la raccolta dei cereali è aumentata rispetto alla buona annata del 1952. Nel 1955 l’agricoltura del nostro paese ha registrato un ricco raccolto; il racconto dei cereali ha raggiunto 349,6 miliardi di jin (non sono compresi i semi di soia e così anche più sotto), il raccolto del cotone ha raggiunto 30 milioni 360 mila tan, ed è aumentato anche il raccolto delle altre colture agricole.
(Ibidem, p. 139)
A partire dall’aprile del 1956 abbiamo cominciato ad attuare la riforma del sistema retributivo in tutto il paese e abbiamo deciso di aumentare nel 1956 le retribuzioni degli operai e degli impiegati in media di circa il 13% rispetto al 1955. Quindi, nel 1956 le retribuzioni degli operai e degli impiegati sono aumentate in media di circa il 33,5% rispetto al 1952, vale a dire si è già superato l’obiettivo del piano quinquennale che prevede un aumento delle retribuzioni nella misura del 36% in cinque anni.
(Ibidem, p. 142)
Sotto l’impulso del movimento di critica di Lin Piao e di rettifica dello stile di lavoro, il nostro popolo ha reso vana l’opera di sabotaggio della cricca antipartito di Lin Piao, sormontato gravi calamità naturali e conquistato nuove vittorie nell’edificazione socialista. La situazione è buona nel campo dell’industria, dell’agricoltura, delle comunicazioni e dei trasporti, delle finanze e del commercio. Noi non abbiamo debiti né esterni né interni; i prezzi sono stabili e il mercato è prospero. Nuovi successi si sono avuti anche nel campo della cultura, dell’istruzione, della sanità, delle scienze e della tecnica.
(Mao Tse-tung, Opere, vol. 24, Edizioni Rapporti Sociali, Milano 1994, p. 281)