Una critica di sinistra alla decadenza LGBT

Tradotto da Eros R.F., da TheRevolutionReport, pubblicato il 31 luglio 2024.

Teoria queer senza via d’uscita

All’inizio degli anni Novanta, nel mondo accademico stava emergendo un nuovo ramo della teoria critica noto come “teoria queer”. Precedentemente conosciuto come un insulto contro gli omosessuali, “queer” è diventato un termine ombrello usato per descrivere chiunque abbia un comportamento sessuale o un’espressione di genere diversa dalle norme della società. La teoria queer critica queste norme sociali sul genere e sulla sessualità con l’obiettivo di superarle (come avviene per le teorie critiche nel loro complesso), ma l’intenzionale vaghezza di “queer” stesso solleva molte domande su quali siano le norme esatte che alcuni teorici queer cercano di sfidare.

Il saggio di Gayle Rubin del 1984, “Thinking Sex”, è ampiamente considerato uno dei testi fondanti della teoria queer, in cui sostiene che tutte le morali sessuali non sono altro che un panico morale di destra. La Rubin raggruppa tutti i comportamenti sessuali stigmatizzati dalla società dell’epoca – tra cui, ma non solo, il sesso prematrimoniale, l’omosessualità, la prostituzione e le parafilie ripugnanti come la pedofilia e il sadismo sessuale – e sostiene che sono ugualmente degni di essere normalizzati.

Dato che la classe dirigente statunitense utilizza il mondo accademico come uno dei suoi modi dominanti di imposizione ideologica, non sorprende che la società americana sia diventata gradualmente più tollerante nei confronti di vari comportamenti che Rubin difendeva. L’accettazione dell’omosessualità tra adulti consenzienti, uno dei comportamenti più benigni sostenuti da Rubin, è aumentata drasticamente in un periodo di tempo relativamente breve. Tuttavia, l’accettazione delle relazioni omosessuali e del matrimonio è leggermente diminuita dal 2022, probabilmente come reazione alle azioni più estreme del movimento LGBTQ+.

Molto più preoccupante è la normalizzazione di comportamenti sessuali oggettivamente dannosi e reazionari tra vari settori della società americana. Tra le giovani generazioni, il sadomasochismo è ormai ampiamente considerato come qualcosa di cui le donne dovrebbero godere, nonostante abbia portato a un aumento di gravi lesioni1 e persino di morti tra le donne2. La maggior parte delle organizzazioni di sinistra ha assunto la stessa identica posizione della Open Society Foundations sulla questione della prostituzione: dovrebbe essere completamente legalizzata perché “il lavoro sessuale è un lavoro”. Finora, la maggior parte delle persone continua a dire apertamente che la pedofilia è sbagliata (a parte una minoranza marginale che sostiene la parità di diritti per le “persone attratte da minori”), ma molti individui liberali e di sinistra non hanno problemi a permettere che i bambini siano esposti a manifestazioni esplicite di comportamento sessuale [questa notizia riportata da MustReadAlaska ne è giusto un esempio], purché in nome dell’“inclusione LGBTQ+”.

Perché ai comunisti dovrebbe interessare?

“Come i comunisti e gli omosessuali negli anni ’50, i boylover sono così stigmatizzati che è difficile trovare difensori per le loro libertà civili, figuriamoci per il loro orientamento erotico”.

Gayle Rubin

Equiparando la persecuzione dei “comunisti e degli omosessuali negli anni Cinquanta” all’opposizione morale ai “boylovers” (pedofili), Rubin ha contribuito a costruire le basi per l’unione forzata dei teorici queer con i comunisti occidentali. Harry Hay, un membro del Partito Comunista USA che era anche un membro dichiarato del gruppo di difesa dei pedofili NAMBLA (North American Man/Boy Love Association), ha consolidato questa unione forzata e il CPUSA lo promuove ancora oggi. Hay non solo ha imbastito le opere di Stalin sulla liberazione nazionale per sostenere che gli omosessuali sono una “nazione” oppressa all’interno degli Stati Uniti, ma ha anche sostenuto la Perestrojka e le controrivoluzioni anticomuniste nell’Europa dell’Est, come era tipico dei liberali del CPUSA negli anni Ottanta.

Con pochissime eccezioni, quasi tutte le organizzazioni che si autoproclamano “socialiste” e “comuniste” in Occidente oggi hanno adottato la teoria queer come un principio fondamentale non negoziabile della loro ideologia. I membri di queste organizzazioni si presentano con i loro pronomi preferiti, per segnalare la loro adesione alla convinzione non scientifica dell’“identità di genere”3 e al rifiuto della realtà materiale del sesso biologico4. Ogni giugno partecipano alle parate del Pride insieme alle grandi banche e ai produttori di armi. Quando i genitori della classe operaia protestano contro gli eventi Drag Queen Story Hour, queste organizzazioni li diffamano come “reazionari” [questa notizia riportata da Liberation news ne è un esempio], come se i rivoluzionari comunisti avessero mai sostenuto che gli uomini si vestissero come caricature di donne mentre leggevano ai bambini. Tra l’attivismo di Hay a favore della pedofilia e l’incapacità della sinistra occidentale moderna di difendere la tutela di donne e bambini, gli ideologi della destra borghese hanno avuto l’occasione perfetta per fuorviare le masse e convincerle che il comunismo va contro i loro interessi.

Imponendo l’adesione alla teoria queer tra i loro membri, queste organizzazioni si alienano anche dalla maggioranza del mondo antimperialista che sostiene i valori tradizionali. La maggior parte dei Paesi al di fuori delle Americhe e dell’Europa occidentale non riconosce legalmente i matrimoni tra persone dello stesso sesso o l’auto-identificazione come genere diverso, e l’opinione pubblica concorda ampiamente con queste leggi. Le ONG occidentali spesso ne approfittano, utilizzando i “diritti LGBT” come veicolo per diffondere la loro influenza in altri Paesi o per demonizzare questi Paesi come omofobi o transfobici. Se affermiamo di essere antimperialisti mentre imponiamo gli stessi identici valori che vengono usati come armi contro i Paesi che vanno contro gli interessi dell’imperialismo occidentale, perché dovremmo aspettarci che i nostri compagni internazionali ci prendano sul serio?

Come comunisti, non possiamo permettere che la teoria queer continui ad avvelenare le nostre organizzazioni. L’impero statunitense continua a sgretolarsi intorno a noi, il popolo americano è alla ricerca di soluzioni, eppure la maggior parte delle organizzazioni “comuniste” si ostina a fare la figura del repellente. Perché dovremmo aspettarci che le donne e le ragazze credano che ci preoccupiamo della loro sicurezza, se non vediamo alcun problema con gli uomini vestiti che violano la loro privacy? Perché dovremmo aspettarci che i genitori credano che porteremo un futuro migliore per i loro figli, se ogni giugno ci vedono sostenere gli uomini in abiti fetish che marciano apertamente per le strade, per non parlare del fatto che sosteniamo apertamente i trattamenti medici sperimentali sui “bambini trans”? Per quelli di noi che vogliono davvero vincere, è estremamente importante darsi una regolata e presentarsi come leader e rappresentanti integerrimi della classe operaia americana, cosa che non sarà possibile finché continueremo a credere a questo liberalismo reazionario.

Note
  1. FightTheNewDrug, Does Porn Normalize Sexual Violence in Teen Relationships?[]
  2. The Guardian, The fatal, hateful rise of choking during sex.[]
  3. Reduxx, John Money: The Pro-Pedophile Pervert Who Invented “Gender”.[]
  4. Importante è il comunicato di Communist Party of great Britain, che denuncia col suo The reactionary nightmare of ‘gender fluidity’ l’idealismo di questa ideologia borghese.[]
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